Commemorazione dell'annuncio a San Giuseppe

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Commemorazione dell'annuncio a San Giuseppe
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Georges de La Tour, Sogno di san Giuseppe (1640 ca.), olio su tela; Nantes (Francia), Musée des Beaux Arts.
Commemorazione
Mistero celebrato
L'angelo annuncia a Giuseppe la prossima nascita di Gesù
Riferimenti Mt 1,18-24
Periodo Avvento
Data 16 dicembre
Colore liturgico Morello
Note
Cede la priorità alle Domeniche
Celebrata in Parrocchie di Rito ambrosiano
Data d'istituzione 1º aprile 2010[1]

La Commemorazione dell'annuncio a San Giuseppe è una festività del Rito ambrosiano reintrodotta il 1º aprile 2010 con la promulgazione del nuovo Calendario ambrosiano. L'episodio biblico è presente nel Vangelo di Matteo 1,18-24 e la Chiesa ambrosiano lo ricorda il 16 dicembre, giorno che precede la I feria prenatalizia. Cede la priorità alle Domeniche.

Cenni storici

Il cardinale Carlo Borromeo, nell'ambito della riforma del Rito ambrosiano da lui promossa, collocò la festa di San Giuseppe a metà dicembre, come preludio alle feste natalizie facendola coincidere con l'inizio della Novena del santo Natale. Di lì poi scomparve quando il Calendario ambrosiano si adeguò a quello romano (periodo dal 1976 al 2008) e collocò tale festa al 19 marzo. Il Calendario ambrosiano, promulgato il 1º aprile 2010, riagganciandosi alla felice intuizione di san Carlo, reintrodusse, per il 16 dicembre, la Commemorazione dell'annuncio a san Giuseppe con sue proprie letture bibliche: in questo modo la figura dell'«uomo giusto», chiamato da Dio a essere custode del Messia e della Vergine Madre, si collega direttamente al mistero natalizio e inaugura i giorni dell'Accolto (ferie prenatalizie), che iniziano con il 17 dicembre. Viene così a configurarsi una vera e propria «novena» liturgica di preparazione al Natale.

Liturgia ambrosiana

La liturgia della parola di questa commemorazione ha una struttura ternaria tipicamente festiva.

Nel Rito ambrosiano dal 1976 al 2008

Come già accennato nei cenni storici, quando il Calendario ambrosiano si adeguò a quello romano la commemorazione fu sospesa.

Nel Rito ambrosiano antico

Le letture di questa commemorazione sono identiche a quelle della vigilia del Natale (Dominica in Vigilia Nativitatis Domini nostri Jesu Christi)

  • Lectio: assente
  • Psalmellus: assente
  • Epistola: Eb 10,38-39
  • Halleluja: Venite, exultemus Domino: jubilemus Deo salutari nostro. (Venite, celebriamo il Signore: acclamiamo a Dio, nostra salvezza)
  • Evangelium: Mt 1,18-25
  • Antiphona post Evangelium: Ipse tamquam sponsus procedens e thalamo suo, † exultavit, ut gigas, ad currendam viam, * a summo cælo egressio ejus. (Quale sposo che esce dal suo talamo, e qual campione che lieto s’accinge a percorrere la via, egli prende le mosse dal vertice del firmamento.)

Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[2] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):

(LA) (IT)
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« Deus, qui humanæ substantiæ dignitatem mirabiliter condidisti, et mirabilius reformasti: da nobis, quæsumus, Jesu Christi Filii tui divinitatis esse consortes, qui humanitatis nostræ fieri dignatus est particeps. » « O Dio, che in modo meraviglioso creasti la natura umana, e ancora più meravigliosamente l’hai riformata: concedici di diventare consorti della divinità di Gesù Cristo, tuo Figlio, che si degnò farsi partecipe della nostra umanità. »
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Note
  1. Carlo Borromeo collocò la festa di San Giuseppe a metà dicembre come preludio alle feste natalizie. In un secondo tempo però la festa fu adeguata a quella di Rito romano e fissata il 19 marzo.
  2. Velo che copre le Oblate, il pane e il vino posti sull'altare per il sacrificio.
Voci correlate
Collegamenti esterni