Verbum Domini
Verbum Domini Esortazione apostolica di Benedetto XVI | |
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Data | 30 settembre 2010 (VI di pontificato) |
Traduzione del titolo | La Parola di Dio |
Argomenti trattati | La Parola di Dio nella vita della Chiesa |
Esortazione apostolica precedente | Sacramentum Caritatis |
Esortazione apostolica successiva | Africae munus |
(IT) Testo integrale sul sito della Santa Sede. | |
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Lo schema del documento |
Introduzione (n. 1)
Prima parte: Verbum Dei
Seconda parte: Verbum in Ecclesia
Terza parte: Verbum mundo
Conclusione
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Verbum Domini è il titolo dell'Esortazione apostolica post-sinodale di papa Benedetto XVI su La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Frutto della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, tenutasi a Roma dal 5 al 26 ottobre 2008, reca la data del 30 settembre 2010.
Il giorno di pubblicazione
Il giorno di pubblicazione del documento è il 30 settembre, in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Girolamo, Padre della Chiesa e autore della versione latina della Bibbia detta Vulgata[1].
Un altro importante documento sulla Bibbia fu pubblicato nella stessa data, 67 anni prima, nel 1943: si tratta dell'enciclica Divino Afflante Spiritu di Pio XII.
Il titolo
Il titolo del documento riprende letteralmente il passo di 1Pt 1,24-25 [2], che a sua volta riprende Is 40,8 [1].
In Is 40,8 si legge: "Verbum autem Dei nostri manet in aeternum", "La parola del nostro Dio dura per sempre". Tale versetto e tale affermazione si situa all'inizio del Deutero-Isaia; il profeta annuncia la liberazione del popolo eletto: la sua schiavitù è terminata e, sotto la guida di Dio, si prepara un nuovo esodo. Nella contingenza della natura ("secca l'erba, appassisce il fiore", ibid.), e dell'uomo ("ogni uomo è come l'erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo", Is 40,6 ), l'unica forza stabile è la Parola di Dio che rimane per sempre.
La prima Lettera di Pietro riprende quel versetto di Isaia per esortare i cristiani a lasciarsi rigenerare "non da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio viva ed eterna", perché "ogni carne è come l'erba e tutta la sua gloria come un fiore di campo. L'erba inaridisce, i fiori cadono, ma la parola del Signore rimane in eterno" (1Pt 1,24-25 ). L'autore della Lettera conclude: "E questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato" (1Pt 1,25 ).
Nel titolo dell'Esortazione Apostolica si può facilmente percepire la concordanza e quindi la continuità tra l'Antico e il Nuovo Testamento, come pure il suo compimento e superamento nella Persona di Gesù Cristo, poiché il Vangelo di cui parla Pietro è il Vangelo "di Gesù, Cristo, Figlio di Dio" (Mc 1,1 ), è la Buona Notizia del mistero pasquale di Gesù.
Il titolo del documento, poi, ha un importante rilievo liturgico, poiché Verbum Domini è l'acclamazione che si proclama, nella liturgia romana in lingua latina, al termine di ogni lettura della Sacra Scrittura: dopo essersi nutrito della Parola di Dio, il suo popolo proclama che quella parola ascoltata viene dal Verbo incarnato, Gesù di Nazaret. Il titolo, pertanto, indica la liturgia come luogo privilegiato della Parola di Dio.
Verbum Domini e Dei Verbum
La Dei Verbum, la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II sulla sacra rivelazione, è spesso rievocata nella Verbum Domini, così come lo era stata anche nel corso del Sinodo[1]. Anche per la somiglianza linguistica (Dei Verbum - Verbum Domini) l'Esortazione Apostolica Postsinodale rimanda alla Costituzione conciliare. La Verbum Domini riconosce il grande impulso che la Dei Verbum ha avuto nella riscoperta della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Al contempo, sotto l’azione dello Spirito Santo che guida la Chiesa nella continuità del cammino indicato da Gesù, il Sinodo sulla Parola di Dio ha voluto "approfondire ulteriormente il tema della divina Parola, sia come verifica dell’attuazione delle indicazioni conciliari, sia per affrontare le nuove sfide che il tempo presente pone ai credenti in Cristo" (n. 3).
È significativo che la Verbum Domini cominci con la citazione biblica con la quale si chiude la Dei Verbum. Le ultime parole di questo documento erano state:
« | Come dall'assidua frequenza del mistero eucaristico si accresce la vita della Chiesa, così è lecito sperare nuovo impulso alla vita spirituale dall'accresciuta venerazione per la parola di Dio, che 'permane in eterno' (Is 40,8 ; cfr. 1Pt 1,23-25 ). » (Dei Verbum, 26) |
San Girolamo, poi, che è richiamato già nella data di pubblicazione della Verbum Domini, è menzionato anche nella Dei Verbum, e in particolare, è citata la sua nota espressione "L'ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo", che si ritrova in Dei Verbum 25 e che è ripresa in Verbum Domini 30.
Contenuto
L'Esortazione Apostolica si compone di una introduzione, tre parti e una conclusione.
Prima parte
Nella prima parte, intitolata "Verbum Dei", il Papa sottolinea il ruolo fondamentale di Dio Padre, fonte e origine della Parola, come pure la dimensione trinitaria della rivelazione.
Nel primo capitolo, "Il Dio che parla" si pone in risalto la volontà di Dio di aprire e intrattenere un dialogo con l'uomo.
È Dio che prende l'iniziativa e si rivela all'uomo in vari modi. Questa sezione mette in risalto l'aspetto cristologico della Parola, sottolineandone al contempo anche la dimensione pneumatologica. In questa parte si affronta anche il rapporto tra Tradizione e Scrittura come pure il tema dell' ispirazione e verità della Bibbia.
Il secondo capitolo, "La risposta dell'uomo al Dio che parla", sviluppa ulteriormente la riflessione sul Dialogo con Dio. L'uomo è infatti chiamato ad entrare nell'Alleanza con il suo Dio che lo ascolta e risponde alle sue domande. A Dio che parla, l'uomo risponde con la fede.
La preghiera più indicata è quindi quella fatta mediante le parole che lo stesso Dio ha rivelato e che sono mantenute scritte nella Bibbia.
Il terzo capitolo è dedicato al tema "L'Ermeneutica della sacra Scrittura nella Chiesa". La Sacra Scrittura è, come auspicato dalla Costituzione dogmatica Dei Verbum, sulla divina rivelazione, l'anima della sacra Teologia.
L'ermeneutica biblica del Concilio Vaticano II viene posta in primo piano rispetto ad altre forme di ermeneutica che potrebbero portare ad un'interpretazione fondamentalista o spiritualista della sacra Scrittura.
La retta ermeneutica richiede la complementarità del senso letterale e spirituale, un' armonia tra la fede e la ragione. Il documento sottolinea poi come ci sia un rapporto del tutto speciale tra i cristiani e gli ebrei, perché condividono buona parte delle Scritture.
Seconda parte
La seconda parte s'intitola "Verbum in Ecclesia".
Il Primo Capitolo "La Parola di Dio e la Chiesa", sottolinea come, grazie alla Parola di Dio e all'azione sacramentale, Gesù Cristo è contemporaneo agli uomini nella vita della Chiesa.
Il secondo capitolo, "La Liturgia luogo privilegiato della Parola di Dio", mette in evidenza il nesso vitale tra la Sacra Scrittura e i sacramenti, in particolare l'Eucaristia.
Il documento ricorda l'importanza del Lezionario, della proclamazione della Parola, del ministero del lettorato e soprattutto, dell'omelia.
Il terzo capitolo, è dedicato a "La Parola di Dio nella vita ecclesiale". Pone in risalto soprattutto l'importanza dell'animazione biblica della pastorale, la dimensione biblica della catechesi, la formazione biblica dei cristiani, la Sacra Scrittura nei grandi raduni ecclesiali, la Parola di Dio in rapporto alle vocazioni. Notevole parte del capitolo è riservata alla lettura orante della sacra Scrittura, in particolare, alla Lectio divina, e alla preghiera mariana.
Terza parte
La terza parte, "Verbum mundo", sottolinea il dovere dei cristiani di annunciare la Parola di Dio nel mondo in cui vivono ed operano.
Essa è divisa in quattro capitoli.
Il primo, "La missione della Chiesa: annunciare la Parola di Dio" presenta la Chiesa orientata al primo annuncio, "ad gentes", a coloro che tuttora non conoscono il Verbo, Parola di Dio, ma anche a coloro che sono stati battezzati ma non sufficientemente evangelizzati e che hanno bisogno di una nuova evangelizzazione per riscoprire la Parola di Dio.
Il secondo capitolo ha per titolo "Parola di Dio e impegno nel mondo". In esso si ricorda che i cristiani sono chiamati a servire il Verbo di Dio nei fratelli più piccoli e, dunque, ad impegnarsi nella società per la riconciliazione, la giustizia e la pace tra i popoli.
Il terzo capitolo è dedicato alla "Parola di Dio e culture". Il Documento auspica che sarebbe auspicabile che la Bibbia fosse meglio conosciuta nelle scuole e università e che i mezzi di comunicazione sociale siano adoperati sempre meglio nella loro divulgazione, usufruendo di tutte le attuali possibilità tecniche.
Il tema dell'inculturazione della sacra Scrittura è legato anche alle traduzioni e alla diffusione della Bibbia, che bisogna ulteriormente incrementare.
Il quarto capitolo, "Parola di Dio e dialogo interreligioso" ribadisce il valore e l'attualità del dialogo interreligioso. Il documento fornisce valide indicazioni circa il dialogo tra cristiani e musulmani, come pure con gli appartenenti ad altre religioni non cristiane, nel quadro della libertà religiosa che implica non solamente la libertà di professare la propria fede in privato e in pubblico, ma anche la libertà di coscienza relativa cioè alla libertà di scegliere la propria religione.
Conclusione
Nella Conclusione, il Santo Padre Benedetto XVI ribadisce l' esortazione a tutti i cristiani ad impegnarsi per entrare sempre più in familiarità con le Sacre Scritture.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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