San Vincenzo Ferrer

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San Vincenzo Ferrer, O.P.
Presbitero
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battezzato
Santo
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Francesco del Cossa, San Vincenzo Ferrer (1473 ca.), tempera su tavola; Londra, National Gallery
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 69 anni
Nascita Valencia
23 gennaio 1350
Morte Vannes
5 aprile 1419
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa 1367
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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Extra San Vincenzo Ferrer
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione 3 giugno 1455, da Callisto III
Ricorrenza 5 aprile
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi Fiamma, fuoco in forma di globo, stella, libro, paio di ali, tromba e fonte battesimale
Devozioni particolari Invocato contro epilessia e mal di testa
Patrono di Costruttori, fabbricanti di tegole e mattoni
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 5 aprile, n. 1:
« San Vincenzo Ferrer, sacerdote dell'Ordine dei Predicatori, che, spagnolo di nascita, fu instancabile viaggiatore tra le città e le strade dell'Occidente, sollecito per la pace e l'unità della Chiesa; a innumerevoli popoli predicò il Vangelo della penitenza e l'avvento del Signore, finché a Vannes in Bretagna, in Francia rese lo spirito a Dio. »

San Vincenzo Ferrer, in valenciano Vicent Ferrer; in spagnolo Vicente Ferrer; in italiano Vincenzo Ferrer o Ferreri (Valencia, 23 gennaio 1350; † Vannes, 5 aprile 1419), è stato un presbitero spagnolo dell'Ordine dei Frati Predicatori e si adoperò particolarmente per la composizione dello scisma d'Occidente: è stato proclamato santo da papa Callisto III nel 1455.

Biografia

Di nobile famiglia valenzana, studiò filosofia e a 17 anni entrò tra i domenicani: proseguì gli studi presso la casa di formazione del suo ordine a Barcellona e poi a Lleida e a Tolosa e dal 1385 insegnò teologia a Valencia.

Nel 1379 conobbe il legato pontificio presso la corte di Pietro IV di Aragona, il cardinale Pedro de Luna, spinto dal quale divenne un sostenitore del papa avignonese, Clemente VII, che si opponeva ad Urbano VI.

Pedro de Luna, eletto Papa nel 1394 dai cardinali avignonesi col nome di Benedetto XIII, lo scelse come suo confessore personale e consigliere e lo nominò Penitenziere apostolico: per umiltà, rifiutò la nomina a cardinale offertagli dal papa.

Nel settembre 1398, durante l'assedio di Carlo VI di Francia (che non aveva riconosciuto l'elezione di Benedetto XIII) ad Avignone, Vincenzo cadde malato: secondo una leggenda appartenente alla tradizione devozionale, sarebbe stato guarito miracolosamente da Gesù e dai santi Francesco e Domenico, che lo inviarono nel mondo a predicare, invitando i peccatori a convertirsi in attesa dell'imminente giudizio universale.

Ottenuto il permesso di lasciare la corte pontificia e ricevuto il titolo di legato a latere, trascorse i successivi vent'anni della sua vita come predicatore in giro per l'Europa occidentale, ma soprattutto in Spagna, ottenendo, grazie alla sua abilità oratoria, al tono apocalittico dei suoi sermoni e alla fama di taumaturgo, numerose conversioni, soprattutto di musulmani ed ebrei.

Si impegnò soprattutto per comporre lo scisma d'occidente, dapprima tentando una mediazione tra Gregorio XII e Benedetto XIII, poi cercando di convincere Benedetto a rinunciare alla tiara e, di fronte al suo rifiuto, cercando di sottrargli l'obbedienza della Spagna.

L'occasione gli si presentò nel 1412 quando, morto senza eredi Martino I di Aragona, fu tra i giudici incaricati di stabilire la successione al trono (compromesso di Caspe): il trono venne assegnato al candidato sostenuto da Vincenzo, Ferdinando I di Aragona (il "Giusto"), che nel Concilio di Costanza si batté per la fine dello scisma e riconobbe l'elezione al soglio pontificio di Martino V Colonna, mettendo fine a ogni pretesa di Benedetto XIII.

Morì nel 1419.

Culto

Callisto III lo canonizzò il 3 giugno 1455, nella chiesa domenicana di Santa Maria sopra Minerva di Roma.

Il suo culto fu confermato da papa Pio II che, con bolla del 1458, fissò per la sua festa la data del 5 aprile.

Opere e scritti

  • De moderno schismate, trattato teologico-canonico, che mira a dimostrare la legittimità di Clemente VII
  • De vita spirituali, trattato di spiritualità, probabilmente il più diffuso al termine del Medioevo
  • Sermones, discorsi suddivisi secondo i tempi liturgici e il calendario
  • Fra gli scritti:
    • De supponitionibus dialecticis
    • Quaestio solemnis de unitate universalis
    • Tractatus novus et valde compendiosus contra perfidiam iudaeorum
    • Tractatus consolatorius in tentationibus circa fidem
    • Liber de sacrificio Missae
    • Ordinaçions y establisements pera la Confraria de la preçiosa Sanch de J. C., anomenada dels disciplinants
  • Fra gli opuscoli:
    • De suppositionibus terminorum
    • De unitate universalis
    • De moderno Ecclesiae schismate

Riferimenti iconografici

Guglielmo Borremans, San Vincenzo Ferrer (1722), olio su tela; Caltanissetta, Museo Diocesano "Giovanni Speciale"

Le principali caratteristiche con cui è raffigurato san Vincenzo Ferreri si possono così riassumere:

In Italia

In Spagna

  • Segorbe, polittico del Colantonio
  • Valenza, dipinto di Francesco Ribalta (Chiesa del Collegio del Patriarca)
  • Valenza, tavola del Jacomart (Cattedrale): forse è la rappresentazione più impressionante, secondo Sadoc Bertucci: "il santo tiene nella sinistra un libro e nella destra una banderuola (o nastro) su cui è scritto: «Timete Dominum et date illi honorem, quia venit hora iudicii eius»"

In altri paesi europei

Bibliografia
  • Rosa Giorgi, Santi, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, Milano 2002, p. 366 ISBN 9788843596744
Voci correlate
Collegamenti esterni