Chiesa di Sant'Agostino (Milano)
Chiesa di Sant'Agostino | |
Milano, Chiesa di Sant'Agostino (1906 - 1920) | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Lombardia |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lombardia |
Comune | Milano |
Diocesi | Arcidiocesi di Milano |
Religione | Cattolica di Rito ambrosiano |
Indirizzo |
Via Copernico, 6 20125 Milano (MI) |
Telefono | +39 02 67072135 |
Fax | +39 02 67075056 |
Posta elettronica | santagostino(@)salesianimilano.it |
Sito web | Sito ufficiale |
Proprietà | Società Salesiana di San Giovanni Bosco |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | Parrocchiale |
Dedicazione | Sant'Agostino d'Ippona |
Sigla Ordine qualificante | S.D.B. |
Sigla Ordine reggente | S.D.B. |
Architetto | Cecilio Arpesani |
Stile architettonico | Neoromanico lombardo |
Inizio della costruzione | 1906 |
Completamento | 1920 |
Data di consacrazione |
19 giugno 1920 dal card. Andrea Carlo Ferrari |
Pianta | Croce latina a tre navate |
Materiali | Granito grigio e mattoni rossi. |
Larghezza Massima | 27 m |
Coordinate geografiche | |
Milano | |
Denominazione principale UNESCO | |
Pericolo | Bene non in pericolo |
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Iscrizione |
Templi hoc
A.mcm inceptvm |
La Chiesa prepositurale di Sant'Agostino[1] è una chiesa appartenente alla Congregazione Salesiana di Milano.
Situata nelle immediate vicinanze della Stazione Centrale e del grattacielo Pirelli, è collocata al centro di un vasto edificio che accoglie le scuole, gli istituti e il teatro salesiani.
La chiesa è sede parrocchiale ed è stata consacrata il 19 giugno 1920 dal cardinale Andrea Carlo Ferrari, arcivescovo di Milano.[2] È considerata la migliore opera dell'ingegnere Cecilio Arpesani.
Esterno
Le pareti che costituiscono l'ossatura edilizia della chiesa presentano all'esterno il rivestimento di mattone rosso bruciato a vista per tutta l'estensione dell'organismo architettonico[3].
Il fronte della chiesa presenta un profilo di parametri murari a conclusione discontinua tali da preannunciare l'ossatura interna a tre navate con diversa altezza, compiutamente definita dagli spioventi dei tetti a capanna. Tutto il corpo è sopraelevato sul piano stradale da 14 alzate in granito di circa 2,20 m e vi si accede attraverso un'ampia gradinata, ripartita in tre sezioni da vani difesi da transenne.[4]
Alla chiesa si accede attraverso tre porte situate sulla facciata frontale con montanti pilastri e colonnette a leggera strombatura, concluse da tre lunette di mano di Enrico Meneghini con mosaici di Salviati di Venezia su cartoni di Ludovico Pogliaghi raffiguranti una "conversazione" di Sant'Agostino, di San Francesco di Sales e di San Giovanni Bosco, rispettivamente titolare della chiesa, patrono della Congregazione Salesiana e fondatore della Congregazione.[5] Un altro ingresso è posto nell'abside. Molto apprezzabili sono i capitelli della loggetta centrale, recanti i simboli dei quattro evangelisti.[6]
Sulla elevazione muraria della facciata si inseriscono le finestre e il rosone che permettono una buona illuminazione naturale specialmente nei giorni di sole grazie anche all'orientamento dell'asse longitudinale della chiesa est-ovest con la facciata.[7]
Le tre navate si concludono a norma di stile con tre absidi di diverse proporzioni in una soluzione di carattere monumentale di ottimo livello: il tutto è visibile da via Melchiorre Gioia in una cornice di verde allestita con buon gusto. Le absidi semicircolari sono in mattone rosso con due finestroni.[8]
Interno
Il progetto del 1895 rispecchia l'attuale conformazione, tranne alcuni piccoli particolari. È una chiesa a croce latina, a tre navate, larga 27 m, a tre absidi terminali precedute trasversalmente dal transetto di 13 m. Al centro dell'incrocio dei bracci si eleva il presbitero ampio e spazioso, accessibile dai quattro lati da un deambulatorio che completa lo scorrimento delle navate laterali. In prossimità delle absidi laterali si aprono gli accessi alle due sagrestie poste sui lati dei bracci del transetto. L'interno, voluminoso e ampio, è in gradevole contrasto con lo stile romanico, acquisendo una tipica connotazione di stile bizantino.[9]
Le navate sono definite da due corse di colonne in granito (segnate dal bombardamento del 1943), che fungono da elementi portante di stile bizantino-romanico, lo schema della colonna ricalca quello bizantino dalla base al capitello e al pulvino.[10]
Sulle pareti laterali, in corrispondenza di ogni arco del primo ordine, si affacciano le bifore del matroneo[11], con colonnine bianche e capitelli con pulvino, inserito in arconi con leggero aggetto, bordati di rosso. Questa corsa prospettica viene interrotta dall'arco trionfale che immette nell'incrocio con il transetto.
Il settore del presbiterio si estende per tutta la larghezza della navata centrale, elevato di cinque gradini dal piano della chiesa, con una transenna della balaustra marmorea posta sul lato posteriore, ispirata, nei motivi traforati, a quella che si trova attorno all'altare della tomba dei Martiri in Sant'Ambrogio di Milano. È stato adottato il soffitto a travatura scoperta sulla navata centrale, mentre un soffitto a cassettoni corre sulle navate laterali.[12]
L'involucro esterno della cupola è a forma ottagonale a loggette, col tetto a spicchi, ripete il motivo della galleria altamente espressivo sotto il profilo plastico. Le tre absidi di proporzioni differenti in relazione alle rispettive navate, sono chiuse all'interno da volte a mezza tazza: la centrale accoglie l'organo a canne e la schola cantorum, le laterali accolgono due altari devozionali.
Lungo il lato destro della navata laterale si aprono tre conche absidali arricchite di due altari e il terzo con funzione di battistero. L'illuminazione centrale della chiesa è fornita a un grande rosone e finestre poste sulla facciata, da finestre distribuite sull'alto delle pareti laterali, da finestre a trifora poste a capo dei bracci del transetto e da finestrini a feritoia disposti nelle absidi. La luce più diffusa proviene dalla alta cupola e investe tutta la zona del presbiterio e quella circostante.
Il presbiterio
L'area destinata al presbiterio si eleva sul piano della chiesa di cinque gradini, si estende per tutta la larghezza della navata centrale e dei bracci del transetto, La cornice posteriore porta un motivo di volute e il monogramma cristiano a ripetizione. L'esecuzione è di mano della scuola e dei maestri Salesiani dell'Istituto.[13]
Il ciborio
Sul presbiterio, alquanto arretrato, sorge l'altare maggiore elevato di cinque gradini e protetto da un ciborio a base quadrata, portato da quattro colonne in marmo. Ha una copertura a volta a crociera, quattro frontoni laterali a timpano, decorati da archi frastagliati e delimitati agli angoli da colonnine decorative. Ispirato alle forme paleocristiane e bizantine è ricco di simboli eucaristici, il frumento, la vite e il monogramma cristiano, a rilievo dorato su sfondo azzurro. La volta, del 1938 è stata rivestita in mosaico. il lavoro, ispirato al famoso "Saccello arcivescovile di Ravenna", detto di San Pier Crisologo è della Scuola del Mosaico dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna. Sono simboleggiati i quattro evangelisti, su fondo oro, sporgenti da nuvole: sono altresì raffigurate le virtù della Fede, Speranza, Carità e Purezza.
L'altare è in marmo bianco nella sua ossatura, ma risulta colorato nei suoi componenti in modo vivace: infatti sui lati sono inserite trifore e bifore colorate in rosso e blu, divise da colonnine a spirale in oro in modo da creare un intenso effetto chiaroscuro e policromo. Recentemente il Tabernacolo è stato spostato e si trova nel transetto nel braccio destro sull'altare della Sacra Famiglia. Prima era posto sull'altare maggiore dove si elevavano i gradini portanti i candelieri e racchiudenti il Tabernacolo, il quale era in marmo sormontato da un arco a tutto sesto ove era inserita una conchiglia ed era aperto su due fronti in modo da fornire due esemplari di porticine che l'Arpesani studia sui motivi a lui tanto cari, la raffigurazione dell'Agnello e il monogramma cristiano.
Gli altari laterali
I vani delle due absidi laterali sono stati arricchiti di altari, il destro dedicato a Sant'Agostino e il sinistro a San Giuseppe: sono opera dell'architetto Battaini, le pale al centro sono di marmo del pittore Emilio Magistretti. Nella navata di destra, in corrispondenza degli archi principali, in alternanza di vuoti e pieni, sono stati ricavati tre nicchioni per accogliervi tre altari: il primo, vicino all'entrata, il 19 marzo 1931 fu adibito a battistero. Il progetto è opera dell'ingegnere Brambilla, del professore Malerba e dello scultore Gianni Renuzzi; il catino absidale, decorato in mosaico, riportava il Battesimo di Gesù; Sant'Ambrogio e Sant'Agostino su cartone del Malerba e di mano del Gianese. Il bombardamento del 1945 lo distrusse completamente.
Ancora sulla navata destra si apre la nicchia con la cappella di Maria Ausiliatrice. L'opera, su disegno dell'Arpesani, fu aperta nel 1933. La forma architettonica ripete il tradizionale loculo elevato di tre gradini sul piano della cappella, lavorato a fasce alternate di bianco e grigio. La mensa dell'altare porta frontalmente cinque nicchie che ospitano cinque statuine in bronzo, rappresentanti l'Immacolata, Sant'Anna, San Gioachino, Sant'Enrico e Santa Maria Domenica Mazzarello. Sui fianchi della nicchia-cappella due finestre in alabastro versano nell'ambiente una luce temperata e calda. Le pareti sono rivestite da lastre marmoree di Polcevera e Portovenere fino all'altezza dell'altare; il resto è a mosaico con poche decorazioni attorno al monogramma cristiano posto al centro. Esecutori furono il professore Ambrogio Colombo per la parte marmorea, il cavaliere Giannese di Venezia per la parte musiva, il pittore G.Comolli per la pittorica e la ditta Radaelli per la cornice della nicchia e l'arredamento.
Alla parte terminale del braccio destro del transetto è stato installato l'altare della Sacra Famiglia, illustrato da un dipinto del pittore Gallo, insieme alle figure di San Pietro, di San Paolo e di Sant'Antonio Abate. Sulla contrapposta parete sinistra campeggia la vetrata della Crocifissione. Lungo la navata sinistra sono state invece forzatamente giustapposti altri altari, quello dedicato al Sacro Cuore consacrato nel 1926 è decorato con sculture di A. Colombo, del Crocifisso, di San Domenico Savio e uno a Sant'Antonio, Santa Rita e Santa Teresa di Gesù.
Le decorazioni pittoriche
Le pareti a intonaco civile, in bianco, che che chiudono la chiesa come grandi quinte traforate dal matroneo e bordate da fasce in rosso a commento del movimento degli archi, si aprono a possibili decorazioni anche di vasto respiro: l'unico intervento che ci è dato di osservare spetta al pittore Rusca, che ha decorato il soffitto a cassettoni della navata sinistra, applicandovi a fresco sul dominante tono azzurro di fondo, motivi decorativi bizantini e lombardi. Negli anni vari artisti hanno proseguito questa opera riproducendola anche all'ingresso e nella navata destra. La cupola ottagonale fu decorata da Eugenio Cisterna di Roma.
I capitelli
Si è già accennato al richiamo stilistico dei capitelli della Basilica di San Vitale di Ravenna come soggetto di studio scelto dall'Arpesani; ripresa la forma di vaso sormontato dal pulvino a tronco di piramide rovesciata. L'ornamento è limitato a intrecci di rami secchi, spinosi, risultando, in alcuni punti, l'effetto di un involucro a traforo che avvolge il nucleo centrale. La decorazione dei pulvini è a semplice medaglione e la varietà degli stessi e dei capitelli che sormontano le colonne della chiesa è purtroppo povera e quasi a serie. Invece i capitelli delle loggette esterne e specialmente quelli della Cappella interna dedicata a Sant'Ambrogio, sono riportate le forme lombarde più tozze e semplificate, senza pulvini, con ornati di sapore carolingio.
La cappella di San Giovanni Bosco
La cappella fu ricostruita dall'architetto Battaini, ha la forma del tradizionale loculo, come è logico in una chiesa romanico-lombarda; limitato il suo ingresso da un grande arco, centro ed anima della costruzione e collegamento fra la chiesa e la cappella. Incorniciato con una semplice bordatura di rosso porfirico di Tolmezzo, racchiude un mosaico bizantino costituito da simboli cristiani primitivi fra due teorie di pampini e fogliame stilizzato in oro su fondo verdone. Dall'arco si diparte uno zoccolo in serpentino verde di Valmasino che circuisce il loculo. Sopra si stende con un'altezza di due metri una parete d'occhialino e vallestrona, nelle cui 12 valve sono inserite formelle in mezzo rilievo fuse in bronzo, di buona tecnica. È una scultura romanica rivissuta nel 1900; autori sono gli scultori A. Canossi, conosciuto per aver lavorato nel Duomo di Milano e M. Bassetti. Nel mezzo vi è l'altare sostenuto da 12 pilastri simboleggianti i dodici Apostoli. Le pareti che si elevano da questa fascia scultorea e la calotta sono interamente rivestite da mosaico in oro sul tipo di San Marco, rotto dalle figure di quattro angeli e simboli con varie diciture latine; Cartonista la pittrice Elena Mazzari. In questa atmosfera di luce e colore prevale in abito talare il quadro di San Giovanni Bosco, di Paolo Giovanni Crida.
Interventi particolari
- 21 aprile 1923 - Il Cardinale Tosi consacra l'altare marmoreo di Maria Ausiliatrice; monsignor Luigi Olivares predica il Triduo.
- 10 maggio 1935 - Il Cardinal Schuster affida alla parrocchia la reliquia di Sant'Agostino.
- gennaio 1936 Viene eseguita la pala della Sacra Famiglia dal pittore A. Madonnini e il 26 gennaio viene inaugurato l'altare (il precedente, l'attuale è dell'architetto Mariani). A dicembre vengono installate le bussole dei confessionali eseguite dalla Scuola Laboratorio dei Salesiani.
- 31 gennaio 1937 - Si inaugura il quadro di Don Bosco.
- 1938 - Inaugurazione del mosaico del ciborio eseguito dalla Scuola d'Arte di Ravenna. Viene consacrata la nuova cappella; consegnata una reliquia del santo e un grande reliquiario.
- 1939 - Festeggiato il 25° anno della parrocchia; installati i banchi della chiesa.
- 1940 - Posata la balaustra in marmo e il cancelletto eseguito nel laboratorio salesiano.
- 1941 - Inaugurazione del nuovo pulpito.
- 1942 - Installazione delle campane a disco nell'onomastico del parroco. A ottobre primo bombardamento sulle case, nessun danno alla chiesa.
- 12-13 agosto 1943 - In queste due notti limpide e stellate, indiscriminato bombardamento a tappeto sulla città di Milano. Bombe incendiare mettono a fuoco i tetti dell'istituto, laboratori e chiesa. Una bomba dirompente squarcia il tetto della chiesa, cade sull'altare di don Bosco distruggendolo, frantuma una colonna, ne scheggia altre, distrugge l'organo, un'acquasantiera, danneggia l'altare del Sacro Cuore, la Via Crucis, molti banchi.
- 13 aprile 1944 - La chiesa viene riaperta al servizio religioso. Si festeggia il 20° anno dell'oratorio femminile.
- marzo-ottobre 1945 - Si allestisce la mensa dei poveri: pranzo a mezzogiorno.
- 1946 - È acquistata la statua di Sant'Antonio in Val Gardena. L'oratorio maschile riprende l'attività nei nuovi locali.
- 1947 - Viene posata la nuova pala della Sacra Famiglia opera del pittore A. Galli e rifatto l'altare con balaustra del Sacro Cuore.
- 1949 - Viene installato il nuovo organo a canne. In marzo viene riaperto l'oratorio femminile di via Tonale.
- 1950 - Posa del nuovo trittico della vetrata della crocifissione.
- 1951 - Posa delle vetrate di San Domenico Savio e Santa Maria Goretti. Si ricostruisce il battistero, affrescato dal pittore Franco Vasconi.
- 1952 - Viene ricostruita la nuova cappella di Don Bosco.
- 1954 - Installata la vetrata di Maria Mazzarello. A gennaio inaugurazione dell'altare di Santa Monica madre di Sant'Agostino. A maggio inaugurazione dell'altare di San Giuseppe e Gesù Bambino. dicembre, pavimentazione in marmo della chiesa (finita nel 1959). Viene acquistata la casa a Lanzo d'Intelvi. Si restaura la casa parrocchiale di via Tonale.
- 1957 - Per interessamento della parrocchia si allestisce la cappella della Stazione Centrale: don Lajolo benedice la cappella e il quadro dell'Immacolata.
- 1958 - Viene posata la nuova Via Crucis in mosaico e ristrutturata la strada davanti alla chiesa.
- 1959 - Terminata la pavimentazione, si ottiene l'apertura della strada davanti alla chiesa.
- 1999 - Vengono demoliti gli altari laterali della navatella di sinistra, ritenuti ingombranti e aggiornate le finestre della cupola.
- 2000 - Viene asportata la balaustra, rifatti gradinata e pavimento del presbiterio, riportato in avanti l'altare e fatto il piccolo ambone.
Galleria fotografica
- Vetrata di San Paolo presso l'altare della Sacra Famiglia
- Vetrata della Crocifissione nel braccio sinistro.
- Altare di Maria Ausiliatrice.
- Vetrata di San Domenico Savio nella navata destra.
- Mosaico e quadro di San Giovanni Bosco presso l'altare di Don Bosco.
- Vetrata di San Francesco di Sales
- Vetrata di Santa Maria Goretti
- Vetrata di Santa Maria Domenica Mazzarello
- Vetrata di Santa Rosa da Lima
- Vetrata di san Pio X
- Santa Monica e Sant'Agostino presso l'altare di Santa Monica
- Le canne dell'organo posto nell'abside centrale dietro l'altare maggiore
- Il pulpito in marmo con i simboli degli Evangelisti, le tavole della legge, la Bibbia e lo Spirito Santo.
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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