Carlo Vittorio Amedeo delle Lanze

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Carlo Vittorio Amedeo Delle Lanze
Cardinale
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al secolo Ignazio
battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 71 anni
Nascita Torino
1º settembre 1712
Morte Abbazia di San Benigno di Fruttuaria
25 gennaio 1784
Sepoltura Chiesa nell'Abbazia di San Benigno di Fruttuaria
Conversione
Appartenenza Arcidiocesi di Torino
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono 1736 (suddiacono nel 1731)
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Ordinazione presbiterale 23 settembre 1736
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Nominato arcivescovo 11 agosto 1747 da Benedetto XIV
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Consacrazione vescovile Roma, Cappella paolina nel palazzo del Quirinale, 24 settembre 1736 dal papa Benedetto XIV
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10 aprile 1747 da Benedetto XIV (vedi)
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Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 36 anni, 9 mesi e 15 giorni
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Ordinazioni
e
Successione apostolica

Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
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Carlo Vittorio Amedeo Delle Lanze, al secolo Ignazio delle Lancie o De Lances (Torino, 1º settembre 1712; † Abbazia di San Benigno di Fruttuaria, 25 gennaio 1784) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.

Biografia

Nacque il 1º settembre 1712 a Torino in una famiglia di nobili origini, era il maggiore dei due figli di Carlo Francesco Agostino delle Lanze, conte delle Lanze e Vinovo, e Barbara Luigia di Piosacco di Piobesi. I suoi padrini furono lo zio paterno, il re Vittorio Amedeo II di Sardegna, e sua moglie, la regina Anna Maria d'Orléans. Il suo nome è indicato anche come Carlo Vittorio Amedeo Ignazio e il suo cognome come delle Lancie o De Lances. Morta la madre il 2 febbraio 1721, si trasferì a Chambéry col padre che era stato nominato governatore della Savoia. Quando il padre fu coinvolto in contrasti con la borghesia mercantile nel 1724 fu condannato a morte in contumacia e gli furono confiscati i beni. Fuggito all'estero soggiornò nelle principali città europee, prima di stabilirsi a Bologna. Inizialmente aveva intrapreso la carriera militare aderendo alle idee antigesuitiche e filogianseniste dell'epoca.

Formazione e ministero sacerdotale

Da novizio, si recò a Roma, dove divenne chierico secolare deciso a proseguire gli studi ecclesiastici presso la Pontificia Accademia dei Nobili Ecclesiastici. Ricevette il suddiaconato nel 1731 a Tivoli. Nel 1732 ritornò in Piemonte, dove compì gli studi di filosofia e conseguì il baccellierato in teologia presso l'Università di Torino il 17 aprile 1734. Ricevuto il diaconato nel 1736, riacquisì i feudi paterni con la maggiore età, tranne Vinovo; celebrò la sua prima messa nella chiesa barnabita di "San Dalmazzo a Torino" il 23 settembre 1736. In quella sede iniziò il suo ministero.

Unito ancora al mondo accademico, era solito destinare parte del suo patrimonio al sostegno dei giovani studenti. Con la destituzione di François Mellet nel 1736 e Thomas Crust nel 1739, si convertì all'ortodossia del tomismo agostiniano e dell'antibenignismo, di cui l'Università di Torino ebbe due esponenti barnabiti di spicco come i padri Francesco Antonio Luciardi e Hyacinthe Sigismond Gerdil, nonché il teatino padre Michele Casati, C.R. [1]. Abate dell'abbazia nullius di San Giusto di Susa dal 1743 al 1749. Gran elemosiniere e pro-cappellano di corte del cugino re Carlo Emanuele III di Sardegna, dal 17 ottobre 1746 fino al febbraio 1773, alla morte del re. Abate commendatario di "Lucedio" il 2 maggio 1747.

Cardinalato

Promosso cardinale su richiesta della corona, fu creato cardinale diacono nel Concistoro del 10 aprile 1747 da Benedetto XIV che gli inviò il cappello rosso col Breve Apostolico del 17 aprile 1747; lo ricevette il 13 luglio seguente e la diaconia dei Santi Cosma e Damiano il 31 luglio dello stesso anno.

Nomina episcopale

Eletto arcivescovo titolare di Nicosia da Benedetto XIV l'11 agosto 1747, fu consacrato il 24 settembre seguente nella Cappella paolina del palazzo del Quirinale a Roma, dal papa stesso, assistito dal cardinale Antonio Saverio Gentili, prefetto della Sacra Congregazione del concilio e da Giovanni Antonio Guadagni, prefetto della Congregazione della Disciplina dei Regolari e Cardinale Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma.

Optò per l'ordine presbiterale e il titolo di San Sisto il 2 ottobre 1747. Abate dell'abbazia nullius di San Benigno di Fruttuaria il 5 agosto 1749. Il 12 ottobre dello stesso anno consacrò la Chiesa di Superga; il 31 maggio 1750 benedisse il matrimonio del duca di Savoia a Oulx, futuro re Vittorio Amedeo III, e dell'infanta di Spagna, Maria Antonieta Ferdinanda; poco dopo presiedette all'ostensione della Sindone di Torino e l'anno successivo partecipò a Milano alla solenne traslazione del corpo di San Carlo Borromeo.

Partecipò al conclave del 1758 che elesse papa Clemente XIII, in cui si identificò con il partito antigesuita. Optò per il titolo di Sant'Anastasia il 22 novembre 1758. L'anno seguente intervenne per ottenere la berretta cardinalizia all'ex nunzio a Torino, Ludovico Merlini e, su richiesta del papa, sostenne le credenziali dell'abate Domenico Morelli, incaricato d'affari della Santa Sede a Torino dopo la partenza del nunzio Merlini. Optò per il titolo di Santa Prassede il 21 marzo 1763. Partecipò al conclave del 1769 che elesse papa Clemente XIV. Il 15 ottobre 1773 fu nominato presidente del consiglio ecclesiastico con l'incarico di provvedere all'assorbimento del personale e alla ridistribuzione dei beni già appartenenti alla Compagnia di Gesù. Partecipò al conclave del 1774-1775 che elesse papa Pio VI, con la fama di protettore dei gesuiti, e per questo non fu gradito ai cardinali della corona.

Prefetto della S.C. del Consiglio Tridentino dal 22 marzo 1775 fino alla morte esentato dalla residenza romana dal papa. Il 30 dicembre in seguito alla morte dell'abate Morelli, incaricato d'affari di Torino, fu chiamato a sostituirlo provvisoriamente fino alla nomina del successore. Nel 1782 si recò a incontrare Pio VI, che tornava da Vienna, e lo accompagnò da Ferrara a Imola. Optò per il titolo di San Lorenzo in Lucina il 18 luglio 1783 e divenne Cardinale protopresbitero; impiegò le entrate di quel titolo alla causa di beatificazione di Giuseppe Benedetto Labre. Trascorse i suoi ultimi anni a Fruttaria visitando e facendo del bene alle famiglie povere del paese.

Morte

Morì il 25 gennaio 1784 presso l'abbazia di San Benigno di Fruttuaria. Come da suo testamento fu esposto e sepolto nella chiesa di quell'abbazia e suo unico erede divenne il seminario dell'abbazia da lui fondata.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Cardinale diacono dei Santi Cosma e Damiano Successore: Kardinalcoa.png
Mario Bolognetti 31 luglio2 ottobre 1747 Ludovico Maria Torriggiani I
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Mario Bolognetti {{{data}}} Ludovico Maria Torriggiani
Predecessore: Arcivescovo titolare di Nicosia Successore: Arcbishop.png
Raniero Felice Simonetti 11 agosto 174715 ottobre 1773 Giuseppe Vincentini I
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Raniero Felice Simonetti {{{data}}} Giuseppe Vincentini
Predecessore: Cardinale presbitero di San Sisto Successore: Kardinalcoa.png
Luigi Maria Lucini 2 ottobre 174722 novembre 1758 Giuseppe Agostino Orsi I
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Luigi Maria Lucini {{{data}}} Giuseppe Agostino Orsi
Predecessore: Abate commendatario di Fruttuaria Successore: Quadrato trasparente.png
Giovanni Amedeo d'Allinges 1749 - 1784 Maurizio Eugenio di Savoia I
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Giovanni Amedeo d'Allinges {{{data}}} Maurizio Eugenio di Savoia
Predecessore: Cardinale presbitero di Sant'Anastasia Successore: Kardinalcoa.png
Giacomo Oddi 22 novembre 175821 marzo 1763 Lodovico Calini I
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Giacomo Oddi {{{data}}} Lodovico Calini
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Prassede Successore: Kardinalcoa.png
Giacomo Oddi 21 marzo 176318 luglio 1783 Vitaliano Borromeo I
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Giacomo Oddi {{{data}}} Vitaliano Borromeo
Predecessore: Prefetto della Congregazione del concilio Successore: Emblem Holy See.svg
Ferdinando Maria de Rossi
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22 marzo 177523 gennaio 1784 Andrea Negroni
(pro-prefetto)
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Ferdinando Maria de Rossi
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{{{data}}} Andrea Negroni
(pro-prefetto)
Predecessore: Cardinale presbitero di San Lorenzo in Lucina Successore: Kardinalcoa.png
Giuseppe Pozzobonelli 18 luglio 178323 gennaio 1784 Marcantonio Colonna juniore I
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Giuseppe Pozzobonelli {{{data}}} Marcantonio Colonna juniore
Predecessore: Cardinale protopresbitero Successore: Kardinalcoa.png
Giuseppe Pozzobonelli 18 luglio 178323 gennaio 1784 Marcantonio Colonna juniore I
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Giuseppe Pozzobonelli {{{data}}} Marcantonio Colonna juniore
Note
  1. cfr. Bishop Michele Casati, C.R. su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 12-10-2023
Bibliografia
  • (IT) Barberis, Giulio, L'angelo del Piemonte, ossia il cardinale Carlo Vittorio Amedeo Delle Lanze, abate di San Benigno di Fruttuaria, Tipografia e libreria Salesiana, S. Benigno Canavese, 1886 (Letture cattoliche; 34/406)
  • (IT) Lorenzo Cardella, Memorie storiche de' cardinali della Santa Romana Chiesa. 9 vols., vol. IX, 36-39, Stamperia Pagliarini, Roma, 1797
  • (IT) G. Frola, Dieci lettere inedite del cardinale Carlo Vittorio Medeo delle Lanze, abate di San Benigno di Fruttuaria, vol. XXVII, Boletino storico-bibliografico subalpino, 1925, pp. 215-225
  • (IT) Nicola del Re, I cardinali prefetti della sacra congregazione del concilio dalle origini ad oggi (1564-1964), vol. XXXVII, Apollinaris, 1964, pp. 129-130
  • (LA) Remigium Ritzler, Sefrin Pirminum, Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi, vol. VI (1730-1799), pp. 15, 42, 45, 48, 49, 51, 310, Typis et Sumptibus Domus Editorialis "Il Messaggero di S. Antonio" presso Basilica Sant'Antonio, Padova, 1968
  • (IT) Giovanni Saroglia, Il cardinale Carlo Vittorio Amedeo delle Lanze, abate di San Benigno di Fruttaria, Ivrea, 1884
  • (IT) Pietro Stella, La 'apostasia' del card. Delle Lanze (1712-1784): contributo alla storia del giansenismo in Piemonte, vol. XXV, Salesianum, 1963, pp. 3-46
  • (DE) Christoph Weber, Michael Becker, Genealogien zur Papstgeschichte. 6 vols., vol. V, 352, Anton Hiersemann, Stuttgart, 1999-2002. (Päpste und Papsttum, Bd. 29, 1-6)
  • (DE) Christoph Weber, Senatus divinus: verborgene Strukturen im Kardinalskollegium der frühen Neuzeit (1500-1800), Peter Lang, Francoforte sul Meno; New York, 1996 p. 510, no. 697
Collegamenti esterni