Beato Giuseppe Benedetto Dusmet

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Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, O.S.B. Cas.
Cardinale
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al secolo Melchiorre
battezzato
Beato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 75 anni
Nascita Palermo
15 agosto 1818
Morte Catania
4 aprile 1894
Sepoltura
Appartenenza Congregazione Sublacense Cassinese dell'Ordine di San Benedetto
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono 15 novembre 1840 da Domenico Benedetto Balsamo
Ordinazione presbiterale
Ordinazione presbiterale monastero benedettino di San Martino alle Scale (Palermo), 18 settembre 1841 da card. arc. Domenico Benedetto Balsamo
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Nominato arcivescovo 22 febbraio 1867 da Pio IX
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Consacrazione vescovile Basilica di San Paolo fuori le Mura (Roma), 10 marzo 1867 dal card. arc. Antonio Saverio De Luca
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a Cardinale
11 febbraio 1889 da Leone XIII (vedi)
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Cardinale per 5 anni, 1 mese e 21 giorni
Cardinale elettore
Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Predecessore {{{predecessore}}}
Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato

Successione apostolica

Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il 15 luglio 1965, da Paolo VI
Beatificazione 25 settembre 1988, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
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Altre ricorrenze
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Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

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Invito all'ascolto
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Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, al secolo Melchiorre (Palermo, 15 agosto 1818; † Catania, 4 aprile 1894) è stato un abate, arcivescovo e cardinale italiano.

Biografia

Nacque il 15 agosto 1818 a Palermo da Luigi Dusmet Desmours, ufficiale di marina e vicedirettore dei Telegrafi di Palermo e da Maria Grazia dei marchesi Dragonetti Gorgone, famiglia di nobili origini proveniente dal Belgio trasferitasi in Sicilia nel secolo XVIII al seguito di Carlo di Borbone. Il suo cognome è anche elencato come Dusmet Desmours.

Fu battezzato col nome di Melchiorre nello stesso giorno della sua nascita nella cattedrale di Palermo e ricevette i nomi di Giuseppe Maria Giacomo Filippo Lupo Domenico Antonio Rosolino Melchiorre Francesco di Paola Benedetto Gennaro. Melchiorre è stato scelto per uso familiare. Aveva una sorella, Marianna, e quattro fratelli, Carlo, Tommaso, Diomede e Raffaele.

All'età di sei anni fu ammesso alla scuola annessa all'abbazia benedettina di San Martino delle Scale di Monreale; suo padre lo fece tornare a Napoli, dove la famiglia si era stabilita, nel 1832, preoccupato che suo figlio avrebbe seguito una vocazione ecclesiastica; e meno di due anni dopo tornò all'abbazia quando suo padre si rese conto che non poteva cambiare la sua vocazione.

La formazione e il ministero sacerdotale

Compiuti gli studi nel monastero benedettino di San Martino delle Scale, il padre lo richiamò a Napoli, dove si era trasferito con tutta la famiglia, per farlo sposare con una giovane nobile, ma nel 1833 tornò presso San Martino dove emise i voti nell'ordine benedettino il 15 agosto 1840, assumendo i nomi di Giuseppe Benedetto.

Ricevette il suddiaconato l'11 ottobre 1840 da Domenico Balsamo, arcivescovo di Monreale, nel palazzo arcivescovile e il diaconato il 15 novembre successivo, dallo stesso prelato e nello stesso posto. Fu ordinato presbitero, probabilmente, il 18 settembre 1841 a Monreale.

Ministero pastorale, specialmente come predicatore e confessore; inoltre, professore di filosofia e teologia, archivista e cantore; nel 1845 divenne segretario dell'abate Carlo Antonio Buglio e lo accompagnò nelle visite alle abbazie di Caltanisetta e Catania.

I moti rivoluzionari dell'epoca crearono un forte attrito all'interno della comunità tanto che il capitolo generale dell'Ordine, tenutosi a Firenze nel 1847, trasferì l'abate Buglio e il suo segretario nell'abbazia di S. Flavia a Caltanissetta. Il 12 giugno 1850 fu nominato priore nell'abbazia dei Santi Severino e Sossio di Napoli, ma avendovi accolto il padre Tosti, accusato dal governo di posizioni liberali, fece ritorno a Caltanissetta l'8 maggio 1852.

Il capitolo generale tenutosi a Perugia nel 1858 lo nominò abate del monastero di San Nicolò l'Arena di Catania; occupò l'incarico fino al 15 ottobre 1866, quando esso fu confiscato, assieme a tutte le proprietà degli ordini religiosi, dal nuovo regno d'Italia.

A seguito delle trasformazioni politiche che la Sicilia visse nella fase dell'annessione al Regno d'Italia, nel maggio del 1860 si impegnò personalmente in città per impedire che i soldati borbonici commettessero violenze e ritorsioni e nel 1862 ospitò per due giorni nel suo convento Giuseppe Garibaldi e le sue schiere che si avviavano alla spedizione, poi fallita, ad Aspromonte. A causa della soppressione degli ordini religiosi privi di finalità sociale disposta dai nuovi regnanti, subì l'esproprio dei beni di proprietà del monastero.

Il ministero episcopale

Eletto arcivescovo di Catania il 22 febbraio 1867 da Leone XIII, fu consacrato il 10 marzo seguente nella Basilica di San Paolo fuori le mura a Roma dal cardinale di Santi Quattro Coronati Antonio Saverio De Luca, prefetto della Congregazione dell'Indice dei Libri Proibiti, assistito da Pietro Giannelli[1], arcivescovo titolare di Sardi, pro-segretario della Congregazione del Concilio, già Nunzio apostolico per la Sicilia e da Giuseppe Maria Papardo del Parco, C.R.[2], vescovo titolare di Sinope, amministratore apostolico sede plena di Messina.

Da arcivescovo proseguì nell'opera di carità e contrastò le ideologie moderniste in costante sintonia con le direttive del papa, degli di altri vescovi italiani come il card. Sisto Riario Sforza di Napoli e Tommaso Ghilardi di Mondovì e di Sicilia, quali il cardinale Michelangelo Celesia, O.S.B. Cas., anche lui benedettino e arcivescovo di Palermo; con il cardinale Giuseppe Guarino, arcivescovo di Messina.

Il governo italiano restituì le chiese confiscate alla Chiesa nel 1867; in quell'anno anche il seminario di Catania fu restituito all'arcivescovo. Fu solo nel 1878 che il governo gli concesse l'exequatur, che gli permise di prendere pieno possesso dell'arcidiocesi.

Il cardinalato

Fu creato cardinale presbitero da Leone XIII nel concistoro del 11 febbraio 1889 ricevendo il cappello rosso e il titolo di Santa Pudenziana il successivo 14 febbraio.

La morte

Morì il 4 aprile 1894 nel palazzo arcivescovile di Catania, fu esposto nella Cattedrale metropolitana di Catania; i funerali si svolsero il 6 aprile 1894 nella cattedrale; è stato sepolto nella cappella dell'Arciconfraternita dei Bianchi nel cimitero di Catania. Le sue spoglie furono trasferite nella cattedrale metropolitana di Catania nel maggio 1904 e collocate in un monumento progettato dall'architetto Filadelfio Fichera; l'effigie in marmo fu scolpita da Pasquale Leotta.

Beatificazione

Il 7 gennaio 1931 la causa di beatificazione fu introdotta da Carmelo Patanè, arcivescovo di Catania; il postulatore era Gaetano Fornaris, O.S.B.Cas.. Nel 1935, un imponente monumento al defunto cardinale fu inaugurato a Catania dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, O.S.B.Cas., arcivescovo di Milano e futuro beato. Il 15 luglio 1965 Papa Paolo VI firmò il decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio e lo proclamò Venerabile[3]. Papa Giovanni Paolo II lo beatificò il 25 settembre 1988. Nel novembre 2021 un riconoscimento canonico sui resti incorrotti del cardinale è stato intrapreso da un team dell'Università di Catania guidato da Cristoforo Pomara, professore di medicina legale presso quell'istituto. Monsignor Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, ha permesso l'attuazione di tali misure al fine di salvaguardare le reliquie e conservarle nel modo più appropriato per il futuro, costituendo un elemento preparatorio per l'auspicato processo di canonizzazione del cardinale Dusmet.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo di Catania Successore: Bishopcoa.png
Felice Regano 22 febbraio 1867 - 4 aprile 1894 Giuseppe Francica-Nava de Bondifè I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Felice Regano {{{data}}} Giuseppe Francica-Nava de Bondifè
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Pudenziana Successore: Kardinalcoa.png
Włodzimierz Czacki 14 febbraio 1889 - 4 aprile 1894 Victor-Lucien-Sulpice Lécot I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Włodzimierz Czacki {{{data}}} Victor-Lucien-Sulpice Lécot
Note
  1. cfr. Pietro Cardinal Giannelli su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 24-02-2022
  2. cfr. Archbishop Giuseppe Maria Papardo del Parco, C.R. su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 24-02-2022
  3. Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 1965, op. cit., pp. 735-738
Bibliografia
  • Tommaso Leccisotti, Il cardinale Dusmet, Catania, 1962
  • Gaetano Zito, La cura pastorale a Catania negli anni dell’episcopato Dusmet (1867-1894), Acireale, 1987
Voci correlate
Collegamenti esterni