Tamás Bakócz

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Tamás Bakócz
Cardinale
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battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 79 anni
Nascita Erdőd
1442
Morte Esztergom
11 giugno 1521
Sepoltura Cattedrale metropolitana di Strigonio
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
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Nominato vescovo 27 aprile 1487 da papa Innocenzo VIII
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Creazione
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Creato
Cardinale in segreto
28 settembre 1500 da Alessandro VI (vedi)
Pubblicato
Cardinale
2 ottobre 1500 da Alessandro VI (vedi)
Deposto dal cardinalato [[{{{aPd}}}]] da [[{{{pPd}}}]]


Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 20 anni, 8 mesi e 9 giorni
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° vescovo di Roma
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al pontificato
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Cardinali creazioni
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Invito all'ascolto
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Tamás Bakócz (Erdőd, 1442; † Esztergom, 11 giugno 1521) è stato un cardinale e arcivescovo ungherese.

Cenni biografici

Nacque nel 1442 a Erdőd, diocesi di Veszprém. Di umili origini il padre era un carrettiere e fu adottato da un parente, Bálint Bákocz, che era un sacerdote e che lo preparò alla vita consacrata. Fu detto il cardinale di Strigonia.

Formazione e ministero sacerdotale

Compì studi iniziali a Szatmár-Németi; in seguito, a Cracovia dove ottenne il baccellierato nel 1464, poi a Ferrara e Padova dove si addottorò nel 1470.

Fu chierico a Eger, segretario del vescovo Gabriele Rangone, O.F.M., futuro cardinale, nel 1475; aveva seguito il vescovo nell'assalto di Breslavia nel 1474, dove aveva incontrato il re Mattia Corvino d'Ungheria. Nominato dal re notaio della cancelleria reale e in seguito, segretario reale e prevosto di Tétel nel 1480; succedendo a suo zio in quell'incarico.

Episcopato

Nel 1487 fu eletto vescovo di Györ. Svolse un ruolo importante nell'elezione di re Ladislao II[1] nel 1490, che lo volle suo cancelliere. In quanto tale, ebbe molta influenza nel suo paese; occupò il posto fino alla sua morte.

Dal 1490 al 1492 fu abate commendatario della più prestigiosa abbazia del paese san Martino in monte Pannone. Trasferito, per un breve periodo, alla sede di Eger, nel 1497, ottenne la sede dal re d'Ungheria sin dal 1491; il papa aveva nominato Ascanio Maria Sforza per la stessa sede; ci fu una disputa che fu risolta solo sei anni dopo. Fu elevato alla sede metropolitana e primaziale di Esztergom nello stesso anno.

Cardinalato

Fu creato cardinale presbitero nel concistoro del 28 settembre 1500, pubblicato il 2 ottobre 1500 in sua assenza; ricevette il titolo dei santi Silvestro e Martino il 5 ottobre seguente.

Nel maggio 1501 riuscì a fare alleare l'Ungheria con il papa, Venezia e la Spagna per la guerra contro i Turchi. Non partecipò al primo conclave del 1503, che elesse papa Pio III e nemmeno al secondo conclave di quell'anno, che elesse papa Giulio II.

Nel 1507 fu elevato patriarca latino titolare di Costantinopoli. Nel maggio del 1509 Venezia gli chiese di convocare un concilio contro il papa, ma egli si rifiutò. Nel 1511 fece in modo che l'Ungheria rimanesse neutrale nella lotta tra Venezia e la Lega di Cambrai. Nel 1510, diversi cardinali si ribellarono a papa Giulio II. Entrambe le parti cercarono di portarlo nel proprio campo. Il primate di Polonia mantenne un'attitudine di attesa; quando l'anno successivo, il papa depose e scomunicò quei cardinali e condannò il Concilio scismatico di Pisa e annunciò che avrebbe tenuto il Concilio Lateranense nel 1512, il cardinal Bakócz si schierò con il papa. Divenuto cardinale protoprete nel novembre 1511, fu chiamato da papa Giulio II a partecipare ai lavori conciliari. Giunse a Roma all'inizio del 1512 ma non partecipò al concistoro del 30 gennaio 1512. Il 17 maggio celebrò la messa pontificale nella seconda sessione del Concilio Lateranense V.

Il 5 novembre 1512 accolse Matthäus Lang von Wellenburg, rappresentante dell'imperatore Massimiliano I e lo accompagnò fino alla Porta del Popolo. Il 4 marzo 1513 celebrò la messa dello Spirito Santo nella cappella di sant'Andrea, perché la basilica patriarcale vaticana era in fase di ricostruzione. Fu membro del comitato conciliare per la riforma della Chiesa e della curia romana. Partecipò al conclave del 1513, che elesse papa Leone X, il 12 maggio seguente il nuovo papa gli conferì in commendam i canonicati e le chiese parrocchiali di Sankt Cunibert e Sankt Severin a Colonia; e la parrocchia di Erkelenz nella diocesi di Liegi.

Fu inviato dal papa come legato ''a latere'' in Ungheria, Boemia e Polonia per promuovere la crociata contro i Turchi, e nominato visitatore apostolico in tutti i monasteri di religiosi e religiose. Il 20 settembre ricevette dal papa un'istruzione speciale per ristabilire l'unità del clero boemo; lasciò Roma per l'Ungheria il 9 novembre.

I suoi sforzi per la promozione della crociata non ebbero successo; i nobili si opposero al progetto che si concluse con una lotta tra loro e i crociati, in cui la nobiltà fu vittoriosa. Il 19 giugno 1518 il papa prorogò la sua legazione per un altro anno. Placò una rivolta contro il re Luigi II[2], che era succeduto a suo padre, il re Ladislao II nel 1516.

Dopo la morte del re, l'influenza del cardinale diminuì considerevolmente ed egli trascorse i suoi ultimi anni quasi in completo ritiro. Fece costruire agli architetti italiani la cappella del Corpus Domini a Esztergom, trasportata pietra su pietra nella nuova cattedrale consacrata nel 1856; l'altare della cappella fu scolpito in marmo rosso da Andrea Ferrucci, scultore di Fiesole nel 1519.

Morte

Morì l'11 giugno 1521 a Esztergom. Sepolto nella cappella di Bakócz nella cattedrale primaziale e metropolitana di Esztergom.

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Győr Successore: BishopCoA PioM.svg
Orbán Dóczy von Nagylúcse[3] 20 aprile 1487 - 9 giugno 1497 Ferenc Szatmári[4] I
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Orbán Dóczy von Nagylúcse[3] {{{data}}} Ferenc Szatmári[4]
Predecessore: Abate commendatario di Pannonhalma Successore: Prepozyt.png
Mátyás Király 1º gennaio 1490 - 1º gennaio 1492 László Király I
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Mátyás Király {{{data}}} László Király
Predecessore: Vescovo di Eger Successore: BishopCoA PioM.svg
Ascanio Maria Sforza Visconti
(amministratore apostolico)
9 giugno - 20 dicembre 1497 Ippolito I d'Este
(amministratore apostolico)
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Ascanio Maria Sforza Visconti
(amministratore apostolico)
{{{data}}} Ippolito I d'Este
(amministratore apostolico)
Predecessore: Arcivescovo metropolita di Esztergom Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Ippolito I d'Este 20 dicembre 1497 - 11 giugno 1521 György Szatmári[5] I
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Ippolito I d'Este {{{data}}} György Szatmári[5]
Predecessore: Primate d'Ungheria Successore: PrimateNonCardinal PioM.svg
Ippolito I d'Este 20 dicembre 1497 - 11 giugno 1521 György Szatmári I
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con
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Ippolito I d'Este {{{data}}} György Szatmári
Predecessore: Cardinale presbitero di San Martino ai Monti Successore: CardinalCoA PioM.svg
André d'Espinay 5 ottobre 1500 - 11 giugno 1521 Luigi di Borbone-Vendôme I
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André d'Espinay {{{data}}} Luigi di Borbone-Vendôme
Predecessore: Patriarca titolare di Costantinopoli Successore: PatriarchNonCardinal PioM.svg
Marco Corner 30 ottobre 1507 - 11 giugno 1521 Marco Corner I
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Marco Corner {{{data}}} Marco Corner
Predecessore: Cardinale protopresbitero Successore: CardinalCoA PioM.svg
Francesco Borgia 4 novembre 1511 - 11 giugno 1521 François Guillaume de Castelnau-Clermont-Ludève I
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Francesco Borgia {{{data}}} François Guillaume de Castelnau-Clermont-Ludève
Predecessore: Amministratore apostolico di Segna Successore: BishopCoA PioM.svg
Giacomo Biagioli[6] 23 settembre 1513 - 7 gennaio 1521 Franciscus Zsiykovich[7], O.F.M. I
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Giacomo Biagioli[6] {{{data}}} Franciscus Zsiykovich[7], O.F.M.
Note
  1. (EN) Ladislao II di Boemia su it.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
  2. (EN) Luigi II d'Ungheria e Boemia su it.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
  3. (EN) Bishop Orbán Dóczy von Nagylúcse † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  4. (EN) Bishop Ferenc Szatmári † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  5. (EN) Archbishop György Szatmári † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  6. (EN) Bishop Giacomo Biagioli † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  7. (EN) Bishop Franjo Živković, O.F.M. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
Bibliografia