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Luigi Oreglia di Santo Stefano (Bene Vagienna, 9 luglio 1828; † Roma, 7 dicembre 1913) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Nacque a Bene Vagienna (diocesi di Mondovì, Piemonte) da Carlo Giuseppe Luigi, secondo barone di Santo Stefano e dalla prima moglie Teresa nata Gotti di Selerano.
Formazione e attività prelatizia
Compì i primi studi a Torino, ricevette la formazione ecclesiastica presso i gesuiti del Convitto torinese del nobile al Carmine. Proseguì gli studi nel seminario locale ed entrò nel clero secolare, con l'ordinazione sacerdotale nel 1851. Il 22 febbraio celebrò la sua prima messa nella chiesa della Confraternita della Misericordia del suo paese natale.
Frequentò quindi la Pontificia Accademia Ecclesiastica a Roma dal 1853 al 1859. Nel contempo divenne canonico della Basilica di San Giovanni in Laterano. Lavorò per la congregazione del Concilio nel 1857-1858, quando fu nominato referendario della Segnatura Apostolica. L'anno seguente divenne prelato aggiunto alla medesima congregazione Concistoriale, di cui restò membro fino al 1866. Approdò nel 1863 alla segreteria di Stato del cardinale Giacomo Antonelli e fu nominato internunzio per i Paesi Bassi, dove come d'uso il rappresentante del Papa non era rivestito di dignità episcopale.
Episcopato
Nel 1866 fu preconizzato per la nunziatura a Bruxelles e fu nominato arcivescovo titolare di Damiata. Il 13 maggio fu consacrato dal cardinale Lodovico Altieri, co-consacratori mons. Pietro de Villanova Castelacci ([1]), arcivescovo titolare di Petra, vicegerente della diocesi di Roma e da mons. Alessandro Franchi ([2]), arcivescovo titolare di Tessalonica, segretario della congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari. Resse la nunziatura belga sino al 1868 quando fu nominato Nunzio apostolico in Portogallo, carica che conservò fino al 1876.
Cardinalato
Papa Pio IX lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 22 dicembre 1873 e il 16 gennaio seguente ricevette il titolo di Sant'Anastasia. Fino alla nomina del cardinale Lucido Maria Parocchi, effettuata da Leone XIII nel 1877, è stato il porporato italiano più giovane.
Nel 1876 fu nominato prefetto della congregazione per le indulgenze e le sacre reliquie. Partecipò come figura di spicco dell'ala intransigente e ostile a Gioacchino Pecci al conclave del 1878, ma non riuscì a impedirne l'elezione. Nel 1884 optò per l'ordine dei cardinali vescovi e per la sede suburbicaria di Palestrina. Nel 1885 divenne camerlengo, carica che ricoprì sino alla morte. Nel 1889 optò per la sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina. Nel 1896 assunse la prefettura della Congregazione delle Cerimonie e divenne decano del Collegio cardinalizio assumendo la sede suburbicaria di Ostia e Velletri per tradizione assegnata ai decani.
Nel 1900 aprì la Porta Santa della basilica di San Paolo fuori le mura.
Partecipò al conclave del 1903, dove era l'unico cardinale non eletto da Leone XIII. Come camerlengo resse il governo della Chiesa durante la breve sede vacante. Fu l'unico cardinale ad aver partecipato al precedente conclave e come allora fu figura di spicco dell'ala conservatrice ostile a Mariano Rampolla del Tindaro.
Come camerlengo, l'imperatore austriaco gli fece pervenire la sua Jus exclusivae contro la candidatura Tindaro. Fu l'ultima volta che un veto fu portato in un conclave. Oreglia dichiarò in conclave :
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Questa comunicazione non può essere ricevuta ufficialmente o ufficiosamente. Nessun cardinale deve prendere in considerazione questo "veto" e tutti devono continuare a votare secondo la loro coscienza »
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Ma a nome del gruppo che voleva una sterzata conservatrice dopo le aperture leonine, persuase il patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, futuro Pio X, ad accettare un'elezione.
Morte
Morì a Roma, il 7 dicembre 1913, all'età di 85 anni e fu sepolto nel Cimitero del Verano. Fu l'ultimo sopravvissuto tra i cardinali creati da Pio IX.
Genealogia episcopale
Successione degli incarichi