Tesoriere generale della Camera Apostolica

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Il Tesoriere generale della Camera Apostolica o Tesoriere del papa (in latino Thesaurarius apostolicus generalis, Thesaurarii Papae, Praefectus Aerarii) era il terzo dei prelati di fiocchetto e godeva delle preminenze proprie di questi. Faceva parte del tribunale della Camera apostolica e godeva ed esercitava ampia autorità e giurisdizione.

Sin dalle sue origini la Chiesa ebbe bisogno di uomini che si occupassero della gestione degli averi. I Vangeli ricordano che anche Gesù nella sua attività pubblica ebbe bisogno di un responsabile della cassa e uno dei dodici, Giuda Iscariota, fu scelto per tale funzione (cfr. Gv 12,6 ).

Anche la Chiesa nascente dovette trovare chi svolgesse tale funzione con l'istituzione della figura dei diaconi. Negli Atti degli apostoli si descrive come tale scelta fu fatta (cfr. At 6,1 ).

Altra figura molto nota della Chiesa dei primi secoli fu quella del diacono san Lorenzo. Quando i pontefici assunsero anche un potere temporale tale funzione ebbe un ruolo di primaria importanza e la scelta di chi dovesse assumere tale incarico per le evidenti implicazioni di ordine pratico e morale, fu oggetto di particolare attenzione.

Furono incaricati perlopiù svolti da diaconi, e la tradizione fu mantenuta attraverso la figura del cardinale diacono e assegnando in aiuto la figura del suddiacono. A capo dei diaconi fu creata la figura del cardinale Arcidiacono della Chiesa romana, che risiedeva nell'arcidiaconia di santa Maria in Domnica dove, nei primi secoli, vi era l'erario della Santa Sede. Ad lui fu affidato il compito di conservare e amministrare i patrimoni della Santa Sede e le rendite del principato temporale che prese il nome di Camera apostolica. Il cardinale arcidiacono era aiutato nella custodia del tesoro dall' arcario, dal saccellario, dal vestarario e da altri funzionari.

Avendo questa figura assunto nel tempo eccessiva importanza e potere, papa Gregorio VII l'abolì nel 1076 per sostituirla con la figura del camerlengo di santa romana Chiesa. In seguito il camerlengo fu aiutato nello svolgimento dei suoi compiti dai chierici di camera e a uno di essi fu affidata la custodia del tesoro pontificio. Nacque così la figura del tesoriere generale, mentre prima tale alto funzionario era chiamato Arcario. Incerta è l'epoca dell'introduzione del tesoriere generale nella corte pontificia. Il cardinale Giuseppe Garampi nella sua Illustrazione di un antico sigillo della Garfagnana [1] cita nobile Pauli de Carphagnana thesaurarii Innocentii morto nel 1254. Alla fine di questo secolo, papa Bonifacio VIII nominò tesoriere generale Francesco Caetani che divenne poi cardinale diacono di santa Maria in Domnica. A partire dal XIV secolo la carica di tesoriere generale fu assunta regolarmente.

Il tesoriere generale aveva il compito di coadiuvare il camerlengo nella gestione della finanza camerale. Controllava infatti per conto del camerlengo le entrate e disponeva, su suo ordine, le spese. Di volta in volta acquistava o perdeva autonomia rispetto al camerlengo a seconda del prestigio e del favore di cui godeva personalmente il titolare della carica dinanzi al pontefice.

Nel 1590 Sisto V con la bolla In conferendis precipuis (23 gennaio 1590) conferì a Bartolomeo Cesi l'ufficio di tesoriere generale e di collettore generale degli spogli. Confermando anche provvedimenti di pontefici precedenti gli concesse amplissimi poteri nell'ambito delle riscossioni di entrate camerali. Gli concesse il diritto di intervenire in tutte le Congregazioni di interesse camerale e di conferire direttamente con il papa su tutti gli appalti di beni e rendite camerali; lo investì del potere di costringere i gestori di denaro camerale - tesorieri provinciali, depositari, appaltatori di gabelle, affittuari di beni - a rendere i conti in Camera; sottopose alla sua giurisdizione i titoli di debito pubblico (Monti camerali), la gestione degli introiti e della costruzione della nuova città di Terracina e l'amministrazione del lotto. Gli fu concessa pure la potestà di amministrare la giustizia nelle suddette materie e di emanare editti. Nel 1621 Gregorio XV restituì però un'ampia potestà su tali materie al camerlengo, esortando i chierici di Camera e il tesoriere all'obbedienza. Innocenzo XII con i chirografi del 7 dicembre 1695 e del 19 giugno 1700 riaffermò le disposizioni dei predecessori sulle prerogative del tesoriere generale e ne estese la competenza esclusiva alle gabelle diritti appalti o affitti camerali, tasse e imposizioni ove in qualsivoglia modo si tratti di interessa camerale, con facoltà di emanare editti e di procedere giudizialmente. Nel 1731 Clemente XII nel chirografo del 12 settembre attribui al tesoriere la competenza giudiziaria e normativa sulle dogane generali di Roma, da poco riunite in una Amministrazione e azienda economica commessa a Girolamo Belloni. Più volte nel corso dei secoli XVII e XVIII i tesoriere generale cumulò anche le cariche di commissario del mare e castellano di Castel sant'Angelo.

Benedetto XIV nel chirografo del marzo 1742, su richiesta del camerlengo, fissò lo spartiacque tra le competenze delle due magistrature camerali: confermò al tesoriere generale i poteri fin qui elencati e una generale competenza nell'economico della nostra Camera, mentre riservò al camerlengo competenza esclusiva in materia di poste, nomina di consoli pontifici, infeudazione e concessione di beni giurisdizionali, mercati e fiere. Nella costituzione del 18 marzo 1746 lo stesso pontefice riformò la computisteria generale dettando norme circa appalti, rendicontazione, controllo contabile. Il tesoriere generale si delinea definitivamente come il responsabile di tutta la gestione finanziaria che fa capo alla Camera apostolica: sono infatti escluse dalla sua competenza solo le entrate della Dataria e della Segreteria dei memoriali. Si posero in tal modo le premesse per la successiva evoluzione che porrà nel XIX secolo il tesoriere a capo del dicastero che si occupa di tutte le rendite e beni dello Stato, Tesorierato generale che dal 1848 diventa Ministero delle finanze.

Serie dei tesorieri generali della Camera Apostolica dal XVI secolo[2]

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Nel marzo 1848 l'incarico di tesoriere mutò in quello di ministro delle Finanze.

Note
  1. onlene
  2. L'elenco non è esaustivo. Per la serie più completa rimandiamo al dizionario del Moroni online nella bibliografia.
Bibliografia
Collegamenti esterni
  • Archivio di stato Roma. beniculturali.it online
  • Luigi Londei L'organizzazione della zecca di Roma (secc. XVI-XIX) e le fonti per la sua storia online