Andrea Santacroce

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Andrea Santacroce
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 56 anni
Nascita Roma
22 novembre 1655
Morte Roma
10 maggio 1712
Sepoltura Chiesa di Santa Maria in Publicolis (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Nominato arcivescovo 12 dicembre 1689 da papa Alessandro VIII
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Consacrazione vescovile Basilica di Santa Maria in Porto (Ravenna), 16 aprile 1690 dal card. vescovo Domenico Maria Corsi
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(vedi)
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14 novembre 1699 da Innocenzo XII (vedi)
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Cardinale per 12 anni, 5 mesi e 26 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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al pontificato
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
pontificato
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Predecessore {{{predecessore}}}
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
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Invito all'ascolto
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Andrea Santacroce (Roma, 22 novembre 1655; † Roma, 10 maggio 1712) è stato un arcivescovo, nunzio apostolico e cardinale italiano.

Cenni biografici

Andrea nacque a Roma il 22 novembre 1655, primogenito del marchese Scipione (1615-1668) e di Ottavia di Neri Corsini. Due fratelli del padre abbracciarono la vita religiosa: Marcello, cardinale dal 1652 e Ottaviano (1627-1710), canonico della basilica di San Pietro (1652-1666) e quindi oratoriano. Suo fratello minore, il marchese Antonio (morto nel 1707), nel 1682 divenne signore di Oliveto e nel 1691 conservatore di Roma.

Formazione e attività prelatizia

Dopo gli studi all'Università di Roma, dove si addottorò in utroque iure, nel 1682 divenne governatore di Tivoli e l'anno seguente referendario delle Segnature di grazia e di giustizia. Dall'inizio del 1686 all'ottobre 1689 fu vice-legato di Bologna, alle dipendenze dei legati Antonio Pignatelli, il futuro Innocenzo XII e di Giovanni Francesco Negroni.

Episcopato

Preconizzato a succedere a mons. Giacomo Cantelmo, nunzio apostolico in Polonia, il 12 dicembre 1689 fu nominato vescovo titolare di Seleucia di Isauria, con dispensa perché non aveva ricevuto gli ordini sacri. Il 18 dicembre fu nominato assistente al soglio pontificio. Il breve di facoltà porta la data del 7 gennaio 1690, mentre il breve credenziale, diretto al sovrano polacco Giovanni III Sobieski, fu spedito il 27 febbraio. Il 1º aprile di quell'anno papa Alessandro VIII gli concesse la facoltà di essere consacrato da un vescovo di sua scelta, il che avvenne il 16 aprile, nella basilica ravennate di santa Maria in Porto, dalle mani del cardinale Domenico Maria Corsi, vescovo di Rimini, assistito da Giovanni Rasponi (Ch), vescovo di Forlì e da Giovanni Francesco Riccamonti (Ch), O.S.B., vescovo di Cervia.

Santacroce arrivò a Varsavia il 24 giugno, atteso dall'uditore Cesare Bonesana, chierico regolare teatino e prefetto delle missioni di Propaganda Fide, che aveva gestito la nunziatura dall'ottobre 1689; questi gli consegnò una relazione scritta del suo predecessore e lo aggiornò sullo stato degli affari correnti. Al centro dell'attenzione vi era la guerra contro l'Impero ottomano, condotta dalla Lega santa con a capo il papa. Il nunzio si adoperò per ostacolare le pressioni francesi sulla corte di Varsavia, finalizzate a stipulare una pace separata e al tempo stesso si tenne in contatto con il suo collega di Vienna mons. Giacomo Cantelmo, per evitare che l'imperatore procedesse nelle trattative senza tenere conto dell'opinione della Santa Sede.

Presso la corte polacca si interessò attivamente alla vita degli ordini religiosi. Nel 1692 accolse a Varsavia sedici frati cappuccini, la cui presenza nel Regno era stata richiesta dal re Giovanni Sobieski a papa Alessandro VIII. Sostenne inoltre che i monaci potessero eleggere liberamente il loro abate e che la mensa abbaziale fosse equamente distribuita tra i monasteri e gli abati commendatari, volendo contrastare i tentativi della nobiltà di controllare il patrimonio dei monasteri.

Alla fine del 1695 giunse a Varsavia la notizia che Henri Albert de la Grange d'Arquien, padre di Maria Casimira, moglie del sovrano polacco, aveva ottenuto a richiesta della figlia il cappello cardinalizio. Sabato 24 febbraio 1696 questi prestò il giuramento nelle mani del nunzio apostolico e il giorno seguente nella chiesa dei Cappuccini il re gli impose la berretta cardinalizia.

Ai primi di marzo 1696 Santacroce ricevette la notizia della sua nomina a nunzio presso la corte imperiale e a fine mese comunicò ufficialmente ai sovrani la sua nuova destinazione e la designazione di mons. Giovanni Antonio Davia, nunzio a Colonia, come suo successore.

Giunse a Vienna in giugno dove lo attendeva l'uditore Francesco Maria Abbati (Ch), lasciato dal suo predecessore Sebastiano Antonio Tanara. Solo il 27 agosto il nunzio poté fare l'ingresso solenne e giovedì 30 fu ricevuto dai sovrani in udienza ufficiale. Il nunzio trovò a corte fredda accoglienza, legata alle difficoltà provocate dall'ambasciatore imperiale a Roma, il conte Georg Adam Martinitz (1695-1699), al quale il papa ormai rifiutava le udienze. Le rimostranze del nunzio presentate ai dignitari di Leopoldo I d'Asburgo e al gesuita Francesco Menegatti, confessore dell'imperatore, trovarono scarsa accoglienza e l'ambasciatore fu sostituito solo dopo tre anni.

Cardinalato

Fu creato cardinale nel concistoro del 14 novembre 1699 e lasciò Vienna agli inizi dell'anno seguente. Giunse a Roma e ricevette la berretta rossa con il titolo di cardinale presbitero di santa Maria del Popolo il 30 marzo.

L'anno seguente prese parte al conclave che vide eletto pontefice il cardinale Giovanni Francesco Albani (Clemente XI). Il 24 gennaio 1701 fu nominato vescovo di Viterbo e Toscanella, diocesi che fu retta da vicari.

Dal 1701 al 1708 il Santacroce fu membro delle congregazioni del Buon Governo, Concistoriale, Fabbrica di san Pietro, Immunità ecclesiastica, Propaganda Fide e Sacri Riti e nel 1708 della congregazione della Visita apostolica. Nell'anno 1707-1708 fu camerlengo del Collegio cardinalizio.

Morte

Morì a Roma il 10 maggio 1712 e fu sepolto nella chiesa romana di santa Maria in Publicolis], la chiesa di famiglia riedificata in forme barocche nel 1642-1643 dal cardinale Marcello Santacroce.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo titolare di Seleucia di Isauria Successore: ArcbishopCoA PioM.svg
Odoardo Cybo 12 dicembre 1689-14 novembre 1699 Giambattista Patrizi I
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con
con
Odoardo Cybo {{{data}}} Giambattista Patrizi
Predecessore: Nunzio apostolico in Polonia Successore: Flag of the Vatican City.svg
Giacomo Cantelmo 7 gennaio 1690-12 febbraio 1696 Gianantonio Davia I
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con
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Giacomo Cantelmo {{{data}}} Gianantonio Davia
Predecessore: Nunzio apostolico presso l'Imperatore Successore: Flag of the Vatican City.svg
Sebastiano Antonio Tanara 16 febbraio 1696-14 gennaio 1700 Gianantonio Davia I
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con
Sebastiano Antonio Tanara {{{data}}} Gianantonio Davia
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo Successore: CardinalCoA PioM.svg
Francesco del Giudice 30 marzo 1700-10 maggio 1712 Agostino Cusani I
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con
Francesco del Giudice {{{data}}} Agostino Cusani
Predecessore: Vescovo di Viterbo e Tuscania
(titolo personale di arcivescovo)
Successore: BishopCoA PioM.svg
Urbano Sacchetti 24 gennaio 1701-10 maggio 1712 Michelangelo dei Conti I
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Urbano Sacchetti {{{data}}} Michelangelo dei Conti
Predecessore: Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore: Emblem Holy See.svg
Fabrizio Paolucci 21 febbraio 1707-27 febbraio 1708 Sperello Sperelli I
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con
Fabrizio Paolucci {{{data}}} Sperello Sperelli
Bibliografia