Eremo delle Carceri (Assisi)
Eremo delle Carceri | |
Eremo delle Carceri | |
Stato | Italia |
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Regione | Umbria |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Umbria |
Provincia | Perugia |
Comune | Assisi |
Diocesi | Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Eremo delle Carceri - 06081 Assisi (PG) |
Telefono | +39 075 812301 |
Posta elettronica | eremo.carceri@tiscali.it |
Sito web | Sito ufficiale |
Proprietà | Ordine dei Frati Minori |
Oggetto tipo | eremo |
Dedicazione | Maria Vergine |
Sigla Ordine qualificante | O.F.M. |
Sigla Ordine reggente | O.F.M. |
Inizio della costruzione | XIV secolo |
Strutture preesistenti | Grotte eremitiche |
Coordinate geografiche | |
Umbria | |
L'Eremo delle Carceri è un romitorio francescano, inserito nel Parco Regionale del Monte Subasio (m 791 s.l.m.) ed immerso nel cuore di uno splendido bosco di lecci e querce, a circa cinque chilometri da Assisi (Perugia).
Storia
L'eremo è costruito sul luogo dove san Francesco d'Assisi si ritirava in contemplazione, preghiera e penitenza insieme ai primi compagni, presso una piccola chiesa circondata da grotte, già frequentate in età paleocristiana da eremiti. Sembra che il nome de carceribus derivi proprio da queste grotte orribili tuguri, simili "a carceri", rifugio degli anacoreti che frequentavano il monte Subasio.
« | Conducendo un suo compagno,che aveva molto amato, in località fuori mano, gli diceva di avere scoperto un grande e prezioso tesoro. Quello ne fu tutto felice e volentieri si univa a Francesco quando era invitato. Spesso lo conduceva in una grotta, presso Assisi, ci entrava da solo, lasciando fuori l'amico, impaziente di impadronirsi del tesoro. Francesco, animato da un nuovo straordinario spirito, pregava in segreto il Padre; però non confidava a nessuno cosa faceva nella grotta; Dio solo lo sapeva, e a lui incessantemente chiedeva come impadronirsi del tesoro celeste. » | |
(dalla Leggenda dei tre compagni, IV, 12 - Fonti francescane, n. 1409)
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Nel XIV secolo, alla cappella si affiancò un piccolo cenobio, ma solo con l'ampliamento voluto da san Bernardino da Siena nel 1426 assunse l'attuale aspetto.
Descrizione
Da un arco si accede ad un chiostro triangolare, che si affaccia sul Fosso delle Carceri, la roccia sopra la quale è costruito il convento.
Cappelle
Sotto una bassa tettoia è l'accesso alla Cappella di San Bernardino (XV secolo), dove si notano:
- Gesù Cristo crocifisso con Maria Vergine, san Giovanni evangelista e san Francesco d'Assisi (inizio del XV secolo), affresco di scuola umbra.
- Stemma dei Monti di Pietà (XVI secolo), affresco.
- Vetrata con Madonna con Gesù Bambino (fine del XIII secolo), di maestranze francese.
Segue la primitiva Chiesa di Santa Maria delle Carceri, piccola cappella ricavata in parte da una grotta, dove si conservano:
- Madonna con Gesù Bambino e san Francesco d'Assisi (1506), affresco di Tiberio d'Assisi.
- Crocifissione (fine del XIII secolo).
Altri ambienti
Scendendo a destra per una ripida scala si entra nella Grotta di san Francesco, in origine ambiente unico, ora divisa in due locali:
- il primo accoglie il giaciglio in pietra su cui riposava il santo;
- nell'altro si vede un masso su cui san Francesco sedeva per meditare e pregare.
Per una piccola porta si esce all'aperto: sul muro che chiude la grotta, è visibile un frammentario dipinto murale raffigurante:
- San Francesco d'Assisi predica agli uccelli (XIV secolo), affresco.
Nel piano di calpestio è una lastra con un foro, attraverso il quale si intravede un crepaccio, detto buco del diavolo, aperto dal demonio sconfitto da frate Rufino, uno dei primo compagni di san Francesco:
« | Come il demonio in forma di Crocifisso apparve più volte a frate Ruffino, dicendogli che perdea il bene che facea, però ch'egli non era degli eletti di vita eterna. Di che santo Francesco per rivelazione di Dio il seppe, e fece riconoscere a frate Ruffino il suo errore ch' egli avea creduto. [...] Tornasi frate Ruffino alla cella sua nella selva, e standosi con molte lagrime in orazione, eccoti venire il nemico in persona di Cristo, secondo l'apparenza di fuori, e dicegli: "O frate Ruffino, non t' ho io detto che tu non gli creda al figliuolo di Pietro Bernardoni, e che tu non ti affatichi in lagrime e in orazioni, però che tu se' dannato? Che ti giova affligerti mentre che tu se' vivo, e poi quando tu morrai sarai dannato?". E subitamente frate Ruffino risponde: "Apri la bocca; mo' vi ti caco". Di che il demonio isdegnato, immantanente si partì con tanta tempesta e commozione di pietre di monte Subasio ch'era in alto, che per grande spazio bastò il rovinìo delle pietre che caddono giuso, ed era sì grande il percuotere che faceano insieme nel rotolare, che sfavillavano fuoco orribile per la valle, e al romore terribile ch'elle faceano, santo Francesco con li compagni con grande ammirazione uscirono fuori del luogo a vedere che novità fosse quella; e ancora vi si vede quella ruina grandissima di pietre. » | |
(dai Fioretti di san Francesco, XXIX - Fonti francescane, n. 1863)
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Il percorso è protetto da un muro fatto costruire nel 1609 dal cardinale Alessandro Damasceni Peretti (1571 - 1623). Accanto si trova il Fosso delle Carceri, chiamato anche Fosso secco, alle cui acque il Santo avrebbe chiesto di non distogliere i frati dalla preghiera con il rumore del loro scroscio.
Selva
Una rampa conduce ad un ponte, al termine del quale si trova:
- Statua di san Francesco che libera le tortore (1882), in bronzo, di Vincenzo Rosignoli.
Da qui inizia qui il cosiddetto Viale di San Francesco, suggestiva passeggiata che attraverso il bosco di lecci arriva ad luoghi devozionali, tra questi:
- grotta del beato Leone, cui si accede per un sentiero a gradini;
- oltre il torrente, le grotte del beato Bernardo da Quintavalle, del beato Egidio d'Assisi, beato Silvestro e beato Andrea da Spello.
Sempre dopo il ponte, si sale alla cappella di Santa Maria Maddalena che custodisce:
- spoglie del beato Barnaba Manassei da Terni (†1474), ideatore dei Monti di Pietà, la cui finalità era quella di combattere la pratica dell'usura.
Proseguendo si possono visitare le grotte del beato Rufino e del beato Masseo.
Bibliografia | |
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