Francesco Guidobono Cavalchini

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Francesco Guidobono Cavalchini
Cardinale
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battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 73 anni
Nascita Tortona
4 dicembre 1755
Morte Roma
5 dicembre 1828
Sepoltura Chiesa di Santa Maria in Aquiro (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale in data sconosciuta
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Creazione
a Cardinale
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Creato
Cardinale in pectore
24 agosto 1807 da Pio VII (vedi)
Pubblicato
Cardinale
6 aprile 1818 da Pio VII (vedi)
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Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 10 anni, 7 mesi e 29 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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11 anni, 8 mesi e 8 giorni
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Francesco Guidobono Cavalchini (Tortona, 4 dicembre 1755; † Roma, 5 dicembre 1828) è stato un cardinale italiano.

Cenni biografici

Nacque a Tortona da Pier Alberto, gentiluomo di Camera di Carlo Emanuele III re di Sardegna e da Antonia Maria nata della Valle Agnelli Maffei, di famiglia patrizia di Casale Monferrato. Era pronipote del cardinal Carlo Alberto Guidobono Cavalchini.

Attività prelatizia

La famiglia lo indirizzò alla carriera curiale inviandolo a Roma sotto la protezione del cardinale prozio. Studiò dapprima nel Collegio Clementino, tenuto dai padri somaschi, dove ebbe tra i suoi professore Giuseppe Bettoni, filogiansenista e antigesuita. In seguito intorno al 1775 entrò nella Pontificia Accademia Ecclesiastica, dove venivano preparati quanti intendevano dedicarsi al servizio della Curia pontificia. Nel 1779 venne creato dal papa cameriere segreto soprannumerario e l'anno successivo prelato domestico.

Nel 1784 divenne ponente della Sacra Congregazione della Consulta e prelato assessore del governo. Nel 1787 fu primo assessore criminale del tribunale del governatore. Nel 1794 fu chierico della Camera Apostolica e prelato della Congregazione dell'immunità ecclesiastica.

Occupata Roma dalle truppe francesi del generale Berthier e creata la Repubblica romana, il prelato dovette rientrare in famiglia a Tortona e ivi rimase sino alla restaurazione. Tornato a Roma nel 1800 il 9 luglio entrò a far parte della Congregazione per il ristabilimento del precedente sistema di governo. Dal 30 ottobre di quell'anno e sino al 1817 resse il governo della Città Eterna che esercitò con energica fermezza[1] in un periodo politicamente molto delicato in cui era impresa ardua mantenere l'ordine pubblico, raccogliendo anche aspre critiche.

Cardinalato

Apprezzato per il suo operato dal pontefice, fu creato cardinale in pectore nel concistoro del 24 agosto 1807.

L'anno seguente, occupata nuovamente Roma dai Francesi, il governatore di Roma fu arrestato per ordine del generale Miollis, detenuto per tre mesi nel forte di Fenestrelle e deportato nella Francia meridionale, ove rimase fino al 1814 quando, liberato e rientrato a Roma, venne riconfermato nella carica di governatore della città ed ebbe quella di vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa.

Nel concistoro segreto del 6 aprile 1818 Pio VII finalmente pubblicò la sua promozione alla porpora, attribuendogli il 25 maggio il titolo di cardinale diacono di Santa Maria in Aquiro e fu annoverato tra i membri delle congregazioni: del Concilio, dell'Immunità, della Consulta e del Buon Governo. Tra il 1822 e il 1823 il Guidobono esercitò la carica di camerlengo del Sacro Collegio e negli ultimi mesi del pontificato di Pio VII ricoprì anche le funzioni di pro-prefetto della Congregazione del Buon Governo.

Nel conclave che vide eletto papa Leone XII fu uno degli uomini di punta del partito degli zelanti che mirava all'elezione del cardinale Antonio Gabriele Severoli. Su Cavalchini, nei primi scrutini, si concentrarono alcuni voti d'assaggio e dopo l'esclusiva esercitata dall'Austria nei confronti del vescovo di Viterbo, la sua candidatura sembrò prendere quota per le pressioni dei più estremisti fra gli zelanti, come il cardinale Antonio Pallotta, che riferendosi agli Austriaci affermava:

« Giacché non hanno voluto la lima abbiano la raspa. Si faccia Cavalchini Papa e Severoli segretario di Stato. »

Ma fra gli stessi zelanti non si trovò unanimità, i cardinali Emmanuele De Gregorio, Carlo Maria Pedicini, Giovanni Francesco Falzacappa e Carlo Odescalchi non lo votarono cosicché il 28 settembre si giunse all'elezione del cardinale Della Genga.

Leone XII lo ebbe in grande considerazione e gli affidò importanti uffici. Il 23 settembre 1824 fu designato membro della nuova Congregatio studiorum istituita con la costituzione Quod divina sapientia del 28 agosto, ma già il 4 ottobre gli fu attribuita la prefettura del Buon Governo. Partecipò anche a molte congregazioni speciali, come quella deputata a decidere circa il concordato con l'Olanda e quella di Vigilanza, con compiti di sorveglianza e riforma della pubblica amministrazione.

Morte

Morì a Roma il 5 dicembre 1828 e fu sepolto nella chiesa della sua diaconia.

Successione degli incarichi

Predecessore: Governatore di Roma Successore: Emblem Holy See.svg
Giulio Maria della Somaglia 30 ottobre 1800 - 6 aprile 1817 Lorenzo Litta I
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Giulio Maria della Somaglia {{{data}}} Lorenzo Litta
Predecessore: Vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa Successore: Emblem Holy See.svg
Giulio Maria della Somaglia 30 ottobre 1800 - 6 aprile 1817 Lorenzo Litta I
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Giulio Maria della Somaglia {{{data}}} Lorenzo Litta
Predecessore: Cardinale diacono di Santa Maria in Aquiro Successore: CardinalCoA PioM.svg
Fernando Spinelli 25 maggio 1818 - 5 dicembre 1828 Mario Mattei I
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Fernando Spinelli {{{data}}} Mario Mattei
Predecessore: Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore: Emblem Holy See.svg
Giuseppe Albani 19 aprile 1822 - 10 marzo 1823 Giovanni Caccia Piatti I
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Giuseppe Albani {{{data}}} Giovanni Caccia Piatti
Predecessore: Prefetto della Congregazione del Buon Governo Successore: Emblem Holy See.svg
Giuseppe Albani 30 gennaio 1824 - 5 dicembre 1828 Ercole Dandini I
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Giuseppe Albani {{{data}}} Ercole Dandini
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
Voci correlate