Exultet
L'Exultet o Preconio Pasquale è la solenne lode del cero pasquale che si canta nella Veglia Pasquale. Terza persona del presente congiuntivo del verbo latino exultare. Si designano con questo nome anche alcuni manoscritti liturgici confezionati in lunghi rotoli di pergamena, diffusi soprattutto nell'Italia meridionale nei secoli XI-XIII, dalla prima parola dell'inno liturgico omonimo.
Storia
Abbiamo notizie di una "lode al cero pasquale" già in Sant'Agostino[1]; Sant'Ambrogio rimprovera il diacono Presidio di Piacenza per l'eccessiva descrizione della natura, in particolare delle api, in tale testo[2]. Le testimonianze più antiche del testo si trovano in Ennodio di Pavia (opuscoli 9 e 10) e nel Sacramentario Gelasiano (80).
In Roma non c'è uso né della benedizione del cero, né del cero stesso, né dell'Exultet prima dell'VIII secolo[3]; ai diaconi delle Chiese Suburbicarie fu data licenza di benedire il cero dal VI secolo.
Il testo attuale dell'Exultet, cantato dal diacono all'ambone, si trova per la prima volta nel Sacramentario di Bobbio (VII secolo) sotto il titolo Benedictio cerei S. Augustini episcopi (quam) cum adhuc diaconus esset, cecinit ("Benedizione del cero di Sant'Agostino Vescovo (che) il diacono canta quando arriva lì"), e poi nel Missale Gallicanum vetus[4], dove entrò nel supplemento del Sacramentario Adriano e così nella liturgia romana.
Nell'antichità alcuni passi dell'Exultet furono oggetto di acuta discussione: tra essi la felix culpa ("felice colpa") e le api come simbolo della verginità e maternità di Maria; per questo essi mancano o sono cancellati in molti manoscritti.
Manoscritti medievali miniati
Sono illustrati da miniature in diretto commento alla cerimonia, sistemate in senso inverso alla scrittura, per permettere al celebrante - che svolgeva il rotolo dall'alto del pulpito - di leggere l'inno man mano che il rotolo si svolgeva, e ai fedeli di osservare le illustrazioni nel senso giusto, secondo il loro punto di vista.
Celebri ed ancora perfettamente conservati, tra gli altri, i codici con gli Exultet custoditi presso i seguenti musei:
- Museo Diocesano di Bari
- Museo dell'Opera del Duomo di Pisa
- Museo Diocesano San Matteo di Salerno
- Museo del Tesoro della Cattedrale di Troia
Il testo attuale secondo il Rito Romano
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« | Exsúltet iam angélica turba caelórum: exsúltent divína mystéria: et pro tanti Regis victória tuba ínsonet salutáris. Gáudeat et tellus tantis irradiáta fulgóribus: Laetétur et mater Ecclésia, (Quaprópter astántes vos, fratres caríssimi, Ut, qui me non meis méritis intra (V. Dóminus vobíscum. V. Sursum corda. V. Grátias agámus Dómino Deo nostro. Vere dignum et iustum est, Qui pro nobis aetérno Patri Adae débitum solvit, Haec sunt enim festa paschália, Haec nox est, in qua primum patres nostros, Haec ígitur nox est, Haec nox est, quae hódie per univérsum mundum Haec nox est, in qua, destrúctis vínculis mortis, Nihil enim nobis nasci prófuit, nisi rédimi profuísset. O mira circa nos tuae pietátis dignátio! O certe necessárium Adae peccátum, O vere beáta nox, quae sola méruit scire tempus et horam, Haec nox est, de qua scriptum est: Huius ígitur sanctificátio noctis fugat scélera, Fugat ódia, concórdiam parat In huius ígitur noctis grátia, Sed iam colúmnae huius praecónia nóvimus, O vere beáta nox, Orámus ergo te, Dómine, Et in odórem suavitátis accéptus, |
« | Esulti il coro degli angeli, esulti l'assemblea celeste: un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto. Gioisca la terra inondata da così grande splendore; Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore, (E voi, fratelli carissimi, Egli che mi ha chiamato, senza alcun merito, (Il Signore sia con voi. In alto i nostri cuori. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. È veramente cosa buona e giusta Egli ha pagato per noi all'eterno Padre il debito di Adamo, Questa è la vera Pasqua, Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri, Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, (Nessun vantaggio per noi essere nati, se lui non ci avesse redenti.) O immensità del tuo amore per noi! Davvero era necessario il peccato di Adamo, (O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno, Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, (Dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti, O notte veramente gloriosa, In questa notte di grazia (Riconosciamo nella colonna dell'Esodo Ti preghiamo, dunque, Signore, che questo cero, Salga a te come profumo soave, |
Il testo secondo il Rito Ambrosiano
L'Exsultet ambrosiano, tuttora in uso nella veglia pasquale ambrosiana[5], è di paternità incerta, e viene ritenuto composto a cavallo tra il V secolo e il VI, sebbene il più antico testimone sia costituito dal Sacramentarium Bergomense, datato alla fine del IX secolo o agli inizi del X[6].
Il testo si apre con un ampio e solenne invitatorio, Exsultet iam angelica turba caelorum ("Esultino i cori degli angeli") concluso dall'Amen dei fedeli: è una convocazione universale alla gioia per celebrare degnamente la Pasqua del Signore, nella quale, in crescendo, tutti gli esseri del cielo e della terra (gli angeli, la terra, la Chiesa, l'assemblea celebrante) sono invitati a unirsi all'esultanza per la vittoria di Cristo, il "più grande dei re".
All'invitatorio fa seguito, introdotto da un dialogo e da un incipit analoghi a quelli che precedono il prefazio, un rendimento di grazie particolarmente sviluppato (Vere dignum et iustum est, "È veramente cosa buona e giusta") diviso in due/tre parti, che si concludono con un nuovo Amen da parte dei fedeli:
- la prima sezione, che termina con le parole Nobis in veritate proveniunt ("Oggi per noi si avverano"), è una contemplazione della Pasqua-Passione di Cristo, vero agnello pasquale;
- la seconda sezione, che va da Ecce iam ignis ("Ecco il fuoco") fino al termine, riflette sulla notte pasquale come sintesi del "mistero della salvezza", comunicata ai credenti nei Sacramenti del Battesimo e dell'Eucaristia.
La parte terminale del rendimento di grazie, sebbene oggi a seguito della riforma postconciliare non segua più in maniera corrispondente la liturgia della Veglia, ne commenta la struttura celebrativa, le cui quattro parti (riti lucernali, annuncio pasquale, liturgia battesimale, liturgia eucaristica) costituiscono il compimento tipologico di "preannunzi e fatti profetici di vari millenni".
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« | Exultet iam angelica turba caelorum; exultent divina mysteria, et pro tanti regis victoria tuba intonet salutaris. Gaudeat se tot tellus irradiata fulgoribus, Laetetur et mater Ecclesia, Quapropter, astantibus vobis, fratres carissimi, Praestante Domino nostro Iesu Christo Filio suo, R. Amen. Dominus vobiscum. Sursum corda. Gratias agamus Domino Deo nostro. Dignum et iustum est, Qui populorum pascha cunctorum, Hic est Agnus lapideis praefiguratus in tabulis, Qui coram tondente se non vocem queruli balatus emisit, Ipse nobis et te reconciliat, Pater omnipotens, Ecce iam ignis columna resplendet, Nam, sancti Spiritus unda conceptus, Solvamus igitur voluntarie celebrata ieiunia, Nec solum corpore epulemur Agni, Siquidem hic est panis, qui descendit e caelo, Hoc vero qui vescitur corpore, Nam circumcisionis Mosaicae mucro iam scabruit, Decet ergo in hoc Domini Salvatoris nostri Quid enim magis accommodum, magisque festivum, Ceras igitur nec pinus exusta desudat, Eandem vero papyrum liquida fontis unda producit, Decet ergo adventum Sponsi Igitur in huius diei vespere Nam primum hoc vespertinum lumen, Deinde mysticae regenerationis unda subsequitur, Tertio resurrectionem Christi Quae summi sacerdotis et apostoli [antistitis] tui Ambrosii R. Amen. » |
« | Esultino i cori degli angeli, esulti l'assemblea celeste. Per la vittoria del più grande dei re, le trombe squillino e annuncino la salvezza. Si ridesti di gioia la terra inondata da nuovo fulgore; Gioisca la Chiesa madre nostra, Ci assista Cristo Gesù, nostro Signore e nostro Dio, R. Amen. Il Signore sia con voi. In alto i nostri cuori. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. È veramente cosa buona e giusta, Tu hai consacrato la Pasqua per tutte le genti Questa vittima è l'Agnello prefigurato dalla legge antica; Dinanzi a chi lo tosava non volle belare lamento, Col suo sacrificio, o Padre, a te riconcilia i tuoi figli Ecco: in questa notte beata Per Adamo siamo nati alla morte; Sciogliamo il nostro volontario digiuno: Il suo corpo è nutrimento vitale, Questo pane disceso dal cielo Essa sfamava Israele, ma non lo strappava alla morte. Ecco: ogni culto antico tramonta, tutto per noi ridiventa nuovo. Questa notte dobbiamo attendere in veglia Lo svolgersi di questa veglia santa Come ai magi la stella, E come l'onda fuggente del Giordano fu consacrata dal Signore immerso, Per le preghiere e i meriti santi di Ambrogio, A lui onore e gloria Amen. » |
Note | |
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