Sant'Isidoro di Siviglia
Sant'Isidoro di Siviglia Arcivescovo | |
---|---|
Santo | |
Padre e Dottore della Chiesa | |
Bartolomé Esteban Murillo, Sant'Isidoro di Siviglia (1655), olio su tela; Siviglia (Spagna), Cattedrale di Santa Maria | |
Età alla morte | circa 76 anni |
Nascita | Cartagena 560 ca. |
Morte | Siviglia 4 aprile 636 |
Consacrazione vescovile | 600 |
Incarichi ricoperti | Arcivescovo metropolita di Siviglia |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 4 aprile |
Attributi | baculo pastorale, mitra, libro |
Patrono di | Siviglia, internet, studenti |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 4 aprile, n. 1:
|
Sant'Isidoro di Siviglia (in latino Isidorus Hispalensis; Cartagena, 560 ca.; † Siviglia, 4 aprile 636) è stato uno scrittore e arcivescovo latino. Ultimo dei Padri latini, è soprannominato doctor egregius ed è venerato come santo e dottore della Chiesa.
Biografia
Nacque a Cartagena in Spagna da Severiano e Turtura, quarto di cinque fratelli, di cui quattro sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica: Leandro, Fulgenzio, Fiorentina e lo stesso Isidoro.
Leandro, il fratello maggiore, fu tutore e maestro di Isidoro, rimasto orfano in tenera età. Il futuro dottore della Chiesa, autore di una immensa mole di libri che trattano di tutto lo scibile umano, dall'agronomia alla medicina, dalla teologia all'economia domestica, fu dapprima uno studente svogliato e poco propenso a stare chino sui libri di scuola. Come tanti coetanei marinava la scuola e vagava per la campagna. Un giorno si accostò a un pozzo per dissetarsi e notò dei profondi solchi scavati dalla fragile corda sulla dura pietra del bordo. Comprese allora che anche la costanza e la volontà dell'uomo possono aver ragione dei più duri scogli della vita.
Chierico a Siviglia, Isidoro succedette al fratello Leandro nel governo episcopale dell'importante arcidiocesi.
Ebbe un ruolo di primo piano nelle vicende politico-religiose della Spagna dominata dai Visigoti, contribuendo alla loro conversione dall'arianesimo al credo niceno e come promotore e massimo rappresentante di un risveglio della cultura e delle lettere in quei tempi. I suoi interessi culturali abbracciarono tutto il campo dello scibile del tempo: le arti liberali, il diritto, la medicina, le scienze naturali, la storia, la teologia dogmatica e morale. La sua immensa produzione letteraria ha però risentito di questa vastità di interessi e manca di originalità e profondità, riducendosi il più delle volte a puri compendi o antologie.
La Torre del Oro fu per un periodo una cappella dedicata a San Isidoro.
Opere
Scrisse molto, su vari argomenti, opere di carattere culturale e dottrinario scrivendo di scienza, storia, teologia, morale ed esegesi biblica.
Opere storiche
Scrisse una storia universale i Chronica Maiora e una Storia del Goti Vandali e Svevi (Historia de regibus Gothorum, Wandalorum, et Suevorum)
Opere di esegesi
Questiones in Vetus Testamentum e Allegoriae quaedam Sacrae Scripturae, una spiegazione in chiave allegorica degli episodi delle Sacre Scritture
Opere di grammatica
Si occupò di grammatica con una raccolta di sinonimi Synonymorum in due libri e con il trattato Differentiae.
Opere enciclopediche
Il suo capolavoro, che influenzò in larga misura la cultura del Medioevo, sono le Etymologiae in venti libri, enciclopedia di tutto lo scibile del tempo, composta prendendo come spunto le etimologie dei vari termini. La mole dell'opera è imponente e i temi sono i più svariati: arti liberali, religione, medicina, diritto, lingue e popoli, l'uomo e gli animali, la geografia, l'architettura, l'agricoltura, la geologia, la guerra, le armi, l'abbigliamento e i mezzi di trasporto. Tutti questi temi hanno in comune il modo in cui vengono introdotti nell'opera ovvero attraverso una piccola introduzione e l'etimologia della parola. Spesso le etimologie sono errate, ma non per questo diminuisce il valore dell'opera. Alla base della composizione di quest'opera c'è il vero fulcro del pensiero di Isidoro. Per Isidoro, infatti, l'etimologia è il vero cuore funzionante dell'opera, in quanto solo attraverso la conoscenza di quest'ultima si può accedere all'effettiva conoscenza di fatti, oggetti e fenomeni. Coesiste, quindi, uno stretto legame tra la res e il nomen, che fa sì che non si possa conoscere l'una senza conoscere l'altro.
Scrisse inoltre l'importante trattato enciclopedico De Rerum Natura in cui vengono trattati anche temi di astronomia, per lo studio dei quali si avvale di un apparato grafico, probabilmente mutuato da antichi manuali a noi non pervenuti, basato sullo schema della ruota, ragion per cui il libro nella tradizione medioevale è ricordato col nome di "Liber Rotarum". In esso, infatti, si fa ricorso a sette figure, di cui sei circolari: la ruota dei mesi, quella degli anni, il cubo degli elementi, la ruota del mondo con i rapporti tra microcosmo e macrocosmo, quella dei pianeti e infine la rosa dei venti[1].
Predecessore: | Arcivescovo di Siviglia | Successore: | |
---|---|---|---|
San Leandro di Siviglia 579 - 600 |
600 - 636 | Honorato 636 - 641 |
Note | |
| |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|
- Vescovi di Siviglia
- Santi e beati del martirologio del 4 aprile
- Tutti i Santi
- Santi latini
- Santi del VI secolo
- Santi del VII secolo
- Biografie
- Arcivescovi per nome
- Scrittori latini
- Arcivescovi latini
- Nati nel VI secolo
- Morti nel 636
- Morti il 4 aprile
- Padri della Chiesa
- Dottori della Chiesa
- Personaggi citati nella Divina Commedia (Paradiso)
- Sant'Isidoro di Siviglia