Ercole Gonzaga
Ercole Gonzaga Cardinale | |
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Scipione Pulzone ritratto del cardinale | |
Età alla morte | 57 anni |
Nascita | Mantova 23 novembre 1505 |
Morte | Trento 2 marzo 1563 |
Ordinazione presbiterale | 1556 |
Consacrazione vescovile | 2 giugno 161 dal card. Girolamo Seripando, O.E.S.A. |
Creato Cardinale |
3 maggio 1527 da Clemente VII (vedi) |
Cardinale per | 35 anni, 9 mesi e 30 giorni |
Incarichi ricoperti | |
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Ercole Gonzaga (Mantova, 23 novembre 1505; † Trento, 2 marzo 1563) è stato un cardinale e vescovo italiano.
Cenni biografici
Nacque il 23 novembre 1505 a Mantova, sesto degli otto figli di Francesco II Gonzaga, quarto marchese di Mantova e di Isabella d'Este raffinata cultrice degli studi umanistici. Grazie all'influenza della madre sulla corte pontificia, fu nominato vescovo di Mantova nel 1521 e poi ottenne la porpora nel 1527. Gli altri figli erano: Eleonora, Margherita, Federico II, Ippolita, Livia (morta a sette anni), Ferrante, Livia. C'erano anche tre figlie naturali: Teodora, Margherita e Antonia. Era nipote del cardinale Sigismondo Gonzaga, zio dei cardinali Francesco Gonzaga e Giovanni Vincenzo Gonzaga, O.S.Io.Hieros., cugino del cardinale Pirro Gonzaga. Altri cardinali della casata furono: Francesco Gonzaga; Giovanni Vincenzo Gonzaga, O.S.Io.Hieros.; Scipione Gonzaga; Ferdinando Gonzaga; Vincenzo Gonzaga.
Primi anni
Dal dicembre 1522 all'estate 1525 studiò a Bologna, dove fu allievo di Lazzaro Buonamici e Pietro Pomponazzi. Per quest'ultimo provò sempre una grande stima al punto da farne ergere una statua a Mantova e dal conservarne gelosamente ritratto ed effigie.
Episcopato
Fu nominato vescovo di Mantova il 10 maggio 1521 e costituito amministratore fino all'età canonica di 27 anni; ricevette la consacrazione episcopale solo nel 1561, quando divenne rappresentante del Papa nei lavori del concilio di Trento. Occupò la sede fino alla morte.
L'andamento della guerra contro Carlo V impose a papa Clemente VII la necessità di raccogliere fondi per la difesa di Roma. Il 3 maggio 1527 il Papa mise in vendita cinque cappelli cardinalizi che Isabella d'Este, che all'epoca era a Roma, comprò per il figlio.
Cardinalato
Ercole Gonzaga fu creato cardinale diacono nel concistoro del 3 maggio 1527. Il 5 maggio Isabella ebbe in consegna la bolla che creava il figlio cardinale diacono di santa Maria Nuova e insieme la Berretta rossa. La nomina cardinalizia e l'esordio sulla scena politica giunsero dunque proprio alla vigilia del sacco di Roma. Il Gonzaga, in visita informale a Venezia, ebbe notizia della sua nomina solo alla fine di maggio, quando tornò a Mantova.
Ricevette gli ordini minori, il suddiaconato e il diaconato dal cardinale Alessandro Farnese, seniore il 29 aprile 1528. Nettamente filofrancese nei primi anni del suo cardinalato, alla fine del 1532 passò clamorosamente al campo filoimperiale, scelta che mantenne coerentemente in seguito.
Fu Amministratore apostolico della sede di Sovana dal 1529 fino al 1532, Governatore di Tivoli dal 1530 al 1535, Cardinale protettore di Castiglia e León e poi della Spagna. Fu nominato legato presso dell'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V nel 1532.
Trascorsa a Mantova la primavera del 1529. Il 21 ottobre presenziò all'ingresso di Clemente VII in Bologna, partecipando poi alle manifestazioni per l'incoronazione di Carlo V del 24 febbraio 1530.
Giunse a Roma poco prima della morte di papa Medici. In conclave si rifiutò di aderire a uno schieramento di cardinali italiani, legandosi a quelli spagnoli, tedeschi e italiani fedeli a Carlo V. Tuttavia previde l'elezione di un candidato neutrale, confermata dalla rapida ascesa al soglio del cardinale Alessandro Farnese il 13 ottobre 1534, che prese il nome di Paolo III.
Fu corrispondente di Pietro Bembo e di Vittoria Colonna. Sin dal 1532 entrò in contatto con Juan de Valdés, conosciuto durante la visita di Carlo V a Mantova in quell'anno. Nel 1537, deluso dal fallimento della convocazione del concilio a Mantova e col pretesto della malattia della madre, rientrò nella sua sede vescovile, dove intraprese studi teologici sotto la guida di Pietro Bertano.
Sempre più legato ai cardinali Gasparo Contarini, Reginald Pole e gli altri membri del gruppo degli "spirituali", tra il 1537 e il 1539 dialogò di tematiche religiose con Pier Paolo Vergerio che in quegli anni soggiornò a Mantova. Affidò la cura della propria biblioteca al segretario Endimio Calandra, in seguito perseguitato per eresia. Nella biblioteca non mancarono le opere dei principali riformatori, da Lutero a Zwingli. Molto sensibile alle problematiche della riforma della Chiesa, dal 1540 fu piuttosto preso dagli impegni politici, dovendo assumere la reggenza del ducato di Mantova con la cognata, Margherita Paleologa, durante la minorità dei nipoti Francesco III e Guglielmo I dal 1540 al 1556.
Nonostante gli impegni di governo dal 1540 al 1542 si occupò della riorganizzazione dell'ordine degli agostiniani, di cui era cardinale protettore, servendosi della collaborazione di Pier Martire Vermigli. Guardò con interesse agli sforzi del cardinale Gasparo Contarini per una riconciliazione con i protestanti e cercò di proteggere Vermigli, così come Bernardino Ochino e Pier Paolo Vergerio dall'offensiva inquisitoriale. Dalla metà degli anni quaranta in poi tuttavia si spostò su posizioni più aderenti all'ortodossia. Nel 1550 accordò la protezione a Luciano Degli Ottoni, abate benedettino dell'abbazia di San Benedetto in Polirone. Si limitò alla difesa della giurisdizione del potere sovrano di fronte agli inquisitori, ma si ritirò non appena emersero contatti con l'eretico Giorgio Siculo ed esortò il duca di Ferrara, Ercole II, a perseguire fermamente i seguaci.
All'annuncio della morte di papa Farnese, partì per Roma ed entrò in conclave alla fine del novembre 1549. Come rappresentante di spicco della fazione asburgica, sostenne la candidatura imperiale di Reginald Pole, che ben presto sfumò. Sostenne quindi quella di Giovanni Salviati e continuò a sostenerlo anche quando fu chiaro che un cardinale schierato con i Francesi non poteva incontrare il favore di Carlo V. Così fu uno degli ultimi a cedere all'ipotesi Del Monte e si rifiutò di partecipare alla sua elezione per acclamazione avvenuta il 7 febbraio 1550).
La morte del giovane duca Francesco III, nel febbraio 1550, richiamò il Gonzaga col fratello Ferrante al governo di Mantova, dove rientrò nel marzo per celebrare le esequie del duca.
Partecipò al primo conclave del 1555 dove si dichiarò a favore del cardinale Ippolito d'Este, schierato apertamente con i Francesi. Nondimeno fu ugualmente soddisfatto dell'elezione il 9 aprile di Marcello II, con la quale disse che si poteva finalmente sperare la reformatione et la correctione d'infiniti scandalosi abusi. Fu tra i conclavisti anche del secondo conclave del 1555, dove si schierò decisamente tra i cardinali filoasburgici e contrastò sino all'ultimo la candidatura del Carafa, eletto il 23 maggio 1556 col nome di Paolo IV.
In quell'anno ricevette l'ordinazione sacerdotale, passando all'ordine dei cardinali presbiteri e la sua diaconia fu elevata pro illa vice a tale titolo dal 6 luglio.
Ebbe pessimi rapporti con Paolo IV e si espose a difesa del cardinal Giovanni Girolamo Morone, incarcerato per conto del Sant'Uffizio. Fu vicino all'elezione papale nel 1559 ma la sua candidatura alla fine fallì.
Godette della stima di Pio IV, che dopo la nomina a governatore di Campagna e Marittima, lo inviò a dirigere il concilio di Trento. Pur essendo vescovo di Mantova da quarant'anni non aveva ancora ricevuto la consacrazione, per poter partecipare alle sessioni del concilio, l'8 giugno 1561 ricevette la consacrazione episcopale nel duomo di Trento per mano del cardinale Girolamo Seripando, arcivescovo di Salerno, co-consacratori: mons. Giovanni Tommaso San Felice[1], vescovo di Cava e mons. Angelo Massarelli, vescovo di Telese e segretario del concilio.
Condusse il concilio con decisione in una fase particolarmente delicata, ma non riuscì a portarlo a termine: morì infatti nella città del concilio il 2 marzo 1563.
Testamento
Nel testamento fece lasciti per il Monte di pietà di Mantova, per i gesuiti, per prelati del concilio a lui più prossimi e per i funzionari del seguito. Non vi nominò invece i quattro figli: Anna, monaca domenicana, Camillo, Isabella (o Elisabetta, sposata al conte Federico Maffei) e Giulio Cesare, nato nel 1557, che nel 1576 fu attore di una causa di riconoscimento di paternità presso il Senato mantovano. Anna poté comunque contare su un breve di Pio IV del 29 maggio 1563, che ingiungeva agli esecutori testamentari di provvedere alla sua tutela.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B. Clun.
- Papa Sisto IV
- Papa Giulio II
- Cardinale Raffaele Sansone Riario
- Papa Leone X
- Papa Clemente VII
- Cardinale Antonio Sanseverino, O.S.Io.Hieros.
- Cardinale Giovanni Michele Saraceni
- Cardinale Girolamo Seripando, O.E.S.A.
- Cardinale Ercole Gonzaga
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Mantova | Successore: | |
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Sigismondo Gonzaga (amministratore apostolico) |
10 maggio 1521-2 marzo 1563 | Federico Gonzaga |
Predecessore: | Cardinale diacono e presbitero di Santa Maria Nuova | Successore: | |
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Sigismondo Gonzaga | 5 maggio 1527-2 marzo 1563 Titolo presbiterale pro hac vice dal 6 luglio 1556 |
Federico Gonzaga |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Sovana | Successore: | |
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Lattanzio Petrucci[2] vescovo |
5 luglio 1529-17 aprile 1532 | Alessandro Farnese amministratore apostolico |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Fano | Successore: | |
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Gregorio Gheri (vescovo) |
1528-24 gennaio 1530 |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Sovana | Successore: | |
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Lattanzio Petrucci (vescovo) |
5 luglio 1529-17 aprile 1532 | Alessandro Farnese il Vecchio |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Tarazona | Successore: | |
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Gabriel Orti (vescovo) |
26 giugno 1537-2 dicembre 1546 | Juan González Munébraga (vescovo) |
Predecessore: | Reggente del Ducato di Mantova | Successore: | |
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- | 28 giugno 1540-18 agosto 1559 | Maria Gonzaga |
Predecessore: | Governatore di Campagna e Marittima | Successore: | |
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Giovanni Battista Cicala | 4 settembre 1560 - 9 maggio 1561 | Francesco Gonzaga (1538 – 1566) |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Mantova
- Cardinali diaconi di Santa Maria Nuova
- Amministratori apostolici di Sovana
- Amministratori apostolici di Tarazona
- Cardinali presbiteri di Santa Maria Nuova
- Presbiteri ordinati nel 1556
- Presbiteri italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Presbiteri italiani
- Presbiteri del II secolo
- Italiani del II secolo
- Vescovi consacrati nel II secolo
- Vescovi italiani
- Vescovi del II secolo
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