Filippo Maria Pirelli

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Filippo Maria Pirelli
Cardinale
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battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 62 anni
Nascita Ariano
29 aprile 1708
Morte Roma
10 gennaio 1771
Sepoltura Chiesa di Santa Maria in Vallicella (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Vestizione 12 novembre 1729
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 4 novembre 1764
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Nominato arcivescovo 4 febbraio 1765 da Clemente XIII
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Consacrazione vescovile Roma, 10 febbraio 1765 dal papa Clemente XIII
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26 settembre 1766 da Clemente XIII (vedi)
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Cardinale per 4 anni, 3 mesi e 14 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Eventi
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Incoronazione
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Consorte

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Invito all'ascolto
Firma autografa
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Filippo Maria Pirelli (Ariano, 29 aprile 1708; † Roma, 10 gennaio 1771) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.

Biografia

Nacque il 29 aprile 1708 ad Ariano, faceva parte del patriziato napoletano. Era figlio di Domenico Pirelli, principe di Teorae Camilla Miranda. Il padre si era stabilito con la famiglia a Napoli, dove esercitava la professione di avvocato; aveva cambiato il suo cognome Perrella in Pirelli per un motivo sconosciuto.

Formazione e attività prelatizia

Fu educato in casa e istruito sotto la guida di ottimi maestri che gli insegnarono le scienze minori e la filosofia. Dopo essere entrato nello stato ecclesiastico il 12 novembre 1729, studiò successivamente a Roma presso l'Università La Sapienza, dove conseguì il dottorato in utroque iure, sia in diritto canonico che civile, il 18 maggio 1739. Alla morte dello zio Nicola Pirelli, canonico del capitolo della cattedrale di Ariano, sostenne l'esame per subentrargli, ma senza successo. Ritornato a Napoli, approfondì gli studi con profitto, in lettere latine e italiane. Divenne amico di un nipote del cardinale Marcello Passeri che lo presentò a Clemente Argenvilliers, avvocato e futuro cardinale: questi lo assunse come suo aiutante di studio.

Papa Clemente XIII lo nominò cameriere segreto. Nel 1741 papa Benedetto XIV lo nominò prelato domestico e avvocato concistoriale per Napoli. Nel settembre del 1743 fu incaricato di portare la berretta rossa ai nuovi cardinali Francesco Landi, arcivescovo di Benevento e Domenico Orsini d'Aragona. Divenne Giudice a Monte Citorio, revisore civile dell'avvocato concistoriale Met; come tale compose la celebre causa del principe Doria. Uditore civile del revisore dei conti della Camera Apostolica nel novembre 1749. Esaminatore dei vescovi, uditore del Tribunale della Segnatura Apostolica di Giustizia nel dicembre 1753, in seguito uno dei suoi elettori e attendente civile nel settembre 1759. Abate commendatario di San Cipriano a Taranto nel giugno 1762 e di Santa Maria del Carrà in Calabria nel 1763. Segretario della Congregazione del Concilio Tridentino e della Congregazione per la Residenza dei Vescovi nel luglio 1763.

Ordinazione e ministero episcopale

Ordinato presbitero il 4 novembre 1764 venne elevato Arcivescovo titolare di Damasco il 4 febbraio 1765 da papa Clemente XIII che lo consacrò personalmente il 10 febbraio seguente a Roma assieme a Guido Calcagnini, Nunzio apostolico per il Regno di Napoli. Era assistito dall'arcivescovo titolare di Calcedonia Giovanni Ottavio Bufalini e dal vescovo di Faenza Antonio Cantoni[1]

Cardinalato

Da parte di Clemente XIII fu anche creato cardinale presbitero nel concistoro del 26 settembre 1766; il 30 settembre seguente ricevette il berretta rossa e il titolo di Cardinale presbitero di San Crisogono dal 1º dicembre 1766. Fu assegnato alle SS. CC. del Concilio Tridentino, dell'Esame dei Vescovi, Visita Apostolica e Indice. Partecipò al conclave del 1769 che elesse papa Clemente XIV; fu autore di un diario su quell'elezione.

Morte

Morì il 10 gennaio 1771 all'età di 62 anni a Roma dopo un breve episodio di violenta febbre. Esposto in Santa Maria in Vallicella, vi si svolsero i funerali celebrati dal cardinale Pietro Colonna Pamphili, Papa Clemente XIV impartì l'assoluzione finale. Venne sepolto, secondo la sua volontà, nella cappella di San Filippo nella stessa chiesa.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Segretario della Congregazione del Concilio Successore: Emblem Holy See.svg
Giuseppe Simonetti 18 luglio 1763 - 26 settembre 1766 Francesco Saverio de Zelada I
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Giuseppe Simonetti {{{data}}} Francesco Saverio de Zelada
Predecessore: Segretario della Congregazione per la Residenza dei Vescovi Successore: Emblem Holy See.svg
18 luglio 1763 - 26 settembre 1766 Francesco Saverio de Zelada I
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{{{data}}} Francesco Saverio de Zelada
Predecessore: Arcivescovo titolare di Damasco Successore: Arcbishop.png
Giovanni Carlo Molinari
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4 febbraio 1765 - 26 settembre 1766 Bernardino Giraud I
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Giovanni Carlo Molinari
ch
{{{data}}} Bernardino Giraud
Predecessore: Cardinale presbitero di San Crisogono Successore: Kardinalcoa.png
Giambattista Roero di Pralormo 1º dicembre 1766 - 10 gennaio 1771 Francesco Maria Banditi, C.R. I
II
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con
Giambattista Roero di Pralormo {{{data}}} Francesco Maria Banditi, C.R.
Note
  1. cfr. Archbishop Antonio Cantoni su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 10-12-2023
Bibliografia
  • (IT) Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni. 103 vols. in 53, vol. LIII, Tipografia Emiliana, Venezia, 1840-1861, p. 250
  • (LA) Remigium Ritzler, Sefrin Pirminum, Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi, vol. VI (1730-1799), Typis et Sumptibus Domus Editorialis "Il Messaggero di S. Antonio" presso Basilica Sant'Antonio, Padova, 1968, pp. 24, 43, 191
  • (DE) Sabrina M. Seidler, Christoph Weber, Päpste und Kardinäle in der Mitte des 18. Jahrhunderts (1730-1777): das biographische Werk des Patriziers von Lucca Bartolomeo Antonio Talenti, Peter Lang, Frankfurt am Main; New York, 2007. (Beiträge zur Kirchen- und Kulturgeschichte, Bd. 18), pp. 541-543
  • (DE) Christoph Weber, Die päpstlichen Referendare 1566-1809: Chronologie und Prosopographie. 3 vols., vol. III, Anton Hiersemann, Stuttgart, 2003-2004. (Päpste und Papsttum; Bd. 31/1, 31/2, 31/3; Variation: Päpste und Papsttum;Bd. 31), pp. 821-822
Collegamenti esterni
Voci correlate