Diocesi di Avellino

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Diocesi di Avellino
Dioecesis Abellinensis
Chiesa latina
Avellino3.JPG
vescovo Arturo Aiello
Sede Avellino
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Benevento
Regione ecclesiastica Campania
Nazione bandiera Italia
Vicario Vincenzo De Stefano
Parrocchie 64
Sacerdoti 91 di cui 70 secolari e 21 regolari
1.751 battezzati per sacerdote
21 religiosi 118 religiose 12 diaconi
166.000 abitanti in 441 km²
159.400 battezzati (96,0%% del totale)
Eretta V secolo
Rito romano
Indirizzo

Palazzo Vescovile, Piazza Libertà 19, 83100 Avellino, Italia

tel. +39082574595 @
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2016 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Italia
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La diocesi di Avellino (in latino Dioecesis Abellinensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Benevento appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2015 contava 159.400 battezzati su 166.000 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Arturo Aiello.

Territorio

La diocesi comprende la città di Avellino e i comuni di Mercogliano, Pratola Serra, Summonte, San Potito Ultra, Serino, Grottolella, Aiello del Sabato, Forino, Prata di Principato Ultra, Sant'Angelo a Scala, Contrada, Atripalda, Montefredane, Taurasi, Manocalzati, San Mango sul Calore, Candida, Chiusano di San Domenico, Mirabella Eclano, Luogosano, San Michele di Serino, Sant'Angelo all'Esca, Capriglia Irpina, Paternopoli, Fontanarosa, Cesinali, Santo Stefano del Sole, Parolise, Santa Lucia di Serino, Ospedaletto d'Alpinolo, Sorbo Serpico, Monteforte Irpino, Salza Irpina.

Sede vescovile è la città di Avellino, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta.

Il territorio è suddiviso in 64 parrocchie.

Storia

La storia della Chiesa di Avellinese ha avuto inizio da un gruppo di credenti sparsi nel municipium di Abellinum, frutto della predicazione apostolica sull'asse delle strade consolari, la vera "rete" della diffusione del Vangelo. La vitalità e la nascita della Chiesa avellinese è testimoniata dai fedeli martirizzati probabilmente durante la persecuzione di Diocleziano. Verso la fine del V secolo l'Abellinum cristiana (presso Atripalda) si spopola per la profonda crisi economica e la conseguente fine dei commerci, e anche per la peste e la guerra gotico-bizantina.

La datazione dell'erezione della diocesi è problematica, ma sembra risalire al V secolo, epoca in cui sono noti due vescovi certi. Non è accertato storicamente l'episcopato di san Modestino, che sarebbe da collocare prima del suo martirio, avvenuto nel 311.

Più tardi il territorio avellinese conquistato dai Longobardi veniva annesso al ducato di Benevento. Dal VII-VIII secolo gli abitanti della nuova città si radicarono sulla collina de "la Terra". La città longobarda era racchiusa fra le mura, quasi un castello, con uno sviluppo urbanistico concentrico intorno alla prima chiesa di Santa Maria.

Il circondario di Avellino venne a ricadere sotto la giurisdizione del vescovo di Benevento. Il 29 maggio 969 troviamo menzione di Avellino come sede suffraganea di Benevento, che in quel giorno fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana.

Le notizie circa i vescovi di Avellino riprendono dall'anno 1053.

Successivamente la gerarchia ecclesiale si ricompose con l'elezione del vescovo e l'edificazione della fabrica noba della Cattedrale nel 1132. I lavori richiesero circa vent'anni e la Chiesa venne aperta al culto dal vescovo Guglielmo nel 1166. Sulla facciata della Cattedrale si può ancora leggere quanto era inciso nella pietra dell'edificio romanico:

« Voi che entrate attraverso questa porta per piangere i vostri peccati, dovete passare per me (dice Cristo) poiché io sono la porta della vita. Guglielmo, divenuto vescovo, ha ampliato questa porta per dare a tutti la possibilità di entrarvi per espiare i propri peccati. Il lavoro è stato eseguito nell'anno 1167 dall'incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo nel qual ricadeva la XV indizione. »

Il vescovo Guglielmo nell'instancabile ricerca di materiale da riutilizzare per la costruzione della Cattedrale nello scavo di un'antica colonna rinvenne "per celeste ispirazione" le spoglie di san Modestino e dei compagni martiri. La cronaca riporta che il vescovo il 10 giugno di quell'anno, accompagnato dall'arcidiacono Bernardo, dall'arciprete Guglielmo, dal primicerio Alferio, maggiori dignità del Capitolo dei canonici e da alcuni boni homines, "rinveniva" nel loco Urbinianum, nei pressi del pretorio di Mercogliano, le reliquie dei santi Modestino, Flaviano e Fiorentino, e le collocava nella cripta della Cattedrale.

Narra fra' Scipione Bellabbona che

« a schiere vedevansi le persone uscite incontro alli corpi de' Santi Martiri. Li fanciulli svellendo li rami dall'alberi adornavano le strade , et ogni canto era ripieno di soavissimi odori... a gara sforzavasi ciascuno di dar lode a Dio e a fare onore ai santi martiri. »

Diocesi di Frigento

Il 9 maggio 1465 il vescovo di Frigento fu nominato anche vescovo di Avellino e le due sedi furono unite aeque principaliter. Tuttavia, nel corso del XVI secolo due vescovi rinunciarono la sede di Avellino e mantennero la sede di Frigento. Quest'ultima era stata eretta secondo la tradizione nel 441, ma con documenti certi soltanto a partire dal 1061, epoca in cui l'antica diocesi di Aeclanum o Quintodecimo risalente al IV secolo fu inglobata nella diocesi di Frigento.

L'unione delle sedi di Avellino e Frigento si consolidò sotto il vescovo Silvio Messaglia.

A seguito del Concordato del 1818 tra la Santa Sede e il Regno di Napoli la diocesi di Frigento fu definitivamente soppressa e la diocesi assunse il nome di diocesi di Avellino.

Nel XIX secolo l'antica cattedrale romanica fu restaurata, conformandola al gusto neoclassico.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

Fonti


Voci correlate
Collegamenti esterni