Strage degli Innocenti

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Strage degli Innocenti

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Bologna, Pinacoteca Nazionale, Guido Reni, Strage degli innocenti (1611)
Festa
Commemorazione celebrata martirio dei neonati maschi durante il regno di Erode.
Riferimenti
Periodo Ottava di Natale
Data 28 dicembre
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Note di Rito romano
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Note di Rito ambrosiano
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Celebrata in
Celebrata a
Tradizioni religiose
Data d'istituzione
Chiamata anche Santi Innocenti martiri.
Feste correlate
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 28 dicembre, n. 1:
« Festa dei santi Innocenti martiri, i bambini che a Betlemme di Giuda furono uccisi dall'empio re Erode, perché insieme a essi morisse il bambino Gesù che i Magi avevano adorato, onorati come martiri fin dai primi secoli e primizia di tutti coloro che avrebbero versato il loro sangue per Dio e per l'Agnello. »

La strage degli innocenti è un episodio del Vangelo secondo Matteo (2,1-16), in cui Erode il Grande, re della Giudea, ordina un massacro di bambini allo scopo di uccidere Gesù, della cui nascita a Betlemme era stato informato dai Magi. Secondo la narrazione evangelica, Gesù scampò alla strage in quanto un angelo avvisò in sogno Giuseppe, ordinandogli di fuggire in Egitto; solo dopo la morte di Erode Giuseppe tornò indietro, stabilendosi in Galilea, a Nazaret.

Molti storici moderni negano la storicità dell'episodio, dato anche il mancato riscontro nelle opere di Giuseppe Flavio, fonte principale della storia giudaica del I secolo[1][2]. Altri studiosi cristiani ne accettano la storicità notando come l'episodio sia compatibile con la politica repressiva di Erode, il quale avvertendo il pericolo di un'usurpazione non esitò a uccidere in diverse occasioni una moglie, tre cognati, una suocera, tre figli e alcune centinaia di oppositori.[3]

Nella tradizione cristiana il racconto è divenuto un topos culturale che ha dato luogo nei secoli a moltissime rappresentazioni artistiche.

La Chiesa cattolica venera i bambini uccisi nella strage come martiri, con il nome di "Santi Innocenti", fissandone la memoria liturgica al 28 dicembre.

Episodio evangelico

L'episodio è narrato nel Vangelo secondo Matteo (2,1-16), senza paralleli negli altri vangeli canonici.

Il racconto comincia dopo la nascita di Gesù, al tempo di Erode il Grande (73-4 a.C.). Alcuni magi giunsero a Gerusalemme chiedendo dove si trovasse il re dei Giudei, appena nato. Erode si turbò alla notizia e chiese ai sommi sacerdoti e agli scribi del popolo il luogo dove sarebbe dovuto nascere il messia e, avuta risposta che le profezie indicavano Betlemme, disse ai magi, convocati in segreto, di recarsi nella cittadina giudea e di tornare a riferirgli, affinché potesse adorarlo anche lui. Avvertiti in sogno da un angelo, i magi decisero di non tornare a Gerusalemme. Avvertito a sua volta da un angelo, Giuseppe portò la sua famiglia in Egitto; Erode, sentendosi preso in giro, ordinò l'uccisione di tutti i neonati maschi dai due anni in giù del territorio di Betlemme (Mt 2,1-16 ).

L'episodio termina ricordando come la strage degli innocenti avesse adempiuto una profezia dell'Antico Testamento, narrata nel Libro di Geremia (Mt 2,17-18 ).

Storicità

Nessuna fonte, evangelica o non evangelica, riporta questo evento al di fuori del Vangelo secondo Matteo.

Nel Vangelo secondo Luca, a un mese circa dalla nascita, Gesù è portato al tempio e poi la famiglia ritorna a Nazaret (Lc 2,21-39 ). La storicità dell'episodio è messa in dubbio dalla mancanza di cenni alla strage in Flavio Giuseppe, lo storiografo ebraico grande avversario di Erode e principale fonte non evangelica sul periodo.

D'altro canto, "il racconto appare del tutto conforme al modo di agire di Erode"[4]. Secondo il Ricciotti, il re Erode "è uno degli uomini più sanguinari che la storia conosca"[5] e non si fece scrupolo nel ricorrere alla violenza temendo per il proprio trono. Nel 37 a.C. mise a morte quarantacinque asmonei e molti membri del sinedrio; nel 35 a.C. uccise il sommo sacerdote e suo cognato Aristobulo; nel 34 suo zio Giuseppe; nel 29 Mariamme (una delle sue mogli) e sua suocera Alessandra; nel 25 il cognato (marito della sorella) Kostobar e quindi due figli (Alessandro e Aristobulo) con trecento ufficiali e nel 4 a.C. anche il primogenito Antipatro.

Sempre il Ricciotti afferma che il numero di bambini nati a Betlemme in quel periodo, essendo circa mille gli abitanti adulti, poteva aggirarsi intorno ai sessanta individui. Volendo però Erode uccidere solo i bambini maschi il numero degli uccisi è dunque, approssimativamente, di circa trenta neonati e, contando che la mortalità infantile in Vicino Oriente era molto alta, il numero si restringe a soli venti. La notizia, se forse giunse a Roma, non rappresentò però motivo di cordoglio da parte dell'imperatore, che non esitava a soffocare nel sangue possibili rivolte.

Secondo Macrobio, Augusto, ricevuta la notizia della strage, disse scherzosamente: "È meglio essere il maiale di Erode piuttosto che uno dei suoi figli", poiché Erode, essendo giudaizzato, non poteva mangiare carne di maiale, ma non esitava però a uccidere i propri figli. La frase però non si sarebbe riferita a questo evento, ma al successivo omicidio di Erode Antipatro[6].

Liturgia

Nel Rito Romano

Il Rito Romano presenta uno schema binario per le letture bibliche della messa, dove la prima lettura e il vangelo sono proprie della festività:

Nel Rito Ambrosiano

Il Rito Ambrosiano presenta le letture proprie della festa a schema ternario:

Nel periodo postconciliare 1976-2008

Dal 1976 fino al 2008 le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (ad eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Le letture della Festa erano diverse da quelle di Rito romano e conservate per intero nel Rito ambrosiano moderno. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura.[7].

Nel Rito ambrosiano antico

In Rito ambrosiano antico la festa è denominata IN NATALI SS. INNOCENTUM MARTYRUM. Le letture sono simili al rito moderno, si discostano in particolare nel Salmo e nel Canto al Vangelo.

  • Lectio: Ger 31, 15-20
  • Psalmellus: Vindica, Domine, sanguinem sanctorum tuorum, qui effusus est. Posuerunt mortalia servorum tuorum escas volatilibus cœli, carnes sanctorum tuorum bestiis terræ. (Vendica, Signore, il sangue dei tuoi santi, che è stato sparso. Hanno gettato i cadaveri dei tuoi servi in pasto agli uccelli del cielo, le carni dei tuoi santi alle bestie della terra Cfr. Sal 79 )
  • Epistola: Rm 8,14-21
  • Halleluja: Justorum animæ in manu Dei sunt; et non tanget illos tormentum malitiæ (Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio; e nessun tormento li toccherà.)
  • Evangelium: Mt 2,13-18
  • Antiphona post Evangelium: Accedit homo ad cor altum, * et exaltabitur Deus. • Sagittæ parvulorum factæ sunt plagæ eorum: * et infirmatæ sunt in ipsis linguæ eorum. (L'uomo trama grandi misfatti, ma Dio trionfa lo stesso. I dardi che colpirono i bambini ferirono coloro che li avevano scoccati: le loro lingue si ammutolirono.)

Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[8] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):

(LA) (IT)
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« Tribue, quæsumus, omnipotens Deus: ut Innocentum sinceritatem possimus imitari, quorum tibi dicatam veneramur infantiam. » « Concedi, te ne preghiamo, o Dio onnipotente: che possiamo imitare la sincerità dei santi Innocenti, dei quali veneriamo l’infanzia a te dedicata. »
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Nell'arte

Gli artisti che nel corso dei secoli hanno rappresentato la Strage degli Innocenti hanno posto l'accento sull'assurdità di questo eccidio, sottolineandone gli elementi più orribili. Seguendo il Vangelo di Matteo e la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, gli artisti hanno messo in risalto la crudeltà dei soldati con il dolore atroce delle madri, che cercano invano di mettere in salvo i propri figli.

Questo soggetto ha conosciuto nell'arte una particolare diffusione tra il XIV e il XVII secolo. Tra le opere più importanti:



Note
  1. «La maggioranza delle recenti biografie di Erode il Grande lo rifiuta interamente», Paul Maier, "Herod and the Infants of Bethlehem", in Chronos, Kairos, Christos II, Mercer University Press (1998), 170
  2. Per esempio, Geza Vermes, The Nativity: History and Legend, London, Penguin, 2006, p. 22; E.P. Sanders, The Historical Figure of Jesus, Penguin, 1993, p. 85.
  3. Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù, par. 9; pp. 256-257.
  4. Cfr. Bibbia TOB, nota a Mt 2,16 .
  5. Vita di Gesù, § 9.
  6. Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, p. 23.
  7. Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi op. cit..
  8. Velo che copre le Oblate, il pane e il vino posti sull'altare per il sacrificio.
Bibliografia
  • De Pascale Enrico, Morte e Risurrezione, in Dizionari dell'Arte, Milano 2007, pp. 73-75
  • Piccolo messale ambrosiano festivo, Tipografia G. De Silvestri, Milano, 1957
  • Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi, Messale Ambrosiano Festivo, Edizioni Piemme, 1986
Voci correlate
Collegamenti esterni
  • Chiesa di Milano su chiesadimilano.it. URL consultato il 20-12-2020
  • Scheda liturgica di Rito ambrosiano sul sito web Liturgia giovane, URL consultato il 20-12-2020