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Vincenzo Macchi (Capodimonte, 30 agosto 1770; † Roma, 30 settembre 1860) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Vincenzo nacque a Capodimonte, diocesi di Montefiascone, nel Viterbese, il 30 o il 31 agosto 1770 da Giovan Nicola e Maria Anna Gilda nata Vagni, entrambi provenienti da nobili famiglie di piccoli possidenti. Il pronipote Luigi Macchi, fu anch'egli cardinale.
Nel 1783 entrò nel seminario Barbarigo di Montefiascone. Nel 1791 fu a Roma sotto la protezione di mons. Giuseppe Garampi, allora titolare della diocesi di Montefiascone e Corneto. Ricevette l'ordinazione sacerdotale nel 1794 e lavorò presso uno studio legale romano, completando gli studi alla Sapienza, dove si laureò in utroque iure il 16 dicembre 1801.
Appena laureato, grazie alle buone relazioni in Curia, fu nominato uditore e abbreviatore presso la nunziatura di Lisbona, dove arrivò nel 1802 al seguito del nunzio Lorenzo Caleppi. Vi rimase sino al 1808, quando il Caleppi seguì la corte portoghese in Brasile al seguito della corte espulsa dai Francesi. Macchi rientrò a Roma, dove fu nuovamente inviato in Portogallo come internunzio e delegato apostolico, incarichi ricoperti sino al 1816, quando fu richiamato a Roma.
Nel 1818 fu nominato prelato domestico di Sua Santità. Preconizzato nunzio presso gli Svizzeri, fu eletto arcivescovo titolare di Nisibi, consacrato il 4 ottobre a Roma dal cardinale Lorenzo Litta, co-consacratori mons. Giovanni Francesco Guerrieri e mons. Giovanni Philip Paroni (Ch), O.F.M. Conv., vicario apostolico in Moldavia.
Presso la nunziatura lucernese[1] rimase sino al 22 ottobre 1819, quando ottenne la prestigiosa nunziatura francese. Il 4 dicembre giunse a Parigi per presentare le proprie credenziali a re Luigi XVIII di Francia, udienza che gli venne concessa il 6 gennaio 1820. Restò a Parigi fino al 1826, negli anni centrali della Restaurazione borbonica e mentre a Roma Leone XII succedeva a Pio VII.
A conclusione della missione parigina il Macchi ottenne da Leone XII l'elevazione al cardinalato nel concistoro del 2 ottobre 1826. Rientrato a Roma, il 23 maggio dell'anno successivo ricevette la berretta cardinalizia e il 25 giugno 1827 il titolo presbiterale dei Santi Giovanni e Paolo.
Negli anni 1828-1830 fu legato apostolico a Ravenna. Nel frattempo, tra il 1828 e il 1829, resse anche, temporaneamente, la legazione apostolica di Forlì. Prese parte al conclave del 1829 che elesse papa Pio VIII in cui pochi voti confluirono sulla sua persona. Nel conclave del 1830-1831, i voti su di lui aumentarono a 23; a questo punto però arrivò sul suo nome l'esclusiva della Francia, probabilmente a causata dei buoni rapporti intrattenuti dal Macchi con i Borboni appena deposti e da una sua propensione al nepotismo. Pare che questa ostilità bloccò la sua nomina a segretario di Stato, che l'appena eletto Gregorio XVI avrebbe voluto.
L'11 dicembre 1834 venne eletto prefetto della Sacra Congregazione per il Concilio e dal 5 luglio 1836 fino al 1841 fu legato apostolico nella provincia di Bologna, dove già da un anno era commissario apostolico straordinario per le quattro Legazioni.
Nel 1840 optò per la sede suburbicaria di Palestrina e dal 15 settembre dell'anno successivo anche divenne pro-prefetto del Tribunale della Segnatura apostolica. Negli anni 1843 - 1844 fu camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali e da quest'ultima data optò per la sede suburbicaria di Porto, Santa Rufina e Civitavecchia. Sub-decano del Sacro Collegio dei Cardinali, assunse il segretariato della congregazione dell'Inquisizione nel 1844, carica che ricoprì sino alla morte.
Prese parte al conclave del 1846 che elesse papa Pio IX e l'11 giugno dell'anno successivo optò per la sede suburbicaria di Ostia, propria del decano del Sacro Collegio dei Cardinali. Delegato apostolico a Velletri e provincia, divenne segretario dei Brevi Apostolici dal 27 giugno 1854 dove dedicò molte della sue cure al riordino dell'Archivio e dei Musei Vaticani e iniziò i restauri delle logge di Raffaello.
Morì a Roma il 30 settembre 1860, la sua salma venne esposta alla pubblica venerazione nella Basilica dei Santi XII Apostoli dove ebbero luogo anche i funerali con la partecipazione di Pio IX. Secondo la sua volontà venne poi sepolto nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo di Roma.
Onorificenze
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Senatore di Gran Croce del Sacro Imperiale Angelico Ordine Costantiniano di San Giorgio (Parma)
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Genealogia episcopale
Successione degli incarichi
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Note |
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Bibliografia |
- Giuseppe Monsagrati, MACCHI, Vincenzo su treccani.it, Treccani Dizionario degli Italiani, 2006 URL consultato il 25-06-2019
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