Diocesi di Orvieto-Todi

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Diocesi di Orvieto-Todi
Dioecesis Urbevetana-Tudertina
Chiesa latina
435px-Duomo di Orvieto facciata 16 09 06.jpg
vescovo Gualtiero Sigismondi
Sede Orvieto
Suffraganea
Sede immediatamente soggetta alla Santa Sede
Regione ecclesiastica Umbria
225px-OrvietoTodi diocesi.png
Mappa della diocesi
Provincia italiana di Terni
Collocazione geografica della diocesi
Nazione bandiera Italia
Vicario Stefano Puri
Vescovi emeriti: Giovanni Scanavino, O.S.A.
Benedetto Tuzia
Parrocchie 92
Sacerdoti 107 di cui 58 secolari e 49 regolari
841 battezzati per sacerdote
50 religiosi 250 religiose 19 diaconi
95.000 abitanti in 1.310 km²
90.000 battezzati (94,7% del totale)
Eretta VI secolo
Rito romano
Indirizzo

Piazza Duomo 19, 05018 Orvieto [Terni], Italia

tel. +390763341264 fax. 0763.395.008 @
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2017 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
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La diocesi di Orvieto-Todi (in latino: Dioecesis Urbevetana-Tudertina) è una sede della Chiesa cattolica immediatamente soggetta alla Santa Sede e appartenente alla regione ecclesiastica Umbria. Nel 2016 contava 90.000 battezzati su 95.000 abitanti. È attualmente diretta dal vescovo Gualtiero Sigismondi.

Territorio

La diocesi comprende le città di Orvieto e Todi.

Il territorio è suddiviso in 92 parrocchie.

Storia

Diocesi di Orvieto

Centro della federazione etrusca (come attestano i numerosi templi e sepolcri ritrovati), alla fine del III secolo ospitò Sant'Ansano che vi era giunto a predicare; però, secondo la tradizione, sembra che la sede episcopale di Bolsena sia stata trasferita in Orvieto a causa dell'invasione del barbaro Alarico. La notizia sul primo vescovo è del 590. Un'iscrizione mutila del VI o VII secolo rinvenuta presso Orvieto comincia con: in nomine Dni nostri Iesu C(hristi), e pare ricordi un vescovo che visse ante episcopatum 40 anni e come vescovo 11 anni[1].

Nel 538 Belisario conquistò la città. Procopio la descrive e la chiama alla greca (Ourbibentos). Nel 605 arrivarono i longobardi, secondo Paolo Diacono. Il conte longobardo Farolfo (VIII secolo) ebbe dei nipoti devoti di San Romualdo, loro ospite. Feudatari non longobardi furono: Ugo di Toscana (993) e Gerardo (1004). Nel 975 forse vi fu il primo riconoscimento delle libertates mercantili per intervento del vescovo. Nel 1137 si accenna a precedenti attività comunali. Nel 1157 Orvieto giurò ligium dominium al Papa, e questi ottenne il beneficium d'essere ospitato e difeso personalmente o nei suoi successori e nelle persone di Curia. La città fu fedele al patto e sostenne vittoriosamente l'assedio di Enrico VI (1189), che voleva punire gli Orvietani di aver sottoscritto con Pepo Farnese la pace di Venezia (1177). Nel XIII secolo lo Stato d'Orvieto sottomise il contado Guiniccesco (1168) e IIdibrandesco (1203) e si estese sino al mare (Orbetello: significa piccola Orvieto; Isola del Giglio), confinando con Siena, Perugia, Todi e il Patrimonio di San Pietro.

Quest'ultima vicinanza creò liti territoriali, che favorirono moti ereticali e tra questi quello dei patarini concorezzesi (seconda metà del XII secolo). Innocenzo III, a domanda dei cittadini, inviò Pietro Parenti come rettore, ma questi fu ucciso (1199). Da allora cominciarono le persecuzioni contro gli eretici. Nel 1249 funzionava l'Inquisizione domenicana, poi (1260) francescana, in rapporto alla politica antighibellina.

San Francesco forse predicò ai margini di Orvieto (1216; ma il francescanesimo prese piede e nel 1260 apparvero i Laudesi che ebbero una loro mistica, la beata Angiolina Montemarte. I domenicani eressero a Orvieto la prima chiesa dedicata a san Domenico (1233, ebbero una cattedra di teologia anche con San Tommaso (1261-1264 circa), diressero una scuola e un Terz'ordine di cui fu nota la beata Vanna. Giunsero a Orvieto (1259-1260) anche i Servi di Maria e gli eremitani, fra i quali fu il teologo Ugolino d'Orvieto (morto nel 1371).

Nel 1263 o nel 1264 avvenne nella diocesi di Orvieto il celebre miracolo eucaristico di Bolsena: fu il vescovo Giacomo Maltraga che attestò l'autenticità del miracolo. Nel 1264, con la bolla Transiturus de hoc mundo, Urbano IV istituì la solennità del Corpus Domini stabilendo che questa venisse celebrata il giovedì dopo l'ottava di Pentecoste.

A Orvieto fu innalzato un tempio sul luogo più alto (1290), al quale si aggiungeranno la cappella del Corporale (1350) e la Cappella Nuova (1408). Il Duomo venne disegnato da Arnolfo di Cambio in forme tardo romaniche. I lavori proseguirono in stile gotico sotto la guida di Lorenzo Maitani.

Intanto la città, che aveva circa 30.000 abitanti, si dedicava ai commerci anche d'oltremare (per esempio i missionari domenicani a Samarcanda, secoli XIII-XIV). Speciali rapporti con paesi europei furono dovuti ai soggiorni della Curia con i contatti con gli ambasciatori e i sovrani (Inghilterra, Francia, Germania, ecc.).

Nella seconda metà del XII secolo ai consoli si aggiunse il rettore o podestà; nel 1250 il Popolo prese il potere, contemporaneamente a Firenze; dal 1256 al 1292 si imposero le Arti, favorite dai papi. Nel 1292 fu imposto anche il catasto, uno dei primi in Europa. Bonifacio VIII predilesse Orvieto: qui gli furono erette statue ed accettò l'ufficio di capitano del popolo (1297-1298) e di podestà (1299). Con i primi del XIV secolo Orvieto perse potere sul litorale e sul retroterra tirrenico. L'economia regredì. Vi furono vari tentativi di signorie (1334-1353); con Egidio Albornoz, che aveva a capo delle truppe l'orvietano Conte di Montemarte, iniziò (1354) la terza fase politica con la signoria personale del papa, restando esclusa la città dal Patrimonio di San Pietro (1368). Nella generale confusione non mancarono ritorni a regime quasi comunale (pace di Benano, 1389), né tentativi di signorie locali appoggiate a interessi stranieri (Napoli, Roma, Perugia, antipapa, ecc.); fino a che nel 1448 Orvieto fu retta da Niccolò V pressoché nella forma del 1368. Alla pace interna, benedetta da Pio II (1460), segui il riordinamento costituzionale (1461) e il potere fu diviso fra le varie classi sociali con l'appoggio del Papa contro gli abusi feudali nel contado. Orvieto resistette due volte a Carlo VIII (1494-1495), e ospitò Alessandro VI, il cui governo fu esercitato dal Valentino, e Clemente VII (1527-1528), sfuggito al sacco di Roma. Forse dono di tale periodo alcuni privilegi di onore del vescovo a cui seguirono distinzioni notevoli per il capitolo della cattedrale.

Al tempo della Riforma cattolica nel 1566 sorse il Seminario; nel 1588 i Dottrinari e nel 1621 i Gesuiti aprirono scuole e collegi. Nel 1564 fu più equamente diviso il governo fra nobili e popolani e in tale stato fu riconfermato nel 1755, di modo che l'invasione giacobina non aveva niente da insegnare. Nel 1794 arrivarono i Carissimi che resistettero alla bufera napoleonica. Nel 1798 il popolo si sollevò contro i giacobini. Ultimi episodi della lotta fra Chiesa e Stato in Orvieto fu la persecuzione di Napoleone contro il vescovo Giovanni Battista Lambruschini (1809), e l'incarceramento del vescovo Giuseppe Vespignani durante la Repubblica Romana (1849).

Nel 1860 Orvieto entrò a far parte dell'Umbria e divenne il punto delicato della Convenzione di settembre, vinto dall'orvietano Filippo Antonio Gualterio su Napoleone III.

Diocesi di Todi

In epoca romana il territorio diocesano coincise con quello dell'antica Tuder, Colonia Fida Julia, già municipio. Il cristianesimo vi si diffuse presto da Roma a motivo della via Flaminia, della via Amerina, e degli altri antichi itinerari per Orvieto, Baschi e Spoleto. Oltre ad importanti ricordi etruschi e romani, sulla via Flaminia si trova un piccolo cimitero sotterraneo e nel territorio un gruppo di chiese cimiteriali dedicate ai santi Terenziano, Antimo, Illuminata, Fidenzio e Terenzio, Felice, Faustino, Arnaldo. Nel IV secolo un possedimento detto Angulas, donato secondo il Liber Pontificalis dall'imperatore Costantino, pagava un tributo alla basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Il papa martire San Martino I (649-656) nacque in un villaggio della diocesi sulla destra del Tevere, oggi detto Piano di San Martino; a lui furono dedicate anche varie antiche cappelle. Nel 757 è documentata una confinazione della diocesi con quelle di Perugia, Assisi, Bevagna e Spoleto. Dopo il 726 Todi si sottomise alla Chiesa romana; nell'817 Ludovico il Pio, e nel 962 Ottone ne riconfermarono il possesso al Papa. Nel XIII secolo le Decime o Collettorie dell'Archivio Vaticano vi ricordano numerose chiese.

Nel 1001 papa Silvestro II tenne un concilio a Todi. Nel 1133 vi sorse il primo convento premostratense italiano in quello antico benedettino di San Leucio. Innocenzo III ne riprese il dominio dopo l'occupazione di Federico I ed Enrico II e nel 1198 spedì da qui dei documenti. Morì ed è sepolto a Todi san Filippo Benizi, uno dei fondatori dei Servi di Maria (1285). Nel periodo avignonese la città fu indipendente. L'antipapa Niccolò V nel 1328 vi si rifugiò insieme a Ludovico il Bavaro. Bonifacio IX - nato circa nel 1356 - visse a Todi la giovinezza presso lo zio vescovo e, tra vari privilegi, concesse ai francescani del luogo lo Studio minore. Nel 1392 concesse la città prima in prefettura a Malatesta di Rimini e poi in vicariato ad Andrea e Pandolfo. Nel 1433 Todi passò sotto Francesco Sforza. Papa Niccolò V vi dimorò vari giorni (1449), Pio II un mese (1459) e Paolo II vi si fermò nel viaggio da Perugia a Roma (1535).

In epoche successive il vescovo Angelo Cesi (1566-1606) lavorò per la riforma cattolica e lasciò importanti monumenti e il cardinale Marcello Lante fondò il Seminario (1608).

Il 24 luglio 1796 la Madonna del Campione, che da secoli si venerava presso il palazzo comunale di Todi, dove si conservavano i campioni di pesi e misure, fu vista aprire e chiudere gli occhi. Seguì un regolare processo canonico che confermò il fatto miracoloso.

Nel 1972 la diocesi fu unita in persona episcopi alla diocesi di Orvieto.

Il 30 settembre 1986 un decreto della Congregazione per i Vescovi stabilì la plena unione delle diocesi di Todi e Orvieto nella nuova circoscrizione ecclesiastica di Orvieto-Todi.

Cronotassi dei vescovi

Vescovi di Orvieto

Vescovi di Todi

Bentivenga dei Bentivenghi

Vescovi di Orvieto-Todi

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 95.000 persone contava 90.000 battezzati, corrispondenti al 94,7% del totale.

Note
  1. Giovanni Battista De Rossi, Bull. di arch. crist., 6, 1881, P. 117;CIL, XI, 2899
Bibliografia
Fonti
Voci correlate
Collegamenti esterni