Nunziatura apostolica per la Repubblica di Venezia
La nunziatura apostolica per la Repubblica di Venezia o Nunziatura apostolica a Venezia fu una rappresentanza diplomatica permanente della Santa Sede presso la Serenissima dagli ultimi anni del XV secolo sino all'abdicazione dell'ultimo doge Ludovico Manin nel 1797. La sede era a Venezia. La nunziatura era retta da un diplomatico, detto "nunzio apostolico a Venezia", un alto prelato con il rango di ambasciatore.
Storia
La nunziatura apostolica a Venezia fu tra le prime sedi permanenti volute dalla Santa Sede assieme a quella di Madrid. Fondata nel 1498, la nunziatura veneziana ebbe grande fortuna soprattutto durante il Cinquecento in occasione delle guerre d'Italia nelle quali lo Stato della Chiesa venne coinvolto. Alla metà del cinquecento divenne nunziatura di prima classe o grande nunziatura, assieme a quelle di Francia, Polonia, Impero e Colonia. I diplomatici ivi accreditati ricevevano uno stipendio doppio rispetto a quelle di seconda classe.[1]
Dalla seconda metà del cinquecento la sede della nunziatura veneziana fu nel palazzo Gitti presso la chiesa di San Francesco della Vigna, che la Repubblica aveva donato a Pio IV.
A partire dal 1500 si ha una successione di diplomatici quasi continua presso la Serenissima. Il primo fu il vescovo di Tivoli, con il titolo di nunzio e Legato ''a latere'', che fu inviato da Alessandro VI e in seguito vi ritornò sotto papa Giulio II. Da quel momento si hanno a Venezia una presenza di diplomatici della Santa Sede quasi continua. Sino al 1533 essi sono indicati semplicemente come legati a latere mentre da quella data sono veri e propri nunzi permanenti, come indicato dalla serie dei diplomatici nell'Annuario pontificio (Ch).
Nunzi apostolici
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