Diego Innico Caracciolo di Martina
Diego Innico Caracciolo di Martina Cardinale | |
---|---|
Età alla morte | 60 anni |
Nascita | Martina Franca 18 luglio 1759 |
Morte | Napoli 24 gennaio 1820 |
Sepoltura | Duomo di Napoli |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 26 settembre 1814 da papa Pio VII |
Consacrazione vescovile | Roma, 6 novembre 1814 dal papa Pio VII |
Creato Cardinale |
11 agosto 1800 da Pio VII (vedi) |
Cardinale per | 19 anni, 5 mesi e 13 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
(EN) Scheda su gcatholic.org (EN) Scheda su catholic-hierarchy.org (EN) Scheda su Salvador Miranda |
Diego Innico Caracciolo di Martina (Martina Franca, 18 luglio 1759; † Napoli, 24 gennaio 1820) è stato un cardinale e vescovo italiano.
Cenni biografici
Nacque a Martina (Puglia) il 18 luglio 1759, da Francesco IX Caracciolo, duca di Martina, e da Stefania nata Pignatelli dei duchi di Monteleone. Sin dalla più giovane età fu destinato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica.
Formazione e carriera ecclesiastica
Giovanetto, fu inviato a Roma per ricevervi un'adeguata istruzione e dal 1767 fu alunno del Collegio Clementino. Studiò poi diritto presso l'Università La Sapienza, dove ottenne un dottorato in utroque iure, completò la sua formazione giuridica lavorando presso lo studio dell'avvocato Francesco Maria Cioja.
Fu nominato referendario della Segnatura Apostolica di Giustizia e di Grazia. Dal 1782 il Caracciolo fu prelato presso la Congregazione per le indulgenze e le sacre reliquie. Nel 1786 venne destinato a reggere il governatorato di San Severino. Nell'autunno del 1790 fu trasferito con la stessa carica a Iesi e dal 7 maggio 1794 all'ottobre 1795 fu governatore di Fermo. Dal 1793 divenne anche protonotario apostolico. Nello svolgimento di questi incarichi dimostrò una rigorosa onestà ma anche una sostanziale inattitudine a ricoprire cariche amministrative di maggior rilievo a causa di una notevole debolezza di carattere. Pio VI lo richiamò a Roma, assegnandogli l'incarico di maestro di camera.
Nel febbraio 1798, occupata Roma dalle truppe francesi e proclamata la Repubblica Romana, il prelato seguì Pio VI nell'esilio, prima a Siena poi alla Certosa di Firenze, infine in Francia, a Grenoble e a Valence. Qui, insieme al segretario ex gesuita Giuseppe Marotti e mons. Giuseppe Maria Spina, assistette alle ultime ore del papa: come maestro di camera, fu lui a recitare per il pontefice ormai in coma la professione di fede e poi a compilare, nella sua qualità di protonotario apostolico, il rogito con l'atto di morte, una copia del quale fu inviata a tutti i cardinali il 29 agosto 1799.
Cardinalato
Rientrò in patria e fu a Venezia durante il conclave che elesse papa il 14 marzo 1800 Barnaba Chiaramonti con il nome di Pio VII: questo lo riconfermò immediatamente nelle sue funzioni di maestro di camera, e nel primo concistoro dell'11 agosto 1800, da lui convocato, lo elevò alla porpora cardinalizia, soprattutto in considerazione della fedele assistenza da lui prestata nel travagliato ultimo periodo del pontificato del suo predecessore. Gli fu assegnato il titolo presbiterale di sant'Agostino e la prefettura della Congregazione per le indulgenze e le sacre reliquie. Fu annesso alle congregazioni dei Vescovi e Regolari, della Residenza dei vescovi, dei Riti, della Consulta e del Buon Governo.
Durante la seconda occupazione di Roma da parte dei francesi, come tutti i cardinali non romani, fu espulso da Roma, si rifugiò quindi dapprima a Fondi e poi a Napoli. Qui ebbe modo di conoscere il padre barnabita Francesco Saverio Bianchi che divenne suo consigliere e confessore. Occupato il Regno da Gioacchino Murat, il porporato fu privato di tutti i beni e le rendite. Nel 1811, per le sue precarie condizioni di salute, non si recò a Parigi dove, come a tutti gli altri cardinali, gli era stato imposto di andare.
Dopo la seconda restaurazione del governo pontificio a Roma, optò per la sede suburbicaria di Palestrina, mantenendo il precedente titolo in commendam. Fu consacrato il 6 novembre 1814 nella cappella privata del papa dallo stesso pontefice, assistito da Francesco Bertazzoli, allora arcivescovo titolare di Edessa, e da Bartolomeo Giuseppe Menocchio (Ch), vescovo titolare di Porfireone e Sacrista del Palazzo Apostolico.
Nel 1815 fu inviato presso re Ferdinando VII di Napoli, che con decreto regio del 17 giugno 1815 aveva restituito alla Chiesa le proprietà ecclesiastiche del Regno. Fu delegato apostolico per l'elezione del vicario generale del regno di Napoli e chiamato a presiedere i negoziati tra la Santa Sede e il Regno delle Due Sicilie per la conclusione di un nuovo concordato, che dopo lunghe e complicate trattative fu firmato il 16 febbraio 1818 a Terracina.
Fu nominato prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura di giustizia il 14 dicembre 1818, pur mantenendo la sua residenza a Napoli.
Morte
In quella città morì il 24 gennaio 1820. Fu esposto nel duomo di Napoli, dove il 27 gennaio si tennero i funerali e dove fu sepolto.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII, O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Francesco Saverio de Zelada
- Papa Pio VII, O.S.B.
- Cardinale Diego Innico Caracciolo di Martina
Successione degli incarichi
Predecessore: | Maestro di Camera della Corte Pontificia | Successore: | |
---|---|---|---|
Giuseppe Vinci | 10 ottobre 1795 - 11 agosto 1800 | Giovanni Filippo Gallarati Scotti |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Agostino | Successore: | |
---|---|---|---|
Paolo Massei | 20 ottobre 1800 - 24 gennaio 1820 Titolo presbiterale in commendam dal 26 settembre 1814 |
Cesare Brancadoro |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
---|---|---|---|
Giulio Maria della Somaglia | 23 febbraio 1801 - 29 marzo 1802 | Giuseppe Firrao il Giovane |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione per le Indulgenze e le Sacre Reliquie | Successore: | |
---|---|---|---|
Antonio Eugenio Visconti | 23 dicembre 1801 - 14 dicembre 1818 | Benedetto Naro |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Palestrina | Successore: | |
---|---|---|---|
Aurelio Roverella | 26 settembre 1814 - 24 gennaio 1820 | Giuseppe Maria Spina |
Predecessore: | Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica | Successore: | |
---|---|---|---|
Antonio Dugnani | 14 dicembre 1818 - 24 gennaio 1820 | Giovanni Battista Quarantotti |
Bibliografia | |
|
- Maestri di camera della Corte pontificia
- Cardinali presbiteri di Sant'Agostino
- Cardinali Camerlenghi
- Cardinali vescovi di Palestrina
- Prefetti della Congregazione per le indulgenze e le sacre reliquie
- Prefetti del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica
- Presbiteri italiani del XIX secolo
- Italiani del XIX secolo
- Presbiteri del XIX secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1814
- Vescovi italiani del XIX secolo
- Vescovi del XIX secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Pio VII
- Concistoro 11 agosto 1800
- Cardinali italiani del XVIII secolo
- Italiani del XVIII secolo
- Cardinali del XVIII secolo
- Cardinali per nome
- Presbiteri italiani
- Presbiteri del XVIII secolo
- Cardinali creati da Pio VII
- Biografie
- Cardinali italiani
- Vescovi italiani
- Nati nel 1759
- Nati il 18 luglio
- Nati nel XVIII secolo
- Morti nel 1820
- Morti il 24 gennaio