Arcidiocesi di Arles

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Arcidiocesi di Arles
Archidioecesis Arelatensis
Chiesa latina
Stato bandiera Francia
Sede: Arles
Soppressa: 29 novembre 1801
territorio incorporato dall'arcidiocesi di Aix
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L'arcidiocesi di Arles (in latino: Archidioecesis Arelatensis) è una sede soppressa della Chiesa cattolica.

Territorio

Nel XVIII secolo, l'arcidiocesi di Arles contava 51 parrocchie, delle quali 39 in Provenza, 7 in Linguadoca e 5 in Camargue. Essa confinava ad ovest con la diocesi di Nîmes, a nord con l'arcidiocesi di Avignone, ad est con l'arcidiocesi di Aix e con la diocesi di Marsiglia.

Sede arcivescovile era la città di Arles, dove fungeva da cattedrale la chiesa di San Trofimo, edificata nel V secolo e interamente ricostruita nel XII secolo. Nel 2003 sono stati riportati alla luce i resti di una precedente cattedrale paleocristiana.

Storia

La diocesi di Arles è stata una delle sedi della Chiesa cattolica più antiche e venerabili della Gallia. Solo quella di Lione potrebbe contenderle il primato. Non è nota la data dell'erezione della diocesi, che comunque risale all'inizio dell'instaurazione della Chiesa cattolica in Gallia. Secondo una tradizione, San Trofimo avrebbe evangelizzato la città di Arles e ne sarebbe divenuto il primo pastore tra il 220 ed il 240.

Storicamente la traccia più antica risale al III secolo. Si tratta di una lettera di Cipriano di Cartagine, vescovo di Cartagine, indirizzata a papa Stefano I per invocare la difesa dei cristiani pentiti della città di Arles dopo le persecuzioni di Decio e citante il primo vescovo storicamente accertato Marciano, del quale Cipriano chiede al papa, su rapporto di San Faustino, vescovo di Lione, la deposizione per la sua adesione allo scisma di Novaziano. Questa lettera è datata 254.

Fu nel Concilio di Torino del 401 che l'espressione autorità metropolitana fece la sua comparsa. Papa Zosimo conferì l'autorità metropolitana al vescovo di Arles sulle province della Gallia Viennense e della Gallia Narbonense I e II. Tale decisione fu contestata dai vescovi di Narbona e di Marsiglia, facendo valere il concetto che nessun vescovo di una determinata provincia poteva essere ordinato dal vescovo di una provincia straniera. Questo argomento fu riconosciuto da papa Bonifacio I che, nel 420, dichiarò che il primato concesso al vescovo Patroclo di Arles era a titolo puramente personale ed attribuì le funzioni di metropolita all'arcivescovo di Vienne nelle diocesi di Valence, di Tarantasia, di Ginevra e di Vienne, mentre le altre città della Gallia Viennense e della Narbonense II rimasero sotto l'autorità del metropolita di Arles.[1] Un secolo dopo, nel 551, la provincia ecclesiastica di Arles s'ingrandì, incorporando il vescovato d'Uzès.

Nel 794, al concilio di Francoforte, i confini fra le province di Arles e di Vienne furono nuovamente discussi. La provincia ecclesiastica di Arles perse gli arcivescovati di Aix e di Embrun, che furono elevati al rango di diocesi metropolitane. La provincia ecclesiastica di Arles conservò tuttavia le diocesi suffraganee di Marsiglia, Tolone, Orange, Saint-Paul-Trois-Châteaux, Avignone, Vaison, Cavaillon e Carpentras.

Nel 1475[2], alla morte dell'arcivescovo di Arles, Philippe de Lévis, papa Sisto IV ridusse il numero delle diocesi appartenenti alla provincia ecclesiastica di Arles, staccandone quella di Avignone, eretta a diocesi metropolitana, alla quale attribuì come diocesi suffraganee quelle di Carpentras, Cavaillon e Vaison.

L'ultimo arcivescovo di Arles fu Jean-Marie du Lau d'Alleman, deposto nel 1790 e ghigliottinato il 2 settembre 1792, sarà proclamato beato da papa Pio XI il 17 ottobre 1926.

In seguito al Concordato, l'arcidiocesi di Arles fu soppressa il 29 novembre 1801.

Il concordato dell'11 giugno 1817 la volle ristabilire con un certo numero di suffraganee, il progetto non venne approvato dalle Camere. Infatti il progetto del concordato dell'11 giugno, ristabilendo le sedi episcopali, proponeva Jean-Claude Leblanc de Beaulieu, vescovo di Soissons per la sede di Arles. Di fronte all'opposizione delle Camere, il progetto fu ritirato per essere ripreso parzialmente nella legge del 4 luglio 1821, la quale tuttavia risultò questa volta fatale all'arcidiocesi di Arles. Il 6 ottobre 1822 l'arcidiocesi fu definitivamente soppressa con la bolla Paternae charitatis di papa Pio VII. Dal 1822 l'arcivescovo di Aix porta anche il titolo di arcivescovo di Arles e di Embrun.

La sede arlesiana annovera fra i suoi vescovi alcuni altri grandi santi: Sant'Onorato, Sant'Ilario, San Cesario e Sant'Aureliano.

Cronotassi dei vescovi

Note
  1. John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989, ISBN 88-384-1326-6. p. 123
  2. Giulio della Rovere, il futuro papa Giulio II giunse ad Avignone nel 1474 con la cura, da parte dello zio papa Sisto IV, del vescovato, presto divenuto arcivescovato, e di quella della legazione di Avignone. (Vedi sito del comune di Avignone qui)
  3. Detto anche, erroneamente, Dionigi l'Areopagita; indicato come successore di san Trofimo, si tratta probabilmente di san Dionigi di Parigi; vedi Gallia christiana novissima - (T.III) : Arles (archevêques, conciles, prévôts, statuts), p. 12, n° 11: (..) ac postquam sanctus Dionisius Parisium adiit et ....
  4. Jean-Maurice Rouquette (sotto la direzione di) - ARLES, histoire, territoires et cultures, p. 227.
  5. Vescovo itinerante venuto da Roma che sarebbe successo a Regolo
  6. 6,0 6,1 Jean-Maurice Rouquette (sotto la direzione di), ARLES, histoire, territoires et cultures, p. 227
  7. 7,00 7,01 7,02 7,03 7,04 7,05 7,06 7,07 7,08 7,09 7,10 7,11 7,12 7,13 7,14 Cf. GCN - [T.III], Arles (archevêques, conciles, prévôts, statuts) consultabile su Gallica
  8. Per arianesimo.
  9. Potrebbe trattarsi di un riferimento adulatorio a sant'Ambrogio: Louis Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, 2002, Tome 1, p. 246
  10. Potrebbe trattarsi di un riferimento adulatorio a san Martino: Louis Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, 2002, Tome 1, p. 246.
  11. Potrebbe essere un riferimento adulatorio a Sant'Agostino: Louis Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, 2002, Tome 1, p. 246
  12. Nominato dall'usurpatore Costantino III
  13. Cacciato da Costanzo III
  14. Assassinato dal magister militum Flavio Felice
  15. Klingshirn nella sua opera su Cesario d'Arles afferma che non esiste la prova dell'esistenza di Presario: (EN) William E. Klingshirn, Caesarius of Arles : The Making of a Christian Community in Late Antique Gaul, Cambridge University Press, 1994. ISBN 0521528526, p. 86
  16. Citato come successore di Floriano da: Charles-Louis Richard, Bibliothèque sacrée, ou Dictionnaire universel historique, dogmatique, canonique, géographique et chronologique des sciences ecclésiastiques, 1827, p. 69. Jean-Pierre Papon ne critica l'esistenza, pur ponendolo dopo Floriano: Jean-Pierre Papon, Histoire générale de Provence, p. 303
  17. Sospeso dalla carica dal Concilio di Chalon-sur-Saône
  18. 18,0 18,1 Le cronache dimenticano, nella numerazione, il Giovanni in carica fra Sant'Eonio e San Cesario
  19. Assente sui dittici episcopali, è citato da Pierre Saxi et Gilles Duport
  20. Dopo Ratberto, il canonico Saxi indica un elenco cronologico di vescovi (fino a Luponi) le cui date sono poco attendibiliGilles Duport, Histoire de l'Eglise D'Arles, 1690, p. 155
  21. Non prende possesso della sede, vedi: Jean-Pierre Papon, Histoire générale de Provence, Moutard, 1777, p. 306: "(..) la sede di Arles rimase vacante per un anno, dopo il quale Pons, vescovo di Orange, ne fu nominato ma non prese mai possesso della sede stessa".
  22. Nipote di Ugo di Provenza, tenne contemporaneamente altre diocesi in Italia, fra le quali quella di Milano nel 948
  23. Ritiratosi a Cluny, morì lo stesso anno.
  24. In ogni caso il canonico Pierre Saxi, colloca in questo periodo due vescovi: Ugo, dal 995 al 997 e Almarico, dal 997 al 1005. (Gilles Duport, Histoire de l'Eglise D'Arles, 1690, pp. 167-168)
  25. Ritiratosi presso l'Abbazia di San Vittore a Marsiglia.
  26. Deposto dal Concilio di Avignone del 1080
  27. Martin Aurell, Jean-Paul Boyer et Noël Coulet - La Provence au Moyen Âge, p. 46
  28. Non entrò mai nella sede di Arles, poiché impedito con la forza dagli abitanti della città.
  29. Di fatto occupata da Aicardo di Arles fino al 6 aprile 1112, data della sua morte
  30. Nel 1350 era stato creato cardinale da papa Clemente VI.
  31. Data in cui Pietro de Luna, antipapa con il nome di Benedetto XIII, viene cacciato da Avignone. In questo periodo egli nominò successivamente vari amministratori per la parte spirituale, riservandosi le entrate dell'arcivescovado. Vedi Jean-Pierre Papon, Histoire générale de Provence, p. 314.
Bibliografia
in francese
  • Jean-Pierre Papon, Histoire générale de Provence, 1777
  • Jacques Marie Trichaud, Histoire de l'Église d'Arles, Nimes, Paris, 1857
  • Édouard Baratier (sotto la direzione di), Histoire de la Provence, Privat Editeur, Toulouse 1969
  • Louis Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, 1907
  • Louis Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, Elibron Classics, 2002
  • Biarne, Jacques ; Colardelle, Renée ; Février, Paul-Albert ; Bonnet, Charles ; Descombes, Françoise ; Gauthier, Nancy ; Guyon, Jean ; Santschi, Catherine, Provinces ecclesiastiques de Vienne et d'Arles (Viennensis et Alpes Graiae et Poeninae), Paris : De Boccard; Topographie chrétienne des cités de la Gaule : des origines au milieu du VIIIème siècle, 1986, vol. 3. - 149, ISBN 2-7018-0029-3
  • Joseph Hyacinthe Albanés, Gallia christiana novissima; opera accessibile su Gallica o Gallica2
  • Jean-Rémy Palanque (sotto la direzione di), Le diocèse d'Aix en Provence, Paris, Editions Beauchesne - Collection, Histoire des diocèses de France - 1975 - ISBN 2-7010-0161-7
  • Gérard Cholvy (a cura di), Un évêque dans la tourmente révolutionnaire, Jean Marie du Lau, archevêque d'Arles, et ses compagnons martyrs, 1792-1992. Colloque du IIème centenaire tenu à Arles les 2-4 octobre 1992. Montpellier, Université Paul Valéry, 1995, 135 p.
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