Agostino Cusani (1655-1730)
Agostino Cusani Cardinale | |
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Età alla morte | 75 anni |
Nascita | Milano 20 ottobre 1655 |
Morte | Milano 27 dicembre 1730 |
Sepoltura | mausoleo di famiglia presso la Chiesa dei monaci di Santa Prassede a Milano |
Appartenenza | Arcidiocesi di Milano |
Ordinazione presbiterale | 2 agosto 1682 |
Nominato arcivescovo | 2 aprile 1696 da papa Innocenzo XII |
Consacrazione vescovile | Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso (Roma), 23 aprile 1696 dal card. arc. Ferdinando d'Adda |
Creato Cardinale |
18 maggio 1712 da Clemente XI (vedi) |
Cardinale per | 18 anni, 7 mesi e 9 giorni |
Incarichi ricoperti | |
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Agostino Cusani (Milano, 20 ottobre 1655; † Milano, 27 dicembre 1730) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Agostino nacque a Milano, membro della nobile famiglia dei marchesi di Somma. Era figlio terzogenito di Ottavio Cusani e di sua moglie, Margherita Biglia. Un suo antenato omonimo fu anch'egli cardinale sul finire del 1500.
Formazione e attività
Studiò all'Università di Pavia dove conseguì il dottorato in utroque iure. Venne ordinato sacerdote nel 1682. Dal 1685 entrò nella prelatura romana come protonotario apostolico partecipante. Divenuto commissario per la Salute durante il pontificato di Innocenzo XI, una delle sue preoccupazioni principali fu quella di evitare che la peste, presente nel Regno di Napoli, penetrasse a Roma. Divenne relatore presso la Sacra Consulta e il Buon Governo durante il pontificato di Alessandro VIII. Dal 5 gennaio 1694 divenne presidente della Camera Apostolica nonché chierico della medesima dal 20 settembre 1695.
Ministero episcopale
Eletto arcivescovo titolare di Amasea nel 1696, venne consacrato il 23 aprile di quello stesso anno nella chiesa di San Carlo al Corso a Roma per mano del cardinale Ferdinando d'Adda, assistito dall'allora vescovo di Terni, Sperello Sperelli e dal vescovo di Gerace Domenico Diez de Aux (Ch). Il 5 maggio venne nominato assistente al Soglio Pontificio.
Fu quindi nunzio a Venezia, carica che ricoprì sino al 1706. Alcuni incidenti diplomatici, riconducibili anche all'inesperienza del prelato, contribuirono ad acuire la tensione fra la Serenissima e la Santa Sede. Nell'estate 1701, dopo l'occupazione di Ferrara da parte delle truppe imperiali, la posizione del nunzio dinanzi al Senato era già compromessa. Nei primi mesi del 1701 l'ambasciatore francese cardinal César d'Estrées giunse a Venezia con istruzioni segrete di Luigi XIV per assicurare la protezione francese alla Repubblica e per tentare di formare una lega di principi italiani contro l'Impero. Il Cusani non aveva ricevuto istruzioni in proposito, ma era stato solo invitato a riferire i progetti francesi al cardinale segretario di Stato di Clemente XI Fabrizio Paolucci. Le trattative con il cardinale d'Estrées fallirono e sfumò il progetto di una lega antimperiale fra gli Stati italiani, sebbene nel giugno 1701 non fossero mancate le pressioni sul Cusani da parte del segretario di stato Paolucci, soprattutto dopo che le truppe imperiali erano entrate nei territori pontifici.
Nunziatura in Francia
Rimase a Venezia fino al 1706 quando Clemente XI lo destinò nunzio apostolico in Francia, carica che tenne sino al 1712. La questione del riconoscimento e del rispetto dell'immunità ecclesiastica, sia per le persone sia per i patrimoni, era stata solo parzialmente affrontata e risolta: essa infatti venne a costituire, fra il 1708 ed il 1709, un ulteriore motivo di frizione fra la Francia e il papato, nel contesto dell'equilibrio europeo già logorato dalla guerra di successione spagnola, a queste frizioni si aggiunsero le solite problematiche critiche della Chiesa di Francia del tempo, cioè il giansenismo e il gallicanesimo.
Con la nomina del Cusani, giudicato "ardente e bellicoso",[1] il papa sperava di imprimere la necessaria risolutezza alla politica nei confronti del gallicanesimo dell'Assemblea dei vescovi francesi e di Luigi XIV per poter affrontare in maniera più decisa l'eresia giansenista, dopo che nel 1705 era stata pubblicata la bolla Vineam Domini. Dopo che l'assemblea dei vescovi francesi ebbe pronunziato, in via cautelativa, le tre massime per il rispetto delle libertà gallicane, Clemente XI inviò in Francia due brevi, uno indirizzato al re e uno all'arcivescovo di Parigi.
Il nunzio, per paura di una interruzione delle relazioni tra Santa Sede e la Francia, non recapitò immediatamente le lettere pontificie. D'intesa coll'arcivescovo di Parigi il Cusani ribadì le pene già comminate nella bolla contro Port-Royal des Champs, continuando a fare pressione finché, nel novembre 1707, si arrivò all'interdetto contro l'abbazia e alla dispersione delle monache.
Questo successo sul pericoloso centro giansenista sembrò restituire fiducia e autorità al Cusani ma nel 1709, dopo la conclusione dell'accordo fra il papa e l'imperatore, il nunzio dovette difendere a Versailles la critica posizione pontificia: con il riconoscimento di Carlo d'Asburgo come re di Spagna da parte di Clemente XI egli temeva nuovamente di essere espulso da Parigi in seguito ad una inevitabile rottura fra il papa e la Francia. I ministri francesi chiedevano infatti, nel tentativo di salvare i rapporti fra i due Stati, che Clemente XI affermasse di esser stato costretto a riconoscere Carlo d'Asburgo contro la sua stessa volontà.
L'incertezza avuta dal Cusani in tutta la complessa vicenda diplomatica e l'ostilità che gli mostrava apertamente il cardinale Louis-Antoine de Noailles per la questione giansenista, indussero il papa a inviare a Versailles mons. Alamanno Salviati come nunzio straordinario incaricato fra l'altro di sostituire, anche nelle trattative con il Noailles, il Cusani, che "aveva apertamente mostrato a tutti la sua incapacità e la sua leggerezza".[2]
Ministero episcopale
Cusani nel 1711 fu nominato vescovo di Pavia con titolo personale di arcivescovo, e aveva incaricato il fratello Ottavio, abate del monastero benedettino di san Simpliciano a Milano, di prendere temporaneo possesso della diocesi. Si congedò personalmente il 24 novembre di quell'anno rimanendo però ancora a Parigi, dove continuò ad essere assillato dalla questione giansenista, sulla quale tentò anche una mediazione attraverso Fénelon, considerato come l'ultima speranza per il trionfo dell'ortodossia cattolica in Francia.
Il 3 febbraio 1712, dopo un viaggio avventuroso durante il quale fu assalito da predoni, prese possesso della nuova sede vescovile. Durante i tredici anni di governo della diocesi pavese si trovò spesso in contrasto con i rappresentanti del governo austriaco i quali avevano già iniziato una politica apertamente volta a ridurre le immunità ed i privilegi ecclesiastici.
Cardinalato
Papa Clemente XI lo volle cardinale, come avveniva per tutti i prelati che terminavano la nunziatura a Parigi, nel concistoro del 18 maggio 1712. Il 30 gennaio dell'anno successivo ricevette la berretta rossa con il titolo presbiterale di santa Maria del Popolo. Fu legato pontificio a Bologna dal 16 aprile 1714, prese parte al conclave del 1721 che vide l'elezione di papa Innocenzo XIII e nuovamente a quello del 1724 che elesse papa Benedetto XIII. Si dimise dal governo pastorale della diocesi di Pavia nel 1724 e decise di ritirarsi nella casa paterna a Milano ove iniziò dei lavori di ristrutturazione del complesso affidandoli a Giovanni Ruggeri e al Piermarini.
L'ultimo suo atto pubblico fu la sua partecipazione al conclave del 1730 che elesse Clemente XII. Morì il 27 dicembre 1730 presso Palazzo Cusani a Milano. La sua salma venne esposta alla pubblica venerazione e poi sepolta nella chiesa dei monaci di Santa Prassede a Milano, nel mausoleo della sua famiglia.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Arcivescovo Dominic Maguire (Ch), O.P.
- Cardinale Ferdinando d'Adda
- Cardinale Agostino Cusani
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Amasea | Successore: | |
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Ferdinando d'Adda | 2 aprile 1696 - 14 ottobre 1711 | Fabrizio Aurelio de Agostini |
Predecessore: | Nunzio apostolico per la Repubblica di Venezia | Successore: | |
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Giuseppe Archinto | 26 aprile 1696 - 22 maggio 1706 | Giovanni Battista Anguisciola |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Francia | Successore: | |
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Filippo Antonio Gualterio | 22 maggio 1706 - 18 maggio 1712 | Cornelio Bentivoglio |
Predecessore: | Vescovo di Pavia (titolo personale di arcivescovo) |
Successore: | |
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Jacopo Antonio Morigia, B. | 14 ottobre 1711 - 12 luglio 1724 | Francesco Pertusati, O.S.B.Oliv. |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo | Successore: | |
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Andrea Santacroce | 30 gennaio 1713 - 27 dicembre 1730 | Camillo Cybo |
Predecessore: | Legato apostolico di Bologna | Successore: | |
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Lorenzo Casoni | 16 aprile 1714 - 28 giugno 1717 | Curzio Origo |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Amasea
- Nunzi apostolici per la Repubblica di Venezia
- Nunzi apostolici per la Francia
- Vescovi di Pavia
- Cardinali presbiteri di Santa Maria del Popolo
- Presbiteri ordinati nel 1682
- Presbiteri italiani del XVII secolo
- Italiani del XVII secolo
- Presbiteri del XVII secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1696
- Vescovi italiani del XVII secolo
- Vescovi del XVII secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Ferdinando d'Adda
- Italiani
- Arcivescovi per nome
- Concistoro 18 maggio 1712
- Cardinali italiani del XVIII secolo
- Italiani del XVIII secolo
- Cardinali del XVIII secolo
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- Cardinali creati da Clemente XI
- Biografie
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- Arcidiocesi di Milano