Flavio Chigi

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Flavio Chigi
Cardinale
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battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 74 anni
Nascita Roma
31 maggio 1810
Morte Roma
15 febbraio 1885
Sepoltura Cimitero del Verano
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 17 dicembre 1853
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Nominato arcivescovo 19 giugno 1856 da papa Pio IX
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Consacrazione vescovile Cappella Paolina del Palazzo apostolico, 6 luglio 1856 dal papa Pio IX
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Creazione
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22 dicembre 1873 da Pio IX (vedi)
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Cardinale per 11 anni, 1 mese e 24 giorni
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Extra Anni di pontificato

Successione apostolica

Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Invito all'ascolto
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Flavio Chigi (Roma, 31 maggio 1810; † Roma, 15 febbraio 1885) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.

Cenni biografici

Flavio nacque il 31 maggio 1810 a Roma in una famiglia di banchieri senesi, nonogenito dei dodici figli del principe Agostino Chigi-Albani (1771-1855), principe Farnese (1793), maresciallo perpetuo del Conclave e senatore di Roma (1809-1814) e della moglie principessa Carlotta Amalia, nata Colonna Barberini (1771-1837). Era nipote da parte di madre del cardinale Benedetto Barberini-Colonna e la famiglia era imparentata con papa Alessandro VII. Altri cardinali della famiglia erano Flavio Chigi seniore (1657); Sigismondo Chigi (1667); Flavio Chigi iuniore (1753): per questo motivo è indicato anche come Flavio III Chigi.

La sua formazione fu tipica del cadetto di una grande famiglia patrizia romana. Nulla di preciso si sa dei suoi studi giovanili. Certo è che, quando, a più di quarant'anni, cominciò a pensare allo stato ecclesiastico, la consapevolezza della propria impreparazione culturale aggiunse un ulteriore elemento di incertezza alla travagliata decisione.

Dal 1836 al 1849 fece parte del corpo delle guardie nobili, che alimentò nel giovane un atteggiamento devoto e acritico alla persona del pontefice e di totale disponibilità a servire la Chiesa, cui si attenne fedelmente per tutta la vita.

Nel 1841 fu inviato a Lione per recare la berretta cardinalizia all'arcivescovo Louis-Jacques-Maurice de Bonald. Quando fu proclamata la Repubblica romana, raggiunse Pio IX esule a Gaeta. Si dimise allora dal corpo, con la motivazione ufficiale di debolezza alla vista, in realtà deluso dal comportamento tenuto dalle guardie del Papa che lo avevano servito nelle ultime tristi vicende molto male.

Il 1850 fu un anno cruciale per la sua vita: soprattutto per risolvere dignitosamente la precarietà della propria situazione finanziaria, scelse la via del sacerdozio. Si ritirò così nel collegio dei gesuiti a Tivoli, dove studiò con impegno teologia. Nel 1852 il papa lo incaricò di portare in Francia la berretta di cardinale all'arcivescovo di Bordeaux François-Auguste-Ferdinand Donnet. L'anno seguente fu ordinato sacerdote.

Nel 1856, preconizzato per la nunziatura bavarese, fu nominato arcivescovo titolare di Mira; ricevette la consacrazione episcopale il 6 luglio dello stesso anno da papa Pio IX nella Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale, co-consacratori mons. Alessandro Macioti, arcivescovo titolare di Colossi e assessore della Congregazione della Romana e Universale Inquisizione e da Giuseppe Palermo (Ch), O.S.A., vescovo titolare di Porfireone, sacrestano papale. Nella medesima cerimonia vennero consacrati anche due futuri cardinali, Alessandro Franchi e Salvatore Nobili Vitelleschi.

Dal 1856 al 1861 fu nunzio apostolico per la Baviera e dal 1861 al 1873 fu nunzio apostolico per la Francia. Prima di raggiungere Parigi il 12 novembre 1861, divenne assistente al Soglio Pontificio.

Durante il periodo della sua nunziatura in Baviera ebbe anche l'incarico di amministrare il vicariato apostolico di Anhalt. Fu lui a organizzare il territorio del piccolo vicariato apostolico in quattro parrocchie.

Nella nunziatura parigina, allora punto nodale di una possibile soluzione della questione romana, il Chigi dovette farsi mediatore fra posizioni componibili: da un lato, l'intransigente posizione politica del pontefice che si batteva per la reintegrazione delle province perdute, dall'altro l'ambiguità della politica imperiale di Napoleone III. Ma il cardinale segretario di Stato Giacomo Antonelli, che non poteva più sperare nell'aiuto dell'Austria, aveva bisogno dell'appoggio francese; contava quindi sull'azione del nunzio per sostenere la pressione che i cattolici ultramontani esercitavano sulla politica imperiale. Nel 1864 il Chigi non seppe tempestivamente preavvertire Roma di un avvenimento importante come la convenzione di settembre[1]. di cui, per le assicurazioni ricevute del ministro Drouyn de Lhuys, diede una interpretazione poco realistica. Costituì invece un successo di questa linea politica, non avvalorato peraltro dagli eventi successivi, l'intervento militare francese del 1867 a difesa di Roma.

Durante i drammatici eventi del 1871 i dispacci del nunzio da Parigi confermano i limiti della sua personalità politica e insieme le qualità dell'uomo: fedele, tenace, umile servitore di una causa ormai perduta che egli non è in grado di riconoscere e di accettare come tale, con Pio IX "prigioniero in Vaticano".

Papa Pio IX lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 22 dicembre 1873 e il 15 giugno dell'anno seguente, rientrato in patria, ricevette il titolo presbiterale di santa Maria del Popolo. Fu Gran priore commendatario a Roma del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme nel 1876, nel medesimo periodo divenne arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano. Prese parte al Conclave del 1878 che elesse papa Leone XIII e nel 1881 divenne camerlengo del Sacro Collegio dal 13 maggio 1881 al 27 marzo 1882. Segretario dei Memoriali nel 1881, divenne segretario dei Brevi Apostolici nel 1884 cariche che ricoprì sino alla morte.

Morì a Roma il 15 febbraio 1885 e venne esposto nella sua chiesa titolare di Santa Maria del Popolo. La sua salma venne tumulata nel Cimitero del Verano.

Onorificenze

Balì Gran Croce di Onore e di Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria Balì Gran Croce di Onore e di Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo titolare di Mira Successore: Archbishop CoA PioM.svg
Pietro Antonio Garibaldi 19 giugno 1856-22 dicembre 1873 Angelo Bianchi I
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Pietro Antonio Garibaldi {{{data}}} Angelo Bianchi
Predecessore: Nunzio apostolico in Francia Successore: Flag of the Vatican City.svg
Carlo Sacconi 30 settembre 1861-22 dicembre 1873 Pier Francesco Meglia I
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Carlo Sacconi {{{data}}} Pier Francesco Meglia
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo Successore: CardinalCoA PioM.svg
Carlo Sacconi 15 giugno 1874-15 febbraio 1885 Alfonso Capecelatro di Castelpagano, C.O. I
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Carlo Sacconi {{{data}}} Alfonso Capecelatro di Castelpagano, C.O.
Predecessore: Gran priore di Roma del Sovrano Militare Ordine di Malta Successore: Bandiera del Sovrano Militare Ordine di Malta.png
Costantino Patrizi Naro 21 dicembre 1876-15 febbraio 1885 Francesco Ricci Paracciani I
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Costantino Patrizi Naro {{{data}}} Francesco Ricci Paracciani
Predecessore: Arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano Successore: Roma Basilica S Giovanni.jpg
Costantino Patrizi Naro 24 dicembre 1876-15 febbraio 1885 Raffaele Monaco La Valletta I
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Costantino Patrizi Naro {{{data}}} Raffaele Monaco La Valletta
Predecessore: Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore: Emblem Holy See.svg
Raffaele Monaco La Valletta 13 maggio 1881-27 marzo 1882 Luigi Oreglia di Santo Stefano I
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Raffaele Monaco La Valletta {{{data}}} Luigi Oreglia di Santo Stefano
Predecessore: Segretario dei Memoriali Successore: Emblem Holy See.svg
Pietro Giannelli 5 novembre 1881-24 marzo 1884 Mieczysław Halka Ledóchowski I
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Pietro Giannelli {{{data}}} Mieczysław Halka Ledóchowski
Predecessore: Segretario dei Brevi Apostolici Successore: Emblem Holy See.svg
Teodolfo Mertel 24 marzo 1884-15 febbraio 1885 Mieczysław Halka Ledóchowski I
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con
Teodolfo Mertel {{{data}}} Mieczysław Halka Ledóchowski
Note
  1. Accordo concluso tra il regno d'Italia e l'impero francese il 15 settembre 1864; prevedeva il ritiro delle truppe francesi che presidiavano Roma per proteggere il Papa in cambio dell'impegno del regno sabaudo a non invadere lo Stato pontificio e a trasferire la capitale da Torino a Firenze.
    • Testo:
    • Art. I
    L'Italia s'impegna a non attaccare l'attuale territorio del Santo Padre e a impedire anche con la forza, ogni attacco proveniente dal di fuori contro il detto territorio.
    • Art. II
    La Francia ritirerà le truppe dallo Stato Pontificio gradatamente e a misura che l'armata del S. Padre sarà organizzata. In tutti i casi il ritiro di dette truppe deve esser completo tra due anni.
    • Art. III
    Il Governo Italiano rinunzia a ogni reclamo contro l'organizzazione di un'armata papale, composta anche di volontari cattolici stranieri, atta a mantenere l'autorità del S. Padre e la tranquillità tanto all'interno quanto sulla frontiera dei suoi stati; purché questa forza non potesse degenerare in mezzo di attacco contro il governo Italiano.
    • Art. IV
    L'Italia si dichiara pronta a entrare in trattative per prendere a suo carico una parte proporzionata de' debiti delle antiche province della Chiesa
    • Art. V
    La presente convenzione sarà ratificata e le ratifiche saranno scambiate tra quindici giorni o prima se si può. In fede di che i plenipotenziari rispettivi hanno firmato la presente convenzione e l'hanno rivestita dell'impronta delle loro armi. Fatta in doppio a Parigi il giorno 15 del mese di settembre 1864. NIGRA - PEPOLI - DROUYN DE LHUYS
Bibliografia
  • Concetta Maria Lipari, CHIGI, Flavio su Dizionario Biografico degli Italiani Treccani. URL consultato il 08-03-2020
Voci correlate