Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso (Roma)
Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso | |
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Roma, Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via del Corso, 437 00186 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 68805941; +39 06 68192527 |
Fax | +39 06 68281040 |
Posta elettronica | s.carlo.rm@rosmini.it |
Sito web | |
Proprietà | Arciconfraternita dei SS. Ambrogio e Carlo |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | Basilicale |
Dedicazione | Sant'Ambrogio di Milano San Carlo Borromeo |
Sigla Ordine qualificante | I.C. |
Fondatore | Confraternita dei Lombardi |
Data fondazione | 1513-1520 |
Architetti |
Onorio Longhi (progettista) |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio della costruzione | 1612 |
Completamento | 1684 |
Titolo | Santi Ambrogio e Carlo (titolo cardinalizio) |
Strutture preesistenti | Chiesa di San Nicola de Tufis |
Pianta | croce latina |
Altezza Massima | 70 |
Larghezza Massima | 54 |
Lunghezza Massima | 72 |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso è una chiesa di Roma, situata nel centro storico della città, lungo Via del Corso, nel rione Campo Marzio; questa è la chiesa regionale dei lombardi.
Storia
Origini
Nel 1471 papa Sisto IV (1471-1484) concesse alla Confraternita dei lombardi, come riconoscimento per il prezioso contributo offerto dalle loro maestranze nella costruzione della Cappella Sistina e della Biblioteca Vaticana, l'antica Chiesa di San Nicola de Tufis,[1] sulla Via Lata (oggi Via del Corso).
Tra il 1513 e il 1520, la chiesa, dedicata a sant'Ambrogio di Milano (338-397), venne ampliata e ristrutturata a cura della Confraternita, e decorata con opere di Baldassarre Peruzzi (1481-1536), Perin del Vaga (1501-1547) e Taddeo Zuccari (1529-1566), in seguito scomparse.
Chiesa barocca
La costruzione della nuova chiesa, intitolata ai Santi patroni ambrosiani, decisa nel 1610 - anno della canonizzazione di san Carlo Borromeo - iniziò tra il 1612 e il 1619 grazie a cospicue donazioni, secondo il progetto di Onorio Longhi (1568-1619): la novità del disegno fu la scelta, per il presbiterio, di un ampio deambulatorio, dietro l'altare maggiore, volutamente ispirato all'architettura del Duomo di Milano.
Successivamente, il cantiere procedette a rilento per mancanza di fondi; dopo un breve coinvolgimento di Francesco Borromini, proseguì nel 1657 sotto la direzione di Martino Longhi il Giovane (1602 - 1660), figlio di Onorio, che concepì un progetto - poi non realizzato - per una facciata concava serrata tra due campanili cilindrici scanditi da un affollamento di colonne in travertino.
Nel 1668-1669 si colloca l'intervento di Pietro da Cortona, cui si debbono il completamento della tribuna, il progetto della cupola e dell'abside con l'altare maggiore, e l'apparato decorativo dell'interno.
Tra il 1682 e il 1685, su progetto del cardinale Luigi Alessandro Omodei (1608-1685), venne infine realizzata la facciata a cura di Gian Battista Menicucci († 1690) e del frate cappuccino Mario da Canepina (1629-1694).
Età contemporanea
Dal 1906, la cura della basilica è affidata ai sacerdoti dell'Istituto della Carità, detti anche Rosminiani.
Il 21 dicembre 1929 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[2]
In questa chiesa sono stati ordinati vescovi:
- Angelo Giuseppe Roncalli, il 19 marzo 1925;
- Clemente Riva, il 22 giugno 1975, il quale nel 1966 ne era stato rettore.
La basilica è luogo sussidiario di culto della parrocchia di San Lorenzo in Lucina.
Titolo cardinalizio
La Basilica è sede del titolo cardinalizio di Santi Ambrogio e Carlo, istituito il 7 giugno 1967 da papa Paolo VI: il titolo attualmente (2020) è vacante.
Descrizione
Esterno
Orientamento e adiacenze
La Basilica diverge dall'orientamento di via del Corso perché segue l'impostazione dell'antica chiesa di San Nicolò, che era separata dalla strada da alcune casette, poi abbattute per creare un sagrato davanti al nuovo edificio.
Ai lati della basilica si elevano due palazzi simili e simmetrici, costruiti nel 1685:
- a sinistra, la sede dell'Arciconfraternita e l'abitazione dei sacerdoti;
- a destra, l'ospedale che all'inizio del XIX secolo è stato venduto alla famiglia Vitelli.
Facciata e cupola
La singolare facciata, realizzata nel 1682-1684 da Gian Battista Menicucci e da Mario da Canepina, si presenta ad un solo ordine, tripartito da colossali semicolonne e lesene con capitelli corinzi. Tra queste si aprono il portale centrale, con timpano triangolare, e due porte laterali con timpano centinato, sormontato da finestre architravate; sopra finestroni balconati; a coronamento, trabeazione e timpano spezzati, a forte aggetto.
La cupola, tra le più imponenti di Roma, appoggia su un tamburo, aperto da finestre e plasmato da pilastri e colonne libere. Per poterla ammirare in tutta la sua eleganza e accuratezza strutturale occorre recarsi nella retrostante piazza Augusto Imperatore: dalla tribuna semicilindrica si eleva il tiburio, caratterizzato dalle sue volute laterali con le quali si raccorda alla costruzione sottostante, mentre dal retro svetta l'alto tamburo sul quale è impostata la cupola. Otto pilastri scandiscono il tamburo in uguali sezioni, sulle quali si apre una finestra rettangolare, posta tra due colonne. Otto oculi ovali si trovano nella fascia intermedia, sopra la quale si innalza la calotta, rivestita di piombo e divisa in spicchi da costoloni. Particolarmente originale è la lanterna di coronamento con pregevoli volute che separano le otto finestre ad arco.
Interno
L'interno della chiesa, a pianta a croce latina, è divisa in tre navate da pilastri di lesene in finto marmo e presenta tre cappelle per lato, con le quali sono allineati i bracci del transetto dominato dalla cupola; intorno al profondo presbiterio absidato si sviluppa, in prosecuzione delle navate laterali, un deambulatorio che richiama evidentemente quello gotico del Duomo di Milano.
La ricca decorazione tardo-barocca non prevale sulla struttura, ma ne costituisce la parte integrante: gli stucchi dorati della volta della navata centrale, del transetto e della tribuna, furono eseguiti dai fratelli Cosimo (1618 - 1688) e Giacomo Antonio Fancelli (1619 - 1671) su disegno del loro maestro Pietro da Cortona (1596 - 1669).
La navata centrale, la cui straordinaria verticalità è dovuta ad uno zoccolo decorato e fogliame d'acanto, inserito da Martino Longhi fra il cornicione e la volta a botte, presenta al centro uno splendido dipinto murale ad affresco, eseguito tra il 1677 e il 1679, da Giacinto Brandi raffigurante:
All'incrocio tra la navata centrale e il transetto, s'innalza la cupola decorata con dipinti murali ad affresco, eseguiti tra il 1671 e il 1672, da Giacinto Brandi raffiguranti:
La navata sinistra, coperta con volte a crociera e articolata in tre campate, è decorata con pregevoli dipinti murali raffiguranti:
- Allegorie della Speranza e della Verità (1678), affresco di Pio Paolini.
- Allegoria della Carità (1677), affresco di Francesco Rosa.
- Allegoria della Fede (1680), affresco di Luigi Garzi.
Lungo la navata sinistra si aprono tre pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a san Barnaba, si conserva:
- all'altare, pala con Predica di san Barnaba (1652), olio su tela di Pier Francesco Mola, commissionata dal cardinale Luigi Alessandro Omodei.[4]
- nella seconda cappella, dedicata a san Filippo Neri, è custodita:
- all'altare, Estasi di san Filippo Neri (1663 - 1687), olio su tela di Francesco Rosa.
- nella terza cappella, dedicata a sant'Olaf, sono collocati:
- all'altare, pala con Sant'Olaf II di Norvegia (1893), olio su tela di Pio Welonsky, donata da papa Leone XIII per questo ambiente considerato la Cappella Nazionale dei Norvegesi;
- alla parete sinistra, Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani (seconda metà del XVII secolo), olio su tela di Pasquale de Rossi, originariamente ubicata sull'altare di questa cappella;
- alla parete destra, Sacra Famiglia con sant'Anna e san Giovannino (primo quarto del XVII secolo), olio su tela di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio.
Transetto sinistro
Nel terminale del transetto sinistro è posta la Cappella del Santissimo Sacramento realizzata nel 1929 dall'architetto Cesare Bazzani, in occasione del giubileo sacerdotale di papa Pio XI, dove si notano:
- all'altare, Dio Padre in gloria (1627 - 1632), olio su tela di Tommaso Luini detto il Caravaggino;[5]
- a sinistra, Statua dell'Allegoria della Fede (primo quarto del XX secolo), in marmo di Guido Galli;
- a destra, Statua dell'Allegoria della Religione (primo quarto del XX secolo), in marmo di Eugenio Maccagnani.
Tribuna e altare maggiore
La decorazione della volta della tribuna e la calotta absidale sono un ideale prolungamento di quella eseguita sulla navata centrale e presenta dipinti murali ad affresco realizzati, tra il 1677 e il 1679, da Giacinto Brandi, raffiguranti:
- sulla volta della tribuna, San Carlo Borromeo in gloria;
- sul catino absidale, San Carlo Borromeo comunica gli appestati.[6]
All'altare maggiore, voluto dal cardinale Bernardino Scotti e terminato nel 1725, è collocata la splendida pala raffigurante:
- Gloria di sant'Ambrogio e san Carlo Borromeo (1685 - 1690), olio su tela di Carlo Maratta.
Deambulatorio
Il deambulatorio, originariamente comunicante con il presbiterio mediante i tre grandi arconi e le due aperture intermedi, è decorata sulle volte delle cinque campate con pregevoli dipinti murali raffiguranti:
- Allegoria della Penitenza (1679), affresco di Carlo Ascensi.
- Allegorie dell'Umiltà, dell'Orazione, della Perfezione e della Fortezza (1679), affresco di Giovan Battista Boncori
- Gloria degli angeli (1681), olio su pietra di Luigi Garzi.
- Allegoria della Vigilanza (1680), affresco di Ludovico Gemignani
- Allegorie della Pazienza, della Tolleranza e della Discrezione (1678), affresco di Fabrizio Chiari.
Inoltre, lungo il deambulatorio, dietro l'altare maggiore, è custodito entro un tabernacolo (1682-1730):
- Reliquiario del cuore di san Carlo Borromeo, donato nel 1613 dal nipote, il cardinale Federico Borromeo all'Arciconfraternita.
Transetto destro
Nel terminale del transetto destro è posta la cappella, dedicata all'Immacolata Concezione, realizzata su progetto di Paolo Posi e completata nel 1769, dove si conservano:
- all'altare, Immacolata Concezione tra san Giovanni evangelista, san Gregorio Magno, san Giovanni Crisostomo e sant'Agostino (XVIII secolo), in mosaico: l'opera è una copia della pala di Carlo Maratta custodita nella Basilica di Santa Maria del Popolo;
- a sinistra, Statua di Davide (1765 - 1768), in marmo di André-Jean Le Brun;
- a destra, Statua di Giuditta (1764), in marmo di Pietro Pacilli.
La navata destra, coperta con volte a crociera e articolata in tre campate, è decorata con pregevoli dipinti murali raffiguranti:
- Allegoria della Temperanza che rafforza la Volontà (1679), affresco di Paolo Albertoni.
- Allegorie della Giustizia, della Legge e della Verità (1678), affresco di Gerolamo Troppa.
- Allegorie della Religione, della Fortezza, della Purezza e della Castità (1678), affresco di Giovanni Battista Benaschi.
Lungo la navata destra si aprono tre pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso, si notano:
- al centro, Mostra d'altare (fine del XVI secolo), in legno dorato, recuperata negli anni Trenta del secolo scorso dalla demolizione dell'Oratorio del Santissimo Sacramento a Perugia, entro la quale è collocato:
- Gesù Cristo crocifisso (XVII secolo), in peperino stuccato di Francesco Cavallini;
- alla parete destra, San Benedetto da Norcia appare a sant'Enrico d'Inghilterra (1687), olio su tela di Francesco Rosa.[7]
- al centro, Mostra d'altare (fine del XVI secolo), in legno dorato, recuperata negli anni Trenta del secolo scorso dalla demolizione dell'Oratorio del Santissimo Sacramento a Perugia, entro la quale è collocato:
- nella seconda cappella, dedicata a Maria Ausiliatrice, si venera l'icona della Madonna con Gesù Bambino, donata nel 1839 da san Vincenzo Pallotti alla Basilica.
- nella terza cappella, dedicata alla Sacra Famiglia, è collocato:
- alla parete sinistra, Estasi di san Francesco d'Assisi (fine del XVI secolo), olio su tela di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone.
Sacrestie
Adiacenti all'aula ecclesiale sono poste:
- Sacrestia papale, oggi cappella feriale, nella quale si conserva:
- alla parete destra, Crocifissione di Gesù Cristo (secondo-terzo quarto del XVII secolo), olio su tela, attribuita a Guillaume Courtois.[8]
- Sacrestia grande, dove si notano:
- all'altare, Sant'Ambrogio benedicente (1620 - 1637), olio su tela di Tommaso Luini detto il Caravaggino;[9]
- alle pareti laterali, Armadi (1682 ca.), in legno intagliato di Pietro Gigli;
- sopra le porte d'ingresso, Busti dei cardinali Luigi Alessandro Omodei e Ferdinando d'Adda (primo quarto del XVIII secolo), in marmo di Agostino Cornacchini.
Oratorio
L'oratorio, che occupa il sito dell'antica Chiesa di San Nicola de Tufis, presenta all'altare una splendida mostra marmorea, entro la quale sono collocate tre opere di Tommaso Della Porta raffiguranti:
- al centro, gruppo scultoreo della Deposizione di Gesù Cristo dalla croce (1606);
- ai lati, due statue delle Sibille (1583).
Note | |
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