San Gabriele dell'Addolorata
San Gabriele dell'Addolorata, C.P. Religioso | |
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al secolo Francesco Possenti | |
Santo | |
San Gabriele dell'Addolorata | |
Età alla morte | 23 anni |
Nascita | Assisi 1º marzo 1838 |
Morte | Isola del Gran Sasso d'Italia 27 febbraio 1862 |
Vestizione | 1856 |
Professione religiosa | 22 settembre 1857 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 1908, da Pio X |
Canonizzazione | 13 maggio 1920, da Benedetto XV |
Ricorrenza | 27 febbraio |
Altre ricorrenze | ultima domenica di agosto |
Santuario principale | Santuario di San Gabriele dell'Addolorata |
Attributi | immagine dell'Addolorata |
Patrono di | Abruzzo, Gioventù Cattolica Italiana |
Collegamenti esterni | |
Sito ufficiale o di riferimento Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 27 febbraio, n. 11:
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San Gabriele dell'Addolorata, al secolo Francesco Possenti (Assisi, 1º marzo 1838; † Isola del Gran Sasso d'Italia, 27 febbraio 1862) è stato un religioso italiano della Congregazione della Passione di Gesù Cristo. Nel 1920 è stato proclamato santo da papa Benedetto XV: la sua memoria liturgica è celebrata il 27 febbraio. È patrono d'Abruzzo e della Gioventù cattolica italiana.
Biografia
Gli anni giovanili
Undicesimo di tredici figli, Francesco nacque ad Assisi, città di cui il padre Sante era governatore (prefetto) e che allora faceva parte dello Stato Pontificio sotto Gregorio XVI prima e Papa Pio IX dopo. Venne battezzato il giorno stesso della sua nascita Cattedrale di San Rufino allo stesso fonte battesimale in cui fu battezzato San Francesco d'Assisi e di cui gli venne imposto il nome.
Francesco conduceva una vita normale per un ragazzo della sua età e della sua epoca. Era noto per la sua personalità affettuosa ed estroversa, il suo amore per il ballo, la caccia e il teatro. Rischiò una volta la vita in un incidente di caccia. Durante una malattia, ancora ragazzino, promise di diventare religioso se fosse guarito. Guarì due volte, ma egli procrastinò questo impegno. Francesco andava bene a scuola, nonostante un'infanzia in cui vide la morte di tre sorelle e soprattutto della madre. Come un normale ragazzo della sua età Francesco attirava l'attenzione delle ragazze di Spoleto, città in cui la sua famiglia si era trasferita da Assisi.
La vocazione religiosa
Durante la processione dell'icona del duomo di Spoleto, il 22 agosto 1856, Francesco sentì una voce interiore (locuzione mariana) che lo invitava a lasciare la vita borghese per farsi religioso passionista. Nonostante le forti difficoltà presentategli dal padre, Sante, Francesco fu in grado di vincere tutti i suoi argomenti e di persuaderlo della natura genuina della sua vocazione religiosa.
Francesco prese i voti nella comunità Passionista, assumendo il nome di Gabriele dell'Addolorata, che rifletteva la sua devozione -radicata in lui fin dall'infanzia, tra l'altro, da una statuetta della Pietà che la madre conservava in casa per la Vergine Addolorata.
Al termine del noviziato pronunciò il voto tipico dei Passionisti: quello di diffondere la devozione a Gesù Crocifisso; in seguito, con il permesso del suo direttore spirituale, padre Norberto Cassinelli, emise anche quello di diffondere la devozione alla Vergine Addolorata. I suoi scritti (epistolario e pagine di spiritualità) riflettono questa sua stretta relazione con il Signore e la Vergine Maria. In particolare, nelle Risoluzioni, riprese da san Leonardo da Porto Maurizio, descrive in dettaglio la via che seguì per raggiungere tale unità con la Passione di Cristo e i dolori di Maria, conseguendo così la perfezione secondo la regola passionista.
Gli ultimi anni
Trascorse sei anni nella congregazione passionista (1856-1862). Verso gli ultimi due anni, quando era già di comunità a Isola del Gran Sasso, venne colpito dalla tubercolosi ossea, ma si sforzò sempre di seguire in tutto la vita regolare comunitaria compatibilmente con la sua situazione di malattia. Fino a due mesi precedenti la morte poté seguire le celebrazioni liturgiche. Frutto delle sue riflessioni e dei doni spirituali da cui veniva arricchito sono gli ultimi scritti epistolari e in particolare il suo Simbolo mariano (una sorta di piccola sintesi teologico-spirituale della sua imitazione mariana, molto originale e specifica del suo sentire interiore). Mantenne fino alla fine la sua abituale serenità di animo, al punto che gli altri confratelli erano desiderosi di passare del tempo al suo capezzale, oltre i normali doveri di assistenza. Gabriele si rassegnò totalmente alla sua morte imminente. Prima che potesse venire ordinato presbitero,per motivi di salute e soprattutto per i torbidi politici (l'Abruzzo era da poco passato dal regno della Due Sicilie al Regno d'Italia), Gabriele morì, all'età di 24 anni, nel ritiro passionista di Isola del Gran Sasso (TE) stringendo al petto un'immagine della Madonna Addolorata.
Canonizzazione
Benedetto XV ha canonizzato Gabriele nel 1920 e Pio XI lo ha dichiarato patrono della gioventù cattolica. Nel 1959, Giovanni XXIII lo ha dichiarato patrono dell'Abruzzo, dove passò gli ultimi tre anni della sua vita. Invocano la sua protezione gli studenti, i seminaristi, i novizi. È particolarmente ricordato e venerato dagli emigrati abruzzesi sparsi in ogni parte del mondo. Ha molti devoti in Canada e in Australia.
Il culto
Ogni anno numerosi pellegrini si recano nel Santuario di San Gabriele ad Isola del Gran Sasso per visitare la sua tomba e il convento dove visse gli ultimi anni, per accostarsi ai sacramenti della penitenza (confessione) e dell'eucaristia. Il culto di san Gabriele è diffuso soprattutto in Abruzzo,in Italia centrale, specialmente fra i giovani cattolici italiani, ed emigranti italiani ne hanno diffuso il culto anche negli USA, in America Centrale e Meridionale in Canada e Australia. Il culto di san Gabriele viene diffuso anche dalla congregazione della Passione di Gesù Cristo a cui appartenne Passionista. Numerose persone hanno riferito di miracoli ottenuti attraverso la sua intercessione e patrocinio. Santa Gemma Galgani sostenne che per intercessione di san Gabriele era guarita da una grave malattia. Con il suo esempio la santa lucchese definì meglio la sua vocazione passionista.
Ogni anno, quando mancano 100 giorni all'inizio dell'esame di stato delle scuole medie superiori, migliaia di studenti dell'Abruzzo e della regioni vicine si recano al santuario per partecipare alla messa e pregare per il buon esito dell'esame.La giornata si conclude in festosa allegria e serenità.
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