Ippolito I d'Este




Ippolito I d'Este (Ferrara, 20 marzo 1479; † Ferrara, 3 settembre 1520) è stato un cardinale italiano. Fu un famoso mecenate e protettore di Ludovico Ariosto, il quale gli dedicò il suo poema Orlando furioso (1516).
Biografia
Nascita e formazione
Ippolito d'Este nacque a Ferrara il 20 marzo (o novembre) 1479. Quinto dei nove figli di Ercole I d'Este[1], duca di Ferrara, Modena e Reggio, e della principessa Eleonora d'Aragona[2]. Noto con lo pseudonimo di Cardinale d'Este o Cardinale di Ferrara. Ebbe parenti illustri come il nipote Ippolito II d'Este il pronipote Luigi d'Este. Altri cardinali della famiglia furono Alessandro d'Este (1599); Rinaldo d'Este e Rinaldo I d'Este. Subito avviato alla carriera ecclesiastica sfruttando le parentele e le conoscenze di famiglia, nel 1485, a sei anni di età, fu già affidatario di un'abbazia. Studiò alla corte ungherese per sette anni e ritornò in patria dopo essere stato nominato amministratore di Strigonio.
Primi anni di vita
All'età di tre anni gli venne conferita in commendam l'abbazia di Casalnuovo. Il 12 dicembre 1485, ricevuta la prima tonsura con il titolo onorifico di Protonotario apostolico, venne nominato abate commendatario dell'Abbazia di Santa Maria di Pomposa dalla quale si dimise il 2 maggio 1492.
Per intervento della zia Beatrice d'Aragona[3], moglie di Mattia Corvino[4], re d'Ungheria, fu nominato arcivescovo di Strigonio a soli nove anni e quindi Primate d'Ugheria. Papa Innocenzo VIII inizialmente si oppose a tale prematura nomina, ma l'alleanza fra Ferrara, Napoli e l'Ungheria lo costrinse a cedere e il 21 maggio 1487 acconsentì con la condizione che la consacrazione episcopale non avrebbe avuto luogo se non al raggiungimento dell'età canonica. Gli affiancò, tuttavia, nell'amministrazione, il chierico di Ferrara e dottore in decreti Beltramo Costabile.
Non si hanno informazioni utili sulla sua ordinazione presbiterale e sulla consacrazione vescovile.
Amministratore apostolico
Partì per l'Ungheria lasciando Ferrara il 18 giugno 1487 per prendere possesso della sede di Srigonio; venne accolto dall'ambasciatore ferrarese a Buda[5], Cesare Valentino e dalla corte del nuovo arcivescovo composta da circa duecentocinquanta persone, fra italiani e ungheresi. Raggiunta poi l'età canonica divenne unico amministratore della sede di Strigonio fino al 20 dicembre 1497 e ne divenne anche arcivescovo[6].
Cardinalato
Indebolito dalla scomparsa del re Mattia Corvino, suo protettore, e dallo sfortunato matrimonio di sua zia con Ladislao Jagellone[7] re di Boemia, successore del Corvino, il duca Ercole decise di richiamare il figlio a Ferrara per favorirne la carriera ecclesiastica. Il 2 maggio 1492 ricevette in nullius l'abbazia benedettina di San Genesio di Brescello.
Su istanza del padre duca di Ferrara e con l'appoggio di Ludovico il Moro[8][9] e il cardinale Ascanio Sforza, venne proposto alla nomina di cardinale.
In cambio del consenso papale sia Milano, sia Ferrara promisero il loro appoggio per la Lega di Venezia e Ippolito fu creato cardinale in absentia nel concistoro del 20 settembre 1493. Il 23 settembre 1493 ricevette la diaconia di Santa Lucia in Silice.
Raggiunse Ferrara l'11 agosto 1494 e restò per un po' di tempo con il padre, successivamente visitò a Milano il cognato Ludovico il Moro[8]. Dopodiché il 13 febbraio 1495 tornò in Ungheria. Il 28 settembre 1497 scrisse al Papa indicando che si sarebbe recato a Roma, dove era stato convocato. Alla morte del vescovo eletto di Milano Ottaviano Arcimboldi a ottobre 1497, Alessandro VI, l'8 novembre 1497, lo nominò Amministratore della sede di Milano.
Dopo un lungo ritardo, l'11 dicembre 1497, giunse finalmente a Roma con al seguito duecentocinquanta parenti, gli Aragona, gli Sforza e i d'Este, fra i quali il fratellastro don Giulio d'Este[10] e i cardinali Ascanio Sforza e Federico Sanseverino. L'8 gennaio 1498 ricevette la berretta rossa e la bolla di nomina all'arcidiocesi di Milano.
Dal 20 dicembre 1497 amministrò fino alla morte la sede di Eger che non prevedeva l'obbligo di residenza.
Tornò a Ferrara e in seguito si insediò alla sede di Milano il 6 marzo 1498 dove mantenne l'incarico di Amministratore fino al 20 maggio 1519 lasciandolo in favore del nipote Ippolito II d'Este. la sua reputazione di mondanità, non erano ben viste dai Milanesi e per rinforzare la sua posizione venne anche nominato governatore della città in assenza del duca Ludovico[8], ma il peso degli incarichi amministrativi e ufficiali influì negativamente sulla sua salute, spingendolo a ritirarsi prima nel Castello visconteo di Cusago[11], poi nella Cascina monastero di Baggio[12]. Si ristabilì rapidamente e a maggio del 1498 ritornò agli incarichi amministrativi e pastorali.
Il 9 dicembre 1501 partì da Ferrara con un corteo di cinquecento persone per accompagnare a Roma Lucrezia Borgia[13], figlia di papa Alessandro VI, promessa sposa del fratello Alfonso I d'Este[14]. Giunsero il 23 dicembre a Santa Maria del Popolo con sfarzoso ricevimento. Le nozze ebbero luogo nella Basilica di San Pietro il 30 dicembre 1501. Questo evento incrementò notevolmente la sua influenza per la quale ricevette dalla famiglia Orsini[15] la legazione di Bologna e portandolo, a settembre 1501, all'incarico di Arciprete della patriarcale basilica vaticana.
Tornò a Ferrara dopo aver partecipato al concistoro del 15 febbraio 1503. Il 20 luglio 1502 divenne Amministratore cemmendatario della sede di Capua per la quale ricoprì l'incarico fino alla morte. Non partecipò al Conclave del settembre 1503 che elesse papa Pio III a causa di un infortunio. Partecipò, invece, al Conclave dell'ottobre 1503 che elesse papa Giulio II.
L'8 ottobre 1503 divenne Amministratore della sede di Ferrara e ne ricoprì l'incarico fino alla morte. Nel 1507 ottenne l'Amministrazione della sede di Modena e la commenda di Nonantola dopo la morte del cardinale Giuliano Cesarini[16] (febbraio 1510). Occupò la prima fino alla morte, mentre la seconda carica fu invalidata dal papa in favore di Giovanni Matteo Sertorio.
I suoi rapporti con Giulio II si deteriorarono perché il papa era contrario alla politica francofila degli Estensi; quindi lasciò la Curia romana nel 1507. Il papa, tuttavia, il 24 gennaio 1508, lo ringraziò per il ruolo che ebbe nella repressione della congiura dei Bentivoglio. Durante la guerra di Venezia e del papa contro la casa d'Este, si comportò con grande destrezza al fianco del fratello duca Alfonso I d'Este[14] e il 22 dicembre 1509 partecipò alla vittoriosa Battaglia di Polesella[17]. Il 17 luglio 1510 Giulio II ordinò a tutti i cardinali di rientrare a Roma e la prolungata assenza di Ippolito costrinse il papa a emanare una bolla datata 27 luglio con l'ordine di tornare. Ippolito finse, durante il viaggio, di essere stato colpito da una grave malattia per evitare l'incontro e le reazioni del papa. Quindi si recò nella sua sede in Ungheria con il pretesto di essere stato richiamato dal re.
Fu uno dei cardinali che firmarono il 16 maggio 1511 un documento che citava il papa a comparire dinanzi al concilio scismatico di Pisa, da aprirsi il 1º settembre successivo. Suo fratello il duca gli consigliò di non partecipare al concilio, quindi prese le distanze dagli altri cardinali scismatici in ottobre e il papa gli permise di ritornare a Ferrara.
Non partecipò al conclave del 1513, che elesse papa Leone X, ma godendo della su fiducia, si recò a Roma. Il nuovo papa accolse con piacere la riconciliazione tra i Bentivoglio e gli Estensi. Il 22 aprile 1514 il cardinale e tutti i suoi parenti furono perdonati di tutte le censure in cui erano incorsi per aver preso parte alle guerre d'Italia. Il papa lo inviò da Francesco I di Francia con il quale entrò a Bologna l'11 dicembre 1515.
Andò Cracovia per assistere alle nozze della cugina Bona Sforza[18] con il re Sigismondo I Jagellone[19].
Il 29 gennaio 1518 ricevette dal papa il benestare di ricevere dal fratello, duca di Ferrara, i beni ecclesiastici per lui e per i suoi eredi e successori. Raggiunta l'anzianità a giugno 1519 divenne Cardinale protodiacono.
Qualche mese più tardi partecipò alla Dieta di Bacs dopo di cui andò a Belgrado per controllare i lavori di ricostruzione e l'erezione di nuove fortificazioni contro i Turchi. Tornò a Ferrara nella primavera del 1520 attraverso l'Ungheria e la Francia.
Fu molto generoso con i poveri, amico di letterati e artisti, e protettore di Ludovico Ariosto, "l'Omero italiano". Ippolito ebbe due figli illegittimi dall'amante Dalida de' Putie da lui riconosciuti: Ludovico d'Este ed Elisabetta d'Este.
Morte
Morì a Ferrara il 3 settembre 1520 e sepolto nella cattedrale. Il cardinale lasciò erede del suo patrimonio suo fratello Alfonso e lasciò anche disposizioni per lavori da compiersi nella Cattedrale di Milano.
Nel 1607, le sue spoglie furono traslate all'interno della stessa cattedrale, ai piedi del sepolcro di papa Urbano III, insieme a quelle del cardinale Giovanni Salvati[20], e deposte in un'urna di marmo.
Ascendenza
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | |
Ippolito d'Este | Ercole I d'Este | Niccolò III d'Este | Alberto V d'Este | Obizzo III d'Este |
Lippa Ariosti | ||||
Isotta Albaresani | Alberto Albaresani | |||
... | ||||
Ricciarda di Saluzzo | Tommaso III di Saluzzo | Federico II di Saluzzo | ||
Beatrice di Ginevra | ||||
Margherita di Roucy | Ugo II di Pierrepont | |||
Bianca di Coucy | ||||
Eleonora d'Aragona | Ferdinando I di Napoli | Alfonso V d'Aragona | Ferdinando I d'Aragona | |
Eleonora d'Alburquerque | ||||
Gueraldona Carlino | Enrico Carlino | |||
... | ||||
Isabella di Chiaromonte | Tristano di Chiaromonte | Deodato II di Clermont-Lodève | ||
Isabella di Roquefeuil | ||||
Caterina di Taranto | Raimondo Orsini del Balzo | |||
Maria d'Enghien |
Successione degli incarichi
Predecessore: | Abate commendatario di Pomposa | Successore: | ![]() |
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? | 12 dicembre 1485-2 maggio 1492 | ? |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Strigonio | Successore: | ![]() |
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Giovanni d'Aragona (amministratore apostolico) |
21 maggio 1487-20 dicembre 1497 | Tamás Bakócz |
Predecessore: | Abate nullius di San Genesio di Brescello | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
? | 2 maggio 1492-3 settembre 1520 | ? |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Lucia in Silice | Successore: | ![]() |
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Hélie de Bourdeilles, O.F.M.Conv. | 23 settembre 1493-3 settembre 1520 | Giacomo Savelli |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Milano | Successore: | ![]() |
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Ottaviano Arcimboldi (arcivescovo eletto) |
8 novembre 1497-20 maggio 1520 | Ippolito II d'Este |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Eger | Successore: | ![]() |
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Tamás Bakócz (vescovo) |
20 dicembre 1497-3 settembre 1520 | Giulio de' Medici (vescovo) |
Predecessore: | Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano | Successore: | ![]() |
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Juan López | 1º settembre 1501-3 settembre 1520 | Marco Corner |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Capua | Successore: | ![]() |
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Giovanni Battista Ferrari (arcivescovo metropolita) |
20 luglio 1502-3 settembre 1520 | Niccolò Schomberg, O.P. (arcivescovo metropolita) |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Ferrara | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
Juan Borgia (vescovo) |
8 ottobre 1503-3 settembre 1520 | Giovanni Salviati |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Modena | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
Francesco Ferrari (vescovo) |
1507-3 settembre 1520 | Ercole Rangoni (vescovo) |
Predecessore: | Cardinale protodiacono | Successore: | ![]() |
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Alessandro Farnese | 15 giugno 1519-3 settembre 1520 | Amanieu d'Albret |
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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