Diego Innico Caracciolo di Martina

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Diego Innico Caracciolo di Martina
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 60 anni
Nascita Martina Franca
18 luglio 1759
Morte Napoli
24 gennaio 1820
Sepoltura Duomo di Napoli
Appartenenza
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Cardinali creazioni
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Eventi
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Invito all'ascolto
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Diego Innico Caracciolo di Martina (Martina Franca, 18 luglio 1759; † Napoli, 24 gennaio 1820) è stato un cardinale e vescovo italiano.

Cenni biografici

Nacque a Martina (Puglia) il 18 luglio 1759, da Francesco IX Caracciolo, duca di Martina, e da Stefania nata Pignatelli dei duchi di Monteleone. Sin dalla più giovane età fu destinato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica.

Formazione e carriera ecclesiastica

Giovanetto, fu inviato a Roma per ricevervi un'adeguata istruzione e dal 1767 fu alunno del Collegio Clementino. Studiò poi diritto presso l'Università La Sapienza, dove ottenne un dottorato in utroque iure, completò la sua formazione giuridica lavorando presso lo studio dell'avvocato Francesco Maria Cioja.

Fu nominato referendario della Segnatura Apostolica di Giustizia e di Grazia. Dal 1782 il Caracciolo fu prelato presso la Congregazione per le indulgenze e le sacre reliquie. Nel 1786 venne destinato a reggere il governatorato di San Severino. Nell'autunno del 1790 fu trasferito con la stessa carica a Iesi e dal 7 maggio 1794 all'ottobre 1795 fu governatore di Fermo. Dal 1793 divenne anche protonotario apostolico. Nello svolgimento di questi incarichi dimostrò una rigorosa onestà ma anche una sostanziale inattitudine a ricoprire cariche amministrative di maggior rilievo a causa di una notevole debolezza di carattere. Pio VI lo richiamò a Roma, assegnandogli l'incarico di maestro di camera.

Nel febbraio 1798, occupata Roma dalle truppe francesi e proclamata la Repubblica Romana, il prelato seguì Pio VI nell'esilio, prima a Siena poi alla Certosa di Firenze, infine in Francia, a Grenoble e a Valence. Qui, insieme al segretario ex gesuita Giuseppe Marotti e mons. Giuseppe Maria Spina, assistette alle ultime ore del papa: come maestro di camera, fu lui a recitare per il pontefice ormai in coma la professione di fede e poi a compilare, nella sua qualità di protonotario apostolico, il rogito con l'atto di morte, una copia del quale fu inviata a tutti i cardinali il 29 agosto 1799.

Cardinalato

Rientrò in patria e fu a Venezia durante il conclave che elesse papa il 14 marzo 1800 Barnaba Chiaramonti con il nome di Pio VII: questo lo riconfermò immediatamente nelle sue funzioni di maestro di camera, e nel primo concistoro dell'11 agosto 1800, da lui convocato, lo elevò alla porpora cardinalizia, soprattutto in considerazione della fedele assistenza da lui prestata nel travagliato ultimo periodo del pontificato del suo predecessore. Gli fu assegnato il titolo presbiterale di sant'Agostino e la prefettura della Congregazione per le indulgenze e le sacre reliquie. Fu annesso alle congregazioni dei Vescovi e Regolari, della Residenza dei vescovi, dei Riti, della Consulta e del Buon Governo.

Durante la seconda occupazione di Roma da parte dei francesi, come tutti i cardinali non romani, fu espulso da Roma, si rifugiò quindi dapprima a Fondi e poi a Napoli. Qui ebbe modo di conoscere il padre barnabita Francesco Saverio Bianchi che divenne suo consigliere e confessore. Occupato il Regno da Gioacchino Murat, il porporato fu privato di tutti i beni e le rendite. Nel 1811, per le sue precarie condizioni di salute, non si recò a Parigi dove, come a tutti gli altri cardinali, gli era stato imposto di andare.

Dopo la seconda restaurazione del governo pontificio a Roma, optò per la sede suburbicaria di Palestrina, mantenendo il precedente titolo in commendam. Fu consacrato il 6 novembre 1814 nella cappella privata del papa dallo stesso pontefice, assistito da Francesco Bertazzoli, allora arcivescovo titolare di Edessa, e da Bartolomeo Giuseppe Menocchio (Ch), vescovo titolare di Porfireone e Sacrista del Palazzo Apostolico.

Nel 1815 fu inviato presso re Ferdinando VII di Napoli, che con decreto regio del 17 giugno 1815 aveva restituito alla Chiesa le proprietà ecclesiastiche del Regno. Fu delegato apostolico per l'elezione del vicario generale del regno di Napoli e chiamato a presiedere i negoziati tra la Santa Sede e il Regno delle Due Sicilie per la conclusione di un nuovo concordato, che dopo lunghe e complicate trattative fu firmato il 16 febbraio 1818 a Terracina.

Fu nominato prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura di giustizia il 14 dicembre 1818, pur mantenendo la sua residenza a Napoli.

Morte

In quella città morì il 24 gennaio 1820. Fu esposto nel duomo di Napoli, dove il 27 gennaio si tennero i funerali e dove fu sepolto.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Cardinale presbitero di Sant'Agostino Successore: CardinalCoA PioM.svg
Paolo Massei 20 ottobre 1800 - 24 gennaio 1820
Titolo presbiterale in commendam dal 26 settembre 1814
Cesare Brancadoro I
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con
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Paolo Massei {{{data}}} Cesare Brancadoro
Predecessore: Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore: Emblem Holy See.svg
Giulio Maria della Somaglia 23 febbraio 1801 - 29 marzo 1802 Giuseppe Firrao il Giovane I
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Giulio Maria della Somaglia {{{data}}} Giuseppe Firrao il Giovane
Predecessore: Prefetto della Congregazione per le Indulgenze e le Sacre Reliquie Successore: Emblem Holy See.svg
Antonio Eugenio Visconti 23 dicembre 1801 - 14 dicembre 1818 Benedetto Naro I
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con
con
Antonio Eugenio Visconti {{{data}}} Benedetto Naro
Predecessore: Cardinale vescovo di Palestrina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Aurelio Roverella 26 settembre 1814 - 24 gennaio 1820 Giuseppe Maria Spina I
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Aurelio Roverella {{{data}}} Giuseppe Maria Spina
Predecessore: Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica Successore: Emblem Holy See.svg
Antonio Dugnani 14 dicembre 1818 - 24 gennaio 1820 Giovanni Battista Quarantotti I
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Antonio Dugnani {{{data}}} Giovanni Battista Quarantotti
Bibliografia