Catacomba di Commodilla (Roma)
Catacomba di Commodilla | |
Basilica ipogea dei Santi Adautto e Felice (VI - VII secolo) | |
Nome antico | Catacomba di Felice e Adautto |
---|---|
Collocazione storica | Impero romano |
Civiltà | Cristiana |
Oggetto generico | Area funeraria |
Oggetto specifico | Catacomba |
Scopritore | Antonio Bosio |
Data scoperta | 1595 |
Datazione | IV - VI secolo |
Inizio della costruzione | IV secolo |
Completamento | VI secolo |
Scomparsa | IX secolo |
Materiali | pozzolana |
Iscrizioni | LEO OFFICIALIS ANN(onae) SI(bi) VIVO FECIT CUBUCULUM IN (cemeterio) ADAUTI ET FELI(c)IS |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Diocesi di Roma Vicariatus Urbis |
Scavi | |
Datazione | XIX secolo - 1953 |
Archeologo | Giovanni Battista de Rossi |
Amministrazione | |
Ente | Pontificia Commissione di Archeologia Sacra |
Indirizzo |
Via delle Sette Chiese, 42 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 4465610 |
Fax | +39 06 4467625 |
Posta elettronica | pcas@arcsacra.va |
Sito web | sito web ufficiale |
Note | |
Visita a richiesta | |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Catacomba di Commodilla è un'area funeraria cristiana, situata a Roma, in Via delle Sette Chiese, non molto lontano dalla Via Ostiense, nel quartiere Ostiense.
Toponimo
Il nome, come per la maggior parte delle catacombe romane, trae origine dalla proprietaria, Commodilla, colei che aveva offerto alla comunità cristiana il terreno per l'escavazione del complesso cimiteriale ipogeo: questo in epoca tardo antica era conosciuto con il nome dei due principali martiri ivi sepolti, i santi Adautto e Felice.
Storia
L'analisi dei manufatti scoperti nell'ipogeo portano a datare le catacombe dopo la metà del IV secolo, mentre altre caratteristiche la fanno risalire agli inizi del IV secolo; inoltre, la stessa passio data il martirio di Adautto e Felice sotto l'imperatore Diocleziano (284 - 305): ciò lascia supporre che la cava di pozzolana fosse utilizzata in parte come luogo di sepoltura già prima della sua chiusura e della sua trasformazione in cimitero, ossia nella seconda metà del IV secolo.
L'area funeraria venne utilizzata per le sepolture fino almeno al VI secolo.
In seguito, come accadde per gli altri cimiteri sotterranei cristiani, essa fu trasformata in un luogo di culto martiriale: lavori di restauro alla basilica ipogea furono eseguiti da diversi papi fino al IX secolo, segno che ancora a quell'epoca le catacombe erano luogo di pellegrinaggio di devoti cristiani, provenienti da tutta l'Italia e l'Europa. Infatti, a conferma di questo utilizzo sono state rinvenute all'interno anche monete con l'effigie di papa Gregorio IV (827-844).
Papa Leone IV (847 - 855), infine, donò le reliquie dei martiri Felice ed Adautto alla moglie dell'imperatore Lotario; in seguito a ciò le catacombe vennero abbandonate e caddero nell'oblio.
Fu scoperta nel 1595 dall'archeologo Antonio Bosio, ma il primo ad identificarla come quella di Commodilla fu, nell'XIX secolo, Giovanni Battista de Rossi.
Campagne di scavo condotte nel 1904 portarono alla completa apertura del secondo livello cimiteriale - l'antica cava di pozzolana - presentando agli archeologi una galleria integra, scampata eccezionalmente ai profanatori di tombe dei secoli precedenti.
Martiri deposti nella catacomba
Come tutte le catacombe romane, anche in quella di Commodilla si ricordano diversi martiri. In primo luogo i santi Adautto e Felice: il carme redatto da papa Damaso, andato perduto ma di cui si conserva una copia in una raccolta di iscrizioni altomedievali, ci informa che questi due martiri erano fratelli ed entrambi sacerdoti. La passio leggendaria del VII secolo narra che, durante il martirio di Felice, condannato a morte nei primi anni del IV secolo, uno sconosciuto uscì dalla folla e, confessando di essere cristiano, chiese di morire con Felice: di lui non si conosceva il nome, per cui passò alla storia coll'appellativo di Adauctus, "aggiunto". Di questi due santi è stata trovata, nelle catacombe, il luogo della deposizione.
Nella catacomba di Commodilla, secondo la tradizione, si venerano altri quattro santi:
- una tale santa Merita, il cui nome si legge in un dipinto ad affresco vicino al luogo di sepoltura dei santi Adautto e Felice, anche se gli archeologici non sono tutti concordi con questa identificazione; le fonti liturgiche, inoltre, non riportano nulla su questa santa.
- sante Degna e Merita, due sorelle martiri, che furono uccise sotto l'imperatore Valeriano (253 - 260) e sepolte in Commodilla: di Degna non è stata trovata alcuna traccia nelle catacombe;
- una certa Gaudenzia, ricordata nel Martirologio geronimiano, alla data del 30 agosto, accanto ad Adautto e Felice, di cui però nelle catacombe non è stata trovata alcuna traccia;
- san Nemesio, ricordato come martire negli itineraria per pellegrini dell'Alto Medioevo, che però non è menzionato da nessun altro documento storico.
Descrizione
Il cimitero sotterraneo si sviluppa su tre livelli, dei quali quello più antico e più interessante dal punto di vista archeologico è il mediano, ricavato in un'antica cava di pozzolana, riutilizzata a scopi funerari: è, infatti, in questo che si trovano le sepolture dei martiri, in una piccola basilica ipogea, ed è da questo livello che si è sviluppato il resto delle catacombe.
Nel sopra terra non esistono monumenti, o resti di essi, in qualche modo connessi con le catacombe.
Sepolture a pozzo
Una particolarità delle catacomba di Commodilla, che le distingue dalle altre, è la presenza di sepolture dette a pozzo: si tratta di fosse profonde, ove si contano fino a 20 loculi disposti nelle pareti e sovrapposti l'uno all'altro. Una simile disposizione è riscontrabile solo nelle vicine catacombe di santa Tecla. Inoltre, rispetto ad altri cimiteri ipogei, si caratterizza per una estrema povertà architettonica, epigrafica e iconografica: sono rari, per esempio, cubicoli ed arcosoli, e spesso le iscrizioni marmoree contengono errori di ortografia.
Basilica ipogeica dei Santi Adautto e Felice
La parte più importante dell'area funeraria è costituita dalla piccola basilica dedica ai santi Adautto e Felice, che fu ricavata, durante il pontificato di Giovanni I (523-526), adattando una galleria dell'antica cava di pozzolana (al secondo livello) che, allargata e rinforzata da muri di spalla, divenne una vera cappella sotterranea. Nella basilica ipogea gli archeologi hanno identificato il luogo di sepoltura dei due santi in due loculi sovrapposti, che sottostanno ad un affresco che li raffigura.
La basilica, inoltre, venne decorata tra il VI e VII secolo da dipinti murali ad affresco di ambito romano, dei quali si ricordano:
- Madonna con Gesù Bambino in trono tra sant'Adautto e san Felice che presentano la vedova Turtura (metà del VI secolo): splendido dipinto votivo, fatto eseguire sulla Tomba di Turtura, una donna la cui morte e sepoltura viene ricordata dal proprio figlio con un'epigrafe, dove si legge:
« | Il tuo nome è Turtura, e tu effettivamente fosti una vera tortora. » |
- San Luca evangelista (668 - 685), affresco, nel quale il santo è presentato per la prima volta con con gli strumenti chirurgici in una piccola borsa di cuoio: un'iscrizione, alla base del dipinto, data l'opera all'epoca dell'imperatore bizantino Costantino IV Pagonato (668 - 685). Questa è la più antica immagine certa di san Luca.
- Gesù Cristo consegna le chiavi a san Pietro alla presenza di san Adautto, santa Merita, san Paolo, san Felice e santo Stefano orante (684 ca.): esso presenta Cristo seduto su un globo mentre consegna le chiavi a san Pietro con accanto le figure di santi, identificabili ciascuno da una propria iscrizione.[1]
Cubicolo di Leone
Di notevole interesse, scoperto nel 1953, è il cosiddetto Cubicolo di Leone, prefetto romano dell'annona (seconda metà del IV secolo), che lo commissionò per sé e la sua famiglia, come si deduce da un'interessante e rara iscrizione dipinta, che menziona anche il nome antico del cimitero:
« | LEO OFFICIALIS ANN(onae) SI(bi) VIVO FECIT CUBUCULUM IN (cemeterio) ADAUTI ET FELI(c)IS » |
Il cubicolo, inoltre, è decorato con dipinti murali, ad affresco, raffiguranti scene bibliche, databili tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, tra i quali si ricorda:
- al centro della volta a crociera: Gesù Cristo salvatore barbato e nimbato con i due simboli apocalittici (Α e ὼ).
- negli arcosolii:
- a destra: Negazione di san Pietro;
- a sinistra: San Pietro fa sgorgare l'acqua dalla roccia.
Nel cimitero va rilevata, infine, la presenza di numerose tombe appartenenti a fedeli originari dall'Africa.
Note | |
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Bibliografia | |
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