Dedicazione della Basilica Lateranense
Dedicazione della Basilica Lateranense | |
Basilica di San Giovanni in Laterano | |
Data | 9 novembre |
---|---|
Rito romano | |
Tipologia | Festa |
Periodo | Tempo Ordinario |
Note di Rito romano | |
Questa festa ha la priorità sulle Domeniche. | |
Rito ambrosiano | |
Tipologia | Festa del Signore |
Periodo | Tempo dopo la Dedicazione |
Note di Rito ambrosiano | |
Nel Rito ambrosiano cede alla Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo che si celebra nei giorni tra il 5 e l'11 novembre. In questo caso, in quell'anno liturgico, la dedicazione della Basilica non viene celebrata. |
Nel Martirologio Romano, 9 novembre, n. 1:
|
La Dedicazione della Basilica Lateranense è una festa liturgica celebrata dalla Chiesa cattolica il 9 novembre.
La dedicazione ufficiale della Basilica di San Giovanni in Laterano al Santissimo Salvatore fu compiuta da papa Silvestro I nel 324. Il nome completo Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista fu un'aggiunta di papa Sergio III e di san Gregorio Magno.
Storia
L'anniversario della dedicazione della basilica, costruita dall'imperatore Costantino sul colle Laterano a Roma, fu celebrato, fin dal XII secolo, il 9 novembre. Inizialmente fu una festa solo della città di Roma. In seguito la celebrazione fu estesa a tutte le chiese di rito romano per onorare la basilica chiamata "chiesa-madre di tutte le chiese dell'Urbe e dell'Orbe". La festa liturgica è menzionata nei Discorsi del vescovo san Cesario di Arles,[1]
La basilica del Santissimo Salvatore, più volte distrutta durante il corso dei secoli, fu sempre ricostruita, e l'ultima sua riedificazione avvenne sotto il pontificato di Benedetto XIII, che la riconsacrò l'anno 1724. Fu in quest’occasione che venne stabilita ed estesa a tutta la cristianità la festa della sua dedicazione.
Liturgia
L'ordinamento delle letture bibliche è articolato in anno unico a struttura ternaria per il Rito ambrosiano con grado liturgico Festa del Signore e binaria per il Rito romano con grado di Festa.
Rito romano
- Prima lettura - Ez 47,1-2.8-9.12 : Vidi l'acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungeva quest'acqua portò salvezza.
- oppure:
- Prima lettura - 1Cor 3,9-11.16-17 : Voi siete il tempio di Dio.
- Salmo responsoriale - dal Sal 46 - Rit.: Un fiume rallegra la città di Dio.
- Versetto dell'Alleluia - 2Cr 7,16
- Vangelo - Gv 2,13-22
Rito ambrosiano
- Lettura - 1Re 8,22-23.27.30 : I cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito.
- Salmo - Sal 95,1-7 - Rit.: Adoriamo il Signore nella sua santa casa.
- Epistola - 1Cor 3,9-17 : Nessuno può porre un fondamento diverso da Gesù Cristo.
- Canto al Vangelo - cfr. 1Cor 3,17.9 : Santo è il tempio di Dio, campo ch'egli coltiva, e costruzione da lui edificata.
- Vangelo - Gv 4,19-24 : I veri adoratori adorano il Padre in spirito e verità.
- Dopo il Vangelo - cfr Is 2,2 : La Chiesa è eretta sulla cima dei monti, più alta dei colli; a lei affluiscono tutte le genti, dando gloria a Dio.
Nel Periodo postconciliare dal 1976 al 2008
Dal 1976 fino al 2008 le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (ad eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Durante questo periodo le letture della solennità seguivano una struttura ternaria ad anno unico che sono state riprese nel Nuovo Lezionario Ambrosiano ad eccezione della Seconda lettura estrapolata dalla Prima lettera di Pietro 2,4-9. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura.[2].
Rito tridentino
Introitus | « Gen 28,17 Terríbilis est locus iste: hic domus Dei est et porta coeli: et vocábitur aula Dei. (T.P. Allelúja, allelúja.) Sal 84,2-3 Quam dilécta tabernácula tua, Dómine virtútum! concupíscit, et déficit ánima mea in átria Dómini. Glória Patri.» | Terribile è questo luogo! Qui è la casa di Dio, la porta del cielo, e sarà chiamata dimora di Dio. Quanto amabili sono le tue dimore, o Signore altissimo! La mia anima anela e si strugge per la casa del Signore. |
Epistola | Ap 21,2-5 | |
Graduale[3] | « Locus iste a Deo factus est, inæstimábile sacraméntum, irreprehensíbilis est. Deus, cui astat Angelórum chorus, exáudi preces servórum tuórum.» | Questo luogo scelto da Dio, arcano mistero, è infinitamente Santo. O Dio, alla cui presenza sta il coro degli Angeli, esaudisci le preghiere dei tuoi servi. |
Alleluja | « Sal 138,2 Adorábo ad templum sanctum tuum: et confitébor nómini tuo.» | Mi prostrerò nel tuo tempio santo e loderò il tuo nome. |
Evangélium | Lc 19, 1-10 |
Rito ambrosiano antico
IN DEDICATIONE BASILICÆ LATERANENSIS SEU SS. SALVATORIS
Ingressa | « Inclinavit Salomon genua, * et expandit manus suas ad cælum. • Dixit: Domine, sint oculi tui aperti super domum istam die ac nocte: * ut exaudias nos in loco, † in quo jussisti invocari nomen tuum, Domine.» | Salomone piegò le ginocchia e stese le sue mani al cielo. Disse: "Signore, siano i tuoi occhi vigili sopra questa casa durante il giorno e la notte; affinché tu ci esaudisca, dove hai comandato che venisse invocato il tuo nome, o Signore". |
Lectio | Ap 21,2-5 | |
Psalmellus | « Domine, dilexi decorem domus tuæ * et locum tabernaculi gloriæ tuæ. • Lavabo inter innocentes manus meas: * et circumdabo altare tuum, Domine. » | Signore, ho amato lo splendore della tua casa e il luogo dove abita la tua gloria. Laverò le mie mani fra gli innocenti: e starò intorno al tuo altare, o Signore. |
Epistola | 1Cor 3, 9-15 | |
Halleluja | « Hæc est domus Domini, et porta cæli: * et vocabitur nomen loci hujus aula Dei. » | Questa è casa del Signore, e porta del cielo: e questo luogo sarà chiamato casa di Dio. |
Evangélium | Lc 19, 1-10 | |
Antiphona post Evangelium | « Fundamenta tua, Sion, non moveantur: * dicit Dominus. • Supra muros tuos ponam salutare præsidium: * et in ingressu portarum tuarum permanebit lætitia et gaudium.» | Le tue fondamenta, o Sion, non vengano smosse: dice il Signore. Sopra le tue mura porrò un presidio di salvezza: all’ingresso delle tue porte dimoreranno la letizia e la gioia. |
Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, in Rito ambrosiano antico il celebrante stende solennemente la Sindone[4] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):
« | Annuæ festivitatis cultu supplices te, Domine, deprecamur, ut quicumque intra templi hujus, cujus natalis est hodie, ambitum continemur, plena tibi, atque perfecta corporis et animæ devotione placeamus: ut dum hæc præsentia vota reddimus, ad æterna præmia pervenire mereamur. Per Dominum nostrum [...]. Amen. » | « | Con il rito di questa annua festività, supplici ti preghiamo, o Signore, che chiunque entri in questo tempio, di cui oggi ricorre la dedicazione, ti piaccia per una perfetta devozione di corpo e anima: così, mentre ti presentiamo queste intenzioni, meritiamo di giungere ai premi eterni. Per il nostro Signore [...]. Amen. » |
Note | |
| |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|