Lorenzo Caleppi
Lorenzo Caleppi Cardinale | |
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Età alla morte | 75 anni |
Nascita | Cervia 29 aprile 1741 |
Morte | Rio de Janeiro 10 gennaio 1817 |
Sepoltura | Chiesa fancescana di sant'Antonio di Rio de Janeiro |
Ordinazione presbiterale | 1º maggio 1772 dall'arc. Giuseppe Garampi |
Nominato arcivescovo | 23 febbraio 1801 da papa Pio VII |
Consacrazione vescovile | cattedrale di San Pietro (Frascati), 15 novembre 1801 dal card. arc. Enrico Benedetto Stuart di York |
Creato Cardinale |
8 marzo 1816 da Pio VII (vedi) |
Cardinale per | 10 mesi e 2 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Lorenzo Caleppi (Cervia, 29 aprile 1741; † Rio de Janeiro, 10 gennaio 1817) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Lorenzo nacque a Cervia, figlio del conte Nicola Caleppi e della moglie Luciana nata Salducci.
Compì i primi studi presso il collegio dei nobili di Ravenna retto dai padri gesuiti. Nel 1764 si trasferì a Roma per compiere studi di diritto. Ottenne un dottorato in utroque iure all'Università di Cesena il 3 gennaio 1767.
Benché fosse l'unico maschio della famiglia, fu avviato alla carriera ecclesiastica. Nel 1766 fu nominato vicario generale di Ferrara alle dipendenze del cardinal Niccolò Oddi. Dopo la morte di questi, l'anno successivo, ritornò a Roma e entrò al servizio di mons. Giuseppe Garampi, che nel 1772 lo ordinò sacerdote.
Fu uditore di Garampi, che da quell'anno fu nominato nunzio apostolico per la Polonia dove rimase con il nunzio sino al 1776 in un momento cruciale per la vita di quella nazione che vide la spartizione del suo territorio tra Prussia, l'Impero Russo e l'Impero austriaco. Trasferitosi a Vienna con il nunzio, alla morte dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria ebbe l'incarico di pronunciare l'orazione funebre.
In occasione della visita di papa Pio VI, giunto a Vienna nel 1782 per l'incoronazione di Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, fu nominato cameriere d'onore ed in assenza del nunzio Garampi, rientrato in Vaticano con il pontefice, divenne incaricato d'affari della Santa Sede presso l'imperatore. Dopo l'elevazione di Garampi al cardinalato venne nominato legato pontificio.
Rientrato a Roma ricevette dal papa, come riconoscimento per i servizi resi, il priorato di santa Maria in Via Lata. Dal 1786 al 1788 fu a Napoli, per trattare un nuovo concordato con Ferdinando I delle Due Sicilie con le spinose tematiche sulla nomina dei vescovi, rapporto tra Ordini religiosi sul territorio e rispettivi generali a Roma, giurisdizione del nunzio apostolico, concessione dei benefici ecclesiastici. Le parti non giunsero a un accordo per irrigidimenti su posizioni opposte. Caleppi chiese un intervento pontificio e il papa mandò in sua vece il cardinale Ignazio-Gaetano Boncompagni-Ludovisi, ma anche questo tentativo fallì e Caleppi rientrò a Roma nel 1788.
Durante la rivoluzione francese Pio VI gli affidò l'accoglienza degli ecclesiastici "refrattari", esiliati dalla Francia. Nel 1795 fu nominato anche segretario della Congregazione per gli affari ecclesiastici di Polonia, istituita per esaminare i problemi della Chiesa dopo la spartizione del territorio polacco.
Nel maggio 1796, dopo che l'esercito francese aveva occupato gran parte dello Stato pontificio, i francesi sembravano voler negoziare e nominarono due commissari Antonio Chistophe Salicetti e Pierre Anselme Garrau per intavolare trattative a Firenze. Pio VI inviò il Caleppi, dotato di un'ottima conoscenza della lingua francese, per condurre le trattative. Giunse a Firenze il 6 settembre. Nell'incontro tra le parti tenutosi tre giorni dopo, gli fu presentato un testo, immodificabile, che minava il prestigio del pontefice come capo della Chiesa. Rientrato a Roma il testo fu sottoposto a una congregazione cardinalizia che lo rifiutò. Ritornò a Firenze con una controproposta che rifiutava energicamente il testo francese. Vi fu quindi la rottura tra le parti, ma il prelato riuscì comunque ad ottenere la liberazione del cardinale Alessandro Mattei imprigionato a Brescia.
Il generale Napoleone Bonaparte fece pervenire alla Santa Sede l'intenzione di riaprire le trattative. Il papa temporeggiò nella speranza di un intervento austriaco, ma l'esercito francese proseguì l'invasione occupando Ancona. Caleppi all'inizio del 1797, assieme al cardinale Alessandro Mattei, al duca Braschi e al marchese Massimo fu inviato a intavolare nuove trattative con Napoleone Bonaparte e François Cacault che sfociarono nella firma del Trattato di Tolentino il 19 febbraio di quell'anno e ratificato dal pontefice cinque giorni dopo.
Nonostante il trattato, i francesi occuparono Roma il 7 dicembre e Pio VI fece partire immediatamente suo nipote il cardinale Romualdo Braschi Onesti accompagnato da Caleppi per Napoli. A Napoli il Caleppi cercò di fronteggiare i successivi drammatici avvenimenti, con l'arresto del papa e la proclamazione della Repubblica romana, favorendo l'accoglienza presso la corte napoletana dei cardinali in fuga da Roma. Tentò con l'ammiraglio Nelson e il ministro Hamilton di progettare un piano per far evadere Pio VI, prigioniero a Firenze. Il tentativo fallì per il rifiuto del pontefice.
Con la minaccia di occupazione di Napoli, la corte riparò con il Caleppi in Sicilia. Da Messina organizzo la partenza per Venezia, per preparare e pianificare la tenuta del conclave, ritenuto prossimo per le pessime condizioni di salute e le traversie della prigionia di Pio VI.
Dopo il conclave veneziano Pio VII il 23 febbraio 1801 nominò Caleppi arcivescovo di Nisibi, in partibus infidelium. Fu consacrato il 15 novembre seguente, dopo il suo ritorno da Firenze, nella cattedrale di Frascati, dal cardinal Enrico Benedetto Stuart, cardinale vescovo di Frascati, assistito da mons. Angiolo (Angelo) Cesarini (Ch) e da mons. Bonaventura Gazola, O.F.M. Ref., allora vescovo di Cervia. Il 19 novembre fu nominato, come consuetudine per i nunzi, assistente al soglio pontificio e il 23 dicembre 1801 gli fu affidata la nunziatura lusitana. Giunse a Lisbona nel maggio 1802. Quando Napoleone invase il Portogallo nel 1808, fuggì in Brasile assieme alla famiglia reale dei Braganza, stabilendosi a Rio de Janeiro. Fu pertanto il primo nunzio a svolgere la sua attività in America Latina, sebbene mantenesse il titolo di nunzio del Portogallo.
Cardinalato
Pio VII lo elevò al rango di cardinale prete nel concistoro dell'8 marzo 1816, ma non ricevette mai la berretta e il titolo, poiché si trovava ancora in Brasile e morì solo dieci mesi dopo, il 10 gennaio 1817, all'età di settantacinque anni. Venne tumulato nella chiesa di San António di Rio de Janeiro, come aveva espressamente richiesto nel suo testamento.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Enrico Benedetto Stuart
- Cardinale Lorenzo Caleppi
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Nisibi | Successore: | |
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Cesare Brancadoro | 23 febbraio 1801 - 8 maggio 1816 | Vincenzo Macchi |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Portogallo | Successore: | |
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Bartolomeo Pacca | 23 dicembre 1801 - 8 maggio 1816 | Giovan Francesco Compagnoni Marefoschi |
Bibliografia | |
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- Vescovi di Nisibi
- Nunzi apostolici per il Portogallo
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