Gianalberto Badoaro
Gianalberto Badoaro Cardinale | |
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Età alla morte | 65 anni |
Nascita | Venezia 12 marzo 1649 |
Morte | Brescia 17 maggio 1714 |
Sepoltura | Cattedrale di Santa Maria Assunta (Brescia) |
Ordinazione presbiterale | 1677 dal cardinale San Gregorio Barbarigo |
Nominato patriarca | 27 settembre 1688 da papa Innocenzo XI |
Consacrazione vescovile | 6 novembre 1688 dal card. San Gregorio Barbarigo |
Creato Cardinale |
17 maggio 1706 da Clemente XI (vedi) |
Cardinale per | 8 anni |
Incarichi ricoperti | |
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Gianalberto Badoaro, o Giovanni Alberto Badoer (Venezia, 12 marzo 1649; † Brescia, 17 maggio 1714), è stato un cardinale e patriarca italiano.
Cenni biografici
Nato il 12 maggio 1649 a Venezia. Figlio di Francesco Badoaro ed Elena Michiel, nipote di Alberto Badoaro(ch), vescovo di Crema, che lo istruì e per il quale ricevette il secondo nome di battesimo. Il suo nome è anche indicato come Giovanni Alberto, come Giannalberto, Gian Alberto e come solo Giovanni; il suo cognome è anche elencato come Badoarius, come Badoer, Badoardo e come Badoere.
Formazione e ministero sacerdotale
All'età di cinque anni, fu affidato per la sua educazione a suo zio il vescovo. Ricevette la tonsura ecclesiastica e una prebenda da suo zio nel 1663, e lo ordinò anche suddiacono nella sua cattedrale; in seguito, andò a studiare all'Università di Padova, dove ottenne il dottorato in utroque iure, sia in diritto canonico che in diritto civile.
Nel 1673, insieme allo zio vescovo, accompagnò il nuovo cardinale Pietro Basadonna a Roma per l'investitura cardinalizia. Durante la visita, il papa gli concesse una prebenda. Rientrato a Crema fu nominato arcidiacono della cattedrale e abate commendatario di San Pietro di Colle. Dopo la morte dello zio vescovo nel 1677 (che gli lasciò tutte le sue ricchezze), in ripudio del nepotismo, si dimise da entrambi gli incarichi e si recò a Padova.
Ordinato sacerdote, dopo il 1677, a Padova, da Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova, futuro cardinale e santo. Canonico del capitolo della cattedrale di Padova, 31 maggio 1681. Richiamato a Venezia dal doge Luigi Contarini, che lo nominò Primicerio della Basilica di San Marco di Venezia nel 1681. Il Senato veneziano lo nominò patriarca di Venezia il 16 settembre 1688; fu il preferito tra i cinque candidati, tra i quali i vescovi di Treviso, Corfù e Bergamo. Ottenne 151 voti favorevoli e 66 contrari.
Episcopato
Eletto dal papa patriarca di Venezia il 27 settembre 1688, fu consacrato il 14 novembre 1688 nella chiesa delle monache di San Lorenzo, Venezia, dal cardinale Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova, assistito da Giacomo Vianoli(ch), vescovo di Torcello, e da Pietro Leoni(ch), vescovo di Ceneda.
Ha visitato tutte le chiese e i monasteri del patriarcato e il suo seminario. Lavorò per migliorare le usanze popolari e aprì un'accademia nel palazzo patriarcale per la formazione del clero. Nel 1690, dopo che papa Alessandro VIII canonizzò il beato Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia, stabilì che per otto domeniche successive alla sua festa liturgica si svolgessero celebrazioni speciali nella cattedrale patriarcale. Fondò il Conservatorio di S. Maria delle Penitenti per le donne che avevano abbandonato la prostituzione.
Consacrò solennemente tre nuove pievi: S. Agostino il 9 dicembre 1691; S. Benedetto il 9 maggio 1692 e S. Maria Zobenigo nel luglio 1700. Nel 1694, eseguendo un'autorizzazione che il Senato gli aveva dato l'anno precedente, concesse che le pinzocchere del sottoportico di S. Marcuola fossero cedute al nuovo monastero di S. Giuseppe in San Trovaso. Nel 1702 permise la traslazione delle spoglie della Beata Contessa di Tagliapietra in una cappella della chiesa parrocchiale di Sant'Ivo. Viveva in modo molto frugale e praticava quotidianamente la penitenza.
Cardinalato
Creato cardinale presbitero nel concistoro del 17 maggio 1706. Trasferito alla sede vescovile di Brescia, con titolo personale di patriarca, il 7 giugno 1706; la diocesi era affetta dalla dottrina eretica del quietismo e il papa voleva che lo zelante e virtuoso cardinale la sradicasse.
Ricevette la berretta rossa il 22 giugno 1706 e il titolo di San Marcello il 25 giugno 1706. Da Roma tornò a Venezia e successivamente si recò a Brescia. Fu ascritto alle più importanti congregazioni della Curia Romana. Il 3 luglio successivo scrisse una lettera pastorale annunciando ai fedeli bresciani la sua elezione a vescovo della diocesi; prese possesso della sede il 27 febbraio 1707. Abate commendatario di Sesto al Reghena, Cividale, dal 1707 fino alla morte. Iniziò subito un'approfondita visita pastorale della città e della diocesi, prestando particolare attenzione al culto divino e alla disciplina ecclesiastica. Nel 1709, appreso che il vescovo di Bergamo Luigi Ruzzini(ch) era gravemente ammalato, si recò ad assisterlo nei suoi ultimi istanti.
Particolarmente forte e decisiva fu la sua azione contro Giacomo Picennino, che aveva introdotto dalla Svizzera alcuni opuscoli eretici in italiano; e contro il milanese Giuseppe Beccarelli, principale promotore del movimento quietista e costretto ad abiurare pubblicamente nel settembre del 1710. Fomentò in città e in diocesi la devozione al Santissimo Sacramento, istituendo, con l'aiuto dei Chierici regolari, una confraternita chiamata Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento.
Optò per il titolo di San Marco l'11 luglio 1712. Fece venire le suore salesiane della Visitazione a Salò, dove fu costruito un monastero che fu inaugurato il 21 dicembre 1712. Ottenne la nomina di monsignor Giovanni Francesco Martinengo(ch), prevosto della Collegiata dei Santi Nazaro e Celso, a Brescia, come suo cooperatore episcopale.
Morte
Morto il 17 maggio 1714, a causa di una grave febbre che lo colpì al ritorno da una visita pastorale, dopo aver ricevuto i sacramenti, a Brescia. Esposto nel duomo di Brescia, dove si svolsero i funerali e sepolto nella cappella di S. Antonio in quella cattedrale, con un'iscrizione che egli stesso aveva preparato.
Beatificazione
Uomo molto pio, aveva fama di santità; il processo di beatificazione è stato aperto ed è stato dichiarato venerabile.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B.Clun.
- Papa Sisto IV
- Papa Giulio II
- Cardinale Raffaele Sansone Riario
- Papa Leone X
- Papa Paolo III
- Cardinale Francesco Pisani
- Cardinale Alfonso Gesualdo di Conza
- Papa Clemente VIII
- Cardinale Pietro Aldobrandini
- Cardinale Laudivio Zacchia
- Cardinale Antonio Marcello Barberini, O.F.M.Cap.
- Cardinale Marcantonio Bragadin
- Cardinale Gregorio Barbarigo
- Cardinale Gianalberto Badoaro
Successione degli incarichi
Predecessore: | Abate commendatario di Summaga | Successore: | |
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Alberto Badoer | 17 maggio 1663 - 17 maggio 1714 | Carlo Rezzonico |
Predecessore: | Primicerio della Basilica di San Marco | Successore: | |
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Giovanbattista Sanudo | 1º gennaio 1681 - 27 settembre 1788 | Pietro Sagredo |
Predecessore: | Patriarca di Venezia | Successore: | |
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Alvise Sagredo | 27 settembre 1688 - 7 giugno 1706 | Pietro Barbarigo |
Predecessore: | Primate di Dalmazia | Successore: | |
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Alvise Sagredo | 27 settembre 1688 - 7 giugno 1706 | Pietro Barbarigo |
Predecessore: | Abate commendatario di San Gallo di Moggio | Successore: | |
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Daniello Marco Delfino | 1706 – 1714 | Daniele Delfino |
Predecessore: | Vescovo di Brescia (titolo personale di patriarca) |
Successore: | |
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Daniello Marco Delfino | 7 giugno 1706 - 17 maggio 1714 | Gianfrancesco Barbarigo |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Marcello | Successore: | |
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Pier Matteo Petrucci, C.O. | 25 giugno 1706 - 11 luglio 1712 | Luigi Priuli |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Marco | Successore: | |
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Giambattista Rubini | 11 luglio 1712 - 17 maggio 1714 | Luigi Priuli |
Voci correlate | |
- Abati commendatari di Santa Maria Maggiore di Summaga
- Primiceri della Basilica di San Marco
- Patriarchi di Venezia
- Primati di Dalmazia
- Vescovi di Brescia
- Cardinali presbiteri di San Marcello
- Cardinali presbiteri di San Marco
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- Concistoro 17 maggio 1706
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