Basilica di Maria Santissima Annunziata (Trapani)

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Basilica di Maria Santissima Annunziata di Trapani
Trapani BW 2012-10-10 11-31-55 1.JPG
Trapani, Basilica Santuario di Maria Santissima Annunziata
Altre denominazioni Santuario dell'Annunziata, Santuario della Madonna di Trapani
Regione Stemma Sicilia
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Sicilia
Provincia Trapani
Comune Stemma Trapani
Diocesi Trapani
Religione Cattolica
Indirizzo Via Agostino Pepoli, 178
91100 Trapani (TP)
Telefono +39 0923 539184
Posta elettronica info@madonnaditrapani.it
Sito web Sito ufficiale
Proprietà Diocesi di Trapani
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Basilica
Dedicazione Maria Vergine
Sigla Ordine qualificante O.C.
Sigla Ordine reggente O.C.
Fondatore Ordine Carmelitano
Data fondazione 1260-1270 ca.
Architetto Giovanni Biagio Amico (ristrutturazione del XVIII secolo)
Stile architettonico Gotico, rinascimentale, barocco
Inizio della costruzione 1315 ca.
Completamento 1770
Coordinate geografiche
38°01′08″N 12°32′31″E / 38.018927, 12.541926 bandiera Italia

La Basilica di Maria Santissima Annunziata, detta anche Santuario della Madonna di Trapani o Santuario dell'Annunziata, è una chiesa che sorge ai piedi del Monte San Giuliano, oggi Erice, a pochi chilometri dal centro storico di Trapani: l'edificio è il santuario mariano più celebre della Sicilia occidentale.

Storia

Periodo svevo-aragonese

A causa della persecuzione musulmana in Palestina, nel XIII secolo i frati carmelitani cercarono rifugio in Sicilia. Nel 1238 a Trapani, dapprima gli fu concessa la piccola Chiesa di Santa Maria del Parto, costruita dai pescatori nel primo quarto del XIII secolo, alle spalle dell'odierna chiesa dell'ex Collegio dei Gesuiti, accanto alle mura civiche.

Secondo una tradizione i carmelitani, in seguito alla donazione effettuata nel 1250 dal notaio Ribaldo Abbate e da sua moglie Palma Donores di alcuni beni terrieri, costruirono intorno al 1260-1270 una piccola chiesa o cappella romanica, dedicata all'Annunziata, dove i religiosi stessi si trasferirono per continuare la loro vita comunitaria e contemplativa. È comunque, nel 1280, che si ritrova il primo sicuro documento sul convento in cui, a conferma e con ulteriore ampliamento dei doni del marito Ribaldo Abbate, la vedova (di seconde nozze) Donna Perna, sceglie pure la sua sepoltura nella chiesa e mostra grande attenzione per la futura vitalità del complesso.[1]

È importante ricordare che, intorno al 1250, entrò nel convento Alberto degli Abbati (1240 ca.-1307), della medesima famiglia dei due benefattori, grazie al quale vennero donati ai carmelitani ulteriori beni immobiliari (terreni, masserie, ecc.), per il loro sostentamento e per i lavori di ampliamento della chiesa originaria. Così la storia dei carmelitani trapanesi si unì indissolubilmente alla famiglia degli Abbate (strettamente legati alle monarchie, sveva prima e aragonese poi) e, nel corso dei secoli, con altri casati nobiliari ericino-trapanesi che, con il consenso e il sostegno degli stessi sovrani succedutisi nel governo della Sicilia, favoriranno la realizzazione della nuova chiesa e del suo apparato decorativo.

Inoltre, all'inizio del XIV secolo sulla scia della crescente venerazione per sant'Alberto degli Abbati e nel contesto di un generale risveglio culturale, che in Sicilia coincide con la casa regnante aragonese in particolare sotto il regno di Federico III d'Aragona (1273 ca.-1337), grande devoto del santo trapanese, prende avvio la costruzione del nuovo edificio religioso, più ampio e monumentale, realizzato dai carmelitani in stile gotico catalano (a tre navate, con lunghe ogive, con delle monofore e portali, di cui alcuni ancora visibili sul fianco settentrionale) i cui lavori iniziarono intorno al 1315 e terminarono in una prima fase nel 1332-1338 e in una seconda intorno 1420.

Periodo spagnolo

Nel corso del XVI e XVII secolo il convento carmelitano venne notevolmente modificato e non rimase quasi niente dell'originaria struttura del XIII secolo.

Nel 1535 si ebbe il completamento della Cappella della Madonna di Trapani progettata e realizzata dall'architetto Simone Vaccara, che custodisce la preziosa Statua marmorea della Madonna con Gesù Bambino detta Madonna di Trapani (1360 ca.), attribuita a Nino Pisano.

Tra il 1740 e il 1770, la basilica venne complessivamente modificata nella forma odierna, su progetto dell'architetto e teologo Giovanni Biagio Amico (1684-1754).

Dall'Ottocento a oggi

Negli ultimi secoli, sono state consolidate le strutture presenti, inseriti nuovi elementi architettonici, come il ciborio dell'altare maggiore - realizzato dopo che il Santuario il 25 marzo 1950 è stato elevato alla dignità di Basilica minore da papa Pio XII (1939-1958)[2] - restaurate alcune parti del complesso monumentale, come la Cappella della Madonna, e aggiunte nell'apparato decorativo varie pregevoli opere quali i dipinti del pittore trapanese Andrea Marrone (1859-1861).

Descrizione

Basilica di Maria Santissima Annunziata, pianta
Legenda: 1 - Torre campanaria; 2 - Cappella dei Pescatori; 3 - Navata; 4 - Altare maggiore; 5 - Ciborio; 6 - Coro ligneo; 7 - Abside; 8 - Volta gotica; 12 - Cappella della Risurrezione o dei Marina; 13 - Cappella di San Vito e Santa Teresa; 15 - Rifugio della Madonna; 16 - Portali rinascimentali; 17 - Cappella della Madonna di Trapani; 18 - Sacello della Madonna di Trapani; 19 - Statua della Madonna di Trapani; 20 - Sala degli ex voto; 21 - Cappella di Sant'Alberto; 22 - Altare di Sant'Alberto; 23 - Statua di Sant'Alberto; 24 - Cella di Sant'Alberto; 27 - Sacrestia

Esterno

Facciata

La facciata, a salienti, presenta un portale a sesto acuto dell'inizio del XV secolo, a ghiere intagliate sorrette da colonnine con capitelli, e aperto al centro da uno splendido rosone a dodici colonnine e archetti incrociati.

Campanile

A destra della facciata si innalza l'imponente campanile barocco (1), a pianta quadrangolare, eretto tra il 1655 e il 1677 circa ad opera di varie maestranze. Nella cella campanaria si trovano quattro campane, tre delle quali rifuse nel 1947 dalla Fonderia Carmine Capezzuto di Napoli e benedette il 16 novembre dello stesso anno dal cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo.

Interno

La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), si presenta a unica e ampia navata, ricostruita tra il 1740 e il 1770 su progetto dell'architetto Giovanni Biagio Amico.

Navata e controfacciata

Basilica di Maria Santissima Annunziata (interno)

La navata (3), decorata da stucchi dorati e articolata da 16 colonne monolitiche, addossate alle pareti, ha una copertura a volta a botte e presenta lungo le pareti otto dipinti[3] raffiguranti:

Sulla controfacciata dell'aula liturgica, sopra il portale centrale sono collocati:

  • Cantoria e organo a canne: lo strumento musicale è a trasmissione elettrica, con tre manuali di 61 note, pedaliera 32 tasti, 41 registri e quasi 3.000 canne, realizzato nel 1980 dalla Ditta G. Ruffatti e Figli di Padova.

Presbiterio e abside

Nel presbiterio, rialzato di alcuni gradini, si segnalano:

« E COEMETERIO CIRIACAE 1778. DREPANI 1781 »

Dietro l'altare e il coro, si apre l'abside esagonale (7), coperta da una volta gotica a vele costolonate e illuminata da una bifora tardogotica (8), che presenta:

Cappella dei Pescatori

Lungo la parete destra della navata si apre la cappella, dedicata alla Madonna della Misericordia, detta anche Cappella dei Pescatori (2), oggi battistero, costruita nel 1476 e ristrutturata tra il 1537 e il 1569, alla quale si accede attraverso un passaggio, delimitato da un piccolo cancello in ferro battuto. L'ambiente, a pianta quadrata, con una ricca arcata gotica dagli ornati a linee spezzate e sormontata da una cupola ottagonale di matrice arabo-normanna su raccordi angolari a strombo d'archi e costoloni i cui spicchi sono decorati con dipinti murali raffiguranti:

Cappella dei Marinai

Anche le pareti presentano pregevoli dipinti murali tra i quali si notano:

  • alla parete orientale, Trasfigurazione di Gesù Cristo e Pesca miracolosa (fine XV - inizio XVI secolo), affreschi di ambito siciliano.
  • alla parete settentrionale, sopra la cuspide ogivale dell'arco d'ingresso, figurano tre pannelli eseguiti nel 1537 ad affresco, raffiguranti:
    • a sinistra, Scena di pesca del corallo
    • al centro, Epigrafe con la datazione nella quale si legge "HOC OPUS FIERI FECERUNT DEVOTI PISCATORES COMMUNI SUMPTU ANNO DOMINI MCCCCCXXXVII UNDECIMAE INDICTIONIS."
    • a destra, Alcune specie di pesci.

Tracce di pittura lasciano supporre che originariamente tutta la cappella fosse completamente decorata ad affresco.

Cappella della Risurrezione o dei Marinai

In fondo alla parete sinistra della navata si apre la cappella, dedicata alla Risurrezione di Gesù Cristo, detta anche Cappella dei Marinai (12), eretta dai marinai (ossia, i naviganti per commercio) alla metà del XV secolo e restaurata entro il primo quarto del XVI secolo, che si presenta in forme rinascimentali ancora permeate di elementi gotici e persino arabo-normanni (bugne, cordoni, nicchie angolari sottocupola). L'ambiente, a pianta rettangolare, con profonda absidiola, nella quale, e lungo le pareti, ricorrono nicchie a conchiglia, si presenta coperto da una cupola emisferica in pietra a vista, realizzata attraverso una sequenza di anelli concentrici in conci di calcarenite locale. Attualmente, la cappella è sede per la custodia del Santissimo Sacramento.

Cappella della Madonna di Trapani

Cappella della Madonna di Trapani

Dietro l'altare maggiore per due portali rinascimentali del 1579 (16), si entra nel santuario propriamente detto, o Cappella della Madonna di Trapani (17), a pianta rettangolare (27 x 8 m), progettata e realizzata tra il 1498 e il 1535 dall'architetto Simone Vaccara, su commissione della famiglia del Bosco che ne detiene ab antiquo il diritto di juris patronato.

L'ambiente presenta uno splendido apparato decorativo:

Antonino La Valle, Cantoria e organo (1630)

Attraversata una massiccia cancellata decorata a motivo di rete da pesca, realizzata in bronzo nel 1591 da Giuliano Musarra, su commissione del priore Eligio Fiorentino, si accede al sacello semicircolare della Madonna di Trapani (18): l'opera venne finanziata da Diego Henriquez e Guzman, vicerè di Sicilia e dalla sua consorte, come documentato nel cartiglio posto sulla stessa che recita:

(LA) (IT)
« D.O.M./ VIRGINIQUE MARIAE ANNUNTIATAE /DIDACUS HENRIQUEZ ET GUZMAN/COMES ALBADALISTAE SICILIANE PROREX / ATQUE MARIA DURREA PROREGINA / PIETATE ATQUE RELIGIONE / CLARISSIMI VIRGINIS MATRIS SACELLUM FERREIS CRATIBUS DEMPTIS PRO LOCI / DIGNITATE AENEO OPERE EXORNANDUM CURAVERE / ANNO DOMINI MDLXXXXI » « A Dio Ottimo Massimo / e alla Vergine Maria Annunziata / Diego Henriquez e Guzman/ conte di Albadalista e viceré di Sicilia e Maria Durrea viceregina / Chiarissimi per devozione e religiosità / fecero adornare / come richiedeva la dignità del luogo / la Cappella della Vergine Madre / con un'opera di bronzo dopo aver tolto il cancello di ferro. / L'anno del Signore 1591 »
Nino Pisano, Statua della Madonna con Gesù Bambino detta Madonna di Trapani (seconda metà del XIV secolo), marmo

All'interno è possibile ammirare:

Sala degli ex voto

A destra della Cappella della Madonna, si accede all'ambiente nel quale sono conservati gli ex voto (20), offerti dai fedeli per testimoniare la devozione e ringraziare Maria Vergine per aver ascoltato la propria preghiera. Si tratta prevalentemente di piccoli dipinti, molti di questi raffiguranti barche o navi in balia delle onde, alcuni di pregevole fattura, in cui vengono ricordate le circostanze dello scampato pericolo e i nomi dei marinai che furono salvati per divina intercessione.

Gli ex voto dipinti, databili tra il XVIII e il XX secolo, recano spesso la sigla V.F.G.A.:

(LA) (IT)
« Votum Fecit, Gratiam Accepit » « Voto fatto, grazia ricevuta »

Rifugio della Madonna

A sinistra della Cappella della Madonna, tra questa e la successiva, si apre una grande nicchia (15), detta il Rifugio perché, durante la Seconda guerra mondiale (1940-1944), la statua della Madonna di Trapani fu qui conservata per proteggerla dai bombardamenti.

Cappella di San Vito e di Santa Teresa

A sinistra della Cappella della Madonna, si accede alla cappella (13), edificata tra il 1579 e il 1582, inizialmente dedicata a san Vito martire e successivamente, dopo la sua canonizzazione, intitolata anche a santa Teresa d'Avila, dove all'altare era collocato un pregevole dipinto (attualmente conservato nel vicino Museo Pepoli) raffigurante:

Cappella di Sant'Alberto

A destra della Cappella della Madonna, si accede alla cappella (21), dedicata a sant'Alberto degli Abati, documentata già nel 1370, ma modificata e ampliata tra il 1582 e il 1624, grazie alle donazioni della famiglia Ventimiglia-del Bosco. Nella parete di fondo si notano la mostra e l'altare (22) che presentano un rivestimento, in marmi policromi intarsiati, realizzato nel 1676 e commissionato dai fratelli Giuseppe, Antonio e Salvatore Ripa, membri del Senato cittadino.

All'interno della cappella si conservano:

Cella di Sant'Alberto

Per una piccola porta, a destra della Cappella di Sant'Alberto, si accede alla cella del Santo (24), restaurata nel 1623 dai frati conversi Benedetto Bonsignore e Franco Selliti, dove sono collocati:

Sacrestia

Per una porta a destra della Cappella di Sant'Alberto si accede alla sacrestia (27), sistemata nel XVIII secolo, dove si notano:

Note
  1. Cfr. Vincenzo Scuderi, La Madonna di Trapani e il suo Santuario, Santuario della Madonna di Trapani, Trapani, 2011, pp. 21-25
  2. Basiliche minori in Italia
  3. Questi dipinti erano le pale degli altari laterali demoliti a seguito della riforma liturgica voluta dal Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965).
  4. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri"
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 9 gennaio 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.