Teodolfo Mertel
Teodolfo Mertel (Allumiere, 9 febbraio 1806; † Allumiere, 11 luglio 1899) è stato un cardinale italiano.
Biografia
Nacque il 9 febbraio 1806[1] a Allumiere, Diocesi di Montefiascone e Corneto nello stato Pontificio da Isidoro Mertel, fornaio bavarese, e di Maria Francesca Lunadei. Il cognome paterno originario in tedesco era Mörtl.
Formazione e attività prelatizia
Dopo i primi studi presso i Cappuccini della Tolfa, proseguì la formazione umanistica al Seminario di Montefiascone; all'Università La Sapienza di Roma, dove conseguì il dottorato in utroque iure, diritto canonico e diritto civile il 16 luglio 1828. Esercitò come avvocato nella Curia Romana 1831; giudice sostituto nel tribunale dei revisori della Camera Apostolica dal 1833 al 1834; assistente di Studio di Monsignor Marullo, elettore del Tribunale della Segnatura Apostolica e luogotenente della Camera Apostolica; assistente di Studio di Monsignor Quaglia dal 1839 al 1843.
Promosso prelato referendario il 29 agosto 1843, fu elettore del Tribunale della Segnatura Apostolica di Giustizia dall'anno seguente e avvocato a beneficio di Allumiere. Prefetto della congregazione di Sant'Ivo, istituto romano degli avvocati e dei procuratori, per la difesa pro bono dei poveri; luogotenente e vice-presidente della congregazione civile della Camera Apostolica dal 1844 al 1847.
Divenne Uditore della Sacra Romana Rota per la provincia della Romandiola nel 1847 e segretario della commissione per la redazione dello statuto fondamentale dello Stato Pontificio dal 1847 al 1848. Il 7 novembre 1848 fu nominato membro della provvisoria Commissione di Stato, composta dal cardinale Castruccio Castracane, da mons. Roberto Roberti e dal luogotenente generale C. Zucchi. Dopo la fuga di Pio IX del 24 novembre 1848), fu uno degli inviati a Gaeta nel tentativo senza successo, di far ritornare il papa a Roma.
Con la fine della Repubblica Romana a seguito dell'intervento delle truppe francesi, nel luglio 1849 Pio IX affidò alla Commissione governativa di Stato il compito di normalizzare la vita dello stato. Mertel fu uno dei prelati che doveva supportate i cardinali componenti Lodovico Altieri, Luigi Vannicelli Casoni e Gabriele della Genga Sermattei. Il 27 giugno 1850 fu nominato ministro senza portafoglio; il 10 marzo 1853 gli fu affidato il ministero dell'Interno, cui erano legati i ministeri di Grazia e Giustizia, carica nella quale restò fino al 1858.
Cardinalato
Per i suoi meriti e la fedeltà al papato, Pio IX lo creò cardinale diacono nel Concistoro del 15 marzo 1858 nominandolo presidente del Supremo Consiglio per gli affari interni dello Stato; ricevette il cappello rosso e la diaconia di S. Eustachio tre giorni dopo. Ordinato diacono, 16 maggio 1858 a Castel Gandolfo da papa Pio IX, non fu mai ordinato sacerdote, ultimo cardinale sopravvissuto ad essere solo diacono.
Ministro senza portafoglio dal 1858 al 1863. Suggerì a Pio IX di costituire una commissione di cardinali che doveva riesaminare una parte delle disposizioni legislative del progetto di codice civile di Pio VII[2]. Fu prefetto dell'Economia della Congregazione di Propaganda Fide e della Reverenda Camera delle Depredazioni dal 26 settembre 1860; presidente del Supremo Consiglio di Stato dal 26 agosto 1863 al 1871. Partecipò al Concilio Vaticano I dal 1869 al 1870: nei suoi interventi alla discussione degli schemi conciliari espresse critiche fra l'altro, alla riproposizione dello schema relativo al divieto del clero di prendere parte agli affari finanziari[3].
Fu nominato Visitatore apostolico e Cardinale protettore dell'Ordine di San Benedetto Camaldolense il 2 maggio 1875; prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica dal 2 giugno 1877. Tra il 1877 e il 1880 ebbe come segretario personale il giovane sacerdote Pietro Gasparri, poi cardinale della conciliazione. Partecipò al conclave del 1878 che elesse Papa Leone XIII.
Segretario ai Memoriali e le Suppliche dal 15 luglio 1878, divenne Segretario dei Brevi Apostolici dal 29 giugno 1879 al 1884. Optò per la diaconia di Santa Maria in Via Lata il 18 novembre 1881; fu Cardinale protodiacono; vice-cancelliere di Santa Romana Chiesa e Sommista delle lettere apostoliche dal 24 marzo 1884 optando per il titolo di Cardinale presbitero di San Lorenzo in Damaso, proprio dell'ufficio di vice-rettore, che mantenne fino alla morte.
Morte
Morì l'11 luglio 1899 ad Allumiere all'età di 93 anni. Esposto nella chiesa principale di Allumiere, fu sepolto nella tomba di famiglia nel Santuario Madonna delle Grazie al Monte di Allumiere. In occasione del centenario della sua morte, venne realizzato un busto in sua memoria.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale diacono di Sant'Eustachio | Successore: | |
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Luigi Gazzoli | 18 marzo 1858 - 18 novembre 1881 | Angelo Maria Jacobini |
Predecessore: | Prefetto dell'Economia della Congregazione di Propaganda Fide | Successore: | |
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Prospero Caterini | 26 settembre 1860 - 26 agosto 1863 | Carlo Sacconi |
Predecessore: | Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica | Successore: | |
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Carlo Sacconi | 2 giugno 1877 - 29 giugno 1879 | Carlo Luigi Morichini |
Predecessore: | Segretario ai Memoriali e le Suppliche | Successore: | |
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Carlo Luigi Morichini (pro-segretario) |
15 luglio 1878 - 29 giugno 1879 | Pietro Giannelli |
Predecessore: | Segretario dei Brevi Apostolici | Successore: | |
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Domenico Carafa della Spina di Traetto | 29 giugno 1879 - 24 marzo 1884 | Flavio Chigi |
Predecessore: | Cardinale protodiacono | Successore: | |
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Prospero Caterini | 28 ottobre 1881 - 24 marzo 1884 | Domenico Consolini |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Via Lata | Successore: | |
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Prospero Caterini | 18 novembre 1881 - 24 marzo 1884 | Lorenzo Ilarione Randi |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Lorenzo in Damaso | Successore: | |
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Antonio Saverio De Luca | 24 marzo 1884 - 11 luglio 1899 | Lucido Maria Parocchi |
Predecessore: | Vice-Cancelliere di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Antonio Saverio De Luca | 24 marzo 1884 - 11 luglio 1899 | Lucido Maria Parocchi |
Predecessore: | Cardinale protopresbitero | Successore: | |
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Friedrich Johann Joseph Cölestin von Schwarzenberg | 27 marzo 1885 - 11 luglio 1899 | Mieczysław Halka Ledóchowski |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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