Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno

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Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno
Archidioecesis Salernitana-Campaniensis-Acernensis
Chiesa latina
Salerno 2013-05-17 09-37-10.jpg
arcivescovo metropolita e primate Andrea Bellandi
Sede sede vacante
Salerno
Regione ecclesiastica Campania
Arcidiocesi di Salerno - Campagna - Acerno.png
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Italia
diocesi suffraganee
Amalfi-Cava de' Tirreni, Nocera Inferiore-Sarno, Santissima Trinità di Cava de' Tirreni, Teggiano-Policastro, Vallo della Lucania
Ausiliari Alfonso Raimo
Parrocchie 162 (11 vicariati )
Sacerdoti 316 di cui 231 secolari e 85 regolari
1.731 battezzati per sacerdote
126 religiosi 263 religiose 68 diaconi
548.900 abitanti in 1.398 km²
547.000 battezzati (99,7% del totale)
Eretta V secolo (Salerno)
19 giugno 1525 (Campagna)
XII secolo (Acerno)
Rito romano
Cattedrale Santa Maria degli Angeli e San Matteo Apostolo
Santi patroni Matteo apostolo
Antonino di Sorrento
Donato d'Arezzo
Indirizzo
Via Roberto il Guiscardo 2, 84125 Salerno, Italia
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2021 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica
Facciata della concattedrale di San Donato di Acerno
Facciata della concattedrale di Santa Maria della Pace di Campagna
Organo a canne realizzato nel 1759 della concattedrale di Santa Maria della Pace di Campagna
La sede della curia arcivescovile di Salerno

L' arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno (latino: Archidioecesis Salernitana-Campaniensis-Acernensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Campania.

Patroni

I santi patroni dell'arcidiocesi sono:

Altri santi di cui si fa particolare memoria sono: san Felice presbitero, i santi Fortunato, Gaio e Ante, e il santo pontefice papa Gregorio VII.[1]

Territorio

L'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno comprende comuni appartenenti a due province della Campania:[2]

  • in provincia di Salerno i comuni di Acerno, Auletta, Baronissi, Battipaglia, Bellizzi, Bracigliano, Buccino, Caggiano, Calvanico, Campagna, Castel San Giorgio, Castelnuovo di Conza, Castiglione del Genovesi, Colliano, Contursi Terme, Eboli, Fisciano, Giffoni Sei Casali, Giffoni Valle Piana, Laviano, Mercato San Severino, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Olevano sul Tusciano, Oliveto Citra, Palomonte, Pellezzano, Pontecagnano Faiano, Ricigliano, Romagnano al Monte, Salerno, Salvitelle, San Cipriano Picentino, San Gregorio Magno, San Mango Piemonte, Santomenna, Siano e Valva;
  • in provincia di Avellino i comuni di Montoro e Solofra.

Sede arcivescovile è la città di Salerno, dove si trova la cattedrale di Santa Maria degli Angeli e San Matteo Apostolo. A Campagna e ad Acerno sorgono due concattedrali dedicate rispettivamente a Santa Maria della Pace e a San Donato.

Il territorio si estende su 1.398 km².

Provincia ecclesiastica

La provincia ecclesiastica di Salerno-Campagna-Acerno comprende le seguenti suffraganee:

Storia

L'odierna circoscrizione ecclesiastica è frutto dell'unione, attuata nel 1986, dell'arcidiocesi di Salerno con le diocesi di Campagna e di Acerno.

Arcidiocesi di Salerno

Risale agli inizi dell'era cristiana la diffusione del cristianesimo a Salerno, attestato a partire dal III secolo secondo il Chronicon Salernitanum (seconda metà del X secolo), a cui si deve la testimonianza più antica del culto dei martiri salernitani Fortunato, Gaio e Ante.

Incerta è l'origine della diocesi. La tradizione tramanda i nomi di alcuni santi vescovi salernitani vissuti nei primi secoli, Bonosio, Grammazio, Vero e Valentiniano. Tuttavia il primo vescovo storicamente documentato è Gaudenzio, presente al Concilio di Roma (499). Il vescovo Asterio (o Eusterio) fu legato pontificio al Concilio di Costantinopoli (536) e in seguito fu destinatario di una lettera di papa Pelagio I (556-561). Nel VII secolo sono noti i vescovi Gaudioso, vissuto all'epoca del passaggio dalla dominazione greca a quella longobarda, e Luminoso, che prese parte al Concilio Lateranense (649). Tra il 774 ed il 787 è documentato il vescovo Rodoperto.

Nella lettera di papa Pelagio I è fatta menzione del primo monastero noto di Salerno, dedicato ai santi martiri Crisante e Daria e fondato dall'abate Vindimio nei pressi delle mura della città. Nell'VIII secolo i Longobardi fondarono il primo monastero femminile, dedicato a san Giorgio.

Nel 646 Salerno venne conquistata dai Longobardi e nel 774, con il principe Arechi II, diventò la capitale del ducato di Benevento; un secolo dopo, nell'851, la frammentazione del ducato beneventano portò alla nascita del principato di Salerno. Fu questo il periodo aureo per la città e la diocesi, che nel X secolo fu elevata al rango di sede metropolitana.

Infatti, in una data imprecisata fra aprile e ottobre 983[3] Amato I divenne arcivescovo di Salerno, e in due bolle papali del 994 e del 1012[4] sono citate le diocesi suffraganee della nuova sede metropolitana: Paestum, Acerenza, Nola, Bisignano, Malvito, Cosenza e Conza. Nel 1058 sono annoverate fra le suffraganee di Salerno anche Martirano, Marsico, Policastro e, per la prima e unica volta, Cassano.[5]

Tra i principali arcivescovi è da citare Alfano I, nominato nel 1058, che con l'aiuto del duca normanno Roberto il Guiscardo, eresse l'attuale cattedrale. Ad Alfano si deve, su mandato del papa, l'erezione delle diocesi di Sarno, di Nusco e di Acerno, che divennero nuove suffraganee. Durante il suo episcopato fu accolto a Salerno in esilio papa Gregorio VII, che consacrò la nuova cattedrale. Ad Alfano I inoltre è attribuita la ricognizione e la sistemazione delle reliquie dell'apostolo Matteo sotto l'altare maggiore della cripta della cattedrale.

Il 20 luglio 1098, in forza della bolla Singulare semper di papa Urbano II, all'arcivescovo Alfano II e ai suoi successori fu concesso il titolo di primate, anticamente riservato al massimo prelato della Chiesa nelle singole realtà nazionali. Originariamente i diritti primaziali di Salerno si estendevano alle arcidiocesi di Conza e di Acerenza e alle loro suffraganee: «Tibi tuis que successoribus super Consanam et Acheruntinam ecclesias et earum suffraganeos primatum gerere ex Apostolicae Sedis liberalitate concedimus». Questo titolo viene mantenuto ancora oggi, anche se la sua funzione è puramente onorifica.

Tra i successivi arcivescovi si ricordano: Romualdo II Guarna (1153-1181), studioso, mecenate e diplomatico; Niccolò d'Aiello (1181-1221), che fu deportato in Germania per essersi schierato con Tancredi contro l'imperatore Enrico VI di Svevia; Cesario d'Alagno (1225-1263), che favorì la diffusione del francescanesimo nell'arcidiocesi.

Durante la dominazione aragonese (1442-1503), si distinse il vescovo Giovanni d'Aragona, che a nove anni divenne abate commendatario della Santissima Trinità di Cava e a undici di quella di Montevergine; nel 1483 fu nominato amministratore apostolico di Salerno. Nel 1484 celebrò un sinodo i cui atti sono giunti fino a noi e permettono di avere un quadro della situazione religiosa, sociale e civile dell'arcidiocesi alla fine del XV secolo.

L'inizio del Cinquecento è caratterizzato da una serie di arcivescovi che non misero quasi mai piede in arcidiocesi, ma che la governarono tramite i vicari generali i quali, su mandato dei prelati, effettuarono le visite pastorali. Nel 1525 fu eretta la diocesi di Campagna con territorio di smembrato da quello di Salerno. Il concordato del 29 giugno 1529 garantì al re di Napoli il diritto di presentazione degli arcivescovi di Salerno.

Dopo decenni il primo arcivescovo a risiedere stabilmente a Salerno fu l'agostiniano Girolamo Seripando (1564-1563), cardinale, tra i più importanti delegati alla terza sessione del concilio di Trento. Nel 1554 celebrò un sinodo e tre anni dopo iniziò a riformare, non senza difficoltà, il capitolo della cattedrale. All'arcivescovo Gaspar Cervantes de Gaete (1564-1568) si deve l'istituzione del seminario diocesano, affidato nel 1635 ai Gesuiti, e l'attuazione delle principali direttive del concilio tridentino, opera nella quale si impegnarono anche i suoi successori.

Nel Settecento l'arcidiocesi vide l'arrivo nel 1735 dei redentoristi, congregazione fondata da sant'Alfonso Maria de' Liguori e dedita soprattutto alle missioni popolari, la cui diffusione nel territorio di Salerno fu favorita dagli arcivescovi Fabrizio de Capua (1730-1738) e Casimiro Rossi (1738-1758).

Agli inizi dell'Ottocento Salerno aveva otto diocesi suffraganee: Acerno, Campagna, Capaccio, Marsico, Nocera, Nusco, Policastro e Sarno.[6]

Il 27 giugno 1818 in forza della bolla De utiliori di papa Pio VII la diocesi di Acerno fu data in amministrazione perpetua agli arcivescovi pro tempore di Salerno, che assunsero da quel momento il titolo di arcivescovi di Salerno e amministratori perpetui di Acerno. Con la stessa bolla, Salerno perse le suffraganee di Campagna e Sarno; nel 1850 entrò a far parte della provincia ecclesiastica salernitana la diocesi di Diano.

Nel 1849 l'arcivescovo Marino Paglia accolse in città papa Pio IX, che visitò la cattedrale, il seminario ed il monastero di San Giorgio, fermandosi poi a colazione in episcopio.

Quando Giuseppe Garibaldi giunse a Salerno (6 settembre 1860), l'arcivescovo Antonio Salomone dovette fuggire di notte per rifugiarsi prima a Napoli e poi a Roma, poiché era stato accusato di non aver cantato il Te Deum per le vittorie garibaldine; sottoposto a processo venne prosciolto, perché alcuni testimoni giurarono che il prelato era a letto ammalato.

Il 4 marzo 1877 la Santa Sede elesse arcivescovo Valerio Laspro, che era vescovo di Lecce. Il governo italiano rifiutò l'exequatur, rivendicando il diritto di presentazione che era stato concesso alla Corona di Napoli. A queste pretese la Santa Sede obiettò che i concordati con gli stati preunitari erano stati abrogati con l'unità nazionale. La causa civile terminò con la sentenza del 13 marzo 1879, favorevole alla Santa Sede. Dopo due anni l'arcivescovo poté accedere al palazzo arcivescovile, che gli era stato negato dall'autorità civile.

Nel 1968 l'arcivescovo Demetrio Moscato fondò l'Istituto diocesano di Cultura Teologica, trasformato in Istituto Superiore di Scienze Religiose con decreto della Congregazione per l'educazione cattolica del 15 luglio 1986.

Il 4 agosto 1973 l'arcivescovo Gaetano Pollio venne nominato anche vescovo di Campagna,[7] unendo così le due sedi in persona episcopi.

Nel 1979 l'arcidiocesi cedette le parrocchie di Casali e di Materdomini alla diocesi di Nocera Inferiore.[8] Nello stesso anno fu rivista e ampliata la provincia ecclesiastica salernitana, che arrivò a comprendere le seguenti sedi: Acerno, Diano (Teggiano), Nocera, Policastro, Vallo della Lucania, Amalfi, Campagna, Cava, Sarno e l'abbazia territoriale della Santissima Trinità.[9]

Diocesi di Campagna

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Diocesi di Campagna

Diocesi di Acerno

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Diocesi di Acerno

Le sedi unite

Il 30 settembre 1986 in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi le tre sedi di Salerno, Campagna e Acerno sono state unite con la formula plena unione e la nuova circoscrizione ecclesiastica sorta dall'unione ha assunto il nome di arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno.

L'attuale configurazione territoriale è frutto delle modifiche attuate nel 1988 (annessione delle parti del comune di Salerno che appartenevano all'arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni)[10] e nel 1998 (cessione di dieci parrocchie alla diocesi di Avellino).[11]

Il 4 settembre 1999 fu inaugurato da papa Giovanni Paolo II il seminario metropolitano, destinato a provvedere alla formazione degli aspiranti al sacerdozio provenienti dalle diocesi della provincia ecclesiastica salernitana. Il precedente seminario arcivescovile era stato adibito dall'arcivescovo Guerino Grimaldi a sede del Museo diocesano San Matteo, dell'archivio e della biblioteca.

Cronotassi

Sede di Salerno

Sede di Campagna

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Diocesi di Campagna

Sede di Acerno

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Diocesi di Acerno

Sede di Salerno-Campagna-Acerno

Statistiche

Note
  1. Dal sito web dell'arcidiocesi.
  2. Elenco dal sito parrocchiemap.it.
  3. Savio, I vescovi di Salerno nei secoli IX e X, p. 113.
  4. Ughelli, Italia sacra, VII, coll. 376-378.
  5. In questo stesso periodo Acerenza, Cosenza e Conza furono a loro volta elevate al rango di arcidiocesi metropolitane.
  6. Eubel, Hierarchia catholica, VI, p. 456.
  7. Di cui era amministratore già dal 1971.
  8. AAS 71 (1979), p. 1362.
  9. AAS 71 (1979), pp. 562-563.
  10. AAS 80 (1988), pp. 1479-1480.
  11. AAS 90 (1998), pp. 238-239.
  12. Una lapide, con l'indicazione della data di morte, fu rinvenuta nel 1670, in occasione della demolizione di una chiesa a lui dedicata.
  13. I vescovi da Zaccaria a Andemario sono citati in una lista episcopale dell'XI secolo, senza nessun altro riscontro documentario.
  14. La sede di Salerno risulta essere vacante nel febbraio-marzo 873.
  15. Non esistono documenti coevi che attestino l'esistenza di questo vescovo. Il suo nome appare associato alla traslazione delle reliquie di san Matteo, la cui prima relazione risale tuttavia solo al 1579; prima di questa data non è noto il nome del vescovo salernitano presente nel 954 al trasporto in Salerno del corpo di san Matteo.
  16. Deceduto probabilmente il 3 marzo 993.
  17. Consacrato il 21 marzo 1087 a Capua da papa Vittore III.
  18. (DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, München, 1973, pp. 425 e seguenti.
  19. I due antivescovi furono nominati dall'antipapa Clemente VII.
  20. Il 28 luglio 1508 è nominato vescovo di Gubbio.
  21. Il 18 luglio 1783 fu nominato arcivescovo titolare di Tarso.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni