Catacomba di Sant'Alessandro (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Catacombe di Roma.
Catacomba di Sant'Alessandro

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Basilica ed area funeraria di Sant'Alessandro
Collocazione storica Impero romano
Civiltà Cristiana
Oggetto generico Area funeraria
Oggetto specifico Catacomba
Dedicazione Sant'Alessandro I
Data scoperta 1854
Datazione II - V secolo
Inizio della costruzione II secolo
Completamento V secolo
Distruzione 535 - 553
Iscrizioni ET ALEXANDRO DELICATVS VOTO (posu)IT DEDICANTE AEPISCOP(o) VRS(o)
Localizzazione
Stato bandiera Italia
Regione

bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Diocesi di Roma
Vicariatus Urbis
Altitudine massima 20 m slm
Amministrazione
Ente Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
Indirizzo Via Nomentana - Roma (RM)
Telefono +39 06 4465610
Fax +39 06 4467625
Posta elettronica pcas@arcsacra.va
Sito web sito web ufficiale
Note
Il complesso cimiteriale attualmente non è visitabile e lasciato in un grave stato di abbandono ed incuria.
Coordinate geografiche
41°57′44″N 12°35′38″E / 41.962189, 12.59380 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Catacomba di Sant'Alessandro (Roma)

La Catacomba di Sant'Alessandro è un'area funeraria cristiana, situata a Roma, al VII miglio della Via Nomentana, nella zona di Sant'Alessandro.

Storia

Il complesso paleocristiano fu scoperto nel 1854, quando la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra promosse una campagna di scavi archeologici nel sito, che portarono alla luce i resti di una basilica annessa ad un'area funeraria che doveva servire agli abitanti delle comunità rurali di Ficulea e Nomentum, come attestano i nomi di tre vescovi sepolti: Urso e Adeodato del V secolo ed un terzo del 569, il cui nome è andato perduto.

La piccola area funeraria fu riconosciuta come il cimitero di sant'Alessandro, per il rinvenimento di un'iscrizione dedicatoria che indicava le sepolture del papa e dei suoi compagni martiri Evenzio e Teodulo, probabilmente vittime della persecuzione di Diocleziano. Nell'iscrizione frammentata si legge:

« (...) ET ALEXANDRO DELICATVS VOTO (posu)IT DEDICANTE AEPISCOP(o) VRS(o) »

All'inizio del V secolo, il vescovo Urso, citato in una lettera di papa Innocenzo I (401 - 417), promosse la monumentalizzazione del sito e l'edificazione di una basilica con presbiterio quadrato e cattedra episcopale.

Durante la Guerra gotica (535 - 553), la catacomba fu devastata dalle truppe di Alarico e Genserico.

La traslazione dei corpi dei santi nel IX secolo portò al sostanziale abbandono del complesso.

Descrizione

Basilica di Sant'Alessandro, interno (inizio V secolo)

Il sito archeologico è formato da:

Catacomba

Il complesso funerario sotterraneo, articolata in due nuclei separati, si sviluppa su un solo piano con una rete di gallerie comunicanti.

Basilica

La basilica, nel sopra terra, dove si conservano:

  • l'altare, che per non spostare le reliquie dei martiri al momento dell'edificazione della chiesa, venne a trovarsi in posizione obliqua rispetto all'asse della basilica;
  • la cattedra episcopale;
  • due colonne del ciborio, eretto da Giunia Sabina, come ricorda un'iscrizione commemorativa;
  • numerose iscrizioni sepolcrali, collocate sul pavimento.
Note
  1. Con il marcatore blu si identificano le catacombe ebraiche, con quello rosso le deposizioni comunitarie e con quello verde le deposizioni singole o famigliari. Cliccando col mouse sui marcatori si apre la pagina corrispondente.
Bibliografia
  • Leonella De Santis, Giuseppe Biamonte, Le catacombe di Roma, Editore Newton & Compton, Roma 2007, pp. 197 - 206 ISBN 9788881837403
  • Orazio Marucchi, Il Cimitero e la Basilica di S. Alessandro al settimo miglio della Via Nomentana, Editrice Romana, Roma 1922
  • Pasquale Testini, Archeologia cristiana, Editore Edipuglia, Bari 1980, pp. 249 - 250
  • Salvatore Vicario, La Via Nomentana, Editore Barone, Monterotondo 1988
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 27 marzo 2016 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.