Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
Jaime Serra i Cau Cardinale
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Titolo cardinalizio
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Incarichi attuali
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Età alla morte |
90 anni
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Nascita
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Valencia 1427
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Morte
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Roma 15 marzo 1517
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Sepoltura
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mausoleo di Santiago
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Conversione |
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Appartenenza |
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Vestizione |
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Vestizione |
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Ordinazione presbiterale |
in data sconosciuta
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15 aprile 1492 da Innocenzo VIII
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(vedi)
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Creato Cardinale
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28 settembre 1500 da Alessandro VI (vedi)
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Deposto dal cardinalato
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Invito all'ascolto
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Jaime Serra i Cau, o Jaume (Valencia, 1427; † Roma, 15 marzo 1517) è stato un cardinale e vescovo spagnolo.
Cenni biografici
Nacque a Valencia probabilmente fra il 1427 e il 1430. Di origine catalana, il suo primo nome era anche registrato come Jaume.
Primi incarichi
Tra il 1455 e il 1458 ottenne diversi benefici ecclesiastici sotto papa Callisto III. Fu notaio alla corte romana. Tra il 1472 e il 1475 mantenne stretti contatti epistolari con Lianoro Lianori, nunzio e collezionista pontificio in Spagna. Fu Protonotario apostolico, tesoriere apostolico, canonico del capitolo della cattedrale di Valencia. Consigliò il cardinale Rodrigo de Borja, futuro papa Alessandro VI, in merito all'acquisto del ducato di Gandía e al matrimonio di suo figlio Giovanni con María Enríquez, cugina del re Ferdinando II d'Aragona. Fu prelato domestico di papa Alessandro VI.
Episcopato
Non si hanno informazioni sull'ordinazione presbiterale e episcopale. Fu eletto arcivescovo di Oristano nel 1492; dimissionò dal governo della sede a favore del nipote Pedro Serra de Muñoz nel 1510. Dal 1492 fu abate commendatario del monastero di San Bernardo, Valencia.
Trasferito a Roma divenne vicario di Roma dal 1496 fino alla sua promozione al cardinalato. Papa Alessandro VI progettava di affidargli le trattative di pace tra la Lega Santa e la Francia, ma furono rinviate. Il 23 agosto 1500 ricevette in commenda il monastero di san Benedetto di Gualdo nella diocesi di Nocera.
Cardinalato
Papa Alessandro VI lo creò cardinale in pectore nel concistoro del 28 settembre 1500. La nomina fu pubblicata nel concistoro seguente e il 5 ottobre seguente ricevette il titolo presbiterale dei dei Santi Vitale, Valeria, Gervasio e Protasio.
Nel concistoro del 27 novembre 1500 fu nominato legato a Perugia. Ritornò a Roma il 21 aprile 1501, quindi riprese la legazione il 3 dicembre 1502 e occupò l'incarico fino alla morte del papa.
Fu nominato amministratore della sede di Linköping (Svezia) nel 1501. Non risiedette mai nella diocesi e si dimise dal governo nel 1513. Nel 1502 mutò il titolo cardinalizio in quello di san Clemente. Partecipò al primo conclave del 1503 che elesse papa Pio III, come al secondo conclave del 1503 che vide l'elezione di Giulio II.
Nel 1505 divenne abate commendatario del monastero celestino di san Michele di Formicar di Volterra. L'anno seguente fu nominato abate commendatario di Santa Maria de Ripoll, titolo che tenne fino alla morte. Fu nominato amministratore della sede di Elne (Francia) nel 1506 e ricevette l'indulto di ottenere le rendite anche se risiedeva a Roma. Si dimise dal governo della sede nel 1513. Nel 1506 istituì a Roma la confraternita di Montserrat. Dal 1507 al 1511 tenne in commenda il monastero di san Miguel de Cuxà. Fu nominato Cardinale protoprete nel giugno 1509. Fu nominato alla sede suburbicaria di Albano il 20 gennaio 1511.
Fu presente in tutte le prime dieci sessioni del Concilio Lateranense V, tranne l'ottava. Fu nominato amministratore della sede di Burgos nel 1512 e si dimise dalla sede prima del 5 luglio 1514. Partecipò al conclave del 1513, che vide salire al soglio pontificio Leone X. Ricevette numerosi benefici, canonizzazioni e affitti in Italia e in Spagna. Fu amministratore della sede di Calahora (Spagna) dal 1514 e si dimise dal governo della sede nel 1515. Adottò la sede suburbicaria di Palestrina nel 1516. Morì 15 marzo 1517 durante l'ultima sessione del Concilio Lateranense.
Fu sepolto inizialmente nella cappella maggiore della chiesa romana di san Giacomo degli Spagnoli; in seguito le sue spoglie furono trasferite in un mausoleo da lui costruito in una cappella di Santiago.
Successione degli incarichi