Giacomo Simonetta
Giacomo Simonetta Cardinale | |
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Età alla morte | circa 64 anni |
Nascita | Milano 1475 ca. |
Morte | Roma 2 novembre 1539 |
Sepoltura | Roma, Chiesa della Santissima Trinità al Monte Pincio |
Ordinazione presbiterale | 28 dicembre 1528 da card. vescovo Agostino Spinola |
Nominato vescovo | 17 luglio 1528 da papa Clemente VII |
Consacrazione vescovile | Roma, 14 settembre 1529 dal card. vescovo Agostino Spinola |
Creato Cardinale |
21 maggio 1535 da Paolo III (vedi) |
Cardinale per | 4 anni, 5 mesi e 12 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Giacomo Simonetta (Milano, 1475 ca.; † Roma, 2 novembre 1539) è stato un cardinale e vescovo italiano.
Cenni biografici
Giacomo nacque intorno al 1475, verosimilmente a Milano, dall'unione in seconde nozze di Giovanni, già segretario del duca Francesco Sforza con Caterina Barbavara, figlia del segretario visconteo Marcolino, poi eletto conte di Gravellona per intercessione del genero nel 1467. Oltre a Giacomo, la coppia ebbe altri sette figli maschi: Francesco, Alessandro, il cui figlio Ludovico divenne pure cardinale, Girolamo, Filippo, Paolo, Pietro Battista e Bartolomeo; e due femmine: Margherita e Battista.
Intorno ai cinque anni seguì probabilmente il padre, spogliato di titoli e rendite ed esiliato a Vercelli dopo la presa di potere di Ludovico il Moro. Con l'avvento dei monarchi francesi e sotto il dominio di Luigi XII in particolare, Alessandro e Francesco, fratelli di Giacomo, riuscirono a rientrare nell’amministrazione milanese e ad avvicinarsi in seguito a Carlo V (il primo fu collettore generale e conte palatino, il secondo segretario ducale), mentre Giacomo veniva indirizzato agli studi giuridici come primo passo verso la carriera ecclesiastica.
Studiò legge a Padova e Pavia e presso l'ateneo ticinese si addottorò in utroque iure prima del 1498, anno in cui figura tra i nobili giureconsulti milanesi. Sul principio del nuovo secolo si trasferì a Roma dove si distinse subito come promettente canonista con la stesura del trattato De reservationibus beneficiorum.[1] Nel 1505, Giulio II sorpreso dalle doti del giovane, lo nominò avvocato concistoriale e successivamente referendario delle due Segnature.
Dopo appena sei anni di servizio, il 18 febbraio 1511, fu papa Giulio II a promuovere Giacomo tra gli uditori della Sacra Rota. Forte del nuovo incarico curiale poté prendere parte al Concilio Lateranense V, inaugurato nel maggio del 1512. Buoni furono i rapporti con Leone X, per cui si occupò principalmente di cause di canonizzazione, come provano due importanti relazioni a favore di Francesco di Paola e Antonino Pierozzi.
Tra il 1523 e il 1528 ricoprì il ruolo di decano in quanto uditore più anziano e, anche dopo la nomina a vescovo di Pesaro nel 1528, continuò a partecipare alle sedute del tribunale in qualità di locumtenens per altri sette anni, trovandosi ad agire in prima fila, secondo solo al nuovo decano.
Nel 1528 fu nominato vescovo di Pesaro. Ricevette l'ordinazione sacerdotale dal cardinale Agostino Spinola, vescovo di Perugia. L'anno seguente ricevette in san Lorenzo in Piscibus a Roma la consacrazione episcopale dallo stesso cardinale coadiuvato dal vescovo di Caserta Giovanni Battista Bonciani[2] e dal vescovo di Feltre Tommaso Campeggio[3].
Papa Clemente VII lo nominò sostituto di Paolo Capizzuchi, assente da Roma, per studiare la causa di divorzio del re Enrico VIII d'Inghilterra. Si spese a lungo e senza prevenzioni per una soluzione equilibrata, ma col mutare delle condizioni politiche che portarono alla sentenza emanata il 23 marzo 1534, espresse un giudizio negativo in Concistoro in sostituzione di Capizucchi, che fu esplicitamente fatto proprio dal pontefice.
Fu creato cardinale nel concistoro del 21 maggio 1535 insieme con Gasparo Contarini e altri prelati che si erano distinti nella questione enriciana, come Nikolaus von Schönberg, Girolamo Ghinucci, Jean du Bellay e John Fisher. Ricevette la berretta rossa e il titolo presbiterale di san Ciriaco alle Terme il 31 maggio seguente. Fu nominato vescovo di Perugia il 20 dicembre 1535. Insieme ad altri sei cardinali (Giovanni Piccolomini, Lorenzo Campeggi, Girolamo Ghinucci, Gasparo Contarini, Federico Cesi e Alessandro Cesarini[4] fu nominato membro di una congregazione per la celebrazione di un consiglio generale l'8 aprile 1536.
Pur risiedendo a Roma, ottenne in breve tempo importanti benefici, tra cui i vescovadi di Perugia nel 1535, Lodi l'anno seguente e Sutri-Nepi nel 1538, come amministratore apostolico. Sfruttando il meccanismo della resignatio in favorem, Pesaro e Lodi vennero cedute ai figli del fratello Alessandro, rispettivamente Ludovico, più tardi cardinale, e Giovanni, mentre Perugia passò a Francesco Bernardino, figlio del fratello Filippo e committente della cappella Simonetta a San Maurizio al Monastero Maggiore di Milano.
Paolo III lo volle nelle commissioni per la riforma della Curia (1535-36), per la riforma della Dataria (aprile 1537), poi allargatasi nel 1539 ad altri dicasteri. Simonetta con i canonisti Girolamo Ghinucci, Cristoforo Gacobazzi, Paolo Emilio Cesi e Giovanni Domenico De Cupis si oppose autorevolmente alle iniziative del fronte riformatore guidato da Gasparo Contarini, Reginald Pole e Gian Pietro Carafa.
La morte
Nel 1537 optò per il titolo presbiterale di Sant'Apollinare. Il 10 gennaio 1539 divenne camerlengo del Sacro Collegio, carica che avrebbe dovuto ricoprire fino all'inizio del nuovo anno ma, prima del termine del mandato, il 2 novembre 1539. Fu sepolto nella chiesa romana della Santissima Trinità al Monte Pincio.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Cardinale Agostino Spinola
- Cardinale Giacomo Simonetta
Successione degli incarichi
Predecessore: | Decano della Sacra Rota Romana | Successore: | |
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Mercurio de Vipera | 23 marzo 1523 - 17 luglio 1528 | Paolo Capizucchi |
Predecessore: | Vescovo di Pesaro | Successore: | |
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Baldassarre Caetano de Grassi[5] | 17 luglio 1528 - 10 dicembre 1537 | Ludovico Simonetta |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Ciriaco alle Terme Diocleziane | Successore: | |
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Francesco Corner | 31 maggio 1535 - 28 novembre 1537 | Girolamo Aleandro |
Predecessore: | Vescovo di Perugia | Successore: | |
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Carlo Spinola[6] | 20 dicembre 1535 - 20 luglio 1538 | Francesco Bernardino Simonetta[7] |
Predecessore: | Vescovo di Lodi | Successore: | |
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Gerolamo Sansoni[8] | 4 agosto 1536 - 20 giugno 1537 | Giovanni Simonetta[9] |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine | Successore: | |
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Agostino Spinola | 28 novembre 1537- 2 novembre 1539 | Gasparo Contarini |
Predecessore: | Vescovo di Nepi e Sutri | Successore: | |
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Giacomo Bongalli[10] | 6 febbraio 1538 - 2 novembre 1539 | Pomponio Ceci |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Girolamo Ghinucci | 10 gennaio - 2 novembre 1539 | Gasparo Contarini |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Decani della Sacra Romana Rota
- Vescovi di Pesaro
- Cardinali presbiteri di San Ciriaco alle Terme Diocleziane
- Vescovi di Perugia
- Vescovi di Lodi
- Cardinali presbiteri di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine
- Amministratori apostolici di Nepi e Sutri
- Cardinali Camerlenghi
- Presbiteri ordinati nel 1528
- Presbiteri italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1529
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