Johann Eberhard Nidhard
Johann Eberhard Nidhard, S.J. Cardinale | |
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Età alla morte | 73 anni |
Nascita | Mühlviertel 8 dicembre 1607 |
Morte | Roma 1º febbraio 1681 |
Sepoltura | Chiesa del Santissimo Nome di Gesù all'Argentina (Roma) |
Professione religiosa | Vienna, 8 ottobre 1648 |
Ordinazione presbiterale | Graz, 1640 ca. |
Nominato vescovo | 15 settembre 1669 da papa Clemente IX |
Consacrazione vescovile | Chiesa del Santissimo Nome di Gesù all'Argentina (Roma), 24 gennaio 1672 dal card. vescovo Federico Sforza |
Elevazione ad Arcivescovo | 16 novembre 1671 da papa Clemente X |
Creato Cardinale in pectore |
24 agosto 1671 da Clemente X (vedi) |
Pubblicato Cardinale |
16 maggio 1672 da Clemente X (vedi) |
Cardinale per | 8 anni, 8 mesi e 16 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Johann Eberhard Nidhard (Mühlviertel, 8 dicembre 1607; † Roma, 1º febbraio 1681) è stato un arcivescovo, cardinale e inquisitore generale di Spagna, austriaco.
Cenni biografici
Nacque a Mühlviertel, Alta Austria, ultimogenito dei cinque figli di Juan Nithard.
All'età di otto anni entrò come studente di grammatica al ginnasio della Compagnia di Gesù a Passau. Dedicò la sua prima giovinezza ad assistere suo padre nella funzione missionaria e nel controllo dell'eresia, che gli era stata affidata dall'imperatore. Fu imprigionato a Neuhaus dalle truppe protestanti, che lo avevano condannato a morte, ma fu liberato dalle truppe imperiali. Prestò servizio per due anni nell'esercito della Lega Cattolica, e quando pensò di arruolarsi nuovamente, la lettura dell'opera di Tommaso di Kempis, C.R.S.A., (1389-1471) De Imitatione Christi, ebbe sul giovane un tale impatto che decise di lasciare l'esercito e per la vita religiosa, come fece Ignazio di Loyola, il santo fondatore della Compagnia di Gesù.
Studiò all'università di Graz ed entrò nella Compagnia di Gesù a Vienna il 5 ottobre 1631. Fu ordinato presbitero a Graz attorno al 1540 ed emise i suoi ultimi voti a Vienna l'8 ottobre 1648. Tenne le cattedre di filosofia, teologia e diritto canonico nell'ateneo di Graz dal 1641 al 1646. Fu poi precettore dei due figli Leopoldo e Marianna dell'imperatore Ferdinando III.
Quando la regina Marianna nel 1649 sposò suo zio materno, re Filippo IV di Spagna, Nithard l'accompagnò come confessore personale, accedendo così alla corte spagnola. Alla morte del marito nel 1665, suo figlio e successore, Carlo II, aveva solo quattro anni, così Marianna assunse la reggenza. L'anno seguente la regina madre nominò Nithard grande inquisitore o inquisitore generale, con questa nomina, Marianna compì due azioni giuridicamente impeccabili, per includere il suo confessore negli organi di informazione e di governo, da dove poteva aiutarlo ad esercitare il meglio possibile come governatore, tutore e curatore del re suo figlio.
La regina dovette anche superare una doppia opposizione alla nomina. Quella dello stesso Nithard, che era contrario ad accettarlo perché gesuita, dato il suo voto di non accettare alcuna posizione o dignità al di fuori della Fraternità se non ci fosse stato in precedenza un espresso mandato papale e il suo status di straniero, che secondo la clausola 33 del testamento di Filippo IV lo escludeva dall'incarico. Quindi la regina, con l'approvazione delle Cortes, naturalizzò spagnolo Nithard con decreto reale del 20 settembre, e due giorni dopo la regina lo nominò inquisitore generale con decreto reale del 22 settembre 1666.
Grazie agli sforzi della regina, il 10 novembre pervennero a Madrid due bolle pontifice: una confermava la nomina di Nithard, l'altra lo obbligava ad accettarla in virtù della santa obbedienza, così, con l'approvazione del pontefice, e senza che vi fosse alcun impedimento, il regio decreto fu emesso dal consiglio dell'inquisizione per ammetterlo come inquisitore generale l'11 novembre. La nomina lo fece automaticamente entrare nel Consiglio di Reggenza, di cui il grande inquisitore faceva parte di diritto. In breve tempo, Nithard ne divenne il presidente e in tal modo diventò valido (primo ministro di Spagna).
Nithard ereditò una Spagna già in decadenza da decenni, un declino accentuato sicuramente dalla guerra di restaurazione portoghese, che dal 1640 assorbiva ingenti risorse umane e finanziarie. Il conflitto terminò nel 1668 con il Trattato di Lisbona e a svantaggio della Spagna: in cambio di Ceuta, quest'ultima perdeva il Portogallo, che non solo ridiventava in tal modo indipendente, ma riacquisiva anche i suoi possedimenti, come il Brasile e le piazzeforti commerciali indiane e indocinesi. Nithard, che aveva stipulato il duro trattato, fu sempre più bersagliato nell'ambiente di corte e Don Giovanni d'Austria continuò con maggior vigore a tramare contro di lui.
Nel 1667 era scoppiata la guerra di Devoluzione contro Luigi XIV di Francia per il possesso delle Fiandre, cui il Re Sole agognava. La Spagna riuscì a evitare una sconfitta solo grazie all'aiuto di Inghilterra, Svezia e Province Unite, potenze decise a evitare l'espansionismo francese. Col Trattato di Aquisgrana del 1668 si chiuse anche questo conflitto, che però, insieme a quello portoghese, era stato finanziato con un aumento della pressione fiscale a danno delle classi meno abbienti, che si unirono quindi alla nobiltà nelle proteste conto Nithard.
Don Giovanni d'Austria sfruttò la situazione e con una sollevazione militare marciò nel 1669 su Madrid, ingiungendo alla Regina madre di congedare Nithard, come infatti avvenne. Il suo posto fu assunto dal marchese di Villasierra, Fernando de Valenzuela.
Nithard declinò molte volte la promozione al cardinalato, ma fu nominato ambasciatore del Regno di Spagna presso la Santa Sede nel febbraio 1669.
Episcopato
Eletto vescovo di Agrigento, non prese mai possesso di questa sede episcopale.
Eletto arcivescovo titolare di Edessa di Osroene il 16 novembre 1671, venne consacrato il 24 gennaio 1672 nella chiesa del Gesù di Roma per mano del cardinale Federico Sforza, vescovo di Tivoli, assistito da Giacomo Altoviti, patriarca titolare di Antiochia, e da Egidio Colonna, patriarca titolare di Gerusalemme.
Cardinalato
Creato cardinale e riservato in pectore da papa Clemente X nel concistoro del 24 agosto 1671, venne pubblicato ufficialmente il 16 maggio 1672, ricevendo il titolo di San Bartolomeo all'Isola l'8 agosto di quello stesso anno. Nel 1676 prese parte al conclave che elesse papa Innocenzo XI, evento dopo il quale optò per il titolo di Santa Croce in Gerusalemme dal 25 settembre 1679.
Morte
Morì a Roma il 1º febbraio 1681, alle 23.00, nella sua residenza del collegio del Santissimo Nome di Gesù. La sua salma venne esposta nella chiesa romana del Gesù, dove i funerali ebbero luogo il 4 febbraio e dove venne sepolto, nella stessa tomba del cardinale Juan de Lugo.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B. Clun.
- Papa Sisto IV
- Papa Giulio II
- Cardinale Raffaele Sansone Riario
- Papa Leone X
- Papa Clemente VII
- Cardinale Antonio Sanseverino, O.S.Io.Hieros.
- Cardinale Giovanni Michele Saraceni
- Papa Pio V
- Cardinale Innico d'Avalos d'Aragona, O.S.Iacobi
- Cardinale Scipione Gonzaga
- Patriarca Fabio Biondi
- Papa Urbano VIII
- Cardinale Cosimo de Torres
- Cardinale Pier Luigi Carafa seniore
- Cardinale Federico Sforza
- Cardinale Johann Eberhard Nidhard, S.J.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Inquisitore generale di Spagna | Successore: | |
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Pascual de Aragón | 15 gennaio 1666 - 15 settembre 1669 | Diego Sarmiento de Valladares |
Predecessore: | Vescovo eletto di Agrigento | Successore: | |
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Ignazio d'Amico[1] (vescovo) |
15 settembre 1669 - 16 novembre 1671 | Francesco Giuseppe Crespos de Escobar[2] (vescovo) |
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Edessa di Osroene | Successore: | |
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Giacinto di Subiano[3], O.P. | 16 novembre 1671 - 16 maggio 1672 | Carlo Francesco Airoldi[4] |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Bartolomeo all'Isola | Successore: | |
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Francesco Nerli seniore | 8 agosto 1672 - 25 settembre 1679 | Giovanni Giacomo Cavallerini |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Croce in Gerusalemme | Successore: | |
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Alfonso Michele Litta | 25 settembre 1679 - 1º febbraio 1681 | Decio Azzolino juniore |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Cardinali in pectore
- Cardinali creati in pectore da Clemente X
- Inquisitori generali di Spagna
- Vescovi di Edessa di Osroene
- Cardinali presbiteri di San Bartolomeo all'Isola
- Cardinali presbiteri di Santa Croce in Gerusalemme
- Presbiteri ordinati nel XVII secolo
- Austriaci
- Presbiteri per nome
- Presbiteri austriaci
- Presbiteri del XVII secolo
- Vescovi consacrati nel 1672
- Vescovi austriaci
- Vescovi del XVII secolo
- Vescovi per nome
- Professioni religiose del XVII secolo
- Religiosi austriaci
- Religiosi per nome
- Vescovi consacrati da Federico Sforza
- Arcivescovi per nome
- Concistoro 16 maggio 1672
- Concistoro 24 agosto 1671
- Cardinali austriaci
- Cardinali del XVII secolo
- Cardinali per nome
- Cardinali creati da Clemente X
- Biografie
- Arcivescovi austriaci
- Nati nel 1607
- Nati l'8 dicembre
- Nati nel XVII secolo
- Morti nel 1681
- Morti il 1º febbraio