Girolamo Grimaldi-Cavalleroni
Girolamo Grimaldi-Cavalleroni Cardinale | |
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Età alla morte | 88 anni |
Nascita | Genova 20 agosto 1597 |
Morte | Aix-en-Provence 4 novembre 1685 |
Sepoltura | Cattedrale di Aix |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Nominato arcivescovo | 25 febbraio 1641 da Urbano VIII |
Consacrazione vescovile | Cappella papale, Vaticano, 3 marzo 1641 dall'arc. Fausto Poli |
Creato Cardinale |
13 luglio 1643 da Urbano VIII (vedi) |
Cardinale per | 42 anni, 3 mesi e 22 giorni |
Incarichi ricoperti |
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Girolamo Grimaldi-Cavalleroni, o Jérome (Genova, 20 agosto 1597; † Aix-en-Provence, 4 novembre 1685), è stato un arcivescovo, nunzio apostolico e cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Genova il 20 agosto 1597, figlio di Gian Giacomo e della moglie Girolama nata De Mari, patrizia genovese figlia di Agostino. Il padre, della famiglia dei Grimaldi-Cavalleroni, era barone di San Felice nel Regno di Napoli e senatore di Genova nel 1606.
Formazione e ministero episcopale
Completati gli studi umanistici e giuridici a Roma e addottoratosi in utroque iure, sotto Gregorio XV entrò in prelatura divenendo referendario delle due Segnature.
Sotto il pontificato di Urbano VIII, nel 1625 divenne vice vice legato a Viterbo, e alla morte del cardinal Odoardo Farnese l'anno seguente ne divenne governatore. Fu governatore di Roma dal 26 aprile 1628 al marzo 1632. All'inizio del 1630 fece parte della Congregazione della sanità, presieduta dal segretario di Stato Francesco Barberini seniore, costituita per prevenire l'epidemia di peste che stava devastando Milano, Mantova e tutta l'Italia settentrionale.
Nel concistoro del 29 marzo 1632, il pontefice annunciò ai cardinali la decisione di inviare tre nunzi straordinari presso le potenze cattoliche impegnate nella guerra dei Trent'anni: Lorenzo Campeggi presso Filippo IV di Spagna, il maestro di camera Francesco Adriano Ceva a Parigi presso Luigi XIII e il Grimaldi a Vienna, alla corte dell'imperatore Ferdinando II, dove giunse il 21 giugno per affiancare il nunzio ordinario Ciriaco Rocci.
L'energica azione diplomatica del Vaticano cercava di riconciliare le potenze cattoliche con l'intenzione di unirle contro i protestanti. I successi militari di Gustavo Adolfo di Svezia e la posizione assunta dalla Francia che, pur senza schierarsi, forniva sostegno finanziario e diplomatico ai protestanti olandesi, tedeschi e svedesi nel tentativo di rompere l'accerchiamento in cui voleva stringerla la Spagna e di estendere la propria influenza sulla Germania, preoccupavano seriamente la Santa Sede. Inoltre la Francia, intervenendo nella seconda guerra del Monferrato (1627-1631), aveva invaso il Piemonte ed era riuscito ad acquisire, con la pace di Cherasco del 6 aprile 1631, la piazzaforte di Pinerolo da cui minacciava la Spagna in Nord Italia. Nonostante ciò, Urbano VIII mantenne un'ambigua e sterile posizione di neutralità e di equidistanza e si guardava bene dall'assumere il ruolo di arbitro della contesa.
La missione viennese del Grimaldi, che si mosse sempre con avvedutezza e prudenza, ma entro margini di autonomia ristretti a causa degli sviluppi della guerra, non sortì alcun risultato e il 24 dicembre 1633 la segreteria di Stato gli comunicò che il suo compito era esaurito, senza tuttavia dargli l'ordine esplicito di partire da Vienna. Rientrato a Roma, fu nominato nel 1634 governatore di Perugia e nel 1636 divenne vicelegato a Urbino.
In vista della nunziatura parigina fu eletto arcivescovo titolare di Seleucia il 25 febbraio 1641 e il 3 marzo fu consacrato da mons. Fausto Poli, arcivescovo titolare di Amasea, assistito da mons. Alfonso Sacrati (Ch), vescovo di Comacchio e da mons. Sigismondo Taddei (Ch), di vescovo titolare di Bitetto. Il 27 marzo fu nominato nunzio apostolico per la Francia, carica che tenne sino al giugno 1643.
La missione diplomatica in Francia di Grimaldi fu ancora una volta votata a scarsi risultati. Egli non cessò di sollecitare l'invio di plenipotenziari del re a Colonia per una conferenza di pace che mai prese avvio. I suoi tentativi non scalfirono le posizioni del cardinale ministro che, vedendo volgere in suo favore le sorti della guerra, si dichiarava disposto ad aprire una trattativa solo a condizione di mantenere le posizioni acquisite sul terreno. Lo scoppio della guerra di Castro, il 13 ottobre 1641, fra i cardinali nipoti di Urbano VIII, Antonio e Francesco contro il duca di Parma Odoardo Farnese, rese ancora più difficile la posizione del nunzio.
Egli si trovava a rappresentare lo Stato pontificio alla corte di un sovrano che appoggiava lo sforzo militare del Farnese e accusava il papa di essere mal disposto verso la Francia e di ricercare l'alleanza con la Spagna. La missione del Grimaldi si concluse nel marzo 1644, ed egli partì da Parigi lasciando il suo segretario Giovanni Battista Candiotti ad attendere il nuovo nunzio Nicolò Guidi di Bagno.
Cardinalato
Urbano VIII lo creò cardinale nel concistoro del 13 luglio 1643. Rientrato a Roma, ricevette il cappello cardinalizio il 13 luglio 1644, pochi giorni prima della morte del papa. Prese parte al conclave di quell'anno che vide, il 15 settembre, eletto papa Innocenzo X. Il nostro aveva appoggiato in conclave la fazione dei fratelli Barberini e del loro candidato Giulio Cesare Sacchetti, ma non entrò nelle simpatie del nuovo pontefice. Questi il 17 ottobre gli concesse il titolo cardinalizio di cardinale presbitero di sant'Eusebio e nell'agosto dell'anno seguente lo incaricò di consacrare l'arcivescovo di Aix-en-Provence Michele Mazzarino.
I rapporti tra Innocenzo X e il Grimaldi si guastarono definitivamente quando questi, contravvenendo a un ordine preciso del pontefice, permise ad alcuni membri della famiglia Barberini di fuggire da Roma per rifugiarsi in Francia nel gennaio 1646.
Trasferitosi in Francia alla fine del 1646, risiedette sino alla morte ad Aix-en-Provence. Il 20 settembre 1648, Luigi XIV lo nominò amministratore degli affari temporali dell'arcidiocesi. Il 1º settembre era morto in missione diplomatica presso la Santa Sede l'arcivescovo di Aix, Michele Mazzarino. Il re propose la nomina di Grimaldi alla guida dell'arcidiocesi ma Innocenzo X non la ratificò mai. Grimaldi, rispettoso della regola che impediva a un vescovo nominato dal sovrano di esercitare la sua giurisdizione prima di avere ricevuto la conferma papale, si era astenuto da qualsiasi intervento nell'arcidiocesi, che rimase sede vacante per circa sette anni.
Nel 1655 prese parte al conclave che vide l'elezione di Alessandro VII, questi nel concistoro del 30 agosto di quell'anno confermò la nomina arcivescovile del Grimaldi. Questi, dopo avere ricevuto il pallio e avere mutato il titolo cardinalizio di sant'Eusebio con quello della santissima Trinità al Monte Pincio, il 25 novembre giunse nella sua diocesi, il 3 dicembre ne prese possesso e avviò subito un'intensa attività pastorale, assumendo come modello l'opera di san Carlo Borromeo.
Partecipò al conclave del 1667 e contribuì all'elezione di Clemente IX. Nel 1670 fu costretto invece, per motivi di salute, a disertare il conclave di Clemente X. Nel 1675 gli fu assegnato, in aggiunta all'arcivescovato di Aix, la sede suburbicaria di Albano, ma ritenendo di non poter cumulare le due cariche, ottenne di essere sostituito da fra Angelico, al secolo suo fratello Angelo, dell'Ordine dei domenicani. Continuò quindi a dedicarsi alla diocesi francese. Nel 1676 partecipò al conclave di Innocenzo XI e contribuì alla sua elezione.
Nella disputa che oppose, dal 1673 al 1693, la Francia alla Santa Sede sulla questione della regalia (cioè sul diritto del re di amministrare i benefici ecclesiastici vacanti e di riscuoterne le rendite) e sulla sua estensione a tutto il territorio della Corona, il Grimaldi si adoperò a lungo per un riavvicinamento fra le parti e si rifiutò inizialmente di convocare l'assemblea del clero regionale che avallasse la posizione del re. Il re manifestò tutta la propria irritazione nei suoi confronti rifiutandogli, nel 1682, il diritto di designare un vescovo coadiutore in diocesi.
Morì nel suo palazzo episcopale il 4 novembre 1685 e fu seppellito nella cattedrale metropolitana del san Salvatore di Aix. Lasciò i suoi beni al seminario da lui fondato, agli ospedali, alle comunità religiose e alle opere di carità della città.
Opere
Scrisse De sacra ordinatione, seu sacrarum ordinationum formula..., pubblicato a Roma nel 1677 e due Costituzioni sinodali, una delle quali contiene le istruzioni di san Carlo Borromeo ai confessori [1].
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B
- Papa Sisto IV
- Papa Giulio II
- Cardinale Raffaele Sansone Riario
- Papa Leone X
- Papa Paolo III
- Cardinale Francesco Pisani
- Cardinale Alfonso Gesualdo di Conza
- Papa Clemente VIII
- Cardinale Pietro Aldobrandini
- Cardinale Laudivio Zacchia
- Cardinale Antonio Marcello Barberini, O.F.M.Cap.
- Cardinale Fausto Poli
- Cardinale Girolamo Grimaldi-Cavalleroni
Successione degli incarichi
Predecessore: | Governatore di Roma | Successore: | |
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Giovanni Battista Maria Pallotta | 26 aprile 1628-1º marzo 1632 | Giambattista Spada |
Predecessore: | Vice-Camerlengo della Camera Apostolica | Successore: | |
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Giovanni Battista Maria Pallotta | 26 aprile 1628-1º marzo 1632 | Giambattista Spada |
Predecessore: | Governatore di Perugia | Successore: | |
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Antonio Barberini, O.S.Io.Hieros. | 24 maggio 1634-29 gennaio 1636 | Gaspare Mattei |
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Seleucia in Isauria | Successore: | |
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Antonio Santacroce | 25 febbraio 1641-30 agosto 1655 | Odoardo Cibo |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Francia | Successore: | |
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Ranuccio Scotti Douglas | 9 marzo 1641-25 giugno 1643 | Nicolò Guidi di Bagno |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Eusebio | Successore: | |
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Giovanni Battista Pamphilj | 17 ottobre 1644-11 ottobre 1655 | Nicolò Guidi di Bagno |
Predecessore: | Abate commendatario di Saint-Florent de Saumur | Successore: | |
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François d'Anglure de Bourlemont | 1º gennaio 1649-4 novembre 1685 | Giulio Mazzarino |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Aix | Successore: | |
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Michel Mazarin, O.P. | 30 agosto 1655-4 novembre 1685 | Charles Le Goux de la Berchère (Ch) |
Predecessore: | Cardinale presbitero della Santissima Trinità al Monte Pincio | Successore: | |
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Antonio Barberini (Jr.), O.S.Io.Hieros. | 11 ottobre 1655-28 gennaio 1675 | César d'Estrées |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Albano | Successore: | |
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Virginio Orsini, O.S.Io.Hieros. | 28 gennaio 1675-4 novembre 1685 | Flavio Chigi (Sr.) |
Note | |
Bibliografia | |
|
- Governatori di Roma
- Cardinali Camerlenghi
- Governatori di Perugia
- Vescovi di Seleucia di Isauria
- Nunzi apostolici per la Francia
- Cardinali presbiteri di Sant'Eusebio
- Abati commendatari di Saint-Florent de Saumur
- Vescovi di Aix
- Cardinali presbiteri della Santissima Trinità al Monte Pincio
- Cardinali vescovi di Albano
- Presbiteri italiani del XVII secolo
- Italiani del XVII secolo
- Presbiteri del XVII secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1641
- Vescovi italiani del XVII secolo
- Vescovi del XVII secolo
- Vescovi per nome
- Italiani
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- Concistoro 13 luglio 1643
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