Catacomba di Sant'Agnese (Roma)
Catacomba di Sant'Agnese | |
Catacombe di Sant'Agnese | |
Collocazione storica | Impero romano |
---|---|
Civiltà | Cristiana |
Oggetto generico | Area funeraria |
Oggetto specifico | Catacomba |
Dedicazione | Sant'Agnese di Roma |
Scopritore | Onofrio Panvinio |
Data scoperta | XVI secolo |
Datazione | III - IV secolo |
Inizio della costruzione | III secolo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Diocesi di Roma Vicariatus Urbis |
Dimensioni | |
Profondità | 6 m |
Primi scavi | |
Datazione | XIX secolo, seconda metà - XX secolo, inizio |
Archeologo | Mariano Armellini |
Secondi scavi | |
Archeologo | Augusto Bacci |
Amministrazione | |
Ente | Pontificia Commissione di Archeologia Sacra |
Responsabile | Don Edoardo Parisotto |
Indirizzo |
Via Nomentana, 349 00162 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 8610840 |
Fax | +39 06 8610840 |
Posta elettronica | catacombe@santagnese.net |
Sito web | sito web ufficiale |
Sito web 2 | [1] |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Catacomba di Sant'Agnese è un'area funeraria cristiana, situata a Roma, al terzo miglio della via Nomentana, all'interno del complesso monumentale di Sant'Agnese fuori le Mura, nel moderno quartiere Trieste.
Toponimo
Il nome della catacomba deriva da sant'Agnese, unica martire ricordata dai documenti antichi sepolta in questa catacomba. Incerta è la data del suo martirio, che risale alle persecuzioni contro i cristiani del III secolo, in particolare quelle ordinate da Decio (249-251), Valeriano (257-260) o Diocleziano (303-305).
La testimonianza letteraria più antica è quella della Depositio martyrum (prima metà del IV secolo): in esso si afferma che il suo dies natalis (ossia il giorno della sua morte) è il 21 gennaio, e che fu sepolta nel cimitero sulla Nomentana, che la Depositio già intitola a lei. Queste informazioni sono ripetute nel carme di papa Damaso I (366 - 384) inciso su lastra di marmo dal suo calligrafo Furio Dionisio Filocalo, che fu reimpiegata nella pavimentazione e scoperta casualmente: oggi è collocata nel nartece della Basilica di Sant'Agnese fuori le mura.
Storia
Sant'Agnese fu sepolta in un cimitero ipogeo già esistente, che le fonti antiche affermano essere di proprietà della famiglia della martire, e collocato nei pressi di un possedimento imperiale: lo si deduce da fatto che Costantina, figlia dell'imperatore Costantino, ebbe una predilezione particolare per questo luogo tanto da volere che qui sorgesse il mausoleo che doveva accogliere le su spoglie.
Uno dei principali documenti agiografici riguardanti la figura di sant'Agnese è la Passio sanctae Agnetis, redatta agli inizi del V secolo e basata su materiali precedenti come gli scritti del papa Damaso I (366 - 384), oppure il De Virginibus e l'inno Agnes beatae virginis di sant'Ambrogio (334 - 394). È tale documento a dare indicazioni sulla posizione topografica della tomba di sant'Agnese, collocandola in praediolo suo, ovvero in un piccolo fondo di proprietà della famiglia della bambina, sulla via Nomentana, prossimo ai terreni di proprietà imperiale su cui sorgeranno gli edifici costantiniani.
Dallo studio delle fonti epigrafiche e dalla tipologia di sepoltura si deduce che questo cimitero risale alla seconda metà del III secolo e corrisponde alla prima regione dell'intero complesso sotterraneo.
Sopra questa catacomba fu edificata in memoria della martire una edicola, al tempo del papa Liberio (352 - 366), trasformata da papa Simmaco (498 - 514) in una basilichetta, ed infine completamente rifatta e trasformata nell'attuale basilica da papa Onorio I nella prima metà del VII secolo: l'edificazione della basilica onoriana comportarono tagli e distruzioni della sottostante catacomba.
Nel IV secolo, al primitivo nucleo cimiteriale, se ne aggiunsero altri, che oggi corrispondono alle altre tre regioni. In particolare, il terreno subdiale sopra la quarta regione fu espropriato dall'imperatore Costantino che vi edificò la prima basilica dedicata alla martire Agnese (oggi ridotta a ruderi) ed il mausoleo di Costantina, ove poi saranno sepolte le figlie dell’imperatore, Costantina appunto ed Elena.
Scavi condotti negli anni Settanta del XX secolo hanno dimostrato che il sopra terra della quarta regione era occupato da una necropoli romana risalente alla metà del II secolo, distrutta per la costruzione della basilica costantiniana: la stessa cosa era avvenuta sul colle Vaticano quando, per la costruzione della Basilica di San Pietro, l'imperatore Costantino ordinò la distruzione e l'interramento della precedente necropoli.
L'intero complesso catacombale fu in seguito abbandonato e dimenticato.
Venne scoperto ed esplorato all'inizio del XVI secolo da un frate domenicano Onofrio Panvinio. Divenne poi oggetto di studio di Antonio Bosio nella sua Roma sotterranea (1632), il quale però la confuse con il vicino Coemeterium maius, collegato a questa da un antico arenario.
Nel corso del XVIII secolo, la Catacomba di Sant'Agnese, e soprattutto la seconda regione, fu gravemente danneggiata dai cosiddetti corpisantari, cercatori di reliquie e tesori.
Su incarico di Giovanni Battista de Rossi, nella seconda metà del XIX secolo Mariano Armellini operò una serie di scavi del cimitero, riportando alla luce, in buono stato di conservazione, alcune sue parti: dobbiamo a questi la distinzione della catacomba in quattro regioni.
All'inizio del XX secolo, il sacerdote Augusto Bacci, su incarico del cardinale titolare della basilica, condusse una campagna di scavi, fondamentale per la ricostruzione storico-topografica della memoria di sant'Agnese e della prima regione. Infine, tra il 1971 - 1972, il sacerdote Umberto Maria Fasola studiò la quarta regione, giungendo alle conclusioni di cui si è già fatto cenno sopra.
Descrizione
La catacomba non presenta alcuna decorazione di rilievo storico-artistico, mentre è ricca in testimonianze epigrafiche. Il complesso funerario si sviluppa su tre livelli e si articola in quattro regioni.
Regio I
La prima regione è la più antica, databile al III secolo, in epoca precostantiniana. Fu scavata nel 1869 dall'archeologo Mariano Armellini. Essa subì un consistente taglio per l'inserimento della basilica onoriana. È localizzabile sotto l'attuale via di Sant'Agnese, sulla sinistra della chiesa.
Regio II
La seconda regione si è sviluppata a partire dal IV secolo, ed è quella che, più delle altre altre, ha subito le devastazioni dei trafugatori di reliquie.
Regio III
La terza regione, anch'essa del IV secolo, è la più vasta dell'intero complesso cimiteriale ipogeo. Essa si estende in larga misura sotto il monastero, annesso alla Basilica di Sant'Agnese, e la via Nomentana, ed era collegata in passato, tramite un arenario, al vicino Coemeterium maius. L'Armellini, che scavò per primo la regione, la trovò praticamente intatta, sepolta sotto uno strato di limo che l'aveva preservata dai profanatori di tombe: molti oggetti trovati in questa regione ora sono conservati ai Musei Vaticani.
Regio IV
La quarta regione, situata tra l'attuale basilica ed i ruderi della basilica costantiniana del IV secolo, sorse dopo che l’imperatore Costantino edificò la sua basilica distruggendo la necropoli romana. Utilizzando una scala di un precedente mausoleo romano si iniziò lo scavo del cimitero ipogeo: molte lastre con iscrizioni del precedente cimitero subdiale romano furono utilizzate per la costruzione dei gradini di accesso alla quarta regione e per le tombe sottostanti, ed in questo modo si sono conservate fino ai nostri giorni. In questa regione si conserva la più antica iscrizione datata dell'intera catacomba, che risale al 314 e riguarda l’epitaffio di un tale Sisinnius.
Note | |
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Bibliografia | |
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