Trasfigurazione del Signore
Trasfigurazione del Signore | |
Raffaello Sanzio, Trasfigurazione di Gesù Cristo (1518-1520), tempera su tavola; Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana | |
Mistero celebrato | Episodio della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. |
Data | 6 agosto |
Rito Romano | |
Tipologia | Festa |
Periodo | Tempo Ordinario |
Rito Ambrosiano | |
Tipologia | Festa del Signore |
Periodo | Tempo Dopo Pentecoste |
Nel Martirologio Romano, 6 agosto, n. 1:
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La festa della Trasfigurazione ricorda, secondo alcuni storici della liturgia, la dedicazione delle basiliche del Monte Tabor, Galilea, tradizionalmente considerato come il luogo dell'evento.
Infatti, si può far risalire la storia di questa festa per lo meno all'epoca in cui l'imperatrice Elena volle la costruzione della Chiesa della Trasfigurazione sul Monte Tabor. La festa era ormai comune alle Chiese d'Oriente già nel V secolo, mentre oggi la Trasfigurazione è una delle dodici grandi feste celebrate nella Chiesa ortodossa[1].
Alla fine del V secolo era celebrata anche dalla Chiesa nestoriana; nel VII secolo, invece, è documentata nella Siria occidentale.
In Occidente le prime testimonianze della festa risalgono alla metà del IX secolo (Napoli, paesi germanici, Spagna). Successivamente abbiamo attestazioni in Francia nel X secolo e nei secoli XI e XII anche a Roma nella Basilica Vaticana.
Alla diffusione capillare della festa contribuì San Pietro il Venerabile e Cluny.
Papa Callisto III nel 1457 la inserì nel Calendario Romano come ringraziamento per la vittoria ottenuta sui Turchi a Belgrado il 6 agosto 1456 da Janos Hunyadi e San Giovanni da Capestrano.
Nella Liturgia
Rito Romano
Il Rito Romano presenta un unico schema per le letture bibliche della messa, dove la prima lettura è quella del giorno corrispondente del Tempo Ordinario, mentre il Vangelo è proprio.
Mantiene la struttura binaria per i giorni feriali lasciando un'alternativa della prima lettura:
- Lettura - Dn 7,9-10.13-14 : La sua veste era candida come la neve.
- oppure
- 2Pt 1,16-19 : Questa voce, noi l'abbiamo udita scendere dal cielo.
- Salmo responsoriale - dal Sal 97 - Rit.: Il Signore regna, il Dio di tutta la terra.
- Versetto dell'Alleluia - Mc 17,5c - Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo.
- inserendo le tre pericopi sinottiche con carattere festivo per il Vangelo:
- per l'anno A Vangelo - Mt 17,1-9 : Il suo volto brillò come il sole.
- per l'anno B Vangelo - Mc 9,2-10 : Questi è il Figlio mio, l'amato.
- per l'anno C Vangelo - Lc 9,28-36 : Mentre pregava il suo volto cambiò d'aspetto.
Quando la Festa cade di Domenica le prime due letture prendono il carattere festivo di prima e seconda lettura; mentre il Salmo responsoriale è sempre lo stesso. Il Vangelo resta invariato a secondo dell'Anno.
Rito Ambrosiano
Nel Rito Ambrosiano la festa assume sempre un carattere festivo identificata dai tre anni A, B e C con letture a struttura ternaria. Restano sempre invariate la Lettura, il Salmo, l'Epistola e il Canto al Vangelo per i tre anni:
- Lettura - 2Pt 1,16-19 : Questa voce noi l'abbiamo udita discendere dal cielo.
- Salmo: Sal 97,1-2.5-6.9.11a.12b - Rit.: Splende sul suo volto la gloria del Padre.
- Epistola - Eb 1,2b-9 : Il Figlio è irradiazione della gloria di Dio.
- Canto al Vangelo - cfr. Mt 3,16-17Mc 9,7: Si aprirono i cieli e la voce del Padre disse: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo».
Anche qui i vangeli riportano le tre pericopi prese dai vangeli sinottici:
- per l'anno A Vangelo - Mt 17,1-9 : Si aprirono i cieli e la voce del Padre disse: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo».
- per l'anno B Vangelo - Mc 9,2-10 : Questi è il Figlio mio, l'amato.
- per l'anno C Vangelo - Lc 9,28b-36 : Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto.
- Antifona dopo il Vangelo: Liberati dal carcere della vita presente, rivolgiamoci sempre a lui, vera luce, splendore senza tramonto. Nessuna creatura distolga i nostri occhi da Gesù redentore.
Nel periodo postconciliare 1976-2008
Dal 1976 fino al 2008 le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (ad eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Le letture della solennità erano identiche a quelle di Rito romano già riportate. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura[2]. L'Antifona dopo il Vangelo era la medesima ripresa nel rito moderno.
Nel Rito ambrosiano antico
Nel rito ambrosiano antico la commemorazione è denominata In Transfiguratione Domini Nostri Jesu Christi.
- Lectio: Is 61,10-11;62,1-3
- Psalmellus: Cantate Domino, benedicite nomen eius: bene annunciate die in diem salutare eius. Annunciate inter gentes gloriam eius, in omnibus populis mirabilia eius. (Benedite il nome del Signore, annunciate di giorno in giorno la salvezza che viene da lui. Annunciate ai popoli i suoi miracoli. Sal 96,2-3 )
- Epistola: Sap 7,26
- Halleluja: Candor est lucis æternæ, speculum sine macula et imago bonitatis illius. (Gesù è lo splendore della luce eterna, specchio terso della bontà suprema.)
- Evangelium: Mt 17,1-9
- {{Antiphona post Evangelium]]: In excelsis omnis creatura, * omnis spiritus de terra, date gloriam Deo, † quia lux nobis illuxit. (Creature tutte del cielo, spiriti tutti della terra, date gloria a Dio, che ci ha manifestato il suo splendore.)
Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[3] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):
« | Signore, illumina il tuo popolo, accendi nei cuori la luce della tua grazia affinché l'apparizione gloriosa del Salvatore appaia alle nostre menti sempre più luminosa. » |
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Note | |
Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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