Catacomba di Santa Felicita (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Catacombe di Roma.
Catacomba di Santa Felicita
Altro nome Catacomba di Massimo
Collocazione storica Impero romano
Civiltà Cristiana
Oggetto generico Area funeraria
Oggetto specifico Catacomba
Dedicazione Santa Felicita
Scopritore Marcantonio Boldetti
Data scoperta XVIII secolo
Datazione II - V secolo
Inizio della costruzione II secolo
Completamento V secolo
Scomparsa IX secolo
Localizzazione
Stato bandiera Italia
Regione

bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Diocesi di Roma
Vicariatus Urbis
Dimensioni
Lunghezza 200 m
Primi scavi
Datazione scavi XVIII, inizio - XIX secolo, fine
Archeologi Giovanni Battista de Rossi
Amministrazione
Ente Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
Indirizzo Via Simeto, 2 - Roma (RM)
Telefono +39 06 4465610
Fax +39 06 4467625
Posta elettronica pcas@arcsacra.va
Sito web sito web ufficiale
Coordinate geografiche
41°55′05″N 12°29′50″E / 41.918070, 12.497173 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Catacomba di Santa Felicita (Roma)
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Criterio
Pericolo Bene non in pericolo
Scheda UNESCO
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La Catacomba di Santa Felicita, detta anche di Massimo, è un'area funeraria cristiana, situata a Roma, posta sulla via Salaria Nova, nel moderno quartiere Salario.

Toponimo

Il cimitero è conosciuto anche come catacombe di Massimo, probabilmente il nome del proprietario del terreno nel quale venne scavato.

Dopo l'Editto di Milano del 313 le catacombe presero il nome della martire più conosciuta qui deposta; in molti casi nei documenti antichi è trasmessa la duplice denominazione. Nel Liber Pontificalis appare per la prima volta il nome di Catacombe di santa Felicita.

Nel XVII secolo, le catacombe erano conosciute con la denominazione di sant'Antonio, in quanto il terreno in cui si trovavano era di proprietà del Monastero di Sant'Antonio nella cittadina francese di Vienne.

Martiri deposti nella catacomba

In questa catacomba vennero deposti due martiri: Felicita ed il figlio Silano.

In realtà la Depositio martyrum alla data del 10 luglio, commemora il martirio di santa Felicita e di altri sette martiri, che la successiva tradizione, a causa di una leggendaria passio del V secolo, li ha trasformati in altrettanti figli di Felicita: di essi, uno fu sepolto con la santa nella catacomba di Massimo, e gli altri sepolti nelle catacombe dei Giordani (Marziale, Vitale e Alessandro), di Priscilla (Felice e Filippo) e di Pretestato (Gennaro). Questi martiri sarebbero stati uccisi durante l'impero di Marco Aurelio (161 - 180).

Ancora oggi gli studiosi si dividono sulla storicità della passio e sul legame di parentela dei martiri: di certo nell'antichità il dies natalis di questi martiri, ossia il giorno commemorativo della loro morte, era ricordato in modo particolare con una festa popolare, da cui derivò una intensa devozione fino all'alto medioevo.

Storia

La devozione popolare si è manifestata con la costruzione, nella catacomba, di una piccola basilica ipogea dedicata al martire Silano, e, in superficie, di un oratorio dedicato a Felicita. Queste due costruzioni si devono a papa Bonifacio I (418 - 422), il quale poi volle essere sepolto in un sepolcro subdiale, accanto all'oratorio di Felicita. Queste tre costruzioni erano ancora visibili nel XVI secolo e compaiono nella pianta di Roma del Bufalini del 1551.

Con la traslazione delle reliquie di Felicita nella chiesa di Santa Susanna dentro le mura di Roma ad opera di papa Leone III (inizi del IX secolo), la catacomba fu progressivamente abbandonata e dimenticata.

All'inizio del XVIII secolo furono scoperte nei pressi di un edificio pericolate, da cui partiva una scala che scendeva in gallerie cimiteriali, lastre marmoree con iscrizioni ed epigrafi, collegabili alle sottostanti catacombe. Fu in quel periodo che vennero esplorate e disegnate da Marcantonio Boldetti (1663 - 1749) con il nome di Priscilla.

Fu grazie all'opera dell'archeologo Giovanni Battista de Rossi, nel corso dell'Ottocento, l'identificazione di questa catacomba con quella di Felicita.

Nel 1875 fu scoperta la traccia di un piccolo edificio che con una scala conduceva nei sotterranei e si trassero le prime epigrafi. Nel 1884 si scoprì la basilica sotterranea ed il gruppo delle gallerie che si estendono nell'area settentrionale.

Descrizione

La catacomba doveva presentare un notevole sviluppo di gallerie articolate su tre livelli: nel primo livello, quello più antico, è posta la piccola basilica dedicata a Silano, la cui costruzione risale alla seconda metà del IV secolo: le reliquie del martire erano deposte entro l'altare in fondo all'edificio. Nello stesso ambiente vi era un dipinto ad affresco, scoperto nel 1884, databile alla fine del VII secolo o gli inizi dell'VIII, di ambito bizantino, che raffigurava:

  • Gesù Cristo redentore dona le corone della vita eterna a santa Felicita e ai suoi sette figli: di questo oggi rimangono solo pochi frammenti, a causa di una frana della parete, ma se ne conserva, comunque, una copia, fatta eseguire dal De Rossi al pittore Gregorio Mariani.

Le varie costruzioni sorte nella zona hanno gravemente danneggiato la catacomba, che attualmente si presentano con non più di 200 m di ampiezza.

Note
  1. Con il marcatore blu si identificano le catacombe ebraiche, con quello rosso le deposizioni comunitarie e con quello verde le deposizioni singole o famigliari. Cliccando col mouse sui marcatori si apre la pagina corrispondente.
Bibliografia
  • Giovanni Battista de Rossi, Il cemetero di Massimo nella via Salaria nuova, in "Bollettino di Archeologia Cristiana", serie I, 1 (1863), pp. 19 - 46
  • Leonella De Santis, Giuseppe Biamonte, Le catacombe di Roma, Editore Newton & Compton, Roma 1997
  • Antonio Ferrua, Nuove iscrizioni datate delle catacombe romane, in "Epigraphica" 31 (1969),pp. 181 - 204
  • Pasquale Testini, Archeologia cristiana, Editore Edipuglia, Bari 1980, pp. 250 - 251
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 27 marzo 2016 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.