Arcidiocesi di Valencia (Spagna)
Arcidiocesi di Valencia | |||
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arcivescovo metropolita | Enrique Benavent Vidal | ||
Sede | Valencia (Spagna) | ||
Stemma Mappa della diocesi | |||
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Nazione | Spagna | ||
diocesi suffraganee Ibiza, Maiorca, Minorca, Orihuela-Alicante, Segorbe-Castellón de la Plana | |||
Ausiliari | Fernando Enrique Ramón Casas, Arturo Javier García Pérez | ||
Parrocchie | 638 | ||
Sacerdoti |
1.072 di cui 793 secolari e 279 regolari | ||
429 religiosi 1.820 religiose 33 diaconi | |||
2.848.560 abitanti in 13.091 km² 2.689.000 battezzati (94,4% del totale) | |||
Eretta | 527 | ||
Rito | romano | ||
Indirizzo | |||
Palau 2, 46003 Valencia, España | |||
Collegamenti esterni | |||
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L'Arcidiocesi di Valencia (spagnolo: Archidiócesis de Valencia; latino: Archidioecesis Valentina) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Spagna.
Territorio
L'arcidiocesi comprende la provincia di Valencia, i cui confini coincidono quasi esattamente con quelli diocesani (da cui è escluso solo il municipio di Gátova), e parte della provincia di Alicante, con 63 municipi.
Sede arcivescovile è la città di Valencia, dove si trova la cattedrale di Santa Maria. Nella cattedrale è conservata l'importante reliquia del Santo Calice, che secondo la tradizione sarebbe il calice usato da Gesù Cristo durante l'Ultima cena. La storia della reliquia di Valencia è stata ricostruita all'indietro per circa un millennio, mentre la coppa del calice è stata datata a un'epoca compatibile con il presunto impiego da parte di Gesù. Recentemente, in occasione delle loro visite apostoliche a Valencia, sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI hanno voluto celebrare la santa Messa con il Santo Calice.
Il territorio si estende su una superficie di 13.091 km².
Provincia ecclesiastica
La provincia ecclesiastica di Valencia, istituita nel 1492, comprende le seguenti suffraganee:
- la diocesi di Ibiza
- la diocesi di Maiorca
- la diocesi di Minorca
- la diocesi di Orihuela-Alicante
- la diocesi di Segorbe-Castellón de la Plana.
Storia
Periodo romano (fino al 5° secolo)
La città di Valencia si trova nella regione conosciuta anticamente come Edetania. Lo storico latino Publio Annio Floro dice che Decimo Giunio Bruto Callaico, dopo l'assassinio di Viriato, il capo dei Lusitani che condusse la guerra lusitana contro i romani (154-139 a.c)., trasferì nel 140 a.C. le sue legioni a Valencia, divenendo una colonia militare romana. In punizione per la sua adesione a Quinto Sertorio fu distrutta da Gneo Pompeo Magno, ma fu successivamente ricostruita, e Pomponio Mela dice che era una delle principali città della Hispania Tarraconensis.
Nulla si sa dell'introduzione del cristianesimo a Valencia, ma all'inizio del IV secolo, con l'avvento dell'imperatore Costantino I, che si era convertito al cristianesimo, a Valencia venne eretta una basilica in onore del martire san Vincenzo di Saragozza, martirizzato a Valencia e sotto l'altare principale venivano composte le sue reliquie. Tuttavia, in seguito all'invasione dei Mori, i cristiani di Valencia trafugarono il corpo del santo in una chiesetta fatta appositamente costruire in località Capo San Vincenzo estrema punta meridionale del regno del Portogall. Finita la guerra contro i Mori, le spoglie furono imbarcate dal re Alfonso I del Portogallo trasferite nella capitale lusitana. Giunto in città, il corpo venne deposto nella chiesa di San Giusto e Santa Rufina e il 15 settembre 1173, trasportato solennemente in cattedrale.
Periodo visigoto (dal 5° al 7° secolo)
Il primo vescovo storicamente conosciuto di Valencia è Giustiniano (531-546), menzionato da Sant'Isidoro di Siviglia nei suoi Viri illustres. Giustiniano scrisse Responsiones, una serie di risposte a un certo Rustico.
I vescovi di Valencia parteciparono ai vari concili di Toledo. Witisclus, presente al concilio di Toledo (693), fu l'ultimo vescovo prima dell'invasione islamica.
Periodo musulmano (c. 712-1238)
Abdelazid, figlio di Muzza, prese la città attorno al 712, rompendo i termini della resa, la saccheggiò; trasformò le chiese in moschee, lasciandone solo una ai cristiani. Questa era senza dubbio l'attuale Chiesa di San Bartolomé o quella di San Vincente de la Roqueta. Valencia rimase in mano ai Mori per più di cinque secoli.
Il Cid (Rodrigo Díaz de Vivar) riconquistò Valencia per la prima volta il 15 giugno 1094, trasformò nove moschee in chiese e installò come vescovo il monaco francese Jérôme. Alla morte del Cid, nel luglio 1099, sua moglie, Doña Ximena, mantenne il potere per due anni, quando Valencia fu assediata dagli Almoravidi; il re Alfonso VI di Castiglia tenne per un breve periodo testa agli invasori, ma fu sconfitto. I cristiani diedero fuoco alla città prima di abbandonarla e gli Almoravidi di Masdali ne presero possesso il 5 maggio 1109.
Diocesi di Valencia (1238-1492)
Giacomo I d'Aragona, con un esercito composto da francesi, inglesi, tedeschi e italiani, assediò Valencia nel 1238 e il 28 settembre la conquistò. Cinquantamila mori lasciarono la città e il 9 ottobre il re, seguito dal suo seguito e dall'esercito, ne prese possesso. La moschea principale fu trasformata in una chiesa, fu celebrata la messa e cantato il Te Deum di ringraziamento.
La sede fu ristabilita, dieci parrocchie si formarono in città; i Cavalieri Templari e gli Ospitalieri che avevano contribuito alla conquista, vi stabilirono dei conventi come i Domenicani, Francescani, Agostiniani, Mercedari e i Cistercensi. La chiesa di Sant Vincent fuori le mura fu ricostruita e accanto ad essa sorse un ospedale.
Il re aragonese avrebbe voluto il suo confessore Berenguer de Castellbisbal O.P. come primo vescovo della riconquistata Valencia, ma la nomina fu impedita a causa della disputa tra gli arcivescovi di Toledo e Tarragona sulla giurisdizione della nuova sede eiscopale. Papa Gregorio IX decise a favore di Tarragona e, poiché Berenguer, nel frattempo, era stato nominato vescovo di Girona, fu scelto Ferrer de Sant Martí, prevosto di Tarragona (1239-43), a guidare la neocostituita diocesi.
Gli succedette l'aragonese Arnau de Peralta (1243-48). Il terzo vescovo di Valencia, fu Andreu d'Albalat, O.P., (1248-76). La moschea moresca, che era stata trasformata in chiesa cristiana, appariva indegna del titolo di cattedrale di Valencia, e nel 1262 il vescovo Andreu pose la prima pietra del nuovo edificio gotico, a tre navate; questi raggiungono solo il coro dell'edificio attuale.
Jaume de Prades i de Foix, vescovo di Tortosa e cugino di primo grado del re Pietro IV d'Aragona, succedette alla sede nel 1369. Il suo predecessore Vidal de Blanes costruì la magnifica sala capitolare, ed egli vi fece erigere la torre, chiamata Micalet, perché fu benedetta il giorno di san Michele del 1418, che è alta circa 50 metri e alla sommità sorge una torre campanaria.
Fino ad allora il capitolo della cattedrale aveva eletto i vescovi, ma a causa dei dissensi alla morte del vescovo Vidal de Blanes, papa Urbano IV si riservò il diritto di nomina fino al 1523, quando il diritto di presentazione fu concesso ai re spagnoli.
Alla morte di Jaume di Prades (1396), l'antipapa Benedetto XIII mantenne la sede vacante per più di due anni, e poi nominò Hugo de Lupia y Bagés vescovo di Tortosa (1398-1427).
Gli succedette Alfonso de Borja, futuro papa Callisto III). Quest'ultimo nominò Rodrigo de Borja, che gli succedera come pontefice con il nome di Alessandro VI, alla sede di Valencia.
Arcidiocesi di Valencia (dal 1492)
L'11 ottobre 1470 papa Paolo II rese la diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede e il 9 luglio 1492 fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana da papa Innocenzo VIII. Rodrigo de Borja, divenuto pontefice, confermò questo decreto ed elevò anche lo studium generale di Valencia al rango di università, conferendogli tutti i privilegi di questa istituzione.
Cesare Borgia ne fu il primo arcivescovo di Valencia, gli succedettero Juan de Borja y Llansol, Pedro Luis de Borja e, come amministratore apostolico, Alfonso de Aragón, figlio illegittimo di Ferdinando il Cattolico, arcivescovo di Saragozza (1512-1520).
Un momento di speciale splendore ebbe la diocesi a metà del XVI secolo, con gli arcivescovi san Tommaso da Villanova, O.S.A., (1544-55), fondatore del Colegio de la Presentación de Nuestra Señora, chiamato anche Colegio de Santo Tomás, beatificato nel 1619 da papa Paolo V, e canonizzato nel 1658 da papa Alessandro VII; e i successori Martín Pérez de Ayala e san Giovanni de Ribera, che applicarono i decreti del concilio di Trento, lasciando una traccia profonda e duratura nella vita religiosa dell'arcidiocesi, confermata dalle opere dei santi che vissero in quel tempo a Valencia: Francesco Borgia, Pasquale Baylón e Luigi Bertrando e i beati Andrés Hibernón e Gaspare de Bono, e, nel secolo successivo, la beata Inés de Beniganim.
Giovanni de Ribera (1569-1611) decise di espellere i Mori dalla città, dopo aver esaurito tutti i mezzi possibili per portarli alla conversione. Fondò il Colegio de Corpus Christi e proseguì l'opera di riforma monastica, specialmente tra i cappuccini, che aveva portato a Valencia.
L'arcivescovo e inquisitore generale, Juan Tomás Rocaberti, O.P., (1677-1699), punì pubblicamente il governatore di Valencia per aver interferito nella giurisdizione ecclesiastica. Andrés Mayoral Alonso de Mella (1738-69) migliorò il sistema di beneficenza e di istruzione pubblica, fondò il Colegio de las Escuelas Pías e la Casa de Enseñanza per ragazze. Raccolse una biblioteca di 12.000 volumi; andata persa il secolo successivo per un incendio nella Guerra d'Indipendenza.
Nel XIX secolo a Valencia vissero due religiose fondatrici di istituti religiosi elevate agli altari: Maria Michela del Santissimo Sacramento e Teresa Jornet e Ibars.
Nella seconda metà del XIX secolo e nel primo terzo del secolo scorso l'arcidiocesi di Valencia fu travagliata da forti tensioni politiche e sociali, fra le quali emersero nette posizioni anticlericali, che sfociarono durante la guerra civile in un'aperta persecuzione della Chiesa. Valencia fu in quel periodo la capitale della repubblica e la sua arcidiocesi pagò uno dei più grandi tributi di sangue con 361 sacerdoti, 93 donne e 373 uomini dell'azione cattolica e diverse centinaia di religiose di vari istituti maschili e femminili uccisi in odio alla Fede, e questo spiega il fatto che in essa sono stati aperti il maggior numero di processi di canonizzazione[1]. A Roma l'11 marzo 2001 papa Giovanni Paolo II beatificò 233 martiri per la Fede dell'arcidiocesi di Valencia[2].
Con due decreti della Congregazione Concistoriale del 6 giugno 1957[3] e del 31 maggio 1960[4] furono modificati i confini diocesani: cedette alla diocesi di Orihuela-Alicante quattro arcipresbiterati, ricevendone una parrocchia; ricevette un arcipresbiterato dalla diocesi di Cuenca e cinque dalla diocesi di Segorbe, cedendo a quest'ultima un altro arcipresbiterato e ventisette parrocchie.
Cronotassi dei vescovi
- Justiniano † (531 - 546)
- Celsino † (circa 587 - circa 589)
- Ubiligisclo e Celsino, insieme † (circa 589)
- Sant'Eutropio † (fine del VI secolo)
- Marino † (circa 610)
- Musitacio † (circa 633 – prima del 646)
- Anesio o Aniano † (circa 646 - 652)
- Felix † (652 - 656)
- Suinterico † (? - 675)
- Hospital † (? - 681)
- Sarmata † (682 - 688)
- Ubiticisclo † (? - 693)
- Zaet al-Matran † (? - 1094)
- Jerónimo de Perigord, O.S.B. † (1092 o 1098 ? – 1102 ? nominato vescovo di Salamanca)
- Ferrer de Pallarés o de San Martín † (22 giugno 1240 - 30 aprile 1243 deceduto)
- Arnau de Peralta † (1º giugno 1243 - 25 agosto 1248 nominato vescovo di Saragozza)
- Andrés de Albalat, O.P. † (4 dicembre 1248 - 25 novembre 1276 deceduto)
- Jazperto de Botonach † (1276 - 3 aprile 1288 deceduto)
- Ramón Despont, O.P. † (1289 - 13 novembre 1312 deceduto)
- Ramón de Gastón † (13 dicembre 1312 confermato - 18 giugno 1348 deceduto)
- Hugo de Fenollet † (1348 - 21 giugno 1356 deceduto)
- Jaime de Aragón † (5 marzo 1369 - 30 maggio 1396 deceduto)
- Hugo de Lupia y Bagés † (28 novembre 1397 - 11 aprile 1427 deceduto)
- Alfonso de Borja y Cabanilles † (20 agosto 1429 - 8 aprile 1455 eletto papa con il nome di Callisto III)
- Rodrigo de Borja † (30 giugno 1458 - 11 agosto 1492 eletto papa con il nome di Alessandro VI)
- César de Borja † (31 agosto 1492 - 17 agosto 1498 dimesso)
- Juan de Borja Llançol de Romaní † (9 agosto 1499 - 22 giugno 1500 deceduto)
- Pedro Luis de Borja Llançol de Romaní † (29 luglio 1500 - 14 ottobre 1511 deceduto)
- Alfonso de Aragón † (23 gennaio 1512 - 24 febbraio 1520 deceduto)
- Eberhard von der Mark † amministratore apostolico (28 marzo 1520 - 27 febbraio 1538 deceduto)
- Jorge de Austria † (27 marzo 1538 - 23 febbraio 1541 nominato vescovo coadiutore di Liegi)
- San Tommaso di Villanova, O.S.A. † (10 ottobre 1544 - 8 settembre 1555 deceduto)
- Francisco de Navarra y Hualde † (4 maggio 1556 - 14 aprile 1563 deceduto)
- Acisclo de Moya y Contreras † (27 gennaio 1564 - 2 maggio 1565 deceduto)
- Martín Pérez de Ayala † (6 settembre 1564 - 5 agosto 1566 deceduto)
- Fernando de Loaces (Loazes), O.P. † (28 aprile 1567 - 29 febbraio 1568 deceduto)
- San Giovanni de Ribera † (3 dicembre 1568 - 6 gennaio 1611 deceduto)
- Pedro Castro Nero † (12 settembre 1611 - 28 settembre 1611 deceduto)
- Isidoro Aliaga, O.P. † (23 marzo 1612 - 2 gennaio 1648 deceduto)
- Pedro Urbina Montoya, O.F.M. † (28 giugno 1649 - 1º aprile 1658 nominato arcivescovo di Siviglia)
- Martín López de Ontiveros † (16 aprile 1658 - 5 settembre 1666 deceduto)
- Ambrosio Ignacio Spínola y Guzmán † (9 aprile 1667 - 14 maggio 1668 nominato arcivescovo di Santiago di Compostela)
- Luis Alfonso de los Cameros † (14 maggio 1668 - 26 luglio 1676 deceduto)
- Juan Tomás de Rocaberti, O.P. † (8 febbraio 1677 - 13 giugno 1699 deceduto)
- Antonio Folch y Cardona, O.F.M. † (3 febbraio 1699 - 21 luglio 1724 deceduto)
- Andrés de Orbe y Larreátegui † (10 aprile 1725 - aprile 1736 dimesso)
- Andrés Mayoral Alonso de Mella † (27 gennaio 1738 - 6 ottobre 1769 deceduto)
- Tomás Azpuru Ximénez † (12 marzo 1770 - 7 luglio 1772 deceduto)
- Tomás de Azpuru de Mellá † (12 marzo 1770 - 7 luglio 1772 deceduto)
- Tomás Azpuru Ximénez † (24 giugno 1770 ordinato vescovo - 7 luglio 1772 deceduto)
- Francisco Fabián y Fuero † (13 settembre 1773 - 28 maggio 1795 ritirato)
- Antonio Despuig y Dameto † (1º febbraio 1794 - 18 dicembre 1795 nominato arcivescovo di Siviglia)
- Juan Francisco Jiménez del Río † (18 dicembre 1795 - 1º aprile 1800 deceduto)
- Joaquín Company Soler, O.F.M. † (2 agosto 1800 - 13 febbraio 1813 deceduto)
- Veremundo Anselmo Arias Teixeiro † (19 dicembre 1814 - 24 febbraio 1824 deceduto)
- Simón López García, C.O. † (27 settembre 1824 - 3 settembre 1831 deceduto)
- Joaquín López Sicilia † (22 settembre 1831 - 24 agosto 1835 deceduto)
- Pablo García Abella, C.O. † (17 gennaio 1848 - 6 agosto 1860 deceduto)
- Mariano Benito Barrio Fernández † (18 giugno 1861 - 20 novembre 1876 deceduto)
- Antolín Monescillo y Viso † (22 giugno 1878 - 11 aprile 1892 nominato arcivescovo di Toledo)
- Beato Ciriaco María Sancha y Hervás † (6 ottobre 1892 - 24 marzo 1898 nominato arcivescovo di Toledo)
- Sebastián Herrero Espinosa de los Monteros † (24 marzo 1898 - 9 dicembre 1903 deceduto)
- Bernardino Nozaleda y Villa, O.P. † (14 novembre 1904 - 11 dicembre 1905 dimesso)
- Victoriano Guisasola y Menéndez † (14 dicembre 1905 - 1º gennaio 1914 nominato arcivescovo di Toledo)
- Valeriano Menéndez y Conde † (28 maggio 1914 - 8 marzo 1916 deceduto)
- José Maria Salvador y Barrera † (14 dicembre 1916 - 4 settembre 1919 deceduto)
- Enrique Reig y Casanova † (22 aprile 1920 - 14 dicembre 1922 nominato arcivescovo di Toledo)
- Prudencio Melo y Alcalde † (14 dicembre 1922 - 31 ottobre 1945 deceduto)
- Marcelino Olaechea Loizaga, S.D.B. † (17 febbraio 1946 - 18 novembre 1966 ritirato)
- José María García Lahiguera † (1º luglio 1969 - 25 maggio 1978 ritirato)
- Miguel Roca Cabanellas † (25 maggio 1978 - 8 gennaio 1992 deceduto)
- Agustín García-Gasco Vicente (24 luglio 1992 - 8 gennaio 2009 ritirato)
- Carlos Osoro Sierra, (8 gennaio 2009 - 28 agosto 2014 nominato arcivescovo di Madrid)
- Antonio Cañizares Llovera (28 agosto 2014 - 10 ottobre 2022 ritirato)
- Enrique Benavent Vidal, dal 10 ottobre 2022
Statistiche
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per sacerdote |
uomini | donne | |||
1950 | 1.650.000 | 1.660.000 | 99,4 | 1.153 | 773 | 380 | 1.431 | 600 | 3.925 | 432 | |
1970 | 1.886.742 | 0,0 | 1.826 | 1.143 | 683 | 0 | 704 | 4.420 | 606 | ||
1980 | 2.165.050 | 2.279.571 | 95,0 | 1.525 | 1.007 | 518 | 1.419 | 1 | 861 | 3.691 | 654 |
1990 | 2.200.100 | 2.315.901 | 95,0 | 1.536 | 918 | 618 | 1.432 | 942 | 3.608 | 659 | |
1999 | 2.294.000 | 2.415.000 | 95,0 | 1.516 | 810 | 706 | 1.513 | 928 | 3.530 | 651 | |
2000 | 2.369.422 | 2.383.912 | 99,4 | 1.505 | 799 | 706 | 1.574 | 928 | 3.530 | 651 | |
2001 | 2.387.088 | 2.401.938 | 99,4 | 1.556 | 801 | 755 | 1.534 | 900 | 3.515 | 651 | |
2002 | 2.298.415 | 2.419.385 | 95,0 | 1.569 | 790 | 779 | 1.464 | 890 | 4.025 | 651 | |
2003 | 2.294.307 | 2.499.357 | 91,8 | 1.556 | 786 | 770 | 1.474 | 875 | 4.025 | 652 | |
2004 | 2.484.037 | 2.562.333 | 96,9 | 1.538 | 788 | 750 | 1.615 | 850 | 3.800 | 652 | |
2010 | 3.030.000 | 3.213.000 | 94,3 | 1.521 | 761 | 760 | 1.992 | 10 | 870 | 3.810 | 650 |
2014 | 3.041.000 | 3.225.000 | 94,3 | 1.541 | 731 | 810 | 1.973 | 16 | 965 | 3.820 | 647 |
2017 | 2.636.400 | 2.792.872 | 94,4 | 1.345 | 745 | 600 | 1.960 | 16 | 689 | 3.753 | 646 |
2020 | 2.657.740 | 2.815.430 | 94,4 | 1.187 | 837 | 350 | 2.239 | 34 | 515 | 2.550 | 649 |
2022 | 2.689.000 | 2.848.560 | 94,4 | 1.072 | 793 | 279 | 2.508 | 33 | 429 | 1.820 | 638 |
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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