Filippo Antonio Gualterio
Filippo Antonio Gualterio Cardinale | |
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Età alla morte | 68 anni |
Nascita | Fermo 24 marzo 1660 |
Morte | Roma 21 aprile 1728 |
Sepoltura | tomba di famiglia nella cattedrale di Orvieto |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato arcivescovo | 30 marzo 1700 da papa Innocenzo XII |
Consacrazione vescovile | Avignone, Chiesa dei gesuiti, 16 maggio 1700 dall'arc. François de Mailly |
Creato Cardinale |
17 maggio 1706 da Clemente XI (vedi) |
Cardinale per | 21 anni, 11 mesi e 4 giorni |
Incarichi ricoperti |
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Filippo Antonio Gualterio, o Gualtiero o Gualtieri (Fermo, 24 marzo 1660; † Roma, 21 aprile 1728), è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Filippo Antonio nacque a Fermo, nelle Marche, primogenito dei diciassette figli di Stanislao, marchese di Crognolo e gonfaloniere di Orvieto e della moglie Anna Maria nata Cioli, appartenente a una famiglia patrizia di Todi. Fu battezzato a Fermo quattro giorni dopo la nascita, nella cappella del palazzo arcivescovile, ed ebbe come padrino il prozio cardinale Carlo Gualtieri.
Formazione e carriera ecclesiastica
Sotto la tutela del prozio compì gli studi nel collegio Clementino di Roma. Il 22 agosto 1679 a Fermo si addottorò in utroque iure, in filosofia e in teologia. Fu avviato alla carriera ecclesiastica e nel 1684 divenne referendario della Segnatura di grazia.
Fu quindi dal 17 febbraio 1685 all'anno seguente governatore di San Severino. Dal 20 aprile 1686 fino al 1688 fu governatore di Fabriano, quindi di Jesi dal 1688 al 1689, poi a Camerino dal 16 settembre 1689 fino al 1690. Fu ispettore generale dell'Annona nel giugno 1690, governatore di Loreto (ottobre 1692), governatore di Viterbo (27 giugno 1695), vice-legato ad Avignone (8 marzo 1696 fino al 26 luglio 1700).
Episcopato
Il 30 marzo 1700 fu nominato arcivescovo titolare di Atene In partibus infidelium e il 3 aprile fu nominato nunzio apostolico in Francia. Il 16 maggio, nella chiesa dei Gesuiti di Avignone, fu consacrato vescovo dall'allora arcivescovo di Arles] François de Mailly. Non essendo ancora arrivato il successore, Antonio Francesco Sanvitale, lasciò il governo della Legazione all'uditore, l'abate G.B. Cicci.
Il 21 novembre 1701 fu nominato vescovo di Imola, mantenendo il titolo di arcivescovo di Atene. La mensa episcopale, che aveva una rendita di 4.000 scudi annui, gli fu assegnata affinché potesse sostenere le ingenti spese della nunziatura, data la modestia del suo patrimonio familiare. Impiegò cospicue somme per erigere un monte frumentario a sollievo dei poveri e ampliò la parte superiore del palazzo episcopale.
Le questioni legate alla condanna del Giansenismo con la pubblicazione nel 1705 della bolla Vineam Domini e le difficili relazioni tra il clero francese, fortemente legato alla corona e la Santa Sede, da un lato e le forti tensioni politiche sorte tra Francia e Spagna minacciate dall'Imperatore contrario all'ascesa di un Borbone sul trono di Spagna e che sfociarono nella Guerra di successione spagnola, furono i principali temi in cui furono impegnate le doti di mediatore del nunzio.
Cardinalato
Nel concistoro del 17 maggio 1706 papa Clemente XI lo creò cardinale. Con breve del 26 maggio seguente il papa gli inviò la berretta cardinalizia tramite il giovane diplomatico Domenico Silvio Passionei, che gli fu imposta il 4 agosto, secondo l'uso, dal re di Francia Luigi XIV. Il Gualterio partì da Parigi il 31 agosto, lasciando all'uditore Raniero Felice Simonetti un'istruzione per il successore Agostino Cusani e il compito di occuparsi degli affari correnti.
Senza passare da Roma partì per la Romagna, di cui era stato nominato legato il 25 giugno 1706. Il 7 dicembre visitò per la prima volta la sua sede vescovile di Imola. Arrivò a Ravenna l'11 dicembre e prese possesso dell'incarico il 14 dicembre. Il suo triennio di governo fu fortemente condizionato dal conflitto tra il Papa e l'imperatore, nell'ambito della guerra di successione spagnola.
Nel marzo 1708 si recò a Roma dove nel concistoro del 22 marzo 1708 gli fu conferito il titolo di san Crisogono, che mutò nel 1725 con quello di santa Cecilia e l'anno dopo in quello di di santa Prassede.
Nell'ottobre 1708 riprese la guerra tra il papa e l'imperatore. Dopo aver consultato il cardinal segretario di stato Fabrizio Paolucci, che gli consigliò di ritirarsi a Orvieto o a Todi o, in caso estremo, a Roma, il Gualterio, per evitare di cadere nelle mani dei Tedeschi, si spostò dapprima a Fano, poi ad Ancona, a Loreto e infine a Orvieto, dove rimase i primi mesi del 1709.
Il 14 ottobre di quell'anno fu trasferito alla diocesi di Todi. Il pontefice gli concesse una pensione di 1.400 scudi sulle Chiese di Fermo e di Ancona. Alla fine di novembre si trovava a Todi, dopo aver lasciato la guida della Legazione al vice-legato Gaetano Stampa. A Todi comprò il palazzo Landi come sede per il seminario e vi aggiunse un'ala di fabbrica. Rinunciò alla diocesi il 5 dicembre 1714 in favore del fratello Ludovico Anselmo (Ch), vescovo di Veroli, che egli aveva consacrato a Orvieto il 3 giugno 1708, riservandosi una pensione di 800 scudi.
Si stabilì a Roma e partecipò attivamente all'attività curiale: dal 2 marzo 1712 al 30 gennaio 1713 fu camerlengo del Sacro Collegio; nel 1714 era membro delle congregazioni di Avignone, del Concilio, dei Vescovi e regolari, dell'Indice, di Propaganda Fide, della Casa di Loreto.
A partire dal 1720 appoggiò la nomina cardinalizia di Guillaume Dubois, arcivescovo di Cambrai, protagonista della politica francese negli anni della reggenza e da poco nominato ministro degli Esteri. Attraverso Pierre-François Lafitau (ch), vescovo di Sisteron, ambasciatore francese a Roma, che agiva in accordo con il Gualterio, Dubois entrò in trattative con Giacomo III, pretendente al trono d'Inghilterra, riconosciuto da Roma come legittimo sovrano con diritto di proporre candidature alla porpora. Clemente XI promise di elevare il ministro al cardinalato a condizione che le corti di Vienna e di Madrid non esigessero una contropartita. Fu creato cardinale dal suo successore Innocenzo XIII nel suo secondo concistoro del 16 luglio 1721.
Nel novembre 1721 mons. Lafitau fu richiamato in Francia per occuparsi della sua diocesi e si prospettò la nomina del Gualterio come ambasciatore di Francia a Roma. Tuttavia non si ritenne opportuno conferirgli ufficialmente l'incarico per non urtare il governo inglese: dal 6 luglio 1717 il Gualterio era stato nominato protettore d'Inghilterra e coltivava strette relazioni con Giacomo III e i suoi partigiani.
Prese parte ai due conclavi del suo cardinalato dove furono eletti nel 1721 Innocenzo XIII e quello del 1624 con la nomina di Benedetto XIII, militando sempre nel partito francese. Infatti nel 1724 il re di Francia, come riconoscimento dei servizi prestati, il 20 maggio lo nominò commendatore dell'Ordine dello Spirito Santo e membro onorario della Académie des inscriptions et belles-lettres.
Morte
Il 19 febbraio 1728 fu vittima di un colpo apoplettico che lo privò dell'uso della parola. Il fenomeno si ripeté il 20 aprile e lo condusse alla morte, avvenuta il giorno seguente a Roma nel palazzo Manfroni.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale François de Joyeuse
- Cardinale François d'Escoubleau de Sourdis
- Arcivescovo Jean-François de Gondi
- Vescovo Etienne de Puget
- Cardinale Toussaint de Forbin-Janson
- Cardinale François de Mailly
- Cardinale Filippo Antonio Gualterio
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vice-Legato di Avignone | Successore: | |
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Lorenzo Maria Fieschi | 8 marzo 1696-26 luglio 1700 | Antonio Francesco Sanvitale |
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Atene | Successore: | |
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Marcello d'Aste | 30 marzo 1700-21 novembre 1701 | Giuseppe Vallemani |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Francia | Successore: | |
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Daniele Dolfin | 3 aprile 1700-31 agosto 1706 | Agostino Cusani |
Predecessore: | Vescovo di Imola (titolo personale di arcivescovo) |
Successore: | |
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Taddeo Luigi dal Verme | 21 novembre 1701-14 ottobre 1709 | Ulisse Giuseppe Gozzadini |
Predecessore: | Legato apostolico di Romagna | Successore: | |
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Marcello Durazzo | 25 giugno 1706-9 settembre 1709 | Tommaso Ruffo |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Crisogono | Successore: | |
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Fabrizio Spada | 30 aprile 1708-29 gennaio 1725 | Prospero Marefoschi |
Predecessore: | Vescovo di Todi (titolo personale di arcivescovo) |
Successore: | |
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Giuseppe Pianetti (Ch) | 14 ottobre 1709-5 dicembre 1714 | Ludovico Anselmo Gualterio (Ch) |
Predecessore: | Abate commendatario di Saint-Remi de Reims | Successore: | |
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Charles-Maurice Le Tellier | 22 febbraio 1710-21 aprile 1728 | Léon Potier de Gesvres |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Francesco Acquaviva d'Aragona | 2 marzo 1712-30 gennaio 1713 | Giandomenico Paracciani |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Cecilia | Successore: | |
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Francesco Acquaviva d'Aragona | 29 gennaio 1725-31 luglio 1726 | Cornelio Bentivoglio |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Prassede | Successore: | |
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Giuseppe Sacripante | 31 luglio 1726-21 aprile 1728 | Lodovico Pico della Mirandola |
Bibliografia | |
|
- Legati pontifici di Avignone
- Vescovi di Atene
- Nunzi apostolici per la Francia
- Vescovi di Imola
- Legati pontifici di Romagna
- Cardinali presbiteri di San Crisogono
- Vescovi di Todi
- Abati commendatari di Saint-Remi de Reims
- Cardinali Camerlenghi
- Cardinali presbiteri di Santa Cecilia
- Cardinali presbiteri di Santa Prassede
- Presbiteri italiani del XVII secolo
- Italiani del XVII secolo
- Presbiteri del XVII secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1700
- Vescovi italiani del XVII secolo
- Vescovi del XVII secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da François de Mailly
- Italiani
- Arcivescovi per nome
- Concistoro 17 maggio 1706
- Cardinali italiani del XVIII secolo
- Italiani del XVIII secolo
- Cardinali del XVIII secolo
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