Giona (profeta)
Giona Personaggio dell'Antico Testamento | |
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Profeta | |
Michelangelo Buonarroti, Il profeta Giona (1508 - 1512), affresco; Città del Vaticano, Cappella Sistina | |
Età alla morte | circa 41 anni |
Nascita | 823 a.C. |
Morte | 782 a.C. |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 21 settembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 21 settembre, n. 2:
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Giona (823 a.C.; † 782 a.C.) è un personaggio dell'Antico Testamento, profeta ebreo, il quinto dei dodici profeti minori. È il protagonista dell'omonimo Libro dell'Antico Testamento.
Vicende del personaggio
Per le sue caratteristiche il libro è sostanzialmente un racconto esemplare in soli quattro capitoli.
Nel primo capitolo il Signore comanda a Giona, figlio di Amittai, di andare a predicare a Ninive. Giona invece fugge a Tarsis su una nave, che è investita da un temporale e rischia di colare a picco dalla violenza delle onde. Giona allora ritrova improvvisamente il proprio coraggio e svela ai compagni di viaggio che la colpa dell'ira divina è sua, poiché ha rifiutato di obbedire al Signore.
E così, nel secondo capitolo Giona è gettato in mare, ma un "grande pesce" (da nessuna parte è precisato che si tratti di una balena) lo inghiotte. Dal ventre del pesce, dove rimane tre giorni e tre notti, Giona rivolge a Dio un'intensa preghiera, che ricorda uno dei Salmi. Allora, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sulla spiaggia.
Nel terzo capitolo, Giona mette in atto la sua missione e va a predicare ai niniviti. Questi, contro ogni aspettativa, gli credono, proclamano un digiuno, si vestono di sacco e Dio decide di risparmiare la città. Ma qui riemerge l'istinto ribelle di Giona: lui non è contento del perdono divino, voleva la punizione della città di Ninive.
Così, nel quarto capitolo, si siede davanti alla città e chiede a Dio di farlo morire. Il Signore fa spuntare un ricino sopra la sua testa per apportargli ombra ed egli se ne rallegra. Ma all'alba del giorno dopo un verme rode il ricino che muore, il sole e il vento caldo tornano a flagellare Giona, che invoca di nuovo la morte.
Nel Nuovo Testamento
La permanenza di Giona per tre giorni e tre notti nel ventre del pesce ha conosciuto un'importante lettura cristologica nel Nuovo Testamento. Così recita infatti Mt 12,40 :
« | Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. » |
Anzi, alla "generazione perversa" che domanda un segno, Gesù non promette altro che il segno di Giona. I tre giorni trascorsi da Giona nel ventre del mostro richiamano la risurrezione di Gesù "il terzo giorno". Infatti, secondo il linguaggio biblico, "tre giorni" rappresenta lo spazio di tempo al di là del quale la morte è definitiva ed irreversibile. Anche la pronta conversione dei niniviti è contrapposta da Gesù all'incredulità dei suoi contemporanei.
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