Ultima Cena

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Leonardo da Vinci, Ultima Cena (1494 - 1498), tempera e olio su muro; Milano, Convento di Santa Maria delle Grazie

L'Ultima Cena è quella che Gesù visse con gli apostoli durante la pasqua ebraica precedente la sua morte. Si tenne nel Cenacolo, nella zona del Monte Sion a Gerusalemme.

L'episodio è raccontato dai quattro vangeli canonici, ma mentre per i tre sinottici (Matteo, Marco e Luca) si trattava di una cena pasquale, per Giovanni sembra non essere così. Durante la cena Gesù istituì l'eucaristia (fu dunque la prima "messa"), preannunciò il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro, e solo Giovanni ricorda il gesto della lavanda dei piedi.

Sinossi del testo

Il racconto degli eventi dell'ultima cena di Gesù è presente nei Vangeli sinottici e in Giovanni. Questo non descrive esplicitamente l'istituzione dell'eucaristia, anche se aggiunge (dopo la moltiplicazione dei pani, fuori dal contesto della cena) vari discorsi tra i quali quello sul "pane di vita", e aggiunge la descrizione della lavanda dei piedi. Il resoconto liturgico dell'istituzione dell'eucaristia è offerto anche da Paolo in 1Corinzi 11,23-26 , testo che è considerato più antico dei precedenti in quanto risalente attorno al 55-56.

Differenze nelle versioni

Gli storici fanno risalire le tradizioni dell'Ultima cena al Gesù storico; importante in questo contesto è la testimonianza di San Paolo, che nella lettera ai Corinzi afferma che la tradizione che ha ricevuto proviene direttamente «ἀπό τοῦ κυρίου», "dal Signore".[1]

Esistono alcune differenze tra le narrazioni dell'Ultima cena di Gesù dei quattro Vangeli, in particolare tra la narrazione del Vangelo secondo Marco (sulla quale si basano quelle di Matteo e di Luca) e quella del Vangelo secondo Giovanni. In breve, la principale differenza è che in Marco l'ultima cena è la cena della Pesach, la Pasqua ebraica, in Giovanni è una normale cena consumata il giorno prima di Pesach.[2][3]

In tutti i Vangeli canonici la Passione di Gesù avviene in occasione della festa della Pasqua ebraica, la Pesach. Questa festa, che ricordava l'uscita degli Ebrei dall'Egitto narrata nel libro dell'Esodo, prevedeva un giorno di preparazione alla festa, la cena della Pasqua e il giorno di Pasqua. Nel giorno di preparazione della Pasqua, gli Ebrei portavano un agnello al Tempio (o più frequentemente lo acquistavano lì) per farlo sacrificare, poi tornavano a casa e preparavano una cena particolare carica di simboli collegati all'esodo (carne di agnello, erbe amare per ricordare la schiavitù in Egitto, pane azzimo per ricordare la fretta nell'uscita dall'Egitto, e diverse coppe di vino rituali). Giunto il tramonto, che secondo la tradizione in vigore presso gli Ebrei indicava l'inizio del giorno di Pasqua, si consumava il pasto pasquale.

Nel Vangelo secondo Marco si dice che le preparazioni per l'ultima cena avvennero il giorno prima di Pesach (14,12-16), e che si trattava della cena di Pesach, che viene consumata alla sera, quando è iniziato il giorno della Pesach (14,17-25).

Nel Vangelo secondo Giovanni si dice che il pasto consumato è quello prima della festa di Pesach (13,1) e che il pasto di Pesach deve essere ancora consumato (13,29); inoltre si narra che coloro che arrestarono Gesù non vollero entrare nel pretorio di Pilato per non diventare ritualmente impuri e poter quindi mangiare il pasto di Pesach (18,28), e poi si dice esplicitamente che il giorno della morte di Gesù «era la Preparazione della Pasqua» (19,14).[3]

Il Cenacolo

Giotto Ultima Cena (1303 - 1305), affresco; Padova, Cappella degli Scrovegni
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Cenacolo

Secondo quanto dicono i Vangeli sinottici, il giovedì mattino i discepoli si presentarono a Gesù e gli chiesero in quale luogo egli volesse celebrare la Pasqua ebraica[4]. Gesù mandò due discepoli (Luca specifica San Pietro e San Giovanni[5]) in città dicendo loro che avrebbero incontrato lungo la via un uomo con una brocca d'acqua, diretto verso la casa del proprio padrone. I due avrebbero dovuto seguirlo e chiedere al padrone di casa se era possibile per Gesù celebrare la Pasqua nella sua dimora.

Il segno dato ai due apostoli era abbastanza singolare, essendo infatti l'ufficio di attingere l'acqua riservato ordinariamente alle donne. Diverse le ipotesi riguardo al proprietario della casa, senza dubbio un simpatizzante di Gesù. L'opinione meglio accreditata è quella che vede nel padrone del cenacolo il padre, o comunque qualche parente, di San Marco, il futuro evangelista (ritenuto da alcuni come il giovinetto fuggito nudo durante l'arresto di Gesù).

Verso il 530 l'arcidiacono Teodosio infatti, descrivendo la sua visita a Gerusalemme, parlando della chiesa della Sancta Sion, ritenuta come il luogo dell'ultima cena, afferma: "Ipsa fuit domus sancti Marci evangelistae" ("Questa fu la casa di San Marco evangelista")[6]. Questa affermazione doveva senza dubbio fondarsi su un dato molto antico essendovi inoltre una seconda testimonianza, del monaco cipriota Alessandro, che descrive la chiesa della Sancta Sion come dimora di Maria, madre di Marco[7]

La memoria del luogo si è conservata fino ad oggi, e il Cenacolo è situato sul Monte Sion oltre le mura dell'odierna città vecchia di Gerusalemme. Il Santuario, più volte distrutto dai musulmani, ha ospitato per diversi secoli un convento dei Frati Minori della Custodia di Terra Santa.

Tradizione vuole che la tavola sopra cui Gesù fece l'ultima cena con gli Apostoli sia conservata nella cappella Sancta Sanctorum della Scala Santa, presso la Basilica di San Giovanni in Laterano (Roma).

Descrizione

Annuncio del tradimento

Terminata la lavanda dei piedi Gesù riprese posto a tavola. Egli occupava senza dubbio il posto più onorifico e gli apostoli avevano dibattuto su chi dovesse sedersi nel posto più vicino a lui. Essendo la tavola a semicerchio, secondo una moda dell'epoca, i divani erano disposti radialmente all'esterno del semicerchio. Gesù occupava dunque il posto centrale al vertice del semicerchio e, a quanto dicono i Vangeli, erano Pietro, Giovanni e Giuda Iscariota i commensali più vicini a lui. Alla destra di Gesù stava San Pietro, alla sinistra San Giovanni, che poteva così appoggiare la testa sul petto del maestro (Gv 13,23-25 ) e a fianco di Giovanni stava Giuda, abbastanza vicino a Gesù.

Questi, mentre gli Apostoli continuavano la cena, rivelò che uno di loro l'avrebbe presto tradito. I discepoli, entrati in confusione, chiesero al maestro chi di loro fosse il traditore e per ultimo Giovanni, su consiglio di Pietro, avvicinatosi a lui, gli chiese di mostrarglielo. Ai tempi in cui viveva Gesù si era soliti mettere nel tavolo alcuni vassoi comuni nei quali si intingeva il pane o le erbe amare. Gesù intinse dunque un boccone di pane e lo porse a Giuda Iscariota dicendo: "Quello che devi fare, fallo presto" (Gv 13,26-28 . Nessuno dei commensali comprese però il significato di tale gesto e Giuda ebbe dunque la possibilità di alzarsi e di andare via (secondo il Vangelo di Luca, Giuda esce dal cenacolo subito dopo l'Istituzione Eucaristica).

Istituzione Eucaristica

Juan de Juanes, Ultima Cena (1562 ca.), olio su tavola; Madrid, Museo del Prado
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Eucaristia

Mentre la cena continuava, Gesù compì un atto alquanto insolito nel rito pasquale. Prese del pane e dopo aver pronunziato la preghiera di benedizione, lo spezzò e dandolo ai discepoli disse:[8][9]

« Prendete e mangiate. »
« Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me. »

Poco dopo prese un calice colmo di vino e dopo averlo benedetto allo stesso modo disse:[10]

« Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. »

Questo gesto sconvolse parecchio gli Apostoli che rammentarono l'avvenimento nelle prime comunità cristiane, tanto che San Paolo, nella sua Prima lettera ai Corinzi (1Cor 11,23-29 ), presentò l'Eucaristia come un rito nel quale il fedele mangiava e beveva davvero il corpo e il sangue di Gesù. Quel gesto, secondo l'Apostolo, sarebbe inoltre un collegamento fra l'ultima cena e la successiva Passione, essendo in entrambi i momenti il suo corpo donato e il sangue versato.

San Giovanni è l'unico a tacere sull'avvenimento, concentrandosi principalmente sulla lavanda dei piedi e sugli ultimi insegnamenti di Gesù, ma vi è un precedente riferimento all'Istituzione Eucaristica nel capitolo 6 e precisamente nella frase, pronunciata da Gesù:

« Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. »

Si è discusso a lungo se Giuda abbia partecipato o no all'Eucaristia, i Vangeli di Matteo e Marco infatti inseriscono la rivelazione del suo tradimento (e di conseguenza la sua uscita dal cenacolo) prima dell'Istituzione Eucaristica mentre Luca la inserisce dopo. San Giovanni non parla dell'Eucaristia e dunque non venne preso in esame. Alcuni Padri della Chiesa credettero che Giuda fosse presente al convito mentre altri lo negarono. Essendo i Vangeli, unica fonte storica sulla vita di Gesù, discordanti riguardo la cronologia degli avvenimenti, allora la questione non potrà mai avere soluzione.

Reliquie

Il Sacro Catino, secondo la tradizione cattolica, sarebbe invece il piatto usato da Cristo, conservato a Genova nel Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo.

Nell'Arte

Alcuni celebri dipinti raffiguranti l'Ultima Cena:

Nella musica:

  • Come in un'ultima cena è il sesto album del "Banco del Mutuo Soccorso"
Note
  1. Peter Stuhlmacher, "Jesus' Readiness to Suffer and His Understanding of His Death", in James D. G. Dunn, Scot McKnight, The historical Jesus in recent research, EISENBRAUNS, 2005, ISBN 1575061007, p. 389.
  2. Jürgen Becker, James E. Crouch, Jesus of Nazareth, Walter de Gruyter, 1998, ISBN 3110157721, p. 23.
  3. 3,0 3,1 Andrew T. Lincoln, The Gospel according to Saint John, Continuum International Publishing Group, 2005, ISBN 0826471390, pp. 44-45.
  4. Mt 26,17-18 ; Mc 14,12-13 ; Lc 22,7
  5. Lc 22,8
  6. De situ Terrae Sanctae, pag 141
  7. Acta Sanctorum, Junii pag 434
  8. Mt 26,26 ; Mc 13,22
  9. Lc 22,19
  10. Mt 26,27-28 ; Mc 13,24 ; Lc 22,20
Bibliografia
  • Brant Pitre, I segreti dell'Ultima Cena. Gesù e le redici ebraiche dell'eucaristia, Il Timone, Milano 2022.
Voci correlate
Collegamenti esterni