Pierre Van Der Worst
Pierre Van Der Worst Vescovo | |
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Età alla morte | S anni |
Morte | 1549 |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 20 febbraio 1535 da Paolo III |
Consacrazione vescovile | 14 marzo 1535 dal card. Antonio Pucci |
Incarichi ricoperti |
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Pierre Van Der Worst, anche Vorst o Voorst; (LA) Petrus Vorstius († 1549), è stato un vescovo fiammingo.
Cenni biografici
Non si hanno dati sui natali di Pierre, si conoscono i fratelli: Jean che fu decano del capitolo della cattedrale di Utrecht, canonico di Saint-Lambert a Liegi e preposito del Capitolo della Cattedrale di Cambrai; Gauthier, protonotario apostolico e canonico di Cambrai, morto nel 1535; Jacques, medico e consigliere del Consiglio Reale del Brabante; Engelbert, che visse nel castello di Loenbeke. Ebbe anche due sorelle, Isabel e Barbe.
Primi anni
Pierre studiò a Lovanio conseguendo il dottorato in utroque iure. Seguì il suo professore Adriaan Florenszoon Boeyens in Spagna dove era stato nominato vescovo di Tortosa. Quando questi fu eletto Papa con il nome di Adriano VI, lo accompagnò a Roma dove fu nominato cappellano pontificio.
Dopo la morte di Jean de Beecke, prevosto di Cambrai, il beneficio ecclesiastico fu dato a Pierre van der Vorst, probabilmente da papa Adriano. Il 18 giugno 1529 Pierre si dimise dall'incarico in favore del fratello Jean. Pierre tenne anche un canonicato nel Capitolo della Cattedrale di Anversa ed ebbe anche un canonicato a Aix-la-chapelle e a Liegi.
A Roma divenne amico del cardinale Willem Enckenwoirt e nel 1625 papa Clemente VII lo nominò uditore di Rota per la nazione tedesca.
Nel 1534, quando Enckevoirt scrisse le sue ultime volontà e il testamento, Pierre van der Vorst fu nominato esecutore testamentario dei suoi beni in Italia. Il 28 luglio 1534 il cardinale Eberhard von der Mark, vescovo di Liegi, con il quale van der Vorst lavorò nel 1537, gli concesse l'arcidiaconato di Famenne (una delle sette arcidiaconie di Liegi), incarico un tempo ricoperto da Willem van Enckevoirt. Successe a questi, dopo le sue dimissioni nel 1534, come arcidiacono del Brabante nella Chiesa di Cambrai.
Episcopato
Nel 1535 van der Vorst fu nominato da papa Paolo III vescovo di Acqui: fu consacrato da Antonio Pucci, cardinale presbitero dei santi Quattro Coronati. Van der Vorst fu subito messo al lavoro presso la Curia romana. Il 27 agosto 1535 papa Paolo III emanò una bolla, datata 23 agosto, dove istituiva una commissione di cinque cardinali: Giovanni Piccolomini, Antonio Sanseverino, Girolamo Ghinucci, Giacomo Simonetta e Paolo Emilio Cesi e tre vescovi, Cristoforo Giacobazzi, Noccolò Dolce[1] e Van der Vorst, per realizzare una riforma della città di Roma e della Curia romana, con poteri illimitati per sradicare e punire tutte le trasgressioni, gli abusi e gli errori spirituali e laici,[2] commissione che non sortì i risultati sperati dal pontefice.[3] Il giorno di Pasqua del 1536, nella Basilica di San Pietro a Roma, l'imperatore Carlo V emanò un decreto, confermando il vescovo Petrus Vorstius come principe e consigliere imperiale e Locumtenens Palatii Apostolici Causarum.
Missione presso i principi tedeschi
Il 10 settembre 1536 fu inviato come nunzio nel Sacro Romano Impero per annunciare ai vari principi l'apertura del Concilio ecumenico, che avrebbe dovuto tenere la sua prima sessione a Mantova il 23 maggio dell'anno seguente. Fu accompagnato dal segretario Cornelius Ettenius che tenne un diario del viaggio. La parte più difficile della missione fu quella di convincere i vari principi tedeschi, sia cattolici che protestanti, a sostenere o almeno a collaborare alla convocazione del Concilio e al suo lavoro.
Van der Vorst arrivò a Vienna il 6 novembre 1536 e fu accolto favorevolmente da Ferdinando I d'Asburgo, re dei Romani, della Boemia, dell'Ungheria e della Croazia, fratello minore dell'imperatore Carlo V. Nel mese di gennaio viaggiò nel nord della Germania presso le città e i principi riformati. Il 24 febbraio 1537 partecipò a una riunione della lega di Smalcalda e cercò di convincere i capi protestanti e i loro teologi, tra cui Filippo Melantone, a riconoscere il Concilio. I protestanti vollero discutere ogni punto di differenza con Roma e pretendevano che il concilio si tenesse in terra germanica.
Il 9 marzo era a Halle, la residenza del cardinale Alberto di Hohenzollern, arcivescovo di Magonza, dove incontrò anche il duca Enrico V di Brunswick-Lüneburg. Il 15 marzo incontrò il duca Giorgio di Sassonia[4] e il conte Alberto di Mansfeld-Hinterort (1480-1560), entrambi protettori di Martin Lutero. I colloqui con vari rappresentanti degli stati tedeschi proseguirono per tutto il mese di marzo fino a quando, dopo la festa dell'Annunciazione, van der Vorst partì per Lipsia e poi a Colonia, dove arrivò il 19 aprile.
Sebbene portasse lettere di presentazione oltre al mandato del Papa, fu accolto con freddezza dal Decano del Capitolo della Cattedrale e si rivolse invece ai consoli della città per l'ospitalità. Fu ai consoli che annunciò la sua missione papale, offrendo loro assistenza nelle loro varie attività a sostegno della Chiesa e del Papato. Privatamente il console capo si lamentava con il Nunzio dell'atteggiamento ostile del clero nei confronti della Santa Sede. Il 22 aprile arrivò a Colonia l'arcivescovo Hermann von Wied, che accompagnò il nunzio nel suo palazzo di Bonn. In una lunga conversazione l'arcivescovo informò il Nunzio che egli era favorevole ai piani del Papa ma che, temendo i suoi colleghi, non avrebbe acconsentito pubblicamente senza prima consultarli. Il 25 aprile era presso l'arcivescovo di Treviri, Johann von Metzenhausen, il quale dichiarò che non avrebbe assecondato i piani del papa se non si fosse trovato accordo con gli altri elettori e che comunque avrebbe seguito le decisioni della maggioranza. Da Colonia il Nunzio si recò a Magonza e poi a Worms, dove arrivò il 30 aprile.
Prima del suo rientro a Roma si recò anche presso i cantoni Confederati, dove oltre ad informare sul concilio, tentò di ottenere l'invio di soldati per il Papa. Ma essendo i Farnese in quel momento alleati con l'imperatore asburgico, tradizionale nemico degli Svizzeri, e non avendo questi ancora ottenuto il pagamento per le truppe inviate nel 1521, non se ne fece nulla.
Il concilio non si aprì mai a Mantova, e una nuova guerra tra Carlo V e Francesco I rinviò l'idea a tempo indeterminato. Sia i prelati francesi che i capi protestanti si rifiutarono di rischiare la partecipazione. Il concilio fu spostato ostinatamente in sede italiana a Vicenza, ma anche lì la partecipazione fu molto scarsa, e il 21 maggio 1539 papa Paolo III finalmente rinviò i lavori a tempi migliori. Anche questo pontefice lo volle come suo prelato domestico.
Nell'estate del 1543 il vescovo van der Vorst decise di fare una visita pastorale ufficiale nella sua diocesi. Ottenne dal pontefice un decreto, datato 9 luglio 1543, che gli concedeva il privilegio di assegnare tutti i benefici vacanti della sua diocesi durante la visita, per i mesi di agosto e settembre.[5]
Concilio di Trento
Van der Vorst partecipò alla nona e decima sessione del Concilio di Trento, tenutesi a Bologna, firmandone i decreti il 21 aprile e il 1° giugno 1547. Il 30 ottobre dell'anno seguente papa Paolo III scrisse una lettera all'Imperatore Carlo V, lodando il vescovo di Acqui, in missione nelle Fiandre, per problemi di salute e per mettere ordine nei suoi affari.
Fu vescovo di Acqui fino alla sua morte nei primi mesi del 1549.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Antonio Pucci
- Vescovo Pierre van der Worst
Successione degli incarichi
Predecessore: | Nunzio apostolico per il Sacro Romano Impero | Successore: | |
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primo nunzio presso il Sacro Romano Impero | 17 marzo 1560 - 22 marzo 1561 | Stanislao Osio |
Predecessore: | Nunzio apostolico presso gli svizzeri | Successore: | |
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Antonio Pucci | primavera 1537 | Girolamo Franco |
Predecessore: | Vescovo della diocesi di Acqui | Successore: | |
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Gianvincenzo Carafa | 20 febbraio 1535 - 1549 | Bonaventura Fauni-Pio[6], O.F.M. Conv. |
Note | |
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