Ignazio di san Paolo
Venerabile Ignazio di san Paolo, C.P. Presbitero | |
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al secolo Giorgio Spencer | |
Venerabile | |
Età alla morte | 64 anni |
Nascita | Londra 21 dicembre 1799 |
Morte | Carstairs Scozia 1º ottobre 1864 |
Professione religiosa | 1848 |
Ordinazione presbiterale | 26 maggio 1832 |
Venerabile Ignazio di san Paolo, al secolo Giorgio Spencer (Londra, 21 dicembre 1799; † Carstairs Scozia, 1º ottobre 1864) è stato un presbitero inglese. È una grande figura di apostolo dell'Unità dei cristiani insieme al beato Domenico Barberi.
Biografia
Famiglia e studi
George Spencer, poi padre Ignazio di san Paolo, nacque a Admiralty House, Londra, il 21 dicembre 1799. Era figlio del secondo conte, Lord dell'Ammiragliato dal 1794 al 1800, George John Spencer,amico personale di Nelson[1].
Passata la fanciullezza nello splendido palazzo di Althorp,nel Northamptonshire, tra le cure e le istruzioni della governante svizzera, il 18 maggio 1808 il piccolo Giorgio fu assunto in istruzione dal ministro anglicano Riccardo Godley a Eton. Vi rimase fino al Natale del 1818. Passò,poi, presso il ministro Blomfield, rettore di Dunton, nel Buckinghamshire, che fu poi nominato vescovo anglicano di Chester e successivamente di Londra.
Nell'ottobre 1817 entrò nell'università di Cambridge. Dopo gli sbandamenti dell'età, per i quali ricevette i severi rimproveri dalla madre, nel marzo 1819 ottenne il certificato che lo abilitava a ricevere gli ordini anglicani. Si iscrisse anche alla massoneria. Nel giugno dello stesso anno fu tra i primi allievi a ricevere dal duca di Gloucester il grado onorario di M.A. (maestro delle arti) susseguente a quello di B. A. (baccelliere).Nel 1821 da un rabbino londinese apprese anche l'ebraico.
Ministro anglicano
Nel dicembre 1822 fu ordinato diacono. Il 13 giugno 1824 divenne ministro anglicano, restando celibe, con un brillante avvenire davanti a sé. Poteva aspirare a diventare vescovo e a entrare nella Camera dei Pari. In un viaggio in Francia nel 1821 era entrato per la prima volta in contatto con il cattolicesimo di cui seppe vedere soltanto "maschere, incenso, lumi, processioni, presbiteri e chiese". Nel 1825 entrò in possesso del ricco beneficio di Brigton, istituito da suo padre. Egli, però, non era soddisfatto della sua vita e del suo ministero nella confessione anglicana. La sua mente era delusa dalle dottrine contraddittorie della Chiesa Stabilita, ossia dell'anglicanesimo ufficiale, che era soprattutto concorde nell'affermare che "la chiesa di Roma non aveva giurisdizione in questo Regno". Il giovane ministro, austero e compassionevole, vigoroso nella sua azione e ardente di zelo per le anime, era continuamente occupato nelle visite ai poveri e di una carità senza limiti.
Approfondì per anni i fondamenti delle varie confessioni cristiane. Nelle vacanze del 1824 lesse il trattatello di san Giovanni Crisostomo sul sacerdozio che reputò, con suo sbalordimento, "aperto papismo".
Il 27 novembre 1827 ricevette una lettera da una sconosciuta, certa miss Dolling, che gli additava Roma come soluzione dei suoi problemi. Seguì un intenso carteggio e l'incontro con alcuni cattolici. Nell'autunno del 1829, presso il parroco di Northampton, Foley, Giorgio si incontrò con un giovane convertito al cattolicesimo, Ambrogio Phillips De Lisle. Ebbe con lui una lunga conversazione di cinque ore che lo impressionò profondamente. Il 21 gennaio 1830, a Garendon Park, lo Spencer, spalleggiato dal suo superiore di Lichfield e da altri ecclesiastici anglicani, ebbe una solenne disputa con il Phillips[2]. Costui ebbe la vittoria e condusse subito il suo interlocutore, ormai convinto, a Leicester dal domenicano Carlo Benedetto Caestryck che terminò di illuminare il nobile anglicano e il 30 gennaio 1830 lo ammise in seno alla Chiesa cattolica Apostolica Romana.
Abiura e periodo romano
Nel mese di gennaio 1830 dopo essere entrato nella Chiesa cattolica fu mandato a proseguire gli studi a Roma nel Collegio inglese, dietro consiglio del vescovo cattolico mons. Walsh (6 marzo 1830). Gli Spencer ne furono afflittissimi. Suo fratello maggiore, John Charles, era all'epoca Cancelliere dello Scacchiere (ministro delle finanze). Il padre, comunque, non mancò di provvedere ugualmente il figlio con un assegno periodico, in compenso delle tremila sterline che aveva perse lasciando l'anglicanesimo.
Divenne presbitero cattolico il 26 maggio 1832, festa di san Beda il venerabile, nella chiesa di san Gregorio al Celio. Cominciò a prendere contatti con i passionisti, che avevano la casa generalizia dei Santi Giovanni e Paolo, vicino a San Gregorio e li sollecitò a prendere interesse per l'Inghilterra. Tra i passionisti celimontani conobbe il beato Domenico Barberi che, con arcana visione, già anni prima era stato profetizzato missionario in Inghilterra.
Spencer e John Henry Newman
Padre Ignazio conobbe e mantenne i contatti con gli aderenti al Movimento di Oxford dopo il suo passaggio alla Chiesa cattolica. Invitò costoro a pregare per la causa dell'unità dei cristiani. Il Newman, poi, a dire di A. Lippi[3], alluse allo Spencer nel suo romanzo autobiografico Loss and Gain, del 1848 (Perdita e guadagno. Storia di una conversione, trad. it. Jaca Book, Milano 1996, disponibile on line nell'ed. inglese) nella figura di Willis, passato al cattolicesimo prima del protagonista, Charles (che adombra lo stesso Newman). L'amico Willis è diventato passionista con il nome di father Aloysius. È contento della conversione di Charles ma questi gli risponde, riecheggiando sant'Agostino: "No, Willis, tu hai scelto la parte migliore per tempo, mentre io ho indugiato. Troppo tardi ti ho conosciuta, verità antica, troppo tardi ti ho trovata, prima e unica bellezza".
Apostolato in patria e vocazione religiosa
Per circa quindici anni Giorgio Spencer svolse la sua attività ministeriale nella diocesi di Birmingham (West Bromwich), seguendo le indicazioni pastorali del suo vescovo. Fabbricò chiese, fondò missioni e contribuì potentemente al ristabilimento del culto cattolico in quella diocesi. Fu anche docente all' Oscott College, vicino a Birmingham. In quel periodo la Gran Bretagna dipendeva dalla Congregazione di Propaganda fide per l'organizzazione ecclesiastica e l'attività missionaria.
Durante un corso di esercizi spirituali fatto nella casa dei Gesuiti nel 1846, con sorpresa di tutti, a cominciare da lui stesso, si sentì chiamato alla congregazione dei passionisti. Ne scrisse al beato Domenico Barberi, che da pochissimi anni era giunto in Inghilterra. Questi lo accolse nella congregazione nel gennaio 1848 ad Aston Hall. Cambiò il nome da Giorgio in Ignazio, per devozione al Fondatore della Compagnia di Gesù. Da allora moltiplicò lo zelo per sensibilizzare i cattolici del continente europeo verso l'Inghilterra e la "seconda primavera" (second spring) che dava fiori e frutti promettenti per il ristabilimento della Chiesa cattolica nelle isole britanniche.
Missionario Passionista
La sua attività apostolica insisteva molto sulla "crociata di preghiere per la conversione dell'Inghilterra": essa consisteva nella recita di tre Ave Maria e l'invocazione a Maria Ausiliatrice.
Si occupò anche della promozione vocazionale e della richiesta di aiuti, anche economici, per le nuove fondazioni passioniste e le necessità dei cattolici più poveri delle isole britanniche.
« | Dall'epoca in cui padre Ignazio incominciò questa, possiamo chiamarla missione di preghiera - leggiamo in una memoria redatta dopo la sua morte - si sono operate tante conversioni in Inghilterra, si sono fondate tante scuole, erette tante chiese, stabiliti tanti conventi e monasteri e pare che l'Inghilterra non sia più quella che era avanti trent'anni fa. Frutto, senza dubbio, delle preghiere fatte e fatte fare da padre Ignazio. » | |
Aveva un atteggiamento profondamente ottimista, fondato su un' illimitata fiducia in Dio e nella sua infinita bontà. "Ringraziate Dio per ogni cosa" era il suo motto.
Fu scelto come maestro dei novizi passionisti, e, dopo la morte del beato Domenico Barberi, nel 1849, gli succedette come responsabile nel governo delle case d'Inghilterra.
Conobbe e stimò profondamente san Carlo Houben (1821-1893), il passionista olandese che spese la sua vita in Inghilterra e in Irlanda e fu acclamato come il taumaturgo di Dublino, vero samaritano chiamato a confortare malati e oppressi nel corpo e nello spirito.
Padre Ignazio fu poi superiore del ritiro di Londra, quindi consigliere del superiore provinciale per nove anni, ossia fino al 1863; venne poi eletto superiore del ritiro di Sant'Anna di Sutton, vicino a Liverpool. Aveva anche tradotto in inglese una vita di san Paolo della Croce, fondatore della sua congregazione e pubblicato vari suoi sermoni.
Portava avanti l'apostolato delle "piccole missioni" (little missions), da lui inventate, che erano così strutturate: tre giorni di predicazione, con due sermoni quotidiani, disponibilità quotidiana ad ascoltare le confessioni e la celebrazione della santa Messa. Dal 1857 egli tenne ben 245 "piccole missioni" in Inghilterra, Irlanda e Scozia.
Morte e grato ricordo
Morì in Scozia, a Carstairs, per strada, il 1º ottobre 1864 mentre, dopo aver tenuto una "piccola missione", ne stava per iniziare un'altra. Aveva, al momento dell' improvvisa scomparsa, 65 anni di età. Le esequie solenni furono celebrate a Sutton, nel ritiro di sant'Anna, dove riposano le sue spoglie.
Culto
Dal 1992 si è finalmente aperta a Liverpool la fase diocesana di beatificazione di questo insigne passionista inglese, che si è conclusa nel 1997. Ha ricevuto il titolo di venerabile il 20 febbraio del 2021.
« | Egli - fu scritto dopo la sua morte - fu l'anello per così dire, che congiunse la morte colla risurrezione dell'Inghilterra alla fede cattolica... divenne egli medesimo la pietra angolare della Chiesa cattolica che ora va risorgendo dalle sue rovine. » | |
(Libro in cui si notano i suffragi che si fanno per i nostri benefattori e religiosi defonti dal 23 settembre 1839 al 1º giugno 1865, p. 258 (Archivio dei Passionisti, Moricone))
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Opere
- Short Account of the Conversion of the Hon. And Rev. G. Spencer to the Catholic Faith, written by himself, in the English College, at Rome, in the year 1831;
- Letters in Defence of Various Points of the Catholic Faith, 1836;
- A Return to the Primitive Order of the Church, 1839;
- An Account of the Life of C. R. Pakenham, 1857;
- Life of Blessed Paul of the Cross, trans., 1860;
- The Christian Armed, 1865
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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